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Autore: Beatriz Aldaya    13/02/2012    4 recensioni
1) HALLOWEEN: Di Spiriti e Cuori di pietra. [Tom Riddle, Nuovo Personaggio; One-shot; Verde]
2) NATALE: Una sciarpa arancione zucca. [Viktor Krum, Luna Lovegood; One-shot; Verde]
3) CITAZIONE ALL'INTERNO: Pirata della strada. [Ron Weasley; One-shot; Verde]
4) DICHIARAZIONE D'AMORE SENZA LIETO FINE: Perché non ci sono draghi che atterrino sui pub, in Inghilterra? [Ninfadora/Charlie, Stan Picchetto; One-shot; Verde]
5) IN UN GIORNO DI PIOGGIA: Fischiettando al cielo [Gellert/Ariana, Albus, Aberforth; One-shot; Giallo]
6) CITAZIONE ALL'INTERNO: Esami [Lily/Sev, Lily/James; One-shot; Verde]
7) INCONTRI: Per favore? [Ninfadora/Charlie; One-shot; Verde]
8) COMPLEANNO: Buoni propositi [Tobias Piton; Flash; Verde]
9) QUESTO CALDO MI STA SCIOGLIENDO IL CERVELLO!: Acqua fresca [Fred e George Weasley; One Shot; Verde]
10) CITAZIONE ALL'INTERNO: Confusione [Ted/Andromeda, Un po' tutti; One Shot; Verde]
11) CITAZIONE ALL'INTERNO: Se vincerò [Cho/Cedric; One Shot; Flash; Verde]
12)?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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perché non ci sono draghi che atterrino sui pub, in inghilterra?
Questa raccolta partecipa al "12 mesi di fanfiction contest", di BS.
Tema del mese: Una dichiarazione d'amore finita male.



        -Perché non ci sono draghi che atterrino sui pub, in Inghilterra?-

«Hei, Stan, ma quella non è la tua bella?»
«Cosa diavolo urli, testa di rapa?»
«Ma sì, è lei. È un po' difficile riconoscerla oggi, con quei capelli banalmente mori.»
Vedendo che l'amico stava spudoratamente indicando col dito la direzione in cui presumibilmente si trovava lei, Stan gli saltò addosso con la chiara intenzione di ucciderlo e i due caddero contro il muro dei Tre Manici di Scopa.
«Dov'è seduta?»
«Proprio nell'angolo, sta scrivendo qualcosa.»
«È da sola?»
«Mi pareva di sì. Non è che mi fai alzare da questo mucchio di neve, che mi sto congelando il...»
Ma Stan era già balzato in piedi e sbirciava oltre i vetri appannati del pub, nervoso.
Quando la vide, si lasciò cadere nello stesso punto da dove era venuto per non farsi vedere, ma andò addosso all'amico, che stava cercando di rialzarsi e rovinò di nuovo nel mucchio di neve.
«È lì dentro!» dichiarò trasognato, guardando verso la finestra.
«Eh, e io sono qua sotto!» comunicò irato Basil, scostando in malo modo l'amico e rialzandosi sbuffando.
«Cosa faccio?»
«Vai dentro e le urli il tuo amore.»
Stan arrossì violentemente.
«Piano B?»
«Vai dentro, ti siedi vicino a lei e fai il carino.»
«Umph. Può andare. E dopo?»
«Ma per chi mi hai scambiato? Cupido? Vai dentro e fai vedere che hai il fegato!»
E dicendo questo, Basil prese per la giacca Stan e lo catapultò dentro ai Tre Manici di Scopa.

Ninfadora Tonks sedeva nell'angolo più lontano dall'ingresso, nascosta dietro un albero di Natale e con l'aspetto più anonimo che avesse mai avuto negli ultimi due anni, avendo abbandonato i capelli dai colori sgargianti o elettrici e optato per un semplice castano scuro.
Tutte le sue amiche l'avevano abbandonata nel momento del bisogno: una si era appena fidanzata con un Corvonero e voleva rimanere sola con lui, un'altra si era messa d'accordo per un super ripassone di Natale a cui lei non aveva nessuna intenzione di partecipare, un'altra stava su un letto d'infermeria a causa di una massiccia dose di Distillato Soporifero e non si sarebbe svegliata prima di tre giorni.
Così, si trovava da sola ai Tre Manici di Scopa, scappata dalla Sala Comune per paura di incontrare Stan Picchetto -che, affetto da un tremendo raffreddore, teoricamente non sarebbe uscito da Hogwarts nemmeno per la tanto attesa gita ad Hogsmeade- seduta ad un tavolo a scrivere una delle lettere più importanti della sua vita, senza nessuna delle sue amiche ad aiutarla.
Fissava la pergamena da almeno un quarto d'ora, la penna d'oca stretta in pugno, nella mente il vuoto più totale, quando sentì la voce della persona che meno avrebbe voluto incontrare quella mattina.
«Hei, Ninfadora!»
Sorrise senza troppo trasporto e, con aria colpevole, nascose la pergamena, sulla quale campeggiavano ben visibili le due uniche parole che era riuscita a vergare, “Caro Charlie”.
«Ciao, Stan. Non eri malato?»
«Madama Chips si è allarmata quando ho cominciato a fare fumo dalle orecchie ogni volta che starnutivo, e ha pensato che forse il mio non fosse un semplice raffreddore, perciò mi ha curato. Che fortuna, eh?»
«Già, che fortuna. Senti, mi sono fatta un giro a Mielandia, finalmente posso restituirti quei dolci che ti avevo mangiato...»
«Ma no, figurati. E poi, se non avessi sgraffignato quegli Scarafaggi a Grappolo, forse non ci saremmo mai parlati.»
Ninfadora mugugnò qualcosa alzando gli occhi verso il soffitto, maledicendo il giorno in cui aveva avuto la malaugurata idea di buttarsi sul primo pacco di dolci della Sala Comune, senza preoccuparsi di chiedere a chi appartenessero, tanto era sicura fossero quelli delle sue amiche.
«Vuoi bere qualcosa?» tornò alla carica Stan, pieno di energie.
«No, grazie, ho già preso.»
«Allora stavi per andartene? Potremmo fare una passeggiata insieme, che dici?»
Ninfadora lo guardò sconsolata, pensando a quella pergamena che si stava sgualcendo nella borsa.
«C'è troppo vento, e poi stavo proprio scrivendo una cosa importante, sai...»
«Oh, ti stavi portando avanti con i temi per le vacanze?»
«Uhm. Sì, più o meno...» rispose lei incrociando le dita e cominciando a dondolare la sedia, imbarazzata dalla mezza bugia sui reali scopi per i quali stava utilizzando piuma e inchiostro.
«Fantastico! Hai una pergamena anche per me, così li facciamo insieme?»
Dora questa volta non tentò nemmeno di nascondere l'occhiata infuriata, ma perse l'equilibrio -fare l'equilibrista su una sedia con una zampa sola non era la sua specialità, assolutamente- e cadde in avanti verso il tavolo, trovandosi pericolosamente vicina ai brufoli di Stan Picchetto.
Di colpò, la situazione precipitò.
Animato da chissà quali folli idee, lui le prese il mento con una mano e, dopo averla guardata un momento negli occhi, la baciò; nello stesso momento in cui Dora sentì le sue labbra sulle proprie, scorse Charlie Weasley avanzare verso il suo tavolo, sorridendo ignaro.
Ritrasse velocemente la testa e si pulì la bocca, senza nemmeno guardare Stan e pregando i folletti che Charlie non l'avesse vista.
Peccato che, proprio mentre il ragazzo passava di fianco il tavolo accennando un saluto -con conseguente capriola del cuore di Dora- Stan cominciò a urlare la mondo quanto fosse bella e quanto la amasse.
Dora sferrò a Stan un calcio da sotto il tavolo, Charlie arrossì e si scusò per averli disturbati, con tanti auguri per un amore duraturo e figli maschi, Stan scambiò il calcio per un eccesso di energia e cercò di riafferrare Dora, che avrebbe semplicemente voluto che un drago atterrasse sul pub e la portasse via.
Ma, quando sentì le proprie dita chiuse in quelle freddissime di Stan, riprese in mano la propria vita.
Si alzò in piedi e urlò a pieni polmoni, sperando fortemente che Charlie la sentisse: «Io no, non ti amo! E non baciarmi mai più!»
Poi, tentò un'uscita dignitosa con gli occhi di tutto il pub piantati addosso, e ovviamente inciampò sul gradino d'ingresso, volando gambe all'aria.
La risata di Stan Picchetto fu la più fragorosa di tutte, e Dora se ne compiacque; ma fu ancor più felice quando vide un sorriso lentigginoso e una testa rosso fuoco chinarsi a porgerle una mano per rialzarsi dal pavimento.
   
 
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