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Autore: Sybeoil    14/02/2012    4 recensioni
E se Harry Potter fosse stato una ragazza? E se suddetta ragazza si trovasse a dover affrontare il nemico peggiore di ogni tempo: l'amore?
***
La vita di Charlotte Lily Potter è sempre stata complicata ma qualcosa, accaduto subito dopo la fine dell'ultima battaglia con il Signore Oscuro, la renderà ancora più caotica. Un bacio, un singolo unico bacio, sconvolgerà per sempre la vita sua e dei suoi amici. Un bacio dato da una persona della quale non ci si deve fidare, soprattutto se il nome di questa persona è Malfoy.
Cosa accade quando la Slavatrice del Mondo Magico, cade preda delle spire di una serpe come lui?
Quali conseguenze può portare l'amore di un magiamorte per una Potter?
Cosa accade quando il cuore di una Fenice si lascia intossicare dal veleno di una Serpe?
***
DAL SECONDO CAPITOLO
< Qualcosa di divertente Potter? > chiese con la sua solita aria di superiorità. < In effetti si, Malfoy > replicai io placidamente. < E mi renderesti partecipe del tuo divertimento? > chiese lui alzando elegantemente un sopraciglio. < Certo > risposi divertita < Si da il caso che il mio divertimento provenga da te >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 24

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con ancora la Sala Grande completamente immersa nel silenzio, Charlie si accomodò al tavolo dei Grifoni cominciando a servirsi salsiccia e uova strapazzate come se nulla fosse. Dall’altra parte della sala, esattamente dietro il tavolo delle serpi, una chioma bionda si agitava forsennatamente nel tentativo di rimettersi in piedi e conservare così, quel poco di dignità che le era rimasta.

Quando sulla soglia del grande portone di legno comparve la figura slanciata di Draco Malfoy, Charlie non poté fare a meno di sorridere. Era un qualcosa che le sorgeva spontaneo ogni volta che i suoi occhi incontravano la figura del ragazzo, così come sorgeva spontaneo al ragazzo, cercare tra quella marea di teste una nera e spettinata.

Quando però, vagando per la sala alla ricerca della ragazza che solo poche ore prima si era ripromesso di dimenticare i suoi occhi incrociarono quelli assassini di Chantal, la sua attenzione fu tutta calamitata da quella parte della sala.

Senza badare al fatto che in sala ci fossero circa altri cento studenti e che tutti tenevano lo sguardo fisso sulla sua figura, si precipitò verso il tavolo verde-argento con l’intento di soccorrere e aiutare la nuova arrivata. Dopotutto quella ragazza costituiva la sua ancora di salvezza; solo così avrebbe potuto dimenticare quella Potter.

Dal canto suo Chantal, se fino ad un attimo prima si era dibattuta come un animale in trappola nel tentativo di non essere aiutata da nessuno per conservare intatta la sua dignità, appena i suoi occhi color miele scorsero il bel biondo avvicinarsi, si lasciò cadere a terra fingendo uno svenimento.

< Cosa diavolo le è successo? > domandò il biondo accovacciandosi accanto al corpo della ragazza.

< E’ stata la Potter > rispose un ragazzino del secondo anno superando i corpi ammassati intorno alla bionda.

< Cosa? > sbraitò incredulo il biondo.

Il ragazzino, intimidito dalla reazione del biondo, indietreggiò di qualche passo fino a cozzare con la schiena contro il petto di Tiger che lo spinse nuovamente in avanti.

< E’…è stata la Potter > spiegò nuovamente in ragazzo con una voce tanto flebile da essere a mala pena udibile < Le ha scagliato contro un incantesimo di disarmo tanto forte da farla volare per tutta la sala > aggiunse notando lo sguardo insoddisfatto del Principe.

Senza nemmeno degnare di uno sguardo il piccolo, il biondo si alzò e con passo militare, si diresse verso il tavolo dei Grifoni.

< Cosa diavolo avevi intenzione di fare? > urlò una volta arrivato alle spalle della mora che con tutta tranquillità continuava a mangiare le sue uova strapazzate senza degnarlo di una risposta.

Furioso per trovare quel comportamento dannatamente eccitante e per il fatto di essere completamente ignorato, il Principe mise mano alla bacchetta puntandola alla schiena della ragazza.

< Ho detto cosa diavolo avevi intenzione di fare? > ribadì in un roco sussurrò carico di rabbia.

< Mmm, sai Malfoy? > disse la ragazza voltandosi < Credo proprio che non siano affari tuoi > aggiunse in un sorriso carico di sarcasmo.

< Non sono affari miei? > ripeté incredulo il biondo < E’ di una Serpeverde che stiamo parlando, si da il caso che siano affari miei eccome >

Alzando gli occhi al cielo per la stupidità del biondo, Charlie si voltò ancora una volta.

< Quelli erano affari miei e di quella sgualdrinella > disse in tono serio

< O forse sei preoccupato che possa avertela rotta? > insinuò velenosa.

< Come diavolo osi? > sbottò il biondo aumentando la stretta alla bacchetta.

< Oso perché tu, Malfoy, sei uno stupido, arrogante, borioso e inutile idiota che non sa distinguere la differenza tra bene e male nemmeno avendocela sotto il naso > spiegò Charlie alzandosi in piedi e fronteggiando il ragazza da vera Grifondoro < Tu, sei solo un codardo che non è nemmeno stato in grado di salvare se stesso > aggiunse fissandolo dritto negli occhi per cogliere lo sgomento che sapeva, avrebbe attraversato quelle iridi color tempesta.

Quelle parole, lasciarono il ragazzo e il resto della sala completamente sbigottito.

Certo, sapeva che quasi tutti ad Hogwarts pensavano che fosse un codardi priva di spina dorsale, ma nessuno e dico nessuno, si era mai permesso di dirglielo in faccia.

Il fatto poi, che proprio la Potter avesse osato urlarlo di fronte a quasi l’intera scuola, era qualcosa di estremamente insopportabile.

In quel momento Draco avrebbe solo voluto prendere la bacchetta e farle più male possibile, avrebbe voluto che lei e tutti gli altri si rimangiassero ciò che avevano detto o anche solo pensato.

Poi però si ricordò il perché gli piaceva tanto trascorrere del tempo con quella ragazza un po’ strana; il perché amasse così tanto quei suoi occhi verde giada.

Lui amava la Potter e non solo perché era brava a letto come aveva pensato fino a quel momento, lui l’amava perché era diversa dalle altre.

Amava Charlie Potter perché a lei non interessava cosa gli altri potessero pensare o cosa poteva accadere se esprimeva liberamente le sue idee, lei era libera. Charlie non si faceva problemi e lo trattava esattamente come uno qualunque, lei era forte e coraggiosa; leale e sicura di sé.

Lei era tutto ciò che lui non sarebbe mai potuto essere.

Poteva leggergli il dolore negli occhi, lo si poteva sentire nel respiro accelerato e nelle pupille dilatate. Draco Malfoy era stato messo K.O da delle semplici parole pronunciate con tutto il più puro odio che si possa provare verso una persona.

Charlie Pottere sapeva bene che pronunciando quelle frasi lo avrebbe ferito e forse così allontanato definitivamente da lei, ma non poteva farci niente, se le era cercate e lei di certo non lo avrebbe risparmiato.

Ora però, a disastro compiuto, si rendeva conto del tragico effetto che quelle parole avevano avuto sul bel Principe che tante notti si era ritrovata ad amare, capendo che in fondo le dispiaceva essere stata così crudele.

Lei amava quella sottospecie di mago, ne amava ogni dettaglio, anche il più insignificante, ma se stargli accanto voleva dire soffrire allora lo avrebbe allontanato.

Il dolore era sempre stata una costante nella sua vita, ma da ora in poi avrebbe detto basta, non si sarebbe mai più lasciata ferire da nessuno.

Quasi in contemporanei gli sguardi dei due ragazzi toccarono il freddo pavimento di pietra della sala perdendosi poi lungo le immense finestre e tornando poi ad immergersi uno dentro l’altro.

Quella sarebbe stata l’ultima volta che i loro occhi si sarebbe incontrati ed amati. Era una promessa, e due nobili, non rompono mai una promessa.

Dopo gli scontri di quella mattina in Sala Grande, quel mercoledì proseguì senza intoppi. Le lezione si susseguirono uno dopo l’altra, lente e noiose come sempre, fino a quando non suonò anche l’ultima campanella.

Mentre Charlie usciva dall’aula di divinazione, venne intercettata da un ragazzino del secondo anno che chiedeva se quel pomeriggio gli allenamenti fossero comfermati.

< Quali allenamenti? > domandò Charlie presa alla sporvvista.

Non si ricordava affatto di aver fissato degli allenamenti, ne tanto meno che quel ragazzino fosse in squadra.

< Quelli che Ginny ah fissato la settimana scorsa > spiegò il ragazzo parlando come se avesse a che fare con un Troll mezzo scemo.

< Oh > fece la mora assottigliando lo sguardo nel tentativo di recuperare la conversazione in cui Gin le comunicava di aver fissato gli allenamenti.

< Oh, certo certo, sono confermati > mentì illuminandosi all’improvviso e regalando al piccoletto un gran sorriso.

< Perfetto > replicò quello sorridendo a sua volte e scomparendo poi in mezzo alla calca di studenti che si affrettava a tornare verso le proprie sale comuni.

Rassegnata all’idea di dover trascorrere le restanti tre ore a cavallo di una scopa, con il vento freddo a sferzarle il viso e, a giudicare dall’ammasso di nuvole soprastanti il castello anche dalla pioggia, si diresse verso la torre al settimo piano.

Arrivata in sala comune, dopo aver dovuto evitare Pix e i suoi stupidi scherzi e tentato di rifiutare un paio di inviti per Hogsmade, si lasciò cadere esausta sul divanetto accanto al fuoco chiudendo gli occhi e concentrandosi sul rilassante rumore del legno che scoppietta.

< Che ci fai ancora così? > le urlò Ron nell’orecchio.

< Sono appena arrivata, fammi respirare > replicò la ragazza fingendo indignazione.

< Non c’è tempo > ribadì il ragazzo afferrandola per il braccio e obbligandola ad alzarsi < Tra due settimane c’è la partita contro Corvonero, dobbiamo allenarci se vogliamo vincere >

< Hai ragione > convenne la mora sospirando < Immagino debba andare a cambiarmi > disse poi sorridendo divertita.

< Ecco brava > convenne il rosso < E sbrigati >

Cinque minuti dopo Charlie era pronta e sorridente con indosso la tuta da allenamento dei Grifoni e il suo manico di scopa in spalla.

Insieme al rosso e ad una piccola folla di tifosi uscì dalla sala comune e si diresse verso il campo da Quiddich dove svolazzavano già da dieci minuti gli altri componenti della squadra.

Inforcata la sua scopa, la mora si diede lo slancio con i piedi e si sollevò da terra portandosi sempre più su, fino a raggiungere gli anelli posti a quindici metri.

Stava giusto raggiungendo Gin quando un tuono scosse la terra, preannunciando ciò che lei aveva già sospettato al termine delle lezioni.

< Allora Gin > cominciò la mora < Direi di farli iniziare con dei giri di riscaldamento e poi di passare a dei tiri liberi. Voglio che riprendano la mano con queste cose prima di provare schemi di volo e di gioco >

La rossa, contenta che la sua amica sembrasse essersi ripresa del tutto, annuì vigorosamente fischiando con tutto il fiato che possedeva in un piccolo fischietto argentato.

In un secondo l’intera squadra di Grifondoro era sospesa attorno a loro in attesa degli ordini.

< Dunque > cominciò Charlie a cui i discorsi pubblici non erano mai piaciuti < Cominceremo con tre giri del campo aumentando la velocità ad ogni giro e arrivando al massimo solo agli ultimi metri >

Una serie di assensi e sorrisi di levò dai giocatore che a causa del rumore provocato dai tuoni, avvicinò le teste a quella di Charlie.

< Voglio che impariate a frenare di colpo, perciò al termine del terzo giro vi lancerete in picchiata frenando a circa due metri dal suolo >

Questa volta i brusii che si levarono dalla squadra non furono di apprezzamento ma di sgomento. Non era facile frenare a una così piccola distanza dal suolo e c’era il rischio che qualcuno finisse sfracellato sull’erba, ma Charlie era il capitano nonché miglior giocatrice della scuola, perciò ciò che diceva era legge.

< Finiti i giri, passeremo ai tiri liberi. Voglio che impariate a prendere bene la mira per cui faremo cinque tiri a testa da fermi senza disturbi e cinque tiri in movimento con disturbatori. Ron, tu dovrai parare > disse rivolgendosi al rosso che le rispose con un gran sorriso.

< Ora possiamo cominciare >

In pochi secondi l’intera squadra di Grifondoro sfrecciava nel cielo grigio da cui cominciarono anche a cadere le prime gocce di pioggia.

Charlie, sospesa al centro del campo, osservava il mondo intorno a lei ritrovando finalmente quel senso di libertà che solo il volo aveva saputo darle.



Angolo autrice:

Un grandissimo bentornato a tutti! Chiedo immensamente scusa per il ritardo con cui pubblico questo ventiquattresimo capitolo, ma la scuola, le guide e il resto in generale mi tiene impegnatissima. Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno commentato il capitolo precedenti e chi di voi, seppure in silenzio, ha speso del tempo prezioso per leggerlo.
Passando alle cose veramente importanti, in questo nuovo capitolo la nostra Charlie e il nostro Draco portano il loro amore ad un altro livello. Si feriscono a vicenda, convinte che questo sia l'unico modo per non soffrire ma presto capiranno che così facendo non fanno altro che alimentare i loro sentimenti.
La nuova arrivata, proprio come sospettato, non fa che portare guai nella vita dei due anche se io aspetterei ad odiarla del tutto, in fondo potrebbe rivelarsi molto più importante di quel che sembra.
Ad ongi modo, spero che il capitolo vi piaccia e che siate così generosi da perdonare il mio ritardo e magari lasciare un piccolo commento!
Vi aspetto al prossimo capitolo, Sybeoil!











 

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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