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Autore: Lady_Zalya    11/02/2012    2 recensioni
Ci sono due regni.
Il regno di Hyrule, e il regno vicino, il regno di Elryu.
Esiste una tradizione riguardo un antico oggetto, una spada potentissima di cui solo un uomo dal cuore puro e dal coraggio incredibile può impugnare. La tradizione consiste che ogni quattro anni, la spada viene custodita a turni dai due regni. Quattro anni uno, e quattro anni l'altro, e così via. E' una tradizione molto antica.
La leggenda narra che un giorno, sarebbero nate due principesse in uno dei regni, e quando queste avrebbero raggiunto i 19 anni d'età, il giorno del loro compleanno, che cadrà proprio quando nel loro regno verrà data la spada, una terribile sciagura cadrà su tutto il mondo, perchè un uomo malvagio le rapirà insieme alla spada, e usando le anime delle due principesse, scatenerà il potere nascosto della spada, diventando più forte di qualsiasi uomo e riuscendola a impugnare anche se non è puro di cuore, e il mondo cadrà in rovina. Si narra però che l'uomo destinato alla spada comparirà e impedirà all'uomo malvagio di attuare i propri malefici piani.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: King of Red Lions/Daphnes Nohansen Hyrule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’autrice:  Mi scuso per il grosso ritardo di questo capitolo, per fortuna è anche bello lunghetto, almeno mi faccio perdonare per l’attesa, buona lettura a tutti! <3
 
 
Era giunta la mattina, il giorno della cerimonia in cui la Spada del potere sarebbe stata portata a Hyrule, nonché compleanno della principessa Zelda, tanto amata dal suo popolo quanto invidiata dalle ragazze per la sua insormontabile bellezza; però era anche il giorno in cui il Re aveva deciso che avrebbe fatto fidanzare sua figlia con il principe di Elryu. Voleva farli sposare, ma il giorno prima Yuniya, guardia reale e grande amica di Zelda, era riuscita a fargli cambiare idea, con grande riconoscimento da parte dell’amica.
 
Ma passiamo ai fatti, questo giorno non avrebbe cambiato la vita solo della nostra cara principessa, ma la vita di tutti, nessuno escluso.
 
Zelda si svegliò che ormai era mattinata inoltrata, stranamente la cameriera non l’aveva svegliata. Quando si accorse dell’ora, balzò subito in piedi cominciandosi a vestire il più in fretta possibile.
 
“Oh, dannazione! Se mio padre scopre che stavo ancora dormendo, passerò guai grossi!”

Era tutta trafelata, stava cercando di allacciarsi il bustino tenendo dietro le mani con i lacci in mano, guardandosi dietro con lo specchio in camera sua; alla fine ci riuscì a stento, e continuò a vestirsi in fretta e furia, dopodiché si truccò e pettinò. Infine uscì di corsa dalla camera, tenendo due lembi del vestito con le mani, tenendolo sollevato per non inciamparci. Scese tutte le rampe di scale, e infine giunse al giardino del castello. Si fermò appoggiando una mano a una statua, aveva il fiatone per la corsa fatta.
 
“Anf, anf… s-spero che mio padre non se ne sia accorto…”

Si ricompose e si guardò intorno; sentiva tante voci provenire dall’entrata del castello, probabilmente gli ospiti della cerimonia erano già arrivati. Sospirò, sapeva che presto la sua libertà sarebbe finita. Avrebbe fatto di tutto per evitare questo giorno, ma ahimè, non poteva.
La principessa si avvicinò a una panchina, sedendosi. Pensava, pensava molto, pensava ai problemi che la affliggevano; il sogno che continuava a fare, questo giorno per lei maledetto, il promesso fidanzato, la responsabilità che avrebbe avuto della Spada del potere. Era sveglia da poco, ma la sua testa non ne poteva già più. Da lontano vide Yuniya che stava facendo il proprio lavoro di guardia, un poco la invidiava, avrebbe fatto qualsiasi cosa per non avere tutti i pensieri che ha e sentirsi libera come la sua amica. Ma Zelda non immaginava minimamente che anche Yuniya aveva grossi problemi; anche lei faceva lo stesso sogno ricorrente e la cosa non le piaceva per niente. Un altro problema di Yuniya era che era una delle poche guardie reali femmine. Gli altri che erano uomini erano rudi, e facevano sempre i pervertiti, tranne uno molto giovane, che presto le diventò amico. Era lo stesso che proprio ora aveva il turno con lei, era un ragazzo molto dolce, quasi non si riusciva a credere che un ragazzo così facesse la guardia reale. Al momento indossava l’armatura e quindi non si vedeva in volto, gli occhi però si vedevano, erano verdi. Lui e Yuniya fecero passare uno ad uno gli ospiti e altri due avevano il compito di perquisire gli ospiti; non era diffidenza, era un ordine del Re, voleva essere certo che sarebbe andato tutto liscio come l’olio. Anche i normali abitanti e la gente comune venuta da Elryu poteva partecipare, loro però vennero accomodati in un luogo separato. Yuniya e il suo amico finirono il loro compito, era ora di pranzo ormai.
Il ragazzo si avvicinò con fare gentile a Yuniya, togliendosi l’elmetto; aveva i capelli neri e delle lievi lentiggini sulle guance. Sorrise guardandola, asciugandosi la fronte imperlata di sudore.
 
“Accidenti, questa nuova divisa mi fa sempre venire un caldo allucinante… Senti, siccome è ora di pranzo, che ne dici se pranziamo insieme, Yuniya?”

La ragazza si tolse l’elmetto anche lei, sbuffando per il caldo, poi guardò l’amico.
 
“Spiacente, Connor, ma ho promesso a Zelda che oggi avrei pranzato insieme a lei, dopotutto è la mia migliore amica e oggi è il suo compleanno…”

Connor sospirò un poco.
 
“Ok, sarà per un’altra volta, allora. Non posso competere con la principessa… Senti, è da un po’ che mi sto domandando una cosa…”

Yuniya lo guardò con aria interrogativa, che cosa mai si stava domandando?
 
“Dimmi, ti ascolto”
 
Connor la guardò, avvicinandosi.
 
“Ma quand’è il tuo compleanno? E’ un anno che sei qui, eppure non ti ho mai vista festeggiarlo…”

“Oh, solo questo volevi sapere? Il mio compleanno è fra due giorni.”

“Eeehhh? E’ così vicino?! Mi devo sbrigare a comprarti un regalo, allora!”

Yuniya guardò tristemente altrove.
 
“No, Connor. Io il mio compleanno non l’ho mai festeggiato.”

“Cosa? E perché mai?!?”

“Un giorno forse te lo dirò, ora scusami, ma devo andare!”

La ragazza fece un sorriso appena accennato e poi scappò via, non poteva far tardi al pranzo con la propria amica, aveva promesso che sarebbe arrivata puntuale. Correva il più veloce che poteva, quando l’occhio le cadde su una scena che stava accadendo da quelle parti. Un ragazzetto irrispettoso si era scontrato con una donna anziana, facendole cadere tutta la spesa e senza nemmeno chiedere scusa scappò via facendole una linguaccia. Passando davanti a Yuniya, le urlò in faccia. Yuniya ovviamente rimase un po’ scossa, poi però si diresse verso la vecchietta per aiutarla, ma quando ormai fu quasi arrivata, notò che un ragazzo si era fermato davanti alla vecchietta, chinandosi e cominciando a raccogliere tutte le cose cadute; la vecchietta sorrideva tantissimo, era così contenta che al giorno d’oggi qualcuno con un po’ di rispetto c’era ancora! Quel ragazzo aveva un’aria diversa da tutti gli altri, perlopiù, Yuniya non l’aveva mai visto in giro, con molta probabilità veniva dal regno di Elryu. Era un ragazzo biondo, con gli occhi azzurri come il cielo, un azzurro puro e cristallino; indossava un cappuccio verde, una tunica verde con sotto una maglia a trama di ferro e sotto ancora una maglietta bianca. Portava una calzamaglia bianca sotto alla tunica corta, e degli stivali marroni. In più aveva tre cinture marroni, una che dal lato destro percorreva tutto il busto finendo in basso a sinistra, con una cintura che gli si agganciava al mezzo, e una cintura alla vita; aveva anche lui le orecchie a punta. Raccolse tutta la spesa alla vecchietta, porgendogliela gentilmente.

“Ecco a lei, signora. Quel bambino è stato proprio maleducato! Lo cercherò ovunque e lo costringerò a chiederle scusa, non si tratta così una bella signora.”

“Oh oh oh, come sei gentile giovanotto! Lascia stare, quel bambino non imparerà mai. Il tuo altruismo è ammirevole, mi hai illuminato la giornata, lascia che ti ricompensi.”

Il ragazzo sorrise dolcemente, mettendo le mani in avanti.

“Stia tranquilla, la vera ricompensa è averla fatta sorridere dopo quel piccolo incidente, non mi serve niente.”

La vecchietta si mise le mani sui fianchi.

“Ohhh, non voglio storie! Ora tu vieni a pranzo da me, cucino io! Ti presenterò anche le mie nipoti, stravederanno per te!”

“M-ma no, non ser-“

Non fece in tempo di finire la frase, la vecchietta prese quel giovane per un braccio, trascinandolo via.
Yuniya sorrise a quella scena, quel ragazzo era proprio goffo mentre la vecchietta lo trascinava via. Poi però le tornò in mente che non aveva tempo di fermarsi, aveva il pranzo con Zelda. Tornò a correre, raggiungendo l’osteria dove aveva appuntamento con l’amica.
Entrata nell’osteria, venne colpita da mille profumi, profumo di cibo e di sigari. Sì, sigari. Purtroppo c’erano molti fumatori là dentro; eppure quel luogo alla sua amica Zelda piaceva molto, diceva sempre che le piaceva vedere i propri sudditi felici e spensierati, anche se a Yuniya più che felici, sembravano sempre ubriachi fradici. Osservò un po’ in giro, notando che Zelda ancora non era arrivata.
 
(Meno male, sono arrivata in tempo!)

Pensò sedendosi a un tavolo libero. Appoggiò i gomiti sul tavolo, appoggiando la testa sulle mani messe a pugno, non le restava altro che aspettare, sperando di non avere grane da parte di qualche “cerca guai”.
 
Dopo aver dato il buongiorno al padre, Zelda tornò in camera propria a travestirsi, non poteva di certo andare in giro per il regno nelle sue reali vesti, soprattutto in un’osteria. Si tolse tutti i gioielli, e indossò un abito normale, abito che le aveva gentilmente prestato Yuniya; Era semplice, un vestito a maniche lunghe. La parte superiore era arancione con i bordi bianchi, la gonna invece era sul rosa, dei vestiti molto modesti, che non l’avrebbe fatta notare troppo. Prese i propri capelli legandoli con un fiocco rosso in modo da farli sembrare più corti, infine indossò degli occhiali senza lenti, di color grigio chiaro. Si guardò allo specchio: faceva fatica a riconoscersi, aveva fatto davvero un ottimo lavoro!
Uscì dalla camera stando attenta a non farsi vedere. Stranamente riuscì ad uscire dal castello senza nessun intoppo. Cominciò a correre, per andare all’osteria, ma sentì un urlo così forte da farla fermare. Proveniva da una casa. Zelda si incuriosì e si avvicinò. Vide un ragazzo uscire da una casa, inseguito da una vecchia.
 
“La pregoooo! Non posso trattenermi ancora, ho delle faccende da sbrigareeeee! Le prometto solennemente che poi tornerò per cena!”

Disse il ragazzo fermandosi cercando di tenere la vecchietta a debita di stanza. Erano la stessa vecchietta e lo stesso ragazzo che vide Yuniya poco fa.

“Ma non puoi andare già via! Devi assolutamente assaggiare l’arrosto che ti ho preparato con tanto amore! E le mie nipotine ancora non sono arrivate! Dai giovanotto, resta ancora un po’ con me! Ti prometto che ti farò anche assaggiare il mio tortino di zucche! Quel tortino è il migliore del regno, non lo supera nessuno, sai? Sarebbe un peccato mortale non assaggiarlo, te ne pentiresti!”

Disse la vecchietta agitando un mestolo di legno. Era molto insistente e quel ragazzo non ne poteva più. Quella donna gli aveva già fatto mangiare di tutto, pasta, pane aromatico, zuppe a non finire, bistecche in tutte le salse possibili, ancora qualcosa e sarebbe andato K.O. . Chiuse gli occhi e si mise una mano sul cuore, per poi guardare la vecchia.
 
“Le giuro sul mio onore che tornerò davvero. Sono venuto fin qui da un altro regno per svolgere un compito importante, che avverrà tra qualche ora, e mi devo preparare al meglio, spero che mi capisca…”

“… Ok, ok. Vai pure giovanotto, ti capisco benissimo, se è per lavoro sei giustificato!”

“Eh eh eh, la ringrazio! Allora io vado! A stasera signora!”

Il ragazzo vestito di verde salutò la vecchia, correndosene via. Zelda durante quella scena, se ne andò via, non poteva restare a guardare gli affari degli altri mentre Yuniya probabilmente la stava già aspettando all’osteria. Giunse davanti al locale ed entrò, sorridendo alla vista dei suoi abitanti “felici” (in realtà ubriachi fino al midollo, ma lasciamo che la pensi come vuole). Vide Yuniya seduta al tavolo, e si avvicinò con un sorriso furbo stampato in faccia.
 
“Salve signorina, questo tavolo è occupato?”

Disse Zelda camuffando la voce.
 
“… Pensi che non ti riconosca, Zelda?”

Disse Yuniya guardandola con un sorriso beffardo, sorseggiando un bicchiere di sidro di mele.
 
“C-cos… ma come hai fatto a capire che ero io?!”

Yuniya si battè un palmo della mano sulla fronte, facendo no con la testa.
 
“Zelda… quel vestito è mio, no? E’ normale che ti riconosco!”

“… Oh! Vero! Eh eh eh!”

La ragazza si sedette vicina a Yuniya. Aspettarono la cameriera e pranzarono. Zelda era felicissima, le piaceva tanto stare in mezzo alle persone normali facendo cose normalissime, solo in questo modo riusciva a sentirsi una ragazza qualsiasi, libera… Ma non poteva starci per molto, presto al castello si sarebbero accorti della sua assenza e si sarebbero allarmati, quindi il loro pranzo fu parecchio veloce. Uscirono dall’osteria, Zelda sbuffò.
 
“Uff… non capisco proprio perché è toccato a me essere una principessa… avrei preferito di gran lunga essere una ragazza come tante altre, essere principessa è una cosa così noiosa…”

“Mi dispiace, Zelda… però vedi il lato positivo, non devi faticare per avere cibo o altro come noi comuni mortali, è una cosa positiva, no?”
 
“Mah… io preferirei avere un umile lavoro, cucinarmi da sola il pranzo e la cena e badare da sola alla mia casa, mi sentirei più indipendente, più soddisfatta…”
 
“E’ la prima volta in vita mia che sento una persona della famiglia reale parlare così, wow! Mi stupisci sempre di più, sai?”

“Eh eh eh… Comunque è meglio che io vada, non voglio creare guai proprio oggi. Vado! A dopo Yuni!”
 
“A dopo Zelda!”

Le due amiche si salutarono. Zelda andò al castello, facendo di nuovo attenzione a non farsi beccare, mentre Yuniya si fece un giretto nei dintorni.
 
Arrivò il pomeriggio e Yuniya andò nei camerini delle guardie a mettersi la divisa, sarebbe stata al fianco di Zelda quando le avrebbero consegnato lo scrigno con dentro la Spada del Potere. La cosa un po’ le piaceva, era davvero curiosa di vedere quello scrigno.
La sala del trono era straboccante di gente venuta da tutti i due regni confinanti: uomini, donne, nobili, persone comuni, grandi, piccini, persone anziane, persone venute da Elryu... c’erano davvero tantissime persone. Il Re era seduto orgogliosamente sul proprio trono, con la propria figlia Zelda seduta nel trono affianco. Yuniya arrivò restando in piedi al fianco del trono di Zelda, che era agitatissima, non aveva idea di cosa dovesse fare quindi se ne restava ferma immobile come un pezzo di legno, facendo una strana faccia. Suo padre lo notò e girò lievemente la testa, rivolgendole lo sguardo.
 
“Tranquilla figliola, non hai nulla da temere. Rilassati, ohohoh!”
 
Disse sottovoce. Zelda girò goffamente la testa a scatti guardando il proprio padre.
 
“M-ma che dite, padre! Io s-sono tranquillissima, non si vede?”

Yuniya guardò Zelda, senza muoversi.
 
“No. Non si vede per niente, principessa.”

“M-maledizione… Ok, ok sono agitata! M-ma non fatemelo notare! Mi agito ancora di più in questo modo! Ahhh, maledizioneeee!”
 
Il Re lanciò un’occhiataccia alla propria figlia.
 
“Ssshhh! Ti sentono! Ricorda figliola, una buona sovrana mantiene sempre la calma e il sangue freddo, non devi mai aver paura o andare nel panico. I sudditi pongono fiducia in noi, se cadiamo cadono anche loro, se andiamo nel panico, loro fanno peggio. Dobbiamo essere la loro guida, non la loro rovina. Ricordatelo!”
 
“Va bene padre… ci proverò…”

La fanciulla si tranquillizzò. In quel momento suonarono le trombe e le porte della sala del trono si aprirono lentamente: la cerimonia stava per iniziare.
Dalle porte entrò il principe di Elryu, il principe Kalin.
Un ragazzo vestito in modo davvero principesco, aveva dei capelli color arancio decorati con un cerchietto d’oro, e due occhi verdi smeraldo. Le vesti erano molto singolari. Consistevano in una maglia nera con decorazioni in oro corta fino all’inizio dell’addome, con sotto un’altra maglia con decorazioni in oro, questa però era viola. Non uno di quei viola fastidiosi, era un viola scuro, molto piacevole alla vista. Portava un mantello bianco davanti e azzurro nel retro. Aveva dei semplici pantaloni neri e ai piedi portava delle scarpe blu decorate in oro.
Le sue due orecchie a punta erano adornate con due gemme nere, mentre ai polsi aveva due braccialetti d’oro.
Ma il principe Kalin non era solo, di fianco a lui c’erano le sue due guardie personali, mentre dietro… C’era il ragazzo biondo vestito di verde, che stava camminando dietro il principe tenendo in mano uno strano scrigno, probabilmente era lo scrigno con dentro la Spada del potere.
 
Il principe si fermò dalle scale ai piedi dei due troni, facendo un inchino.
 
“Re Abdyas, bellissima Principessa Zelda, vi porgo i miei più sinceri saluti. Sono onorato di essere qui da voi in questo magnifico giorno di festa. Non solo ho l’onore di esser qui a consegnare di persona la spada del Potere, ma avrò anche l’onore di partecipare allo splendido compleanno della mia amata Zelda!”
 
Disse Kalin con un tono gentile e pacato, sembrava un ragazzo senza difetti. Tornò in posizione eretta, facendo un passo indietro e girandosi verso il ragazzo vestito di verde, facendogli cenno di avanzare.
Il ragazzo in verde si avvicinò lentamente alla scala, appoggiò un ginocchio a terra e porse lo scrigno in avanti, abbassando la testa in segno di rispetto. Il Re guardò la figlia.
 
“Avanti, tocca a te! Prendi lo scrigno.”
 
Zelda annuì, e si alzò scendendo piano le scale, seguita da Yuniya, che restava sempre in guardia. Zelda fece un piccolo inchino, per poi allungare le mani per prendere lo scrigno. Il ragazzo alzò la testa, e i loro sguardi si incrociarono, facendoli rimanere immobili per qualche istante.
Il principe notò la cosa e si avvicinò spintonando via Yuniya per mettersi al fianco di Zelda, che vedendo il gesto del principe, se ne tornò in posizione corretta tenendo in mano lo scrigno.
 
“Oh, bene! La cerimonia è quasi giunta al termine, eh?”

“Ehi, ma che modi!”

Disse Yuniya irritata, guardando in malo modo Kalin.
 
“Silenzio te, sei solo una guardia! Ora, mia cara Zelda, perché non diamo inizio al tuo compleanno? Ti ho anche portato un regalo!”

Quel che sembrava un ragazzo educato in realtà era solo un ragazzetto viziato che pensava solo ai propri comodi. Yuniya sbuffò, notando che il ragazzo in verde stava ancora fissando la principessa, per poi tornare in piedi, sospirando. Il principe non cambiava mai. Si avvicinò a Yuniya, mentre Zelda e Kalin  si erano avvicinati al trono del Re.
 
“Hey, te… stai bene? Ti chiedo scusa da parte del principe, a volte…”

Si avvicinò di più, parlando sottovoce.
 
“A volte è proprio un maleducato, povera principessa che dovrà sopportarlo tutto il giorno e se le va male, tutta la vita…”

Yuniya a quelle parole fece una piccola risatina.
 
“Ahahah, hai proprio ragione!”

Il ragazzo sentendo la voce di Yuniya si stupì.
 
“Oh, ma sei una ragazza! Da quest’armatura non si capiva molto, scusami!”

“Tranquillo. Ora chiedo scusa, ma devo svolgere il mio lavoro. E' stato un piacere parlare con te.”

Yuniya fece un piccolo cenno di saluto con la mano e se ne tornò al fianco di Zelda, che stava ancora conversando col padre.
 
“Sì, abbiamo preparato una stanza apposta per custodire la spada. Là sarà al sicuro, è molto più sicura di quella di anni fa, si può star tranquilli!”

Disse il Re soddisfatto, poi guardò Yuniya.
 
“Yuniya. Tu e Connor vi occuperete di portare la spada nella sala. Mi raccomando non fate disastri, conto su voi due più di chiunque altro, in questo castello!”

La ragazza fece un inchino. Poco dopo si avvicinò Connor prendendo lo scrigno in mano e se ne andò via seguito da Yuniya. Arrivarono alla stanza e misero lo scrigno al proprio posto, uscendo e chiudendo tutto, mettendosi davanti a far la guardia.
 
“Uffa… io speravo di poter partecipare alla festa di Zelda, cavolo!”

“Eeehhh, a chi lo dici, Yuniya… Le guardie alla festa si staranno divertendo un mondo, non vedo l’ora che sia il mio turno di stare là!”

“Anche io…”
 
Zelda era alla festa, al tavolo più grande, con a un fianco il padre e dall’altra il principe Kalin, che non faceva altro che blaterare e a starle col fiato sul collo. Si stava annoiando a morte. Da una parte c’era un’altra tavola, dove sedevano le guardie reali e le guardie del principe, insieme al ragazzo in verde. Una guardia reale guardò il ragazzo.
 
“Senti, ma tu perché sei vestito in quel modo?”

“E’ un’altra delle divise che abbiamo al regno, sono una delle tante guardie personali del principe. Voleva far scena, dice che l’eroe della leggenda era proprio vestito in verde e con i capelli biondi, e siccome ero l’unica guardia con i capelli biondi ha scelto me, semplice.”

Disse il ragazzo bevendo del vino bianco, poi si guardò intorno, quella festa era un po’ troppo sfarzosa per i suoi gusti, preferiva i compleanni con poche persone conosciute e intime, feste del genere con troppe persone non gli piacevano per niente. Si alzò salutando tutti dirigendosi verso la terrazza, guardando fuori dal giardino. Era sera ormai e vide due guardie entrare da sotto. Erano Connor e Yuniya che avevano appena finito il turno. Entrarono poco dopo nella sala, andandosene alla tavola insieme alle altre guardie, togliendosi gli elmetti. Il ragazzo in verde invece restò sulla terrazza, sedendosi sulla ringhiera e osservando le persone che c’erano. Una persona in particolare aveva attirato la sua attenzione, un ragazzino dai tratti androgini, con la pelle azzurrastra e con dei capelli lunghi e viola chiarissimi, vestito con un cappuccio, un mantello e una maglia viola con dei pantaloni rossi, rossi come l’occhio e la pietra che adornava il cappuccio e le scarpe che portava ai piedi. In dettaglio il cappuccio aveva i bordi color oro. “L’occhio” perché se ne vedeva uno solo, l’altro era coperto da un grosso ciuffo di capelli. Sotto quell’occhio inoltre aveva un segno nero, una specie di tatuaggio, che consisteva in una linea un poco curva, dove in basso nel mezzo, si diramava con un’altra linea, molto più corta. Il mantello invece era fermato con una spilla rotonda color oro. Non sembrava un ragazzino qualsiasi e non emanava per niente un’aura buona, però c’erano molte ragazze intorno a lui, molto affascinate. La festa durò ancora qualche ora, poi gli ospiti andarono via, tranne il principe Kalin e le sue guardie, compreso il ragazzo vestito di verde. Pure le guardie reali per quella notte dovevano restare al castello, facendo i turni per sorvegliare la Spada del Potere. Il Re, la principessa Zelda, Kalin e le sue guardie, andarono a dormire.
 
Calò la notte. In cielo splendeva la luna piena ed era tutto insolitamente tranquillo, siccome era estate, c’erano i grilli che cantavano e anche le rane; tutti insieme creavano un fantastico concerto notturno. Il Re stava dormendo tranquillo nel suo letto, quando la porta della sua camera si aprì lentamente, facendo uno scricchiolio che lo svegliò. Era buio, ma dalla tenda della finestra usciva uno spiraglio della luce della luna. Vide una luce rossa brillare. Leggermente allarmato si mise seduto, prendendo l’elsa della spada che teneva sempre al fianco del letto.
 
“Chi va là? Chi osa entrare nella mia camera a quest’ora della notte? Rivelati subito!”

Si sentì un risolino agghiacciante. Dalla porta entrò il ragazzino vestito di viola.
 
“Oh mi hai scoperto. Che peccato… Ora le cose si complicheranno un po’…”

Disse il ragazzino tranquillamente, avvicinandosi lentamente ai piedi del letto del Re.
 
“Fermo! Non fare un altro passo! Se farai una mossa falsa chiamerò subito le guardie, passerai guai grossi!”

“Mph. Non si scaldi così tanto... a una persona della sua età fa male.”
 
Il ragazzino prese un ciuffo di capelli lanciandolo all’indietro, per poi guardare perfidamente il Re.
 
“Se farai come ti dico non ti accadrà niente. Bada bene a quel che fai, non sai con chi hai a che fare.”

Il ragazzino in viola allungò la mano verso il Re, tenendo il palmo aperto.
 
“Consegnami subito l’anello per aprire lo scrigno della spada del potere e ti lascerò vivere, altrimenti…”

“Altrimenti?! Sei TU che non sai con chi hai a che fare! GUARDIEEEEEEEEEEEEEEE!!!!”

Il Re tirò una corda facendo suonare la campana d’allarme, in pochi secondi le guardie erano già in allerta e si stavano dirigendo di corsa alla camera del Re.
 
“Tra pochissimo arriveranno le mie guardie, ti farò arrestare! Sei ancora in tempo per pentirti di quel che hai detto! Che hai da dire a tua discolpa?!”

“… Povero mortale insignificante.”

“?!”

In un nanosecondo, il Re era immobile nel suo letto, aveva la gola tagliata, con il sangue che fuoriusciva a fiumi. Il ragazzino in viola uscì velocemente dalla stanza portandosi dietro l’anello, quando le guardie arrivarono era già troppo tardi.
 
Yuniya quando sentì l’allarme si mise in allerta come tutti gli altri. Si stava dirigendo anche lei verso la camera del re, ma sentì dei rumori strani. Si fermò un momento, guardando giù dalle scale; Le porte erano spalancate, e stavano entrando centinaia di mostri, il castello era sotto attacco!
I mostri stavano cominciando a dar fuoco a tutto e a seminare il panico ma Yuniya non poteva perdere tempo a scendere giù per combattere contro le creature, una guardia era appena giunta da lei dicendole che il Re era stato ucciso, subito in testa le fulminò il presentimento che anche Zelda fosse in pericolo, dunque cominciò a correre più che poteva per raggiungere in fretta la camera dell’amica.
 
Nel frattempo in quei pochi istanti il ragazzino in viola aveva già ucciso le guardie che sorvegliavano lo scrigno della Spada del Potere e con velocità inumana era arrivato nella stanza della principessa, come un soffio di vento.
 
“AAAHHHHHH!!”

Zelda urlò terrorizzata, quando quel ragazzino la prese per un braccio, con l’altro occupato che teneva lo scrigno.
 
“FERMO!! Molla subito Zelda!”

Disse Yuniya entrando spalancando la porta con un calcio, puntando la spada contro il ragazzo.
 
“Prova anche solo a far del male alla principessa e assaggerai la lama della mia spada! Liberala immediatamente!”
 
“Mph, un altro insignificante insettucolo da schiacciare…”

“Yuni!! Stai attenta! Questo ragazzo non è per niente normale!”

Yuniya si mise in guardia.
 
“Tranquilla, di certo un tizio del genere non può essere più forte di me. Ora gli dò una lezione che si ricorderà per tutta la vita!”
 
Detto questo,Yuniya si lanciò contro il ragazzino malvagio, tentando di colpirlo con la spada, ma lui, lasciando cadere lo scrigno e dando un colpo secco alla spada, la fece volare via, prendendo subito Yuniya tenendola per il collo, sollevandola da terra.
 
“Più forte di me? Mph, ne hai di coraggio. Tutte le guardie di questo regno sono solamente feccia, tutti insieme non fate nemmeno un quarto di me.”

Il ragazzino lanciò via Yuniya, facendola sbattere contro un muro. Dall’urto una candela che aveva acceso Zelda poco fa cadde su una coperta, facendo prendere pian piano fuoco a tutto. Il giovane prese di nuovo lo scrigno con il braccio libero, salendo sulla finestra e buttandosi giù, volandosene via con Zelda.
La battaglia ormai era persa, tutte le guardie erano quasi cadute in battaglia, i mostri erano più forti di tutti, e il castello stava pian piano crollando per via degli incendi appiccati dai mostri stessi.
Yuniya era ancora priva di sensi, circondata dalle fiamme. La fortuna però, volle bussare alle sue porte, quando ormai stava per essere avvolta dalle fiammate, nella camera entrò il ragazzo vestito di verde, che teneva la manica della maglia sulla bocca per evitare di respirare il fumo.
 
“La principessa! Dov’è?! Maledizione, non c’è! Che dirò ora agli altri?”

Sentì un colpo di tosse e vide Yuniya a terra, con il fumo e le fiamme che la circondavano.
 
“Ah! C’è una ragazza!”
 
Si avvicinò per assicurarsi che fosse ancora viva, dopodiché la prese in braccio e corse via dalla stanza che stava crollando. Si fece strada tra i mostri colpendoli e correndo via, riuscendo a uscire indenne dal castello, portando Yuniya dai soccorritori fuori dal castello, in una zona sicura.
Baba vedendo la propria nipote, disse ai soccorritori che poteva badarci lei e diede indicazioni per portarla a casa.
 
“Ragazzo, hai i miei più sinceri ringraziamenti! Hai salvato la mia adorata nipotina, non saprò mai come ringraziarti!”

“Non si preoccupi, è stato un dovere salvarla, stia tranquilla! Ora mi scusi, ma devo tornare ad aiutare a eliminare i nemici!”

La battaglia durò molto a lungo, ma alla fine i mostri furono tutti eliminati e l’incendio spento, anche se ormai del castello non rimaneva più molto, era ridotto in macerie.
 
Arrivò la mattina e Yuniya si risvegliò dolorante nel proprio letto, mettendosi seduta di colpo.

“ZELDA!!!! Ahiaaaa!”

Tornò sdraiata, alzandosi di scatto, sentì dolori allucinanti.
 
“Opperbacco! Stai calma, figliola! E’ ancora un miracolo se sei viva!”

“Che… Co… Nonna… Nonna Baba? Che è successo?! E Zelda?! Zelda!! E’ stata rapita da un tizio vestito di viola!!”

Cercò di alzarsi, ma la nonna Baba la spintonò piano contro il letto costringendola a stare sdraiata.
 
“Ehi ehi ehi! Ferma, eh! Con queste ferite che hai non puoi di certo muoverti!”

“V-va bene… Ma… Come ci sono arrivata qui? L’ultima cosa che ricordo è quel ragazzino che mi lancia contro il muro, da lì non ricordo altro…”

“Hai perso i sensi ed eri avvolta dalle fiamme, per fortuna è arrivato quel ragazzo vestito di verde tanto gentile e ti ha tratta in salvo! Ora è fuori che sta aiutando a curare i feriti della battaglia, che ragazzo d’oro!”

“Un ragazzo… vestito di verde…”

(Che sia sempre quel ragazzo?)
 
Yuniya dopo un po’ convinse Baba che stava un po’ meglio e zoppicando andò a sedersi sulla riva del lago vicino alla sua casa. Si sentiva una nullità, non era riuscita a difendere la principessa, non riuscendo a impedire al ragazzino in viola di rapirla; pensava che non valeva nulla come guardia reale. Le scese una piccola lacrima, ma l’asciugò subito. Ormai aveva perso la sua determinazione di sempre.
Dopo parecchio tempo, sentì qualcuno arrivare e si voltò: Era il ragazzo vestito di verde.
Yuniya subito si alzò in piedi, anche se dolorante e fece qualche passo zoppicante verso di lui.
 
“… Sei… sei stato tu a salvarmi?”

“Sì, è stata una fortuna trovarti, a quest’ora avresti fatto una brutta fine…”

Disse lui con uno sguardo triste, pensando a cosa sarebbe successo a Yuniya se lui non fosse passato lì. La giovane abbassò la testa, poi la rialzò, guardandolo.
 
“Come… come ti chiami?”

“Mi chiamo Link, e tu?”

“Io sono Yuniya…”

“Oh! Piacere di conoscerti, è proprio un bel nome!”
 
Link sorrise, era felice di aver salvato un’altra persona. Aiutare gli altri lo rendeva sempre felice, si sentiva utile, con uno scopo.
 
“Link…”
 
 
 


“Sì?”
 
 
 


“… Grazie…”
 
 
 


Continua…
   
 
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