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Autore: ignorance    13/02/2012    1 recensioni
“Cercate un/una ragazzo/ragazza per San Valentino? Avete voglia di sentirVi amati e desiderati, di ricevere almeno un regalo [...]? Siete disposti a tutto purché qualcuno Vi dia una mano (...) in merito? Allora siete nel posto giusto! Il servizio di S. Valentino Weasley Tw. Vi offre una gamma di persone come Voi, alla ricerca dell’amore perduto e senza impegno!"
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Commenti dell'autrice: aggiornamento superveloce, come promesso. Vi ricordo di dare un'occhiata alla mia super nuova pagina su Faccialibro. Yea, mi sono modernizzata anche io.
Disclaimers: i disclaimers mi deprimono, guardate il capitolo precedente e lo saprete.

Sommario: Cotte giovanili e decolleté abbondanti. Appuntamenti al buio, brontolii e temi di Pozioni. Harry prova fiotti di gratitudine, ma non sa che tutto ciò gli si ritorcerà contro!



***







Ron correva. Correva per i corridoi, trafelato, senza voltarsi indietro né preoccuparsi delle persone che gettava a terra. “Harry!”, gridava, boccheggiante, continuando a correre sempre più forte.

Quando si trovò davanti al Ritratto della Signora Grassa, si bloccò per un pelo senza schiantarsi e slittò con il naso sull’abbondante scollatura dipinta del ritratto. “Ragazzo!”, esclamò la Signora Grassa, oltraggiata. “Insomma, almeno la decenza di chiedere un appuntamento, prima!”.

Ron divenne rosso pomodoro e bofonchiò qualcosa, prima di balbettare la parola d’ordine. La Signora gli lanciò uno sguardo mieloso e ruotò sui cardini per farlo passare. “Allora ci vediamo dopo!”, cinguettò.

A passo di marcia, rosso fino alla punta dei capel- be’, sì, entrò nella Sala Comune e raggiunse velocemente la poltrona dove Harry si stava grattando il naso con la punta della piuma, fissando stolidamente il tema di Pozioni che avrebbe dovuto fare.

“Harry!”, ripeté Ron con veemenza, torcendosi le mani. Poi si fece dubbioso. “Ahem, disturbo?”

Harry lo guardò per qualche istante, un po’ interdetto. “Certo, Ron. Non vedi che sto cercando di fissare una pergamena vuota in santa pace? Cos’è, non si può più?”, sbottò. Però si sistemo meglio sulla poltrona per fargli spazio e fece un grande sorriso. “No, che non disturbi.”, assicurò quindi, divertito.

Ron parve sollevato e azzardò un sorrisetto, accomodandosi sul bracciolo. Prese un respiro e partì in quarta: “Harry, non credo sia una buona idea. Non abbiamo avuto tempo per parlarne perché Hermione è sempre in giro, non so se hai notato, sembra quasi che voglia assicurarsi che io non te ne parli, mi terrorizza, è assurdo! Voglio dire, penso di avere almeno il diritto di decidere cosa fare del mio San Valentino, e invece lei è sempre lì a fissarmi! Mi mette terribilmente in soggezione. Mi sento controllato a vista, capisci? Non capisco neanche perché tutto questo entusiasmo, poi!”. Prese un altro respiro e si preparò al resto, ma Hermione sbucò dal Ritratto e sorrise, agitando una mano e venendo loro incontro trotterellando.

“Vedi?”, ebbe il tempo di gemere Ron, sconfitto.

Hermione fece loro un grande, enorme sorriso e si mise a sbirciare la pergamena di Harry. “Non me lo dire. Non hai ancora iniziato il Tema?”, buttò fuori, un po’ preoccupata. “La scadenza è domani! Harry, devi muoverti.”

Harry rimase un po’ stranito dal repentino cambio d’argomento, ma non si perse d’animo. “Um, è che non mi viene-”, tentò, intercettando lo sguardo disperato che gli rivolse Ron ma non interpretandolo.

Hermione parve più entusiasta che scontenta. “E tu, Ron? L’hai già finito?”, domandò, scrutandolo apprensiva.

Dopo un attimo di silenzio, egli fu costretto a sbatacchiare la testa in diniego. “…No”, ammise, sconsolato.

Calò il silenzio.

“..Be’? Vai a prendere la roba, no? Io e Harry ti aspettiamo qui.” Ron si alzò a malincuore e scoccò un ultimo sguardo desolato ad Harry. Poi corse su per le scale del Dormitorio maschile.

“Allora, Harry.” Hermione si sistemò frettolosamente i capelli in una enorme coda e si sedette sul bracciolo prima occupato da Ron, sporgendosi in avanti per vederlo meglio. Tirò fuori dalla borsa, che aveva appoggiato ai piedi della poltrona, una pergamena lunghissima, fitta di una scrittura meticolosa e terribilmente ordinata, e gliela porse. “Questi sono i miei appunti. Il Tema preferirei che non lo consultaste, se non ti dispiace”, soggiunse, lievemente imbarazzata.

Harry semplicemente sorrise. “Grazie, Hermione.”

Lei arrossì. “E di che?”, brontolò, spiccia. “Dovresti sbrigarti, Harry.”

Harry le lanciò uno sguardo colmo di gratitudine e ridacchiò. “Significa che sarà un lavoro lungo e doloroso?”, indagò quindi, temendo il peggio.

Hermione non cercò neanche di negare. Gli porse un sorriso di scuse e si schiarì la gola. Harry la scrutò per qualche istante, poi il suo viso si aprì in un sorriso tetro e i suoi occhi s’incollarono alla pergamena. Be’, sperava solo che finisse presto.



Ron si grattò il naso e buttò fuori un enorme sospiro, guardando abbattuto la sua pergamena, quasi totalmente intonsa. “Vi prego, ditemi che abbiamo finito”, mugolò, guardando implorante i suoi due amici.

Hermione gli lanciò uno sguardo da invasata. “Starai scherzando, Ronald.”, disse, con gli occhi fuori dalle orbite, sporgendosi a sbirciare la sua pergamena. Questi tentò invano di respingerla con una mano, ma la sua resistenza venne presto abbattuta. “Tutto qui?!”, esclamò Hermione, agguerrita. “Sono sei ore che ci stiamo lavorando, e tutto quello che hai saputo scrivere è ‘l’Amortentia ha la singolare capacità di indurre l’amore nella persona che la assume’?!”.

Ron si fece piccolo piccolo sotto il suo sguardo accusatore. “Be’, ho sonno”, si giustificò debolmente, sbadigliando, come a dimostrazione. Hermione emise un gemito disperato e guardò Harry, come a cercare sostegno.

Ma Harry si stava massaggiando la fronte, occhieggiando freneticamente gli appunti e trascrivendoli quasi alla lettera sulla sua pergamena, quindi non vi badò.

Almeno fino a quando Hermione non gli sfilò il foglio da sotto il naso e sbuffò. “Okay, andate a dormire.”, sbottò, lanciando ad entrambi uno sguardo di rimprovero. “Subito.”, soggiunse. “Qui finisco io. In cambio, non voglio sentirvi fiatare riguardo a qualsiasi argomento io vi proponga, perlomeno per due settimane. Con questo intendo nessuna rimostranza, d’accordo? Nessuna.”, chiarì.

Si ravviò i capelli, incredibilmente crespi, e sprofondò nella poltrona, portandosi dietro i temi di Ron, di Harry, i propri appunti e in bilico sul tomo di Pozioni due piume e la boccetta d’inchiostro. “Be’?”, fece poi, scrutandoli torva. “Siete ancora qui?”

Ron si defilò molto in fretta, balbettando ringraziamenti e patetiche scuse. Harry invece si tirò su gli occhiali sul naso e sorrise. “Grazie davvero, Hermione”, disse, stringendole dolcemente un braccio.

“Cosa? Oh, certo, certo. Nessun problema, Harry. ‘Notte.”, borbottò quella, facendo vagolare lo sguardo tra le varie pergamene con aria indaffarata. Solo quando Harry se ne fu andato si concesse un enorme sospiro e abbandonò la testa contro la poltrona. “Haa”, sbuffò tra sé e sé, “menomale che dopodomani è San Valentino.”



***



Il Pertugio

Come promesso, l'aggiornamento. A domani il capitolo corposo, quello imporante. *annuisce*

Vorrei ringraziare tutti voi che avete letto, seguito, preferito e recensito. Non sapete quanto vi adori, non lo immaginate neanche!

Au revoir, a domani. ♥
   
 
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