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Autore: dcshinichi    11/02/2012    2 recensioni
...A queste parole Sasuke non poté evitare l’insopportabile fitta al cuore che provò vedendo che quegli occhi azzurri lo fissavano intensamente, ma era diverso dal solito, adesso lo guardavano come se fosse uno sconosciuto...
...Il moro tirò silenziosamente in sospiro - Ho deciso di tornare a Konoha-...
...Ricordava perfettamente che quella mattina Naruto lo aveva guardato andarsene, stringendo i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche. Aveva letto nei suoi occhi azzurri l'impulso di eliminare quei poveri malcapitati che lo scortavano. gli era quasi scappato un sorriso guardandolo.il suo cuore perse un battito, colto da una fitta acuta, quando, a testa alta, aveva voltato per l'ennesima volta le spalle a Naruto e a Konoha, che aveva amato e odiato allo stesso tempo per molto tempo...
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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CAPITOLO 3
 
« Ma come?! Il Kazekage in persona!? quale onore! Gaara-sama! » ghignò divertito.
 
«Smettila Sasuke». Una voce gracchiante e acuta  martellò nelle orecchie del giovane Uchiha.
Satura, ovviamente, faceva parte del corteo, insieme a Kakashi, Temari e Kankuro. I due fratelli affiancavano il Kazekage, che, con il suo solito sguardo gelido e inespressivo mi fissava dritto negli occhi. Con la coda dell’occhio vide una Satura piuttosto furiosa, gli occhi verdi brillavano di una luce determinata  risaltando sugli assurdi capelli rosa confetto: « Mi sorprendi Sasuke, pensavo che volessi ucciderlo a vista, o forse lo stai portando vivo da Madara?» il suo sguardo era di fuoco e nella sua voce si poteva sentire una nota pesante di acida ironia. La ragazza avrebbe continuato se il ninja dai capelli argento al suo fianco non fosse intervenuto, parandogli si davanti e zittendola all’istante. «Sasuke, non sto scherzando… Lascia andare Naruto, per favore.» nella sua voce c’era il solito tono autoritario che usava raramente anche quando faceva ancora parte del team 7. Sasuke ghignò « Parli come se lo avessi rapito. Quel dobe mi sta seguendo di sua iniziativa, vero Naruto? »  il biondino annui lievemente, ancora sorpreso dall’arrivo dell’insolito gruppo. «Ne niichan? Chi sono queste persone?? Le conosci?» chiese con i suoi due zaffiri spalancati e fissi sugli occhi d’onice dell’Uchiha. A queste parole i ninja di Konoha rimasero senza parole, Sakura si fece avanti con un sorriso preoccupato « N-Naruto… m-ma come, n-non ci riconosci? Sono Sakura.»  disse avvicinandosi di qualche passo e chinandosi per guardarlo meglio negli occhi. Dopo averla guardata qualche istante il biondino arrossì violentemente e si aggrappò teneramente alla gamba di Sasuke, tirandolo, per attirare la sua attenzione. «Ne nii… quella ragazza è davvero bella, chi è? Me la presenti?» “il solito Dobe!!”pensò Sasuke infastidito. Poi guardò la ragazza dai capelli rosa, che aveva distolto lo sguardo, evidentemente ferita.
«Sakura, penseremo dopo alla memoria di Naruto. Dobbiamo catturare Sasuke a adesso che ne abbiamo la possibilità.» Gaara si preparò al combattimento, facendo uscire dall’anfora beige che portava sulla schiena una grande quantità di sabbia, che si scagliò ad una velocità impressionante nella direzione di Sasuke. Come questa fu lanciata il moro cominciò a rannicchiarsi su se stesso pronto a schivarla, ma il piccolo Naruto lo interruppe, frapponendosi, con un salto, a mezz’aria tra lui e la sabbia, che respinse facilmente con un salto ben assestato. Dopo quell’azione fulminea atterrò sul  terreno umido,sfiorandolo appena per prendere la spinta necessaria per partire subito al contrattacco. Gli spettatori avevano assistito alla scena senza muovere un muscolo, troppo stupiti anche solo per distogliere lo sguardo dai due. Anche Gaara non si era mosso, quella scena gli ricordava terribilmente il loro primo combattimento, la differenza è che quella volta il suo cuore era succube delle tenebra, dell’odio e del dolore. Si sforzò di scacciare il ricordo di quella solitudine, ma, forse per lo stato di shock in cui si trovava in quel momento, non riuscì a reprimere i sentimenti, riaccendendo nei suoi occhi l’ombra di quello sguardo che, dopo anni di dolore, un semplice ragazzo dai capelli d’orati e dagli occhi azzurri, era riuscito a cancellare. Ora, lo stesso ragazzo lo aveva salvato dalle tenebre, gli si era lanciato contro, infrangendo lo scudo di sabbia che lo proteggeva sotto gli sguardi sorpresi dei presenti. Per un attimo gli occhi di ghiaccio di Gaara e quelli azzurri e determinati di Naruto s’incontrarono. Gaara chiuse gli occhi, in attesa di ricevere il colpo indirizzato al suo viso, quando, invece, si ritrovò a cadere all’indietro, investito in pieno petto dal peso del bambino. Questo si ritrasse leggermente, mettendosi in ginocchio tra le sue gambe, scosse la piccola testa bionda e la alzò di scatto, puntando i penetranti occhi azzurri in quelli del Kazekage scrutando e analizzando ogni minimo particolare di quel volto diafano per poi posarsi sulle sue iridi color ghiaccio. Il rosso ricambiò lo sguardo, incerto, quando, inaspettatamente, il viso del bambino si rilassò rivelando un enorme sorriso a trentadue denti.
Naruto si alzò di scatto correndo entusiasta verso Sasuke, lasciandosi alle spalle, seduto a terra, un interdetto Gaara. Il biondino si aggrappò alla manica del moro, che nel frattempo si era liberato dalla sabbia, e lo tirò leggermente. Quando finalmente l’Uchiha o guardò negli occhi il ragazzo, ancora sorridente, disse «Ne niichan, il ragazzo rosso è proprio come noi! Non sei felice?? Anche lui è come me e te..! » poi, allo sguardo interrogativo del moro, che non poteva evitare di essere stupito, rispose spazientito e un po’ interdetto «Ma come, non te ne sei accorto??!!! Prima aveva anche lui il nostro sguardo, quindi anche lui deve aver provato tutte quelle cose –facendosi serio- prima non l’avevo notato perché sembra essere guarito e aver cancellato la sua solitudine, ma poi gli è tornato di nuovo Quello sguardo!!!»
Sasuke cominciava a capire, ormai Gaara non era più un nemico per il piccolo Naruto, era successo esattamente la stessa cosa quando si erano incontrati la notte precedente. Anche il giovane Kazekage doveva aver capito cos’era successo, infatti si stava rialzando velocemente. Kakashi e gli altri, invece, sembravano non aver afferrato la situazione e continuavano ad assistere a quell’assurdo scambio senza fiatare insieme anche al team Taka, che, sebbene avesse notato che la scena fosse molto simile a quella della sera prima, per loro le parole del biondino non avevano nessun senso. Sasuke, incerto sul da farsi, rimase ad osservare il bambino che camminava allegramente verso un Gaara piuttosto stordito. Naruto gli andò alle spalle e si aggrappo alla sua schiena, facendo quasi perdere l’equilibrio al rosso, che però non si oppose a quel gesto. Intanto il biondino gli si era seduto sulle spalle. Il povero ninja voltò la testa per incrociare lo sguardo del piccolo che guardandolo, con i due occhi azzurri carichi di felicità per la nuova scoperta, gli rivolse un luminoso sorriso. «Ne niichan… come ti chiami???».
«Gaara»rispose semplicemente. Piccolo sorrise, se possibile, ancora di più «Ne Gaara-niichan, io sono Naruto…. Ora diamo amici vero?». Il rosso annuì e arrossì lievemente, senza però distogliere lo sguardo da quel luminoso sorriso. Sasuke li aveva guardati attentamente tutto il tempo, senza perdersi una parola: cos’era quella strana sensazione che sentiva crescere dentro di lui? Era veramente calda… felicità? Si,assomigliava vagamente alla felicità. Nuovamente fu investito da un fiume di pensieri e di domande che avrebbe dovuto neanche sfiorarlo. Bloccò i propri pensieri per rivolgere nuovamente l’attenzione a Gaara e a Naruto che, sotto comando del biondino, si stavano dirigendo verso di lui. «Ne Sas’ke-nii, Gaara-nii e i suoi amici possono venire con noi??? » Naruto lo stava guardando con occhi preganti, lucidi e il labbro che sporgeva in fuori in una preghiera silenziosa. “Il solito Dobe!!!” pensò il moro mentre un sopracciglio si muoveva convulsamente per l’irritazione, ma da bravo Uchiha qual’era si trattene e riportò il suo viso alla solita indifferenza glaciale di sempre. «No, sono nostri nemici.» disse con il tono più deciso che seppe trovare. Naruto mise un’adorabile broncio «Perché sono nostri nemici???»  poi, senza lasciare al moro il tempo per rispondere si illuminò in un nuovo e, per quanto meraviglioso, preoccupante sorriso. «Ne, se Gaara-nii ti chiede scusa e ti promette di non attaccarti più possono venire???» chiese entusiasta, non sembrava neanche una domanda. “ma fa sul serio?” si chiese il moro, incerto de dargli dell’idiota o guardarlo stupito. «Come se Gaara potesse veramente scusarsi con me per una cosa del genere!» “Cavolo ho parlato ad alta voce! Quel dobe sicuramente…” Naruto si illuminò poi si rivolse a Gaara con la stessa espressione da cucciolo di poco prima «Ti preeeego Gaara-nii!!!!»  “lo sapevo” pensò Sasuke “ beh, tanto non c’è nessuna possibilità che lo faccia veramente.” A sorpresa di tutti, ma soprattutto dell’Uchiha Gaara assunse improvvisamente un’espressione seria «Mi dispiace, ti prometto che per tutta la durata del viaggio non ti attaccherò più, a meno che non sia tu ad incominciare.»
“COOOOOOOOSAAAAAA!?????!!!!!” pensarono tutti i presenti sgranando gli occhi sbigottiti.
Gaara aveva appena chiesto umilmente scusa ad un suo nemico quando, tra l’altro, non aveva fatto alcun che di sbagliato!
Kankuro e Temari corsero a tutta velocità verso il fratello, ignorando completamente il Sasuke sbalordito che si trovarono di fianco, e lo esaminarono preoccupati «Gaara!? Ti senti bene??» «Hai la febbre? Cosa ti è successo, perché diavolo ti sei scusato?! » fece un’allarmata e confusa Temari. Gaara li guardò come se fossero impazziti, sollevando appena un sopraciglio. «Come perchè? Che razza di domanda…. È ovvio, Naruto me lo ha chiesto e mi sembrava che ci tenesse…» disse il rosso come fosse la cosa più naturale del mondo. Il biondo, compiaciuto dalla sua risposta, gli abbracciò la testa ringraziandolo. Il giovane Kazekage d’altronde avrebbe fatto di tutto per lui e rinunciare al suo orgoglio al suo orgoglio per un secondo era niente in confronto a quello che era pronto a fare. Inoltre, se avessero convinto Sasuke, il rosso avrebbe potuto passare del tempo in compagnia del suo migliore amico, cosa che, a causa dei suoi doveri come capo di un villaggio, non faceva mai. Anche il fatto che il biondo avesse perso tutti i ricordi non lo preoccupava minimamente, in fondo la situazione era solo temporanea e lui non voleva perdersi quella rara occasione. «SIIIII!!!!!» esultò il piccolo Naruto, agitandosi pericolosamente sulle spalle del suo nuovo amico. «Ora dove si va Sas’ke-nii???».sasuke, preso alla sprovvista, non seppe come rispondere, fu Jugo a scuoterlo «Bene, quindi vengono con noi anche loro?» disse con un sorriso paziente. «Caspita! M’immagino che caos a viaggiare tutti insieme!» Suigetsu lanciò un’occhiata divertita ad un Sasuke ancora immobile «Vedi di smetterla di lamentarti, e pio il piccoletto e il rosso mi piacciono!» Karin sfruttò l’occasione per sgridarlo. «Che hai Sasuke? Hai dimenticato da che parte dobbiamo andare! Questo si che è strano! Beh, comunque non importa, per questa volta sto io davanti.»  così, con un grido di vittoria, Naruto seguì allegramente Jugo.
“ No aspettate! Loro sono nostri nemici!!!” stava per gridare qualcosa di poco educato contro i suoi “nemici” della foglia per bloccare quell’assurdità, quando si rese conto che loro si erano già tranquillamente avviati  ridendo e parlando, presentandosi allo smemorato Naruto. “Sono tutti pazzi!!”gridò mentalmente un esasperato Sasuke, mentre, dato che non aveva possibilità di scelta, si apprestava a seguire il rumoroso e stravagante gruppo di ninja.
La sera arrivò con una lentezza esasperante per l’umore nero di Sasuke, dovuto allo sfiancante rumore prodotto dal gruppo di ninja con cui si era ritrovato a viaggiare.
“Sono fortunati.” Pensò “ se potessi usare lo sharingan li avrei già fatti tutti fuori. Ma, per loro fortuna, se lo usassi adesso rischierei veramente la cecità senza aver ancora portato a termine la mia vendetta!” per tutto il viaggio il moro continuò a macchinare piani omicidi di tutti i generi, verso i  suoi “nemici” e anche verso i suoi idioti compagni di squadra.
Si fermarono per lo notte quando ormai stava facendo buio. Sasuke stava comodamente seduto sotto un albero, a gustarsi la brezza fresca della sera quando, d’un trattò, sentì la voce allarmata di Sakura  a meno di due metri da lui «Naruto! Cosa ti succede!?»  l’Uchiha balzò subito in piedi per controllare cosa stesse succedendo, vide il piccolo Naruto piegato in posizione fetale, mentre si dimenava per il dolore, tenendosi la testa fra le mani. La ragazza dai capelli rosa lo mise a sedere con la schiena poggiata all’albero appena dietro di lui e si preparò per curarlo, inviando il suo chakra alle mani bianche che lentamente assunsero un colorito verdognolo. Non fece in tempo a sfiorarlo che questo aprì i grandi occhi azzurri e si guardò attorno lentamente. Aveva smesso di tenere la testa tra le mani, ed ora osservava tutto e tutti con un’espressione indecifrabile. Inizialmente osservò la foresta in cui si trovavano, gurdò il cielo, come per determinare se fosse notte o giorno, poi, solo dopo che ebbe deciso, scrutò ad uno ad uno i presenti, piantando le iridi chiare in quelle sei vari ninja che lo guardavano interdetti. “ C’è qualcosa di diverso nel suo sguardo….” Sasuke cercava di capire cosa fosse cambiato in lui, quando due zaffiri luminosi si immersero nei suoi pozzi dei pece nera. Poi un piccolo sorriso, più simile ad un ghigno divertito, si aprì su quel volto infantile «Sasuke, che sorpresa…. Non pensavo che ci saresti stato anche tu….» il suo piccolo ghigno si trasformò velocemente in un sorriso dolce, nei suoi occhi si poteva leggere chiaramente la felicità così come la tristezza e la nostalgia. Riconobbe subito quell’espressione, ultimamente gle l’aveva vista spesso in volto, e ghignò in risposta «Allora sei tornato in te finalmente…. Peccato solo che il tuo corpo sia rimasto quello di un bambino di cinque anni….» Naruto tornò improvvisamente serio «Non ho molto tempo, ma vi dovevo come minimo una spiegazione, così ho cercato di riemergere…» La voce preoccupata di Sakura lo interruppe «Si può sapere cosa cavolo ti è successo?! Da quello che mi hanno detto ti stavi allenando con la forza portante dell’otta-coda, ma all’improvviso ti sei trasformato in un bambino e sei scappato!!»  la ragazza ormai non riusciva a trattenere rabbia e preoccupazione, ma, con un solo sguardo di Naruto, si zittì all’istante. «Adesso vi spiegherò tutto ma, come ho gia detto non ho molto tempo, quindi ascoltatemi e non interrompetemi. Mi stavo allenando con Bee per ottenere il controllo del Kyuubi e, per fare in modo che io e il demone potessimo scontrarci, siamo entrati in un luogo particolare che mi ha permesso di entrare nella mia mente per combatterlo faccia  a faccia. Durante lo scontro Kyuubi mi ha spiegato cos’era successo al mio corpo così mi ho cercato di uscire, anche se per poco, per spiegarvi la situazione. All’interno della mia mente il tempo scorre in modo differente, quindi non so per quanto sono rimasto in questa forma, ne per quanto ancora ci rimarrò. So soltanto che finché non batterò la  volpe il mio corpo rimarrà piccolo, è una misura di sicurezza, se la volpe dovesse vincere la mia volontà si annullerebbe del tutto e io morirei, in quel caso il mio corpo sigillerebbe nuovamente il Kyuubi, diventando un semplice contenitore senza vita e non sarebbe più possibile estrarla e sfruttarne il potere. Se, invece, io dovessi essere ucciso dall’esterno, la volpe uscirebbe dal mio corpo, risucchiandomi tutto il chakra insieme a quello del sigillo ottagonale, in questo modo, non sarebbe più possibile sigillare la volpe, e neanche assumerne il controllo con i poteri oculari degli Uchiha, e neanche con il rinnegan. Quindi, per favore, fate in modo che io non venga ucciso. Detto questo, passiamo al lato positivo di questa a assurda situazione – si rivolse a Sasuke- se avete qualche domanda in particolare da farmi, vi consiglio di farlo mentre sono in questo stato, il Kyuubi mi ha detto che ho conservato in parte le sensazioni che provo verso le persone che conosco e, oltre a questo, ho acquisito un potere simile a quello dello sharingan ipnotico, almeno finché resterò così. Però non vi svelerò niente di più… penso che lo scoprirete da soli molto presto.» Naruto continuava a guardare il giovane Uchiha intensamente, come se tutto quello che avesse appena detto fosse rivolto soltanto a lui. Poi iniziò ad aprire e chiudere gli occhi convulsamente, a volte quando li apriva si potevano vedere delle sfumature rosse nelle sue iridi cristalline «Cavolo!! Ho finito il tempo!! Bene… allora ci vediamo quando avrò vinto!» detto questo chiuse gli occhi, la sua espressione si rilassò e, in pochi attimi si accasciò a terra svenuto. Dopo qualche secondo, durante i quali i ninja che avevano appena assistito alla scena metabolizzarono le informazioni che avevano ricevuto, Naruto riaprì gli occhi ma ‘sta volta riapparvero, sotto quelle palpebre bronzee, gli occhioni spalancati per la sorpresa da bambino. Sasuke ghignò «Hai detto che potevo chiederti tutto quello che volevo… giusto?» sussurrò «Bene, smettila di ostacolarmi allora… Si può sapere perché diavolo continui a seguirmi? Dici sempre che mi capisci, che sai perchè lo faccio… allora perché cerchi di fermarmi, tu non sai cos’ho provato, non sai cosa vuol dire odiare e desiderare vendetta! » Sasuke aveva detto tutto questo con una freddezza glaciale, ma si poteva sentire chiaramente la rabbia che gli alterava la voce, e gli occhi che brillavano di disprezzo. Sakura si era già alzata per rispondergli a tono e interrompere la sua sfuriata, ma il piccolo Naruto al suo fianco la precedette «N-non è vero… T-ti sbagli» il biondino era evidente sorpreso, sia dalle parole che aveva appena pronunciato sia dalla sua voce tremolante per la rabbia per la  paura.
 
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POV SASUKE
 
Poi una strana sensazione mi assalì, tutto intorno a me cominciò a diventare sempre più sfocato, fino a divenire completamente nero. Poi qualcosa apparve davanti ai miei occhi, sembrava di essere rinchiusi in una tecnica illusoria, percepii un’emozione familiare, odio… però in qualche modo era diverso, quell’odio non mi apparteneva, era di qualcun altro. All’improvviso divenne tutto bianco e apparve davanti ai miei occhi un bambino dai capelli color dell’oro e dalla pelle color biscotto, sene stava da solo, in piedi in mezzo a tutto quel bianco piangendo, coprendosi gli occhi con il braccio. Dopo qualche secondo quel bambino, che avevo identificato come Naruto, era circondato da centinaia di persone, non riuscivo a riconoscere  il loro voto, ma potevo distinguere chiaramente i loro occhi. I loro sguardi erano tutti concentrati sul bambino biondo al centro della scena, lo guardavano con odio, disprezzo e con disgusto. Non gli si avvicinavano, come se avessero paura di essere contagiati, come se fosse un mostro. Avvertii un forte senso di solitudine dentro di me, una solitudine straziante, senza via di fuga. Poi la scena cambiò leggermente: il ragazzo biondo aveva smesso di piangere e ricambiava gli sguardi, sul suo viso, dove mi aspettavo ci fosse tristezza e solitudine, adesso c’era odio, si poteva vedere chiaramente, la sua rabbia e il suo odio erano tutte rivolte a quelle persone che lo trattavano come un mostro senza alcun motivo. Nella mia mente sentii improvvisamente la voce di Naruto urlare di rabbia “ Smettetela di guardarmi così!” “Non sono un mostro!” “Cosa diavolo vi ho fatto? Ditemelo!” “Non sono un mostro, Smettetela!”. Queste frasi si ripetevano nella mia mente con la forza di un uragano, cariche di odio e di rancore.  Tutto mutò per l’ennesima volta, potevo vedere me stesso, più piccolo, da solo, seduto sulla riva di un lago. Ora l’odio intenso che mi rimbombava nel cervello era cessato, trasformandosi in una sensazione di felicita, soddisfazione e dalla consapevolezza di non essere più solo. L’immagine cambiò nuovamente, ora vedevo ancora me stesso da piccolo, ma adesso ero in piedi e tenevo la mano ad un Naruto bambino. I due ragazzini non si guardavano in faccia, ma sul volto di entrambi si poteva vedere chiaramente un lieve sorriso. Lentamente i due bambini crescevano e di fianco a loro comparivano sempre più persone; Kakashi, Sakura, Gaara, Iruka, Rock Lee, Neji, Sai… tutti i loro amici, tutte le persone del villaggio, tutti quelli che prima guardavano male Naruto ora erano al loro fianco e tutti  tenevano per mano i due ragazzi al centro. Questi ora si guardavano dritti negli occhi, sorridendosi a vicenda, senza sciogliere le loro mani unite. Una grande felicità invase il mio cuore, un immenso calore, un senso di solidarietà e di protezione, di amicizia e di fratellanza. Dopo qualche istante tutti scomparvero a esclusione dei due bambini che ormai erano cresciuti. Il moro dava le spalle al biondo e camminava tranquillamente, allontanandosi sempre di più dall’amico. Naruto tendeva una mano nella sua direzione, tentando disperatamente di afferrarlo. Le sue emozioni mi assalirono di nuovo mentre assistevo alla scena, mi colse improvvisamente un dolore insopportabile, e la sensazione di essere stato tradito dalla persona a cui tenevo di più. Poi vide Jiraya, lo riconobbe subito (impossibile confonderlo con quell’aspetto assurdo che si ritrova) aveva un’espressione stranamente seria e gli diceva di lasciarlo perdere, di non inseguirlo più, l’incertezza che Naruto aveva provato fino a quel momento, e che io avevo sentito attraverso di lui, scomparve, per lasciare il posto ad un’incredibile determinazione “Lo riporterò indietro a qualunque costo” e con quel pensiero pieno di sicurezza tutto scomparve nuovamente per lasciare il posto all’immagine di una tomba, sopra era inciso il nome di Jiraya. Un dolore immenso lo colse, un vuoto incredibile, che aumentava di pari passo con quel dolore che gli stava lacerando il cuore. Alla tomba seguì l’immagine di un volto, la pelle bianchissima, il volto talmente magro da essere scheletrico, i capelli rossi, e gli occhi viola dalle iridi concentriche.  Lui aveva ucciso Jiraya, lui gli aveva portato via il suo maestro, la cosa più simile ad un padre che avesse mai avuto. Velocemente il dolore si mischiò all’odio, alla rabbia e alla sete di vendetta “ Lo vendicherò!!” un ringhio carico di sentimenti mi pugnalò. Vidi Naruto scagliarsi con tutta la sua forza su quel volto, sentiva crescere dentro di lui un desiderio incontrollabile di ucciderlo, di vendicare la morte del suo maestro, voleva che quel bastardo morisse! Al volto dell’assassino si sovrappose quello sorridente di Jiraya, gli stava dicendo che al mondo c’era troppo odio e che lasciava a lui il compito di capire come fermarlo. Di nuovo vidi Naruto lanciarsi contro l’uomo tanto odiato, proprio quando il suo pugno era ad un centimetro dal suo viso e stava per colpirlo…. Ad un tratto si fermò, iniziò a parlare ma non riuscivo a sentire ciò che dicevano, poi lentamente l’immagine iniziò a sfumare e  a diventare sempre più scura. Una sola emozione mi rimbombò nell’animo, una sola certezza: Naruto aveva perdonato quell’uomo. Non capivo come all’improvviso avesse potuto perdonarlo, cercai di capire come fosse possibile, cosa si fossero detti, ma una nuova visione interruppe i miei pensieri. Ero io, di schiena, e mi allontanavo sempre di più, Naruto mi rincorreva e tutto intorno a noi c’era solo il buio più totale. Il ragazzo biondo brillava leggermente, avvolto da un’aura calda e luminosa, e dietro di lui una fila di decine e decine di persone lo spingevano verso di me. Tra loro c’erano tutti i loro amici e gli abitanti del villaggio. Lentamente però ogni persona iniziò a cadere e ad aggrapparsi a quella di fronte a se che dopo poco cadeva a sua volta. Uno dopo l’altro caddero tutti anche i suoi amici, anche Sakura, tutti erano aggrappati a lui e so facevano trascinare, aggiungendo il loro peso a quello che già portava il ragazzo da solo. Al dolore che aveva dentro di se si aggiunse anche quello di tutti gli altri, tutto quel peso era veramente troppo per lui, ma non per questo si fermò, certo rallentò ma continuava a correre e ad inseguirmi… continuava a brillare e ad illuminare le persone che trascinava. ad un certo punto però cadde, non voleva arrendersi ma non riusciva a rialzarsi, ci provava con tutto se stesso ma il suo corpo non voleva muoversi, rabbia e frustrazione lo travolsero, pensò che fosse veramente finita questa volta, poi due figure luminose gli apparvero davanti, brillavano della sua stessa luce, anche se la loro immagine era leggermente trasparente. Uno era un uomo giovane e molto bello, dai capelli color dell’oro e dagli occhi azzurri come il cielo più limpido d’estate, lo stava guardando dolcemente, tendendogli una mano. La stessa cosa faceva la donna che teneva stretta a se, aveva dei lunghi e meravigliosi capelli di un rosso intenso e occhi di un profondi e scuri, in un misto di grigio scuro e blu oceano. Senza esitare Naruto afferrò le loro mani e si rialzò senza fatica, d’un tratto l’immenso peso che trascinava sembrava incredibilmente leggero, tutto il dolore che sentiva passava in secondo piano, certo non diminuì e non scomparve, ma sembrò insignificante e inutile adesso. Con le due figure luminose al suo fianco tornò a camminare, ‘sta volta più sicuro di se ed in pace con se stesso, completamente privo di ogni briciola di odio. Risplendeva ancora più di prima e avvolgeva con il suo calore tutta l’oscurità che lo circondava. Riportò la sua attenzione sulla mia immagine in lontananza, questa volta riusciva ad avvicinarsi, l’aveva quasi preso, ad ogni passo la sua determinazione aumentava. La sua mano era così vicina, poteva sentire chiaramente l’aura di odio e di oscurità in cui mi ero immerso volontariamente e a cui restavo saldamente aggrappato, chiudendo gli occhi alla luce che più di una volta mi aveva offerto. Alzò una mano avvicinandola alla sua spalla, pochi centimetri e l’avrebbe toccato….
 
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Sasuke aprì gli occhi e davanti a lui vide nuovamente la foresta buia. Era caduto in avanti sulle ginocchia, solo le braccia gli impedivano di cadere sull’erba a pancia in giù. Ansimava e poteva ancora sentire l’eco dell’e sensazioni che aveva appena provato, di quel dolore e di quella determinazione che l’avevano colto completamente impreparato. Alzò a fatica la testa per guardarsi intorno, anche gli altri erano nelle sue stesse condizioni a parte Sakura che stava -se possibile- ancora peggio. Era in ginocchio con il busto dritto e lo sguardo vacuo, dai suoi occhi scendevano inarrestabili fiumi di lacrime e il suo corpo tremava, un po’ per i singhiozzi e un po’ per i sentimenti che aveva appena condiviso con il suo migliore amico. «C-cosè successo?» era la prima volta che sentiva la voce di Kakashi strascicare in quel modo, quasi non la riconosceva. Il giovane Uchiha cercò con lo sguardo il piccolo Naruto, che stava tranquillamente dormendo, steso comodamente a terra, con le piccole mani sotto la testa a fargli da cuscino. Poi, incerto se essere scocciato e sorpreso dal comportamento di quel piccolo uragano biondo, spostò lo sguardo su Kakashi che era andato ad aiutare Sakura e l’aveva fatta rinsanire. Dopo un buon quarto d’ora il silenzio il gruppo di ninja tornò a respirare regolarmente e, una volta che i rimasugli del dolore appena provato scomparvero,  Kakashi tornò a parlare normalmente «Da quello che è appena successo, possiamo concludere che il piccolo Naruto abbia il potere di trasportare chiunque nei suoi pensieri e  nei  suoi ricordi, o, comunque, di creare illusioni molto realistiche. Tutto questo è molto simile al potere dello sharingan ipnotico, come ci aveva già detto, con l’unica differenza che durane queste illusioni proviamo sulla nostra stessa pelle i sentimenti che ha provato nelle varie situazioni e possiamo sentire anche i suoi pensieri. » nessuno rispose, non ce n’era ragione, il ninja infatti stava semplicemente riflettendo ad alta voce su ciò che era appena successo. Kakashi sbirciò per un secondo la reazione di Sasuke, questo che non aveva ascoltato una sola parola, era immerso ne suoi pensieri, cero, fuori era sempre freddo e distaccato come se non avesse provato nessuna emozione, ma dentro di lui si stava scatenando un uragano di dubbi e incertezze, di domande che avrebbe voluto porre ma che il suo orgoglio gli impediva di formulare ad alta voce. Jiraya era morto? Allora anche Naruto aveva desiderato vendetta eppure si era fermato… perché??? Cos’era che gli aveva fatto cambiare idea??? Doveva assolutamente chiederglielo! Il moro sentì come se Naruto lo avesse appena superato. i due erano sempre stati rivali, e adesso si sentiva inspiegabilmente sconfitto. Scacciò velocemente quel pensiero, in fondo il loro odio era diverso, lui era stato tradito da suo fratello e l’aveva odiato per anni tramando la sua vendetta, era una cosa completamente diversa. Una vocina si fece largo tra i suoi pensieri “Non è vero… bugiardo, non mentire” ed insieme ad essa ricordò il sentimento che Naruto gli aveva trasmesso in uno dei suoi primi ricordi, quando lui se n’era andato.  In quel momento non ci aveva fatto molto caso, ma, adesso che ci ripensava ricordava bene quel sentimento. Anche lui si era sentito subito dopo che suo fratello aveva ucciso la sua famiglia. Si era sentito tradito nel profondo, da una delle persone a cui voleva più bene, da una persona di cui si fidava ciecamente e che per lui era un amico, anzi un fratello. Non sapeva come comportarsi, non sapeva se doveva odiarlo, infondo lui aveva ferito tutte le persone a cui voleva pene, aveva tradito anche loro e le aveva ferite nel profondo. Anche Sasuke aveva pensato le stesse identiche cose e si era sentito nello stesso modo… lui aveva scelto di odiare suo fratello, aveva scelto di dedicare la sua vita alla vendetta, aveva scelto di immergersi nell’oscurità e nell’odio. Naruto invece l’aveva perdonato  subito. Nonostante si fosse comportato proprio come allora si era comportato anche suo fratello, lui l’aveva  perdonato e aveva deciso di inseguirlo, di riportarlo al villaggio, di riportarlo nella luce. Ancora una volta il giova Uchiha ebbe la sensazione di essere stato superato dal suo rivale. Di nuovo qualcosa interruppe i suoi pensieri, ricordò quelle due figure luminose che avevano aiutato Naruto a rialzarsi «Chi erano?» disse involontariamente in un sussurro. Kakashi gli lanciò uno sguardo sorpreso ed interrogativo allo stesso tempo. Il moro si schiarì la voce e ripeté con voce più decisa «chi erano le due persone luminose che lo hanno aiutato?»  la sua voce non tradiva la minima emozione, ma dentro moriva di curiosità, sentiva che era una cosa importante. Kakashi sospirò e appoggiò stancamente la schiena all’albero dietro di se «Erano il quarto Hokage, Minato Namikaze e Kushina Uzumaki. I suoi genitori». Disse l’ultima frase come se fosse la cosa più ovvia e naturale del mondo. «I SUOI GENITORI???!!!» Urlò sconvolta Sakura, dando voce ai pensieri di Sasuke. Il quale era rimasto immobile per la sorpresa, senza parole e continuava a fissare quello che una volta era il suo sensei come se non avesse ancora parlato. Il suo cervello si svuotò, incapace di realizzare quello che gli era appena stato rivelato, intanto la ragazza aveva cominciato a sbraitare «i suoi genitori?! Ma lui non li ha mai incontrati, e non sa neanche chi sono! E poi non scherziamo… il quarto Hokage???!!!! Ma per favore! Non è divertente!» ok, la ninja dai capelli rosa aveva perso un tantino un controllo…. Da cosa lo si capiva?? Forse il fatto che stesse facendo a pezzi una decina di alberi di fila e che stesse urlando rossa in viso dalla rabbia potrebbero essere un piccolo indizio…. Kakashi cercava di calmarla, anche se più che altro cercava di schivare i micidiali pugni ricoperti dal chakra che quella stava agitando in aria. Dopo quasi venti minuti Sakura si ritenne soddisfatta e si tranquillizzò. Il ninja copiatore si sedette  accanto a lei e riprese la spiegazione interrotta poco fa «Da quello che mi ha detto il terzo Hokage, Minato ha rinchiuso il Kyuubi all’interno di Naruto e, nel sigillo ha incluso una parte del suo chakra e di quello di sua moglie, in modo che potessero apparirgli nel momento in cui ne avesse avuto bisogno. So che ha incontrato suo padre nella lotta contro Pain, quando gli è spuntata l’ottava coda, ma non sapevo che avesse incontrato anche Kaushina. » nessuno disse nulla, neanche Sakura si arrabbiò di nuovo “Devo ricordarmi di farla pagare a quella testa quadra per non avermi raccontato tutto!” si appuntò mentalmente mentre guardava con dolcezza il piccolo Naruto, quello che dormiva serenamente sul terreno umido; voleva aiutarlo ad uscire da tutto quel dolore, ma probabilmente non sarebbe mai stata in grado di farlo, ogni volta che ci provava non faceva altro che peggiorare la situazione e aggravare il peso sulle sue spalle. Non riusciva a perdonare se stessa, e, nonostante lo amasse ancora, non riusciva a perdonare neanche Sasuke, per tutto il dolore che aveva provocato al suo Naruto. “suo”? le venne da ridere, si, era la sua testa quadra,  il suo migliore amico, la persona di cui si fidava di più al mondo, l’unica persona che non l’aveva mai fatta soffrire e che l’aveva sempre riscaldata con il suo sorriso. Avrebbe fatto di tutto per toglierli almeno un po’ di tutto il dolore che provava, avrebbe perfino ucciso Sasuke, l’unico ragazzo che avesse mai amato, per far sentire meglio quello che lei considerava ormai come un sole nella sua vita. Ma sapeva che se lo avesse fatto gli avrebbe causato solo altro dolore.
L’Uchiha stava fissando il volto addormentato del biondino, sembrava così sereno in quel momento, eppure portava dentro di se così tanto dolore, come poteva portare così tanto calore nel cuore degli altri se dentro di se portava più dolore di tutti? Probabilmente soffriva anche più di lui… non riusciva a spiegarselo, nonostante ci pensasse e ci ripensasse non riusciva a capire. Sasuke aveva sul volto un’espressione indecifrabile , forse perché non sapeva nemmeno lui cosa stava provando in quel momento, probabilmente lo si poteva definire senso di colpa, o dolore… forse in realtà stava soffrendo per il dolore che aveva causato a quello che una volta era il suo migliore amico. Era vero aveva fatto in modo, involontariamente, che provasse un dolore uguale al suo, addirittura più intenso, faticava ad ammetterlo ma era la verità. Il suo orgoglio gli avrebbe impedito di formulare quei pensieri se in quel momento non fosse stato così scosso… ormai era ovvio a tutti, a lui compreso. Si era fatto divorare dall’oscurità volontariamente, si era tappato le orecchie rendendosi sordo a tutte le offerte d’aiuto e aveva bendato i propri occhi rendendosi cieco alla luce calda ed intensa che gli era stata offerta e che continuava ad essergli offerta tutt’ora. Naruto, invece, restava immerso nella luce, e, nonostante il suo dolore fosse il più intenso si accollava anche quello delle alte persone, che fossero amici o nemici. Lo aveva fatto persino con lui e aveva continuato a farlo nonostante lui lo avesse respinto in malo modo, lo avesse insultato e ferito, anche se tutti gli davano dello stupido e del pazzo, nonostante il suo cuore e la sua mente, straziati dal dolore lo avessero implorato di rinunciare, lui non aveva mai esitato un solo istante, si era sempre rialzato e tornato alla carica, a dispetto delle innumerevoli volte in cui era stato sbattuto a terra. Sasuke aveva smesso da tempo di pensare a queste cose, se n’era sempre fregato altamente, ma adesso… adesso che aveva provato sulla sua pelle il dolore che gli aveva causato non riusciva ad odiarlo ne a scacciare quei pensieri che lo colpivano ancora più intensamente e più a fondo del suo odio e della sua sete di vendetta.  Decise di dormire per attutire il suono straziante dei suoi stessi pensieri.
 
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POV SASUKE
 
Inizialmente il mio sonno fu completamente privo di sogni, la mia mente addormentata era immersa in una tranquilla e pacifica oscurità quando qualcosa di estraneo vi si intrufolò. La mia quiete fu invasa da un paio di enormi occhi rossi come il sangue, animaleschi e selvaggi. Riconobbi subito a chi appartenevano, avevo già incontrato il Kyuubi nella mente di Naruto grazie allo sharingan una volta, ma cosa ci faceva adesso nei miei sogni? Senza neanche pensarci la risposta suonò nella mia mente in risposta: questo era un sogno certo, ma non era il mio sogno, ma quello di Naruto… doveva aver usato ancore il suo nuovo potere, se era veramente così ora facevo parte di uno dei suoi sogni così come gli altri. Come ulteriore conferma sentivo dentro di me i sentimenti che quegli occhi provocavano a Naruto, sentivo quel terrore incredibile rivoltargli le viscere e salirgli alla gola in un urlo strozzato come se fosse mio. Poi, con un ruggito animalesco carico di malvagità, la volpe scomparve avvolta dall’oscurità a cui apparteneva. Subito dopo mi ritrovai in una foresta, in una radura, gli alberi tutti intorno erano coperti di graffi o erano spezzati, il terreno si presentava nello stesso modo, c’erano segni d lotta ovunque e sulle rocce cerano profondi segni di graffi animaleschi. La mia attenzione fu attirata dalle sagome stese a terra, inizialmente non le avevo notate, troppo preso ad osservare il paesaggio per accorgermene, in seguito capii che si trattava di persone. Non vedevo Naruto ma forse io vedevo attraverso i suoi occhi, come se fossi nel suo corpo… decisi che quella era la cosa più probabile e mi limitai ad assistere al tutto rimanendo in disparte. Mi avvicinai (io cioè Naruto) ai corpi per stesi a terra per scorgerne i volti ma mi blocco all’improvviso. Uno strano presentimento mi rese inquieto, e sentii crescere dentro di me la paura di quello che stavo per vedere. Mi avvicinai abbastanza al corpo più vicino e lo riconobbi: davanti ai miei piedi c’era Sakura stesa a terra, coperta di sangue e ferite, il suo volto sporco e i bellissimi occhi verdi  spalancati, vuoti e senza vita, senza espressione. Dalla bocca leggermente socchiusa non usciva ed entrava aria come al solito, e il busto non si alzava ed abbassava più aritmicamente, non respirava….
Era morta
Il terrore più puro mi assalì in un istante, paura preoccupazione mi fecero alzare gli occhi istintivamente, nel panico più totale, alla ricerca di un qualche improbabile aiuto. Quello che vidi quando alzai gli occhi, però, mi sconvolse ancora di più: una distesa di altri corpi si estendeva intorno a me, nel terrore riconobbi il cadere di Kakashi, di Gaara, di Neji, di Hinata, di Shikamaru, anche il quinto Hokage. C’erano tutti, tutte le persone che conoscevo, tutte le persone a cui volevo bene, i loro cadaveri erano tutti stesi davanti ai miei occhi, continuavo a guardarmi intorno convulsamente, in preda alla disperazione e al terrore, mi alzai “Svegliatevi, svegliatevi!” continuavo ad urlare, sperando che qualcuno di loro si alzasse e mi dicesse che era tutto uno scherzo, che stavano tutti bene. Poi una figura famigliare attirò la mia attenzione “NO! NO! NO! NO! NON PUO’ ESSERE!!” terrorizzato corsi nella sua direzione e poi lo vidi… lo vidi chiaramente. Il mio corpo, quello di Sasuke Uchiha, era steso di fronte a me, senza vita, dagli occhi chiusi si vedeva il segno lasciato da lacrime di sangue. Caddi in ginocchio senza essere in grado di formulare un solo pensiero coerente, persino le mie emozioni erano ferme, non sentivo più il terrore di prima, solo il nulla, soltanto l’eco di un nome mi risuonava nella mente “ Sasuke, Sasuke, Sasuke” . questa parola continuava a risuonare all’infinito nella mia mente, mi chinai sul mio corpo immobile e lo toccai. Era freddo, gelido, sembrava come una statua di marmo. Il mio corpo senza vita era sporco di terra, fango e sangue. Poi mi guardai le mani muovendomi come un automa, sentivo gli occhi spalancati rigati da lacrime che non mi ero accorto di aver versato, erano sporche di terra e sangue, le mie unghie erano insolitamente lunghe e affilate, incrostate di sangue.  Guardai nuovamente il mio corpo a terra, il mio petto bianco come la neve era macchiato di rosso da cinque enormi graffi paralleli. “NON è POSSIBILE!” queste parole mi risuonarono nella mente in un urlo disperato. Di fianco a me notai una pozza d’acqua, come una pozzanghera, ma era limpida e cristallina, sembrava che mi invitasse a specchiarmi. Come se fossi controllato da qualcosa di diverso dalla volontà mi sporsi in avanti e quello che vidi diede conferma ai miei timori: i miei capelli biondi erano spettinati selvaggiamente, ancora più appuntiti e disordinati del solito, sporchi si terra, il mio volto dai lineamenti dolci si era fatto più spigoloso e i tre graffi paralleli su entrambe  le mie guance si erano fatti ancor più marcati e scuri di prima mentre la pelle colo biscotto era completamente nascosta da macchie di sangue e di terra.  Poi posai lo sguardo sui miei occhi, i miei occhi che avrebbero dovuto essere azzurri come il cielo più limpido d’estate erano stati sostituiti  da quelli rossi, animaleschi iniettati di sangue e pieni di odio della volpe. “Li ho uccisi io” questo nuove pensiero ferì mortalmente il mio cuore con la certezza e con la sicurezza con cui era stato pronunciato. Caddi a terra sorreggendo il peso del mio copro solo con le braccia e con parte delle gambe, appoggiandomi su mani e ginocchia, e il sogno finì in un ruggito animalesco e profondo carico di disperazione e di odio verso me stesso, un ruggito di frustrazione e di dolore che mi dilaniò il cuore.
 
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Sasuke si svegliò di colpo nell’oscurità della caverna , quando apri gli occhi si rese conto subito che anche gli altri avevano appena partecipato allo stesso sogno. Sasuke si guardò inconsciamente intorno, la sua mente era vuota, stanca per tutto quel dolore che aveva provato in così poco tempo, ma non poté fare a meno di notare che il piccolo Naruto era scomparso, anche Sakura se n’era accorta, così come anche Kakashi e Gaara che si erano gia alzati allarmati per cercarlo insieme agli altri due ninja della sabbia.  Anche lui, senza pensarci, si mise subito alla ricerca del bambino, inoltrandosi nella foresta. Dopo diversi minuti pieni di tensione e preoccupazione che parvero interminabili, sentì l voce di Sakura «L’HO TROVATO!!!!! VENITE PRESTO!»
Il giovane Uchiha si sentì stranamente sollevato e, senza farci caso, seguì la voce della ragazza fino ad arrivare al luogo dove si erano già radunati anche gli altri. I suoi occhi si posarono all’istante sulla testa bionda rannicchiata a terra, gli si avvicinò per vederlo meglio, ma quello che vide non gli piacque affatto….


AURTRICE TIME 


DCSHINICHI: ciao ragazzi!!!!!! volevo ringraziare tutti quelli che stanno leggendo questa storia (siete tutti dei gran fighi!!!) XD 
Chiara: g-grazie per averci seguito... v-volevo ringraziare spratutto chi ha messo questa storia in preferite:
1 - Fabioxxx [Contatta]
2 - NarutoU [Contatta]
3 - valepassion95 [Contatta]

chi tra le seguite 
1 - krikka86 [Contatta]

e
 chi l'ha recensita

edcasti89 
 lidya
 valepassion95 

dcshinici: lo so... non sono molti, ma come si dice pochi ma buoni!!! e poi mi sembrava carino ringraziare comunque no???!!! siete mitici ragazzi!!!!XD le vostre recensioni sono bellissime!!!!!XDXD
Chiara: -/////- s-smettila
dcshinichi: Xd XD
chiara: >///< g-grazie ancora! continuate a seguirci per favore
in coro  CIAO XDXDXDXDXDXD >///////////<

 

  
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