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Autore: AthenaSkorpion    12/02/2012    1 recensioni
Guardare la vita nei panni di qualcun altro ci apre gli occhi su particolari mai presi in considerazione. A proposito, l'ho appena modificato in roundrobin, qualora qualcuno volesse mettere dei nuovi capitoli, aggiunga alla fine il proprio nickname, va bene?
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Come è soffice la neve, come cade leggiadra, simile a batuffoli di cotone... Non potevo fare a meno di dedicarle una One-Shot dopo gli ultimi avvenimenti di Roma... Ora mi metto al lavoro, anzi, prima ripeto quello che già ho detto: io intendo concludere a breve questa raccolta con un altro paio di ideuzze quindi ho due domande da porvi:
1) Avete preferenze o suggerimenti su storie che devo scrivere?
2) Quale capitolo vi è piaciuto di più? *per regolarmi sullo stile migliore...*
Ringrazio Hummingbird royaifan, che ha contribuito molto ad aiutarmi in questi tempi, anche al di fuori della scrittura. Questa la dedico a lei, che me l'ha suggerita (in realtà ci stavo già pensando, ma credevo potesse diventare la copia di In cielo...).
Detto questo, ora leggete! (Sì, è un ordine. Camomilla17, spero che tu abbia letto almeno un capitolo...e Laurence, grazie della pazienza... ho un po' di recensori, quindi non ricordo bene i nicks, scusate...)
 
Noi non siamo altro che lacrime ghiacciate di candide anime altrettanto fredde e infelici. Quello che riesce a sorprendere gli umani è la nostra inesorabile morte. Non possiamo arrestarci, quando scivoliamo in piccole bufere o scendiamo lente e quasi statiche, quello che noi vediamo è la morte, il suolo che si avvicina senza pietà, quasi ci godesse a sentirci schiantarci sulla sua superficie, che quando è calda ci tiene in cattività nella sua rovente agonia, della morte, che per fortuna, e un pizzico di disonore aggiungerei, ci raggiunge rapida. Non possiamo combattere, non possiamo lottare, noi siamo solo un dono per chi ci guarda consapevole solamente della nostra bellezza e non del nostro dolore, nel quale siamo interamente forgiate. Il freddo ci pervade da subito, alla nascita, pizzicandoci instancabilmente e stringendosi nelle sue dolorose quanto fondamentali spire, senza le quali non vivremmo neppure. Marciamo sole nella calca delle nostre sorelle, lacrime, lacrime leggere perché ancora più disperate di quelle della pioggia, che a volte ci accompagna e contribuisce a demolirci. E non basta, quando riusciamo a sopravvivere siamo sepolte vive sotto le altre, siamo distrutte con il sale, siamo ridotte in fanghiglia dalle ruote e dalle suole, siamo racimolate e gettate su sciocchi che ridono di noi, senza fine. Amano vederci cadere, ma non ammirano una di noi, ammirano la folla, non siamo nessuno nel milione, nessuno. Esseri privi di anima, un semplice agente atmosferico che blocca le strade e fa perdere tempo e soldi, dicono.
la nostra vita è più breve di quella di chiunque altro, nasciamo nel momento in cui la nostra morte è dettata, appena salutiamo il mondo già dobbiamo dirgli addio. Mentre crolliamo verso le porte dell'Inferno guardiamo sopra di noi e vediamo, di notte, un cielo quasi rosa, tinto dalle nuvole depresse, di giorno invece un biancore costellato di corpuscoli che vengono scaraventati a terra dal vento maligno e cospiratore. Uomini prima allegri ora sbandano ed esplodono nelle loro stupide scatolette di metallo, ragazzi cadono nelle fenditure dei laghi ghiacciati, scivoloni rompono le ossa e la tristezza delle anime dalle quali proveniamo aumenta il ritmo, velocizzando la musica creata dai nostri corpi sui cornicioni, sulle strade, sui tetti, sui prati...
E gli umani, con le pale, i camioncini spazzaneve, le scope e altri arnesi bestiali, raccolgono incuranti i nostri cadaveri.
 
 
Avrete notato un certo tono darkeggiante nei miei ultimi capitoli, spero solo di non diventare monotona e catastrofica. Ultimamente mi ci sento proprio a scrivere di stragi invisibili, mai notate prima... *muahahahahahaha*. E ho scoperto l'incredibile effetto che può avere un commento come questo all'inizio o alla fine di una storia, quindi da oggi in poi non mi risparmierò. Au revoir, mes aimé(e)s... Spero che il tasto apostrofo non faccia più brutti scherzi o lo incendierò... 
   
 
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