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Autore: Leryn    14/02/2012    4 recensioni
La storia partecipa all'iniziativa "Latin Lover" indetta dal Collection of Starlight.
Depose la faretra ai piedi del letto e si piegò in avanti per sfilare le scarpe, ma i suoi propositi furono vanificati dall’insistente cinguettio del cerca-persone.
Corrugò la fronte e guardò l’orologio appeso alla parete: il suo turno era terminato da oltre mezzora, avrebbero dovuto pagargli gli straordinari.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La storia partecipa al Latin Lover Challenge, iniziativa ideata dal Collection of Starlight, said Mr Fanfiction Contest,« since 01.06.08 ».

Ps: questa One-shot è dedicata alle Blue Ladies: un buffo regalo di San Valentino per coloro che condividono la mia passione per le Dramione. Spero davvero che vi piaccia, mi sono sinceramente divertita a scriverla.

Un magico Cupido

 

<< Stai invecchiando, caro mio … >> pensò Cupido, osservando il proprio volto riflesso sulla vetrina di un negozio di Hogsmeade.

I fitti riccioli biondi che lo contraddistinguevano avevano ceduto il passo a una chioma di un giallo spento e un sottile strato di pancetta rendeva il suo profilo meno aggraziato.

Nonostante le scoperte tecnologiche e l’uso della magia, era rimasto in servizio: il suo era un lavoro di grande responsabilità che non poteva essere certo affidato al primo venuto.

Con la coda dell’occhio scorse il Salvatore del Mondo Magico e la sua fidanzata passeggiare mano nella mano, diretti probabilmente verso la loro abitazione.

Si ricordava benissimo del ragazzo: rappresentava il suo primo errore di giudizio in una carriera plurisecolare.

Cupido era convinto che sarebbe stato bene con la Chang, ma, accorgendosi della sincerità del sentimento di Ginevra, aveva rimediato al suo sbaglio.

Annoiato e infreddolito a causa del frizzante venticello che spirava sulla cittadina, decise di seguire i suoi ex clienti e scoprire come avrebbero trascorso la Festa degli Innamorati.

Nel giardino dei Potter, Harry e l’ultimogenita dei Weasley, in sella alle loro scope, stavano dando la caccia al Boccino d’oro, senza alcuna remora a disarcionarsi a vicenda.

<< Un modo davvero singolare di passare San Valentino >> considerò il divino arciere.

Potter, dopo una lunga picchiata, strinse tra le dita l’ambito oggetto, felice per aver sconfitto la moglie.

La piccola sfera, inaspettatamente sfuggì dalla sua presa, gli volteggiò intorno e si aprì, con un sonoro schiocco.

Ginny, che aveva incantato l’oggetto e lasciato vincere il giovane, sorrise per il buon esito della sorpresa.

Dal Boccino fuoriuscirono delle nuvolette di fumo rosate che, addensandosi, assunsero la forma di lettere dell’alfabeto.

<< Io non posso fare a meno di te che sei l’infinito tra i miei desideri, tu che sei il sogno più grande tra i sogni più veri >> lesse Cupido, provando sincera ammirazione per la strega.

Harry osservò per qualche istante la scritta, poi si voltò e baciò appassionatamente la moglie.

Il nostro alato amico lasciò soli i due innamorati e si spostò a Londra, dove, in un piccolo appartamento del centro, Lavanda stava apparecchiando la tavola per la cena.

Aveva cucinato i piatti preferiti dal suo ragazzo e acceso le candele, attendendo con ansia il suo arrivo.

Tra pochi giorni sarebbe stato il loro anniversario; stavano insieme da parecchi anni e lei sperava che le chiedesse di sposarlo.

La maglia autografata dai Cannoni di Chudley, contenuta in una scatola ricoperta di cuori rossi, le era costata parecchio, ma per il suo Ronnino era il minimo.

Weasley avrebbe sicuramente apprezzato una simile accoglienza, concluse Cupido e volò soddisfatto a Diagon Alley.

Depose la faretra ai piedi del letto e si piegò in avanti per sfilare le scarpe, ma i suoi propositi furono vanificati dall’insistente cinguettio del cerca-persone.

Corrugò la fronte e guardò l’orologio appeso alla parete: il suo turno era terminato da oltre mezzora, avrebbero dovuto pagargli gli straordinari.

Imbracciò l’arco e si diresse sbuffando verso il luogo dell’emergenza: la libreria Il Ghirigoro.

Varcata la soglia, riuscì a percepire distintamente le voci alterate della Granger e di Malfoy che si contendevano un libro di Pozioni.

I due sostenevano di averlo afferrato nel medesimo istante ed erano pronti a impugnare le bacchette, pur di risolvere la faccenda.

Cupido si portò la mano alla fronte, sconfortato: erano i suoi peggiori clienti.

Incontentabili e polemici, non si ritenevano mai soddisfatti e avevano mandato a monte tutti i suoi tentativi.

Hermione aveva rifiutato Viktor, Cormac e persino il suo migliore amico; Draco, invece, si era dimostrato indifferente sia alla mora Pansy che alla bionda Astoria.

Il Dio dell’Amore era stato costretto a ricorrere a uno specialista per evitare il tracollo nervoso e non voleva assolutamente tornare dallo psicologo per colpa loro.

Incoccò la freccia, prese accuratamente la mira e colpì, sfoggiando un ghigno degno del vecchio Lucius.

Il Serpeverde, con un forte strattone, s’impadronì del volume, sollevò lo sguardo per deridere l’ex compagna di scuola, ma rimase senza fiato notando la sua espressione addolorata.

Si affrettò a scusarsi per la mancanza d’educazione che aveva dimostrato e le donò il prezioso tomo, pagandolo di tasca propria.

L’ex Prefetto di Hogwarts, colpita da tanta gentilezza, gli propose di mangiare qualcosa insieme, vista l’ora tarda.

Malfoy colse l’occasione al volo e, offrendole il braccio, l'accompagnò nel miglior ristorante magico di tutta Londra.

La Granger trascorse una piacevolissima serata, trovando nel ragazzo un interlocutore colto e attento, oltre che naturalmente un uomo affascinante.

Il suo giudizio fu talmente positivo che non si scostò, quando lui provò a baciarla, ma ricambiò con trasporto.

Cupido si diede mentalmente dello stupido, la soluzione al problema era sempre stata a portata di mano: forse avrebbe dovuto davvero pensionarsi.

 

  
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