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Autore: Keskiyo    12/02/2012    1 recensioni
Tessa viene dall’Inghilterra,ama vestirsi in modo appariscente,il contrario è la sua migliore amica: Viola,che ascolta gruppi rock alternative e metal. Si conoscono da sei anni ed entrambe abitano nella più grande città d’Italia:Roma. Hanno diciassette anni e Viola odia la gente che Tessa frequenta. Gente troppo superficiale per Tessa che,per essere integrata a scuola,è costretta ad adattarsi a quelle persone così frivole. In Tessa cambierà qualcosa non appena deciderà di fare un grande “regalo”alla sua migliore amica,andare al concerto del suo gruppo preferito: i Bullet For My Valentine!
Ciaoo a tutti! È la prima volta che scrivo una storia su i Bullet For My Valentine,spero che vi prenda abbastanza per continuare a seguirmi!! Recensite se volete! Grazie,ciaooo!!! 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciaooo!! Vorrei sapere se la storia v'interessa per continuare quindi se volete recensite!Ciaoo :) :)

Qui mi vedo solo io,fra accendini e abiti neri,vestita di blu. Tante voci e poi silenzio,un fumo rosso come il sangue si propaga per tutto il palco,le luci vanno a intermittenza e ogni volta che fanno luce sul palco si aggiungono i componenti della band,prima il batterista,il bassista,il chitarrista ed infine … il cantante. Se prima c’erano molte grida ma sempre disperse,ora la folla è un eco di boati. << Bullet!Bullet!Bullet!Bullet!Bullet! >>. Viola,come gli altri,sembra ossessionata da quel nome. Poi iniziano e suonare e cazzo … mi piace la loro musica,odio ammetterlo,Viola non lo saprà mai. A proposito ma dov’è? Viola sta parlando\gridando con Ivan. Alla fine il ragazzo più bello ce l’ha affianco,(da come lo guarda sembra proprio così). Io mi guardo intorno e no … nessuno d’interessante.

Il concerto finisce a mezzanotte. L’ultima canzone che hanno suonato,è stata la ciliegina sulla torta. A sentire Viola la canzone si chiama:”Tears don’t fall”. Mi rimane dentro la testa,mi fa scattare qualcosa. Dopo esserci fatte un giro per un’ora,si è fatta l’una,così accompagno Viola a casa sua,che inizia a sbadigliare e a ridacchiare senza motivo. La saluto e le do la buonanotte. Io almeno per stasera ho la ritirata verso le tre. Non ho paura ad andare in giro da sola,anche se non è né raccomandabile né sicuro,ma ho ancora due ore e almeno una,decido di spenderla rivivendo l’emozioni del concerto. Torno lì e non ci metto molto,meno di venti minuti. Non c’è nessuno,se ne sono andati tutti lasciando questo posto isolato. Rimane qualche bottiglia di birra a terra,cicche di sigarette …

Cammino nei dintorni. C’è un hotel a cinque stelle … un ragazzo poggiato a fumare fuori,qualche macchina parcheggiata. SPAM! Sono sul marciapiede. Ho inciampato in un dosso e sono finita su una bottiglia di vetro,che qualche deficiente aveva buttato a terra sentendosi figo. Mi porto il ginocchio al petto,si è strappata la calza . Il ginocchio sanguina. Sposto il vestito per non macchiarlo. Un’ombra copre il riflesso della luna.

<< Che ti sei fatta? >>. Degli occhi blu mi fissano preoccupati,i capelli neri gli cadono in avanti … la sigaretta al lato della bocca,ha l’espressione corrucciata sul mio ginocchio e riporta lo sguardo sui miei occhi. << Il ginocchio e forse il polso >>. Rispondo guardandomi la mano che è rigata di sangue. << Posso darti una mano ma non qui in mezzo alla strada >>. Dopo avermi riguardato il ginocchio mi chiede: << Riesci a camminare? >>. Provo a muovermi,ce la faccio ma provo dolore. << Sì,ce la faccio >>.  << Okay,aggrappati alla mia spalla >>. Mi alza come se fossi un ramoscello,quando mi appendo alle sue spalle sento il suo sguardo su di me,deve essere in uno stato pietoso. Butta la sigaretta. Arriviamo nella hall e prendiamo l’ascensore. Quarto piano,ventunesima camera. Apre la porta e mi mette a sedere sul letto. << Resta qui chiedo delle bende e il disinfettante. Per fasciarti il ginocchio però,dovresti toglierti le calze … >>. << Okay lo faccio mentre sei via >>. Se ne va chiudendo la porta. Sospiro e mi tolgo la giacca. Mi tolgo le calze e mi aggiusto il vestito. Torna dopo un po’. << Scusa non riuscivo a farmi capire,sei di qui? >>. << Sì,ma non sono nata qui >>. << Capisco … sai che farà male quindi ti consiglio di stringere i denti >>. Stringo i denti e mi versa molto,forse troppo,disinfettante sulla ferita al ginocchio. << Sei fortunata che le schegge non ti sono rimaste dentro … >>. Mi guarda con uno sguardo preoccupato. Non so se è il dolore che mi fa girare la testa o lui che mi fa quest’effetto. Mi fascia delicatamente e non tocca neanche per sbaglio la mia pelle se non dove mi sono fatta male. << Dammi il polso >>. Fa lo stesso. << Riporto giù queste cose >>. Non faccio neanche in tempo a rispondergli che è già fuori dalla porta. Sono in imbarazzo e per cercare di distrarmi guardo la stanza. Mi ricorda qualcuno quel ragazzo ma chi?! Due valigie aperte,una maglia nera sulla sedia di fronte a me. Una foto di un bambino incorniciata. << Eccomi >>. << Grazie per le fasciature … >>. << Figurati! Ho visto solo un’ombra che cadeva e poi un fracasso. È pericoloso andare in giro a quest’ora e tu sei piccolina,che ci facevi qui? >>. Okay sarò anche caduta ma piccolina non mi ci chiama! Ho diciassette anni! Non tredici! Se solo sapesse perché ho accompagnato la mia amica sono sicura che risponderebbe anche: << E come mai tu che sei così piccolina ascolti certa musica? >>. Che poi quanti anni avrà questo?Venticinque?! << Per una mia amica,l’ho accompagnata ad un concerto >>. << Ah quello di stasera? >>. << Eh sì,non fa per me certa musica >>. << Non ti piace? >>. << Diciamo che … preferisco le discoteche >>. << Ma come così piccolina,già le discoteche? >>. << Ma sai almeno quanti anni ho?! >>. << Non te l’ho chiesto però si vede che sei piccola >>. << Ho venticinque anni per l’esattezza e no,non mi abbasso ai tuoi livelli,di giudicare le persone solo dalla loro statura >>. Oddio perché gli ho mentito? << Davvero hai venticinque anni?? Bè allora sei fortunata perché non li dimostri minimamente! Così quando avrai ottant’anni potrai dire di averne sessanta! >>. Quando avrò ottant’anni,avrò ottant’anni e basta. << Anche se l’età di una signora non si chiede mai,c’è chi ti chiama “piccolina”senza neanche sapere nulla di te. E sentiamo tu quanti anni avresti? >>. << A me si vedono gli anni,ne ho trentadue compiuti da poco! >>. Madre di dio … perché sono così imbecille?! << No,in realtà non sembra >>. Arrossisco. Perché arrossisco?! Idiota! Pensavi che dicendo di avere venticinque anni sarebbe cambiato qualcosa?Ti avrebbe preso in considerazione?! Risposta errata Tessa!<< Menomale allora!Insomma sei una tipa da discoteca? >>. << Sì indubbiamente. Tu invece non mi sembri un tipo da disco … >>. Ride. Ma perché lo fa?<< No infatti,mi piace musica totalmente diversa >>. << Tipo? >>. << I Metallica,gli Slayer … li conosci? >>. << Veramente no e quelli di stasera? Ti piacciono?I cosi lì … i Valentini! >>. Ride fragorosamente ripetendo senza però terminare la frase:<< I Valent … Vale che? >>. Inizia a sghignazzare  di nuovo. Si ferma con le lacrime agli occhi. Ha la risata più bella del mondo. Oddio Tessa ma cosa dici?Ha trentadue anni!Potrebbe essere tuo padre,smettila di pensare a certe cose! << Sì sì,mi piacciono i Valentini >>. << Quale canzone è fra le tue preferite? >>. << Ce ne sono tante >>. << Se devo essere sincera quella che mi ha colpito di più stasera è stata “Tears don’t fall”. Però penso che sei l’unico che lo saprà,se lo dico alla mia migliore amica è finita per la mia sanità mentale >>. << Perché? >>. << Inizierà a dire che devo andarmene dalla comitiva che frequento,perché non mi piace la loro stessa musica e che infondo loro non mi stanno davvero simpatici,insomma un sacco di cose su cui darle ragione >>. << E che male c’è allora? >>. << è complicato … >>. << è sempre complicato essere se stessi >>. << Io sono me stessa! >>. << Se fossi te stessa non staresti urlando,per cancellare le voci della tua testa che ti dice … esattamente il contrario! >>. << Ma che ne sai tu?! >>. << So com’è avere venticinque anni >>. Sto per rispondergli che non ho quell’età,che non sa com’è quando ti danno della sfigata a scuola solo perché indossi la maglietta dei Led Zeppelin,non sa com’è qui quando vai a scuola e cercano di rovinarti la reputazione in tutti i modi possibili. Io sì lo so. Sto zitta e guardo per terra. << Mi dispiace … non ti conosco neanche >>. Forse sì,ha capito già tutto e neanche mi conosce. << A proposito … piacere Matt >>. << Tessa >>. Ci stringiamo le mani dopo quasi mezz’ora da quando ci siamo incontrati. << Come va il ginocchio? >>. << Meglio >>. Non è vero,mi fa malissimo. << E questa tua amica com’è? >>. Già s’interessa alla mia amica dark?Bene! << è una persona meravigliosa. La chiamo dark ma non è il termine esatto suppongo. Ama il viola e il nero,si veste sempre con questi colori >>. << E si chiama? >>. << Neanche a farlo apposta si chiama Viola >>. 

  
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