Inesorabile,
fredda, crudele.
Illyria
vuole giocare
ed il mondo deve sottostare alla sua partita.
Con
il volto
ricoperto dal blu vischioso,
pone
lo sguardo sull’inferiore
razza che cammina sotto i suoi piedi.
La
sua diversità
la protegge dalla marmaglia umana,
fa
modo che si
distingua dai miseri mortali,
feccia
destinata
a morire.
Il
disprezzo
viaggia negli occhi e nella sua mente,
il
disagio
incombe sulle persone che la circondano.
Vuole
il suo
mondo, lo rivuole adesso.
Non
è destinata a
confondersi tra la folla,
ma
a vincere e
a
sovrastare ogni
intralcio sul suo cammino.
Non
ci sono
ostacoli per Illyria
solo
fango
viscido che può sporcarla, ma non fermarla.
E’
stata
riportata indietro,
sente
la vita
scorrere di nuovo dentro,
risvegliata
dall’orribile
tomba che cessava la sua distruzione.
Risorta
dalle
tenebre.
Una
distruzione sanguinolenta
e perversa.
Così
dolce agli
occhi del male.
Il
potere, la forza
sovrumana che sempre l’è appartenuta,
sente
tutto senza
indugio.
Le
fa male,
terribilmente.
Ogni
arto che
muove è un colpo acido che riceve con costanza.
Tutta
la sua
essenza è racchiusa in uno stupido e debole involucro di
carne.
Come
può vivere
con un peso così grande?
Come
può
continuare il suo viaggio di dolore altrui umiliata in questo modo,
nel
corpo di una
miserabile umana con una testa e sole due braccia?
Deve
cambiare,
deve
avvicinarsi
ancora al potere che le è stato strappato.
La
sua tomba può
darle ciò che le serve, ciò che la trasforma.
Il
suo corpo blu.
Come
un Tuono
Blu.