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Autore: emome    12/02/2012    1 recensioni
Isabella,17 anni va a vivere con la zia in una piccola cittadina degli Stati Uniti. Genitori morti e fratello scomparso.Pensava che sarebbe sprofondata ancora di più nella depressione e nella monotonia ma a scuola nota qualcosa che non và e la cronaca del posto mette i brividi.Conoscerà Alexander, bello e misterioso, ma sarà stata fortunata o sfortunata a conoscerlo?.
"Mi sembrava di essere finita in un film dell'orrore, con l'unico dettaglio che era tutto rale. Lui era reale".
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                             Capitolo

                                            19

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il cielo era grigio, gli alberi era spogli e delle foglie morte volavano nell’aria. Si era alzato un vento gelido che mi sferzava il volto e che mi entrava fin dentro le ossa.

Il parco era spoglio e deserto, e le panchine umide di pioggia. Alyssa era su una panchina centrale che mi aspettava, non era come la ricordavo; tutta la sua allegria se ne era andata , era più pallida del solito e si guardava nervosamente intorno.

Mi sedetti accanto a lei vergognandomi e pentendomi di non averla più chiamata.

“Come stai? No perché ho sentito che sei quasi morta” iniziò con una malcelata preoccupazione. “Mi dispiace, avrei voluto chiamarti ma . . .” “eri troppo occupata da farti fare da infermiere da Alexander?” mi interruppe sarcastica. “Non sapevo se mi avresti risposto.” La rabbia sembrò abbandonarla e mi abbracciò di slancio”sei una stupida” mi disse dopo”. “Mi hanno detto che una cosa di cui ora non ricordo il nome ti ha torturata . . .” continuò apprensiva ma io scossi il capo “ è tutto finito ora , và tutto bene.” La rassicurai pacatamente.

“Cosa pensi che porterà questa cosa con Alexander? Adesso può anche andare bene ma tu non vivrai in eterno, invecchierai e come lo spiegherai a tua zia quando tu ne avrai trentacinque e lui un aspetto da ventenne?” non ci avevo ancora pensato, non volevo pensarci. Volevo pensare solo al presente , carpe diem.

“Non lo so e neanche mi interessa. Per adesso va bene così” sospirò rassegnata.

“Ma la cosa che ora mi preoccupa di più è mio fratello” le confessai angosciata. Il ricordo della nostra conversazione di poco prima mi fece accapponare al pelle.

“Perché? Ho conosciuto tuo fratello e mi sembra un tipo tranquillo” le spigai brevemente che era un mezzo demone e tutto il resto. “Il fatto che in queste settimane è peggiorato” le dissi abbassando la voce “in che senso?” “gli appaio come una delle migliori torte al cioccolato che abbia mai visto. Oggi mi ha detto che vorrebbe bere il mio sangue come i vampiri, possono farlo anche i demoni se stanno attenti “ “o mio Dio ! “ esclamò sconcertata. Annuii tristemente.

“Non è più lui e mi manca mio fratello” “hey , sono sicura che c’è un modo di aiutarlo, potresti chiedere al tuo fidanzato” mi consolai un po’ a quella possibilità.

Mi sorrise “sono contenta che siamo ancora amiche” disse, “anche io”.

 

 

Quando tornai a casa tutto era silenzioso. Entrando nel salotto vidi zia Madison addormentata sul divano con una rivista di moda abbandonata sopra.

Muovendomi cercando di non fare rumore controllai se mio fratello fosse in casa ma scoprendo che di lui non vi era traccia , mio malgrado, feci un sospiro di sollievo.

Andai in camera mia, sprofondai nel letto e mi premetti un cuscino sulla faccia.

Un po’ Jason mi faceva paura ma allo stesso tempo ne ero preoccupata; chissà dov’era e se aveva attaccato qualcuno.  Sentii delle mani fresche che cinsero i miei polsi lasciando cadere il cuscino al lato della mia testa, mi comparve il viso di Alexander.

“Mi spieghi tutta questa ansia di morire proprio oggi? La prossima volta che vuoi suicidarti pensa che mi lascerai solo”. Tentai di alzarmi ma lui in tutta risposta mi si sedette sopra allargandomi le gambe con le sue. Fortuna che avevo le calze sotto la gonna a pieghe. Mi inchiodò i polsi al letto e mi baciò. Subito divenne passionale il bacio tanto che sembrava quasi che mi stessi slogando la bocca. Mi lasciò le mani per farle scorrere lungo i fianchi coperti dal maglione ed io intrecciai le mani nei suoi capelli lisci. Non ero stata mai tanto vicina a nessuno , il cuore sembrava volermi uscire dal petto. Solo che lui voleva di più , lo sentivo. Mi lasciò i polsi per far scivolare una mano sotto il mio maglio e una sotto la gonna a palparmi una coscia. La mia pelle si fece bollente al contatto con la sua. Dio sarebbe successo e io . . .

Tentai di scostarmi da lui ma non  sembrò notarlo particolarmente e prese a baciarmi la clavicola. “No” riuscii  a dire, ma era un sussurro per la gola improvvisamente secca.

“Come no ?” chiese debolmente continuando a baciarmi il collo. Tentai di fare forza con le mani sul suo petto ma era come tentare di spostare del cemento.

“Alex non voglio” dissi ancora prendendo a dibattermi con maggiore foga. Questa volta si fermò, alzandosi su di me guardandomi un attimo negl’occhi come fosse stato confuso e poi si alzò dal letto con un verso di frustrazione. “Scusa “ mi sentii dire e mi misi a sedere sul letto. Lui intanto era davanti alla finestra, “non devi scusarti , non voglio costringerti a fare nulla è solo che . . .” sembrava in difficoltà nel trovare una parola da quando lo conoscevo. In un attimo fu di nuovo davanti a me alla mia stessa  altezza di sguardo. “Ti voglio “ disse finalmente carico di desiderio “e per noi demoni è difficilissimo fermarci” mi spiegò dopo. “Avevo intuito è solo che . . . non mi sento ancora così pronta perché . . . si insomma io . . .” “lo so che sei vergine sciocchina” mi interruppe sorridendo dandomi un leggero bacio sulle labbra. “Come fai a saperlo ?” chiesi imbarazzata “lo sentiamo dal tipo di profumo che avete” “quindi anche Axel e Brian . . . “ “direi di si” “che cosa imbarazzante”. Sentii la porta della camera di Zia Madison chiudersi “lei non sa che sei qui?” “giusto” mi confermò “allora sarà meglio parlare piano” dissi abbassando la voce e chiudendo la porta a chiave.

“Quindi è tutto a posto?” chiesi poi sedendomi accanto a lui, “si tranquilla non ho mai stuprato nessuno”. “Senti volevo chiederti una cosa” dissi io mentre lui aveva iniziato a giochicchiare con le frange del mio cuscino “mio fratello non è più lui” “in che senso?” chiese senza alzare lo sguardo “Ultimamente è più irascibile, si arrabbia subito e oggi mi ha detto che “ mi fermai , incapace di continuare. Come poteva mio fratello essere diventato in quel modo?. Lo stesso fratello che faceva la strada con me alle scuole elementari, lo stesso fratello che giocava con me  , che mi portava i peluche a letto.

“Cosa ha detto?” con una nota di impazienza nella voce interrompendo i miei ricordi.

“Vuole bere il mio sangue” finalmente mi guardò in faccia, aveva il volto contratto e gli occhi che mandavano saette. “E’ strano, un mezzo demone non dovrebbe aver voglia di sangue e tutto il resto” disse dopo “ ci potrebbe essere qualcosa di sbagliato in lui?” chiesi preoccupata, come se non fosse già abbastanza sbagliato che mio fratello fosse un mezzo demone. “No ma di solito sono quasi come voi mortali solo con un po’ più di forza” “potrebbe essere un eccezione “proposi io. “Se è arrivato a questi livelli non sa più controllarsi e per te e la tua zietta potrebbe essere una minaccia” sembrava più preoccupato dell’inizio ma non si stava sbilanciando molto. “No, è mio fratello” “ma è anche un mezzo demone” ribattè lui. “ E poi ci vuole una certa esperienza per succhiare solo il sangue, bastano pochi millimetri e voi morite” “rasoi al posto dei denti” commentai “già”. “Tu saresti capace di farlo?” tornò a fissarmi negl’occhi “vuoi offrirti volontaria?” e ghignò mettendo in evidenza i denti aguzzi. Rabbrividii e lui accorgendosene mi strinse a se. “Tranquilla “disse più dolce. “E comunque si lo so fare e l’ho già fatto” mi sdraiai contro il suo petto.”Sai che so fare tutto , sono praticamente perfetto” ovviamente “ e anche molto modesto, vero?"

   
 
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