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Autore: Padme92    13/02/2012    5 recensioni
"Tony incatenò i suoi occhi chiari a quelli scuri di lei.
-Se non tornerai, sarò io a venire a prenderti.-"
Fanfic Tiva centrica.
Una promessa, un viaggio in Israele e un cuore corroso dal tempo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO CINQUE: I can't help it.

Le urla di Ziva gli straziavano il cuore.
Con uno sforzo enorme Tony staccò gli occhi da lei e si mise a cercare un modo per entrare in quella stanza.. Ziva poteva avere i minuti contati e questo pensiero gli rendeva faticoso concentrarsi. Ma non trovava scale, non trovava porte, non trovava niente che potesse condurla da lei! Poi, un passo strascicato alle sue spalle lo fece voltare, in guardia: un uomo avanzava lentamente, puntandogli contro una pistola. I due si squadrarono.
-Sei uno di loro?- Domandò Tony con disprezzo.
Con sua somma sorpresa l'uomo gli rispose nella sua lingua. -No. Sono del Mossad. Sono qui per Ziva.-
A quelle parole Tony cambiò sguardo.
-Il mio nome è Altair, sono il capo della squadra che era stata mandata qui.-
Tony lo scrutò in maniera pesante. -Come mai non ti hanno preso? Perchè non hai fatto rapporto?-
Quello rispose tranquillamente: -Un soldato, probabilmente troppo codardo, mi ha rinchiuso in uno sgabuzzino anziché spararmi.
Avevo perso i sensi. Per questo non ho potuto avvisare nessuno.. Tu chi sei?-
-Sono un agente dell'NCIS. E porterò Ziva via da qui.- Il suo volto era risoluto.
-Devi amarla molto, se sei giunto fino a un posto come questo solo per lei..- Commentò Altair, piano. -Sfortunatamente per te, la amo e anchio, e si dà il caso che lei ricambi.. ragion percui non la lascerò morire.-
A quelle parole Tony lo guardò confuso, ma trafiggendolo con uno sguardo pungente. Cosa significava? Ziva si era già trovata un partner, dopo solo una settimana?
La cosa più deplorevole è che quella frase suonava molto come una sfida.. Tony cercò di ignorare la cosa.
-Vediamo di collaborare..- Si azzardò a proporre invece. In fondo, aveva bisogno di una mano.
Altair sembrava d'accordo. -Credo che l'entrata per il sotterraneo sia fuori.-
-Impossibile. Ho fatto il giro dell'edificio.-
-Ho ragione di supporre che l'entrata non sia attaccata all'edificio, ma un po' più lontano. Quel luogo non ha niente a che vedere con la ditta che c'era tempo fa.-
Udito ciò Tony marciò verso l'uscita dicendo: -E allora muoviamoci. Non c'è tempo da perdere.-
I due si allontanarono, lasciandosi dietro le grida di Ziva, che tuttavia rimbombavano ancora spiacevolmente nella testa di DiNozzo. Doveva fare in fretta.
Esplorarono i dintorni, e non ci volle molto prima di trovare l'entrata di un tunnel: assomigliava a una fogna, ma non c'era acqua. Si addentrarono sotto terra senza un attimo di indugio. 
-Sto arrivando, Ziva.. Tieni duro.- Si ripeteva Tony nella mente, cercando come di comunicare con lei telepaticamente.
Dopo una ventina di metri, ricominciarono a sentire dei rumori. Si stavano avvicinando al loro obiettivo.
Giunti in un locale fiocamente illuminato da dei neon mezzi andati, Altair sussurrò a Tony: -Coprimi. Io entro dentro e lo uccido in silenzio. Sembra esserci solo lui.-
Tony, per quanto riluttante a lasciargli il piacere di mandare all'inferno quel bastardo, non discusse. Poi tutto si svolse in pochi, fatali secondi: il rumore di una porta che sbatteva, Altair che si lanciava sul nemico con un coltello e lo sgozzava, un'altra porta che si apriva in lontananza e il rumore di passi veloci che sembravano uscire dal tunnel. Tony non stette a domandarsi chi fosse, si precipitò da Ziva e la liberò. Quella cadde a peso morto, senza emettere un suono. Tony spaventato la prese al volo e la fece stendere a terra.
-Ziva..- sussurrò. Sembrava morta. Era fredda, distrutta.
Altair lo osservava, senza osare avvicinarsi. Ziva aprì gli occhi per mezzo secondo e, sfuocato, le apparve il viso di Tony, poi di nuovo buio. Tentò di articolare il suo nome, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Tony allora la prese in braccio, cercando di rassicurarla: -E' tutto finito, ci sono qui io, ora.. Andrà bene.- 
Mentre le diceva queste parole, si rese conto che stava tentando di rassicurare anche se stesso: la paura di vedere la luce negli occhi di Ziva spegnersi era tanta che gli tremavano le mani.

Scossoni, il calore del sole sulla pelle, il vento che le scomipgliava i capelli, e un profumo che non avrebbe mai dimenticato mischiato all'odore di polvere nel naso. Ziva si rendeva a malapena conto di quel che le accadeva intorno.
Percepiva di essere trasportata da qualcuno in fretta, di essere all'aperto, finalmente. Poteva scorgere il cielo azzurro e luminoso sopra di lei se appena dischiudeva gli occhi. Tuttavia la vista le andava e veniva, e vedeva tutto quanto ad intervalli:  il viso di Tony contratto per lo sforzo.. La landa deserta e secca che si distendeva tutt'intorno a loro.. Altair dietro di loro, che li seguiva a passo spedito, guardandosi intorno.. Altair.. Ma, allora era vivo..
Dopo questa fugace scoperta, il buio s'impadronì totalmente della mente di Ziva.

-Cosa ti hanno fatto..- sussurrò Tony con la voce incrinata.
Le accarezzava il viso, con delicatezza.
Un sola singola lacrima cadde dagli occhi del ragazzo sul volto di Ziva.
Poi la stanchezza prese il soppravvento, e Tony la raggiunse nel mondo dell'incoscienza.

Quando riaprì gli occhi, la giovane donna si trovava su un giaciglio confortevole, caldo, morbido. C'era un'odore di torta alla mele nell'aria, e fuori stava diventando buio. Accese la lampada sul comodino accanto al letto.
Si trovava in una stanza colorata, con diversi pupazzi e qualche poster, qualcuno le aveva medicato le ferite. Quel che però attirò di più la sua attenzione fu Tony, accanto a lei, seduto su una sedia con la testa appoggiata al materasso: era profondamente addormentato.
Ziva lo guardò un secondo, poi gli accarezzò i capelli dolcemente. Ora riusciva a ricostruire meglio l'accaduto: Tony l'aveva salvata. L'aveva portata via da quel posto terribile, l'aveva portata al sicuro.
Percepì una gocciolina scendere dalla sua guancia fino alle labbra. L'assaporò con la lingua: era salata.. Doveva essere una lacrima.
Ziva guardò meglio il volto di Tony. Era un po' impataccato, come se avesse pianto, e il lenzuolo era leggermente bagnato nel punto dove aveva la testa. Un moto di commozione fece diventare lucidi gli occhi della ragazza.
-Tony..- sussurrò.
Ma quello per tutta risposa iniziò a russare. Allora Ziva si ridistese sul materasso, rimanendo con gli occhi aperti. Il suo cuore batteva forte. Forse per l'emozione di riavere Tony accanto? Tony.. come gli era venuto in mente di fare una cosa del genere? Stava mantenendo la sua promessa, probabilmente.. certo che era cocciuto come un mulo, pensò sospirando. Ma poi le venne in mente.. c'era anche Altair là con lui, mentre la portava via.
Altair.. era stato un risorsa vitale, in quell'ultima settimana. Senza di lui.. forse non avrebbe avuto il coraggio di riprendere la sua vecchia vita. Ma ora che con lei c'era Tony, sentiva che il suo ruolo perdeva importanza.. Che non era tanto importante che lui fosse venuto a salvarla, quanto il fatto che Tony era venuto. Il suo Tony..
Quando sbirciò nella sua direzione, gli occhi le risplendettero per un fugace attimo, poi tornarono vuoti, spenti, due pozzi scuri e impenetrabili.
Dopo una mezzoretta, Tony grugnì, e si svegliò di soprassalto. Ziva lo accolse con con un'occhiata profonda e significativa, e lui le rispose con un sorriso: uno splendido sorriso, che cancellò dalla mente della ragazza ogni brutto ricordo.
-Credevo di averti persa.- Mormorò con la voce un po' roca.
Ziva si sentì a disagio. Avrebbe voluto dire la stessa cosa, ma aveva un nodo alla gola. Non riusciva ad esprimere sentimenti così forti. Quindi non rispose.
-Perchè sei venuto?- Domandò seria, guardandolo fisso.
-Lo sai.. sono un tipo impulsivo. Ed era da tanto che volevo visitare il tuo paese..-
-Tony.- Lo chiamò lei, con una nota di ammonimento nella voce.
-Che ti aspettavi? Che ti avrei lasciato morire?-
Ziva esitò. Aveva diversi pensieri che le giravano nella mente, e tra questi c'era quello che forse.. sì, forse sarebbe stato meglio morire. Almeno così non avrebbe dovuto continuare a convivere con tutti quei ricordi dolorosi.. Non avrebbe rivissuto quel trapasso nella stanza di tortura nei pensieri, nei sogni. Perchè lo sapeva, sarebbe diventato un altro dei suoi incubi. 
Tutta la sua vecchia squadra era morta. Tranne Altair. Quante altre perdite avrebbe potuto sopportare? Nascondeva ancora, dietro le pupille dei suoi occhi, le immagini dei loro cadaveri crivellati di pallottole, del loro sguardo vuoto, fisso, e in qualche modo sorpreso. Il fato non era stato clemente.
-Dov'è Altair?- Domandò d'improvviso.
-Chi?- Fece a sua volta Tony, senza capire. Ma poi si ricordò.
-Ah, il tuo tipo.. E' andato a far rapporto al Mossad. Non era conciato male, a quest'ora sarà già là.-
Ziva lo guardò contrariata. -Non è il mio tipo.-
-Ah, no?- Disse Tony con aria distratta. -A me ha detto il contrario.-
-Voglio dire.. non stiamo insieme.. ufficialmente.- Precisò lei, incespicando nelle parole.
-Ah. Tutto chiaro.- Commentò Tony senza espressione.
Per un momento molto lungo, nessuno dei due disse nulla. Fu Ziva a interrompere quel silenzio teso: -Dove siamo?-
-A casa di un tipo che gentilmente ci ha accolti. Siamo vicini all'autostrada. E' stato il posto più lontano dove sono riuscito a portarti.. Questa è la camera di sua figlia.-
Altro silenzio.
Ziva non poteva sopportare quello sguardo negli occhi di Tony, e non aveva ancora espresso la sua gratitudine.. perchè gli era grata, in fondo.
Così gli si avvicinò, abbracciandogli le spalle. -Tony.. Grazie.-
Lui si voltò per guardarla bene in viso. C'era qualcosa di diverso dal solito, nei suoi occhi.
-Lo sai, non potevo fare altrimenti..-
Lei lo guardò raggiante per un momento.
-Ora lo so.-
I loro visi si avvicinarono sempre di più, ma lenti, timidi. Il respiro fresco dell'uno accarezzava la pelle dell'altro.. e quando le labbra di Ziva percepirono il contatto con quelle di Tony, un brivido le percorse la schiena. Poi Tony mormorò, ad un soffio dalle sue labbra:
-Ziva, io.. non posso fare a meno di amarti.-
La ragazza sorrise tra sé, e per tutta risposta approfondì il bacio. In breve entrambi caddero vittime dell'oblìo più piacevole dei sensi.
   
 
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