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Autore: Lady_Zalya    12/01/2012    3 recensioni
Ci sono due regni.
Il regno di Hyrule, e il regno vicino, il regno di Elryu.
Esiste una tradizione riguardo un antico oggetto, una spada potentissima di cui solo un uomo dal cuore puro e dal coraggio incredibile può impugnare. La tradizione consiste che ogni quattro anni, la spada viene custodita a turni dai due regni. Quattro anni uno, e quattro anni l'altro, e così via. E' una tradizione molto antica.
La leggenda narra che un giorno, sarebbero nate due principesse in uno dei regni, e quando queste avrebbero raggiunto i 19 anni d'età, il giorno del loro compleanno, che cadrà proprio quando nel loro regno verrà data la spada, una terribile sciagura cadrà su tutto il mondo, perchè un uomo malvagio le rapirà insieme alla spada, e usando le anime delle due principesse, scatenerà il potere nascosto della spada, diventando più forte di qualsiasi uomo e riuscendola a impugnare anche se non è puro di cuore, e il mondo cadrà in rovina. Si narra però che l'uomo destinato alla spada comparirà e impedirà all'uomo malvagio di attuare i propri malefici piani.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: King of Red Lions/Daphnes Nohansen Hyrule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Molto tempo fa, ai tempi in cui la Terra era ancora molto giovane, la pace regnava incontrastata. Bambini allegri che giocavano, persone sorridenti e senza pensieri negativi. Una pace universale, che niente riusciva a spezzare. Un giorno però, un uomo annoiato da tutta quella felicità e pace, si stufò di tutto questo. Lui non era mai felice, gli capitavano sempre cose spiacevoli e doveva anche andare avanti da solo, perché i suoi genitori erano morti quando ancora era piccolo, e i suoi parenti erano troppo lontani. Era seccato della contentezza degli altri. Esasperato da tutto questo, decise di andare nel luogo proibito a tutte le razze, la Terra sacra, sperando che vi fosse la grande Dea della leggenda per chiederle di avere anche lui un po’ di felicità.
La Dea però era molto contrariata
 
“Io non posso darti la felicità, mio piccolo figlio…”

Disse con un tono benevole, accarezzandogli delicatamente la testa.
 
“La felicità è una cosa che non si può donare. E’ una cosa che ti possono dare in dono solo le persone che ti amano. Non importa se non hai più i genitori, là fuori, da qualche parte, c’è di sicuro una persona in grado di amarti.”

L’uomo seguì il consiglio della Dea. Dopo poco tempo trovò una donna in grado di amarlo, vissero molto tempo insieme, lei sembrava amarlo tanto, e lui anche. Si sposarono, ed ebbero due figli. Un giorno però, tornando dal lavoro, l’uomo scoprì che la moglie lo tradiva. A quanto pare la felicità e la pace, erano solo cose apparenti in tutti gli uomini. In realtà tutta la società era corrotta da tempo. Delitti, suicidi, tradimenti, imbrogli… L’uomo andò su tutte le furie, e tornò adirato dalla Dea, per spiegargli cos’era successo, ma lei… non c’era. Lui voleva spiegazioni, voleva capire perché viveva in un mondo così, ma non trovando risposta, si infuriò ancor di più e decise di evocare il demone più antico di tutti, vendendo la propria anima ed acquisendo poteri malvagi, deciso a distruggere tutto e tutti, per dar via a un nuovo mondo. Un mondo senza corruzione, puro e incontaminato. Via via che seminava morte e distruzione però, perdeva sempre più il suo obbiettivo primario, fino a diventare un vero e proprio demone anche lui. Due principesse gemelle del regno di Hyrule, angustiate da tutto quel che stava sopraggiungendo, chiesero alla Dea se c’era un modo per poter fermare quell’uomo che ormai uomo non era più. La bellissima Dea, vedendo che tutto il mondo era stato messo in pericolo da quel demone, raccolse tutti i suoi poteri creando una spada potentissima, la “Spada del Potere” l’unica in grado di sconfiggere quell’essere. Però quella spada non poteva essere impugnata da qualunque umano, no… Serviva un uomo puro di cuore e con un coraggio incredibile, cosa molto rara, in quel mondo ormai completamente corrotto. La disperazione ormai era al culmine, l’essere immondo era sopraggiunto al castello dove c’erano le due principesse. Ormai era giunta la fine di tutto. Il demone stava per uccidere le ragazze, quando un uomo proveniente dal regno di Elryu, prese la spada direttamente e senza problemi dalle mani della Dea e si lanciò contro il demone, uccidendolo. Finalmente la storia era giunta a un lieto fine.
Le due principesse ringraziarono l’intrepido uomo di aver salvato tutto il mondo, e la Dea disse che la spada, anche se poteva essere impugnata solo da una persona pura e coraggiosa, c’era un modo per poterla usare anche a scopi malefici.
 
“A questo mondo, ogni cosa buona dentro di sé ha un goccio di cattiveria. Come in ogni cosa malvagia ha in sé un goccio di bontà. Dovete sapere che uccidendo quell’essere malvagio, è successa una cosa che non avevo previsto. La spada ha assorbito dentro di sé i poteri malvagi di quel demone, mantenendo però la propria purezza. Se un giorno un altro uomo con cattive intenzioni volesse sprigionare di nuovo quel terribile potere, dovrà sacrificare due anime dal sangue blu, le anime di due gemelle, ovvero le vostre, mie care figlie…”

Alle ultime parole, la Dea assunse uno sguardo triste.

“Non era mia intenzione mettervi in pericolo, chiedo perdono.”

La Dea le guardò negli occhi, mettendo le proprie mani su una spalla di ognuna delle principesse.

“Non tutto è perduto però, c’è un modo per impedire tutto questo. Bisogna sigillare la spada in un luogo sicuro, perché è impossibile distruggerla, io stessa non posso.”

Fu così che la spada fu sigillata dentro uno scrigno antico più di qualsiasi altra cosa presente nel mondo, apribile solo con un anello speciale, consegnato al Re in persona, il padre delle due principesse gemelle. Quattro anni dopo, il Re fu assassinato da una persona avida di potere, e la spada fu trasferita al regno di Elryu.
 
Da qui nasce la tradizione odierna in cui lo scrigno con dentro la Spada del Potere viene custodita a turni di quattro anni dai regni di Hyrule ed Elryu.
La leggenda delle principesse e della Spada del Potere, insieme all’eroe che era stato in grado di ripristinare la pace nel mondo.
 
C’è un’altra leggenda però, anche questa tramandata da generazioni e generazioni…
 
Si narra che, un giorno, sarebbero rinate le due principesse ad Hyrule e quando queste avrebbero raggiunto i 19 anni d'età, il giorno del loro compleanno, che cadrà proprio quando nel loro regno verrà consegnata la spada, una terribile sciagura cadrà su tutto il mondo, perché il demone tornerà e le rapirà insieme alla spada, e usando le anime delle due principesse, scatenerà il potere nascosto della spada, diventando più forte di qualsiasi uomo, riuscendo ad impugnarla. Il mondo cadrà in rovina. Si racconta però che l'uomo destinato alla spada ricomparirà e impedirà al demone di attuare i propri malefici piani.
 
“Non è una delle leggende più belle che tu abbia mai sentito?”

Disse entusiasta una ragazza dai capelli biondi, gli occhi azzurri e le orecchie a punta, a un piccolo bambino di all’incirca 6 anni. Era una ragazza con una bellezza da togliere il fiato, aveva un lungo vestito rosa, con molti ornamenti e gioielli, un vestito tipico da principessa delle fiabe.
 
“Sìì! E’ fantastica, principessa Zelda!”

Affermò il bimbo saltellando entusiasta. Poi si fermò, e guardò incuriosito la principessa.
 
“Uhm, ma principessa… Domani non è il suo compleanno? E se non sbaglio è anche il giorno in cui verrà portata la spada del potere al suo castello! Ooohhh! Cosa succederà?!”

Il bambino sembrava impaurito, ma la principessa si avvicinò a lui, inginocchiandosi davanti e prendendogli le mani.
 
“Tranquillo piccolino, non ricordi? La leggenda riguarda due principesse gemelle, io sono figlia unica!”

Zelda mise una mano sulla testa del bambino, accarezzandogliela dolcemente.
 
“Quindi non succederà niente, capito? Sarà solo una noiosissima cerimonia, una cosa che a voi bambini non può piacere, è una cosa un po’ noiosa…”

Il bimbo si tranquillizzò e fece un grande sorriso alla principessa.
 
“Eh eh, è vero! Ha ragione, come sempre!”

Zelda ricambiò il sorriso, e si alzò in piedi. Arrivò una guardia reale avvicinandosi a lei.
 
“Principessa, il Re la vuole al suo cospetto.”

La principessa si girò, guardando interrogativa la guardia, che aveva una voce femminile; ma siccome aveva un elmo in testa, non si poteva vedere il suo volto. Zelda si avvicinò.
 
“Oh, Yuniya! Cosa? Mio padre? Cosa vorrà mai?”

“Non saprei, principessa… Credo che le voglia parlare riguardo a domani.”

Zelda sospirò, guardando il bambino.
 
“Scusami tanto Shu, ma purtroppo devo andare… La prossima volta ti racconterò un’altra leggenda fantastica, vedrai!”

“Ci conto, principessa! Alla prossimaaaaaa!”

Shu andò via, e Zelda si voltò verso la guardia Yuniya, che si stava sistemando bene l’elmetto.
 
“Mph, mi fa strano vederti con quell’elmetto in testa, sai? Ahahahah!”

“Uff, fa un caldo terribile con questo elmetto addosso e l’armatura è così pesante che faccio fatica a muovermi, come faccio a fare il mio dovere di guardia se son conciata così?!”

Disse irritata Yuniya, quelle armature non le sopportava proprio, però essendo una guardia reale, doveva indossare quell’armatura per forza. Zelda ridacchiò e poi superò Yuniya, incamminandosi verso il castello di Hyrule.
 
“Aahahaha, dai Yuni, andiamo! Vediamo che ha da dirmi il baffone! Ahahahah!”

“P-Principessa, che modo di parlare! Se la sentisse il Re di sicuro si infurierebbe!”

La principessa si voltò, leggermente indispettita.
 
“Oh insomma, Yuni! Perché continui a darmi del lei? Ormai siamo amiche da un anno! Quando non c’è nessuno lo sai che puoi darmi del tu anche se sei in servizio!”

Yuniya mise una mano dietro l’elmetto.

“Ooops! Mi ero dimenticata… scusa, Zelda!”

“Mph, tranquilla… Mio padre sarebbe fiero nel vedere come ti comporti, sei una guardia grandiosa, nonché mia grande amica”


Le due ragazze sorrisero, per poi continuare ad avanzare verso il castello. Mentre camminavano però, Zelda assunse uno sguardo triste, camminando a testa bassa, erano alcuni giorni che faceva così, Yuniya si domandava il perché, ma non osava chiedere, magari si stava sbagliando. Alla fine però prese coraggio, e aumentò il passo mettendosi davanti alla principessa, facendola fermare.
 
“Zelda…”

“Sì? C-Che c’è, Yuni?”

Disse Zelda volgendo lo sguardo altrove. Yuniya incrociò le braccia, preoccupata per l’amica.

“Sono giorni che sei strana, che ti è successo? Ci sono delle volte in cui sembri essere da un’altra parte, stai male? Hai preso l’influenza?”

Zelda era contenta di avere almeno un’amica vera, che si preoccupava davvero per lei. Decise allora di confidarsi, sapeva che si poteva fidare ciecamente di Yuniya.
 
“Vedi, Yuni… Io ultimamente sto facendo degli strani sogni… Sogno una spada circondata da un’aura malvagia, un ragazzo senza volto, un uomo che impugna la spada con l’aura malvagia e che mi trafigge il petto… Non… Non vorrei che fosse un sogno premonitore, come se la leggenda della Spada del Potere si potesse avverare… Però io sono figlia unica, non ho mai avuto una sorella! Anche se al mio compleanno, mio padre è sempre triste e non so perché… Non ti ho detto niente perché probabilmente sono solo tesa per il mio compleanno…”

Yuniya mise una mano sulla spalla di Zelda, togliendosi l’elmetto con l’altra. I suoi capelli erano di media lunghezza, di colore nero corvino raccolti in una treccia. Gli occhi erano rossi, rossi come il sangue, e pure lei, aveva le orecchie a punta, ma era una cosa normale, essendo di razza Hylian, come la principessa. Sulla fronte, aveva un cerchiello color oro con una gemma rossa a forma di goccia che pendeva.
 
“Avrei dovuto capirlo, pure io sarei tesa come te… tuo padre ha brutte intenzioni quest’anno, eh?”

“Sì… mi vuole trovare un marito. Vuole darmi in moglie a un ragazzo che non conosco nemmeno, senza nemmeno pensare ai miei sentimenti, non è giusto!”

Yuniya sospirò, battendo la mano sulla spalla di Zelda.

“Eeeh amica mia, purtroppo essere principessa porta a queste cose… Io per fortuna non avrò mai di questi problemi.”

“Che invidia… Tu potrai sposarti col ragazzo che ami…”

“Ahahahah! Non dire sciocchezze, Zelda! Io sono troppo occupata con il mio lavoro per innamorarmi di qualcuno! Non succederà mai che mi sposerò con qualcuno, rimarrò in libertà a vita!”

Sentenziò Yuniya, portandosi orgogliosamente le mani ai fianchi. Poi continuò.

“Senti, ma almeno hai provato a dire a tuo padre le tue ragioni? Magari cambia idea, no?”

Zelda sospirò, portandosi una mano al petto, abbassando lo sguardo.
 
“Impossibile, non lo farà mai… Vuole a tutti i costi portare avanti la famiglia reale, facendomi sposare con un principe di Elryu... ma lo vuole fare anche per consolidare l'alleanza tra i due regni.”

Yuniya le diede una piccola spinta.

“E diglieloooo! Che ti costa?! Se ti arrendi senza nemmeno aver lottato, come fai a sapere come andrà a finire?! Se ti arrendi dovrai almeno sperare che quel principe sia bravo.”

“Hai… Hai ragione te… Va bene, tenterò!”
 
Le due ragazze entrarono nel castello, e prima di entrare nella sala del trono, Yuniya si mise nuovamente l’elmetto, mentre Zelda diede una scrollata al vestito usando le mani perchè era leggermente sporco di terra, prima si era inginocchiata a tranquillizzare Shu. Una volta entrate videro il Re seduto sul trono, con un gomito appoggiato al bracciolo, con la mano a pugno e la testa adagiata sul pugno, aveva un aspetto annoiato, stanco; aveva parecchie rughe, segno che aveva un’età non troppo giovine, però aveva ancora i capelli del suo colore naturale, e cioè neri, anche se alcuni erano bianchi, ma non si notava subito al primo sguardo; gli occhi invece erano azzurri. Appena il Re vide la figlia entrare nella sala del trono, si mise in posizione corretta, facendo un grande sorriso appagato.
 
“Aaahh, guardala, la mia piccolina! Oggi sei stupenda, figliola! Sei proprio una signorina ormai, fai sentire vecchio il tuo paparino, sai?”
 
Zelda fece un breve inchino principesco, per poi avvicinarsi al Re, sedendosi sopra le sue gambe.

“Grazie padre, le tue parole mi rendono felice, anche se non sono poi tanto bella…”

“Ma scherzi?! Sei la più bella di tutto il regno, piccola mia! Devi essere fiera di questo! Sei bella quanto lo era tua madre… che gran donna che era…”

Il Re guardò lontano, verso un ritratto. Era un quadro parecchio vecchio, raffigurava una donna di bell’aspetto, molto simile a Zelda. I tratti del viso erano dolci, aveva lunghi capelli biondi, ma era l’unico colore che si riusciva a distinguere, gli altri erano sbiaditi, il tempo non perdona. Zelda guardò tristemente il quadro, sospirando.
 
“Mi manca…”
 
“Anche a me, piccola…”

Il Re abbracciò sua figlia, e lei ricambiò. Yuniya li guardava commossa, quanto avrebbe voluto anche lei almeno un padre… Le restava solo la propria nonna Baba e suo fratello, che era partito da anni senza farsi più sentire. Zelda si staccò dal padre, tornandosene in piedi.
 
“Comunque cosa c’è? Avevi detto che mi volevi al tuo cospetto, è successo qualcosa?”

“Piccola mia, dobbiamo parlare riguardo a domani, il tuo compleanno… verranno alcuni nobili, e il principe di Elryu, il tuo promesso sposo.”

Zelda trasalì. Promesso sposo… L’idea del padre non le piaceva per niente. Ma che altro poteva fare? Le ritornarono in mente le parole che aveva detto Yuniya poco fa e si fece coraggio.
 
“Padre, io… Io non voglio!”

“Uhm? Cosa non vuoi cara? Non capisco.”

“Sposarmi! Non voglio sposarmi con quel ragazzo, non lo conosco nemmeno! Io voglio sposarmi solo quando troverò qualcuno che mi amerà davvero!”

Il Re si prese un baffo tra due dita, giocandoci fissando la figlia. Era sicuro che Zelda avrebbe obbiettato, ma lui ci teneva molto a mandare avanti tutto e consolidare l'alleanza, non poteva aspettare troppo tempo perché prima di morire, avrebbe voluto che sua figlia fosse già sistemata e fosse tutto a posto. Si alzò in piedi, era molto più alto della figlia; la guardò negli occhi.
 
“Zelda. Sai benissimo che la tradizione è così. Vedrai, anche se non ti piacerà all’inizio, finirai con l’innamorarti di lui. Io e tua madre ci eravamo innamorati a prima vista, ci sposammo molto volentieri, ci amavamo tantissimo… Era stato… Uhm, come si dice? Un colpo di fulmine, ecco! Lei aveva proprio la tua età quando ci conoscemmo, sei uguale identica a lei, sai?
Vedrai che ti abituerai presto a quel ragazzo, mi farete anche dei bei nipotini! Non vedo l’ora di diventare nonno!”

Il Re sembrava non aver nemmeno considerato le parole della figlia, era troppo immerso nei suoi sogni, sogni campati  per aria, non pensava per niente a cosa diceva alla figlia, dava retta solo ai bisogni del regno. La principessa sospirò tristemente, voltandosi verso Yuniya, che stava guardando male il Re.
 
(Che uomo duro, non capisce che così non fa del bene a sua figlia… Povera Zelda, chissà come si sente ora…)

Pensò Yuniya. Si avvicinò al trono, guardando il Sovrano.
 
“Mio signore, non c’è nessun’altra soluzione? Io avrei un’idea, se vuole ascolarmi.”

“Oh, Yuniya… Un’idea, dici? Sentiamo.”

Yuniya fece un colpo di tosse per schiarirsi la voce, per poi mettere le mani dietro la schiena.

“Senta la mia proposta… Domani quel principe verrà qui, giusto?”

“Sì.”

“E verrà qui per chiedere la mano della principessa, presumo.”

Il Re annuì.
 
“Ebbene, propongo un anno di fidanzamento tra i due, se andranno d’accordo e si piaceranno, allora andrà tutto bene, se invece accadesse il contrario, quel matrimonio non s’ha da farsi.”
 
Il Re si accarezzò la barba sul mento, assumendo un’aria pensatrice.
 
“Uhm, e se proponessi un anno di fidanzamento tra i due? Se andranno d’accordo e si piaceranno, allora andrà tutto bene, se invece accadesse il contrario, questo matrimonio non s’ha da fare! Che ottima idea, sono un genio!”

Yuniya e Zelda fissarono il Re, guardandosi poi con una goccetta di sudore sulla fronte.

“…”
 
“Già, padre... Sei un genio…”
 
Arrivò la sera, Yuniya aveva finito di lavorare, si tolse la divisa da guardia mettendosi i propri abiti. Ma pur essendo una ragazza indossava vestiti più maschili che femminili e più che abiti normali sembravano più adatti per lanciarsi all'avventura, ma preferiva vestirsi così. Indossava una tunica nera senza una manica con decorazioni color oro con in vita una cintura marrone con appeso una piccola borsettina portaoggetti e con a un lato un gancio apposta per l'elsa della spada. Sotto la tunica portava una calzamaglia bianca mentre di calzature aveva due stivali color marrone scuro con decorazioni bianche incrociate. Inoltre su una spalla aveva un mantello cortissimo con sotto un proteggi spalla, uguale a quello sull'altra spalla mentre dietro aveva un mantello nero lungo fino alle ginocchia. Indossava inoltre dei quanti neri senza dita. Sembrava una vera guerriera. Uscì dal castello, dirigendosi verso casa propria. Oggi non aveva il turno di notte, era contenta di poter dormire normalmente in un letto soffice e caldo. Però sapeva che l’indomani il turno sarebbe toccato a lei e c’era una grana in più… Siccome per quattro anni la spada sarebbe stata custodita al castello di Hyrule, sapeva già che non avrebbe più avuto nottate libere, perché la sorveglianza doveva essere aumentata drasticamente, in modo che nessuno sarebbe riuscito a trafugare l’antica reliquia. Sospirò, guardando il cielo color blu profondo, pensava a quel che le aveva detto la principessa, quei sogni ricorrenti… Yuniya non voleva dirlo a Zelda, ma pure lei stava facendo un sogno simile, ultimamente. Ma volle stare zitta, per non metter paura alla ragazza. Probabilmente Yuniya faceva sogni del genere perché anche lei era tesa per la propria amica e pensava inconsciamente che quella spada le avrebbe portato solo guai. Riprese a camminare, entrando a casa.
 
“Nonna Baba, sono a casa!”

“Oh, piccola Yuni, sei tornata! Com’è andata al lavoro, figliola?”

“Tutto bene, come al solito! Oh, ma la cena è già pronta? Ti volevo aiutare”

“Ah ah ah, stanca dal lavoro e ancora avresti energie per aiutarmi a cucinare? Sei energica come al solito! Tranquilla, questa vecchietta ce la fa ancora a preparare da sola la cena. Ora su, siediti e ceniamo!”
 
Yuniya e nonna Baba cenarono, chiacchierarono un po’ e poi andarono ognuna nella propria camera, mettendosi sotto le coperte e chiudendo gli occhi, venendo trasportate piano piano nel mondo dei sogni.
Il giorno successivo, avrebbe cambiato le vite di tutti.
 
Continua…
   
 
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