Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: AlexisLestrange    11/02/2012    3 recensioni
È nostra, lo sai?
È nostra. Mia e tua. E lo sarà per sempre.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Supernatural - Season ½'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano già in macchina da qualche minuto, camminando sulla strada silenziosa, quando
smise di piovere. Pian piano, il sole fece capolino dalle nuvole grigie e l'asfalto
cominciò ad asciugarsi, sfrigolando piacevolmente al loro passaggio.

«Allora?» domandò Sam dopo un po'. Era la prima volta che uno dei due apriva bocca
da quando erano usciti da quella casa.

«Allora cosa?» fece Dean, distratto.

«Cosa ne pensi?» chiese il fratello, osservando attento la sua reazioe.

Lui alzò le spalle, senza rispondere nulla.

«Sappiamo ancora troppo poco» disse semplicemente, anche se non sembrava
particolarmente preoccupato dalla questione.

«E adesso dove stiamo andando?» domandò ancora Sam, vedendo che erano ormai
arrivati in città.

«In hotel, naturalmente» ribatté l'altro, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«Dove vuoi andare, a quest'ora della sera, e senza aver neppure cenato?
Riprenderemo le cose domattina».

Sam lo guardò sorpreso. «Non sono nemmeno le nove!» esclamò, accigliandosi.
«Abbiamo ancora tempo per esaminare la...»

«Non so tu, ma io ho una gran fame» lo interruppe il fratello. «E non voglio esaminare
nient'altro che non sia un gran hamburger. E poi non...» si bloccò di colpo. «No, e
adesso cosa vogliono?» sbuffò, esasperato.

«Di che stai parlando?» fece confuso Sam, sporgendosi dal finestrino, e comprese
subito la situazione.

Davanti la porta dell'hotel dove dormivano, erano ferme due automobili della polizia;
sperò con tutto sé stesso che non fossero lì per loro, ma fu inutile: non appena
avvistarono la loro macchina, da una delle due auto uscì il capitano Redstone, che fece
loro segno di fermarsi.

Alzando gli occhi al cielo, Dean accostò, per poi scendere dalla macchina con la
massima naturalezza possibile.

«Agente, c'è qualche problema?» chiese, tranquillo.

«Voi due siete il problema» ringhiò Redstone, avvicinandosi con una decina di poliziotti
al suo seguito, che subito andarono a circondarli. «Con chi credevate d'avere a che
fare, eh? Nomi falsi! Tessere contraffatte! Dichiarazioni infondate ad un pubblico
ufficiale!»

«Dean, non dirò che te lo avevo detto, ma...» cominciò Sam a mezza bocca.

«...Me lo avevi detto» borbottò per lui il fratello, per poi rivolgersi al capitano. «Senta,
possiamo spiegare tutto, davvero».

«Non mi interessano le vostre spiegazioni! Seguitemi in caserma, tutti e due» ordinò
Redstone, guardandoli furenti. A quanto pareva, era davvero arrabbiato.

Lasciando la loro auto là, ferma in mezzo al vialetto, salirono entrambi sul retro di una
di quelle della polizia, che si mise subito in moto.

Dean sembrava semplicemente annoiato, come se stesse seguendo una normale
routine: Sam non riusciva a smettere di guardarlo, a metà tra lo sbalordimento e la
rabbia.

Arrivati alla stazione di polizia, Redstone li sbatté in una stanza completamente
bianca, facendoli sedere entrambi ad un tavolo mentre lui, in piedi, a fissarli torvo,
continuava a bombardarli di domande.

«Che cosa avete in mente? Che affari avete in questa città? Come mai vi interessa
tanto quella casa?». Sbraitava tanto, che probabilmente se avessero voluto rispondere
non gli avrebbe neppure sentiti.

Forse Dean sarebbe riuscito a cavarsela, con la sua faccia tosta, ma Sam non riusciva
a nascondere un'espressione colpevole che gli stava praticamente stampata in volto.

Alla fine, quando il capitano Redstone si fermò a riprendere fiato, Dean riuscì a
interromperlo.

«Jane Everlyne si trova ancora a casa sua, non è sparita» dichiarò tranquillamente,
come se si trattasse di una notizia qualunque.

A quelle parole, Redstone parve sgonfiarvi. «Co-cosa?» farfugliò confuso. «E voi come
fate a saperlo?»

«Ci siamo stati» intervenne subito Sam. «Proprio poco fa. E... abbiamo anche parlato
con lei, sta bene, vive da sola dalla morte dei genitori».

Il poliziotto sembrava non sapere dove guardare. Alla fine, dopo aver borbottato a
lungo tra sé e sé, si affacciò fuori dalla porta, e chiamò: «Agente Stonehead!».

Un giovanotto di nemmeno vent'anni si precipitò dentro, sull'attenti. «Comandi,
signore!» esclamò, gonfiando il petto.

«Recati immediatamente nella vecchia villa degli Everlyne, dove tutt'ora risiede una
bambina di nome Jane, e portala subito qui... di forza, se necessario!» ordinò
Redstone.

«No!» intervenne Sam, senza riuscire a trattenersi.

Il capitano si voltò a guardarlo con furia. «Come sarebbe a dire?» domandò, tagliente.

Sam si ritrovò con tutti gli occhi puntati addosso, compresi quelli di Dean, che non
sembrava aver capito più degli altri. Si rivolse a Redstone, osservandolo negli occhi.

«Non lo faccia andare in quella casa, è pericoloso. Scomparirà, proprio come hanno
fatto tutti gli altri» disse. Nello stesso momento in cui pronunciò quelle parole, capì
che nessuno gli avrebbe creduto.

E infatti Redstone scoppiò in una risata aspra. «E sapresti dirmi perchè a voi due non
è successo nulla, invece? Cos'avete di tanto speciale?» gli chiese, con gli occhi che
scintillavano maligni.

Lui avrebbe voluto avere la risposta pronta. Purtroppo, si stava facendo la stessa
identica domanda da quando erano usciti dalla villa.

«Sai cosa penso io?» continuò il capitano, minaccioso. «Penso che voi due stiate
cercando di nasconderci qualcosa. Stonehead, vada... e già che c'è, dia un'occhiata in
giro!».

Trionfante, rise di nuovo, e non appena il ragazzo uscì, si rivolse di nuovo ai due
fratelli: «Quanto a voi due, resterete qui finchè non vi deciderete a dirmi qualcosa di
vero sul vostro conto! Posso essere molto paziente, se voglio» aggiunse, minaccioso.

Scoccandogli un'ultima occhiata, se ne andò, chiudendo loro la porta alle spalle.

Quando Redstone sparì dalla loro vista, Dean si accasciò sul tavolo. «Beh, Sammy,
sembra che avremo tanto tempo per rifletterci su» commentò, ad occhi chiusi.

«Non scherzare» ribattè quello, serio. «Non possiamo perdere tempo, è una questione
urgente. Quell'agente, Stonehead... chissà che fine farà, se non lo fermiamo!»

«Forse, allora, Redstone si renderà conto che avevamo ragione» fece l'altro, tranquillo.

«Dean!»

«Bene, allora» il fratello alzò la testa e lo fissò, attento. «Quando trovi un modo per
uscire da qui, fammelo sapere. Nel frattempo, buonanotte».

E detto questo, si appoggiò di nuovo sul tavolo, e, sbadigliando, richiuse gli occhi.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: AlexisLestrange