Il fatto che mi fossi (quasi) completamente abbandonata a Justin, mi faceva schifo.
E odiavo il fatto di essermi comportata da prostituta, la sera prima. Non era assolutamente da me.
A scuola non mi descrivevano in nessun modo, e non sapevo di preciso di quale classe sociale facevo parte.
C'erano in primo piano, i giocatori di football e le cheerleader, ovviamente tutti accoppiati.
Poi venivano quelli che non passavano inosservati, ma che dopo qualche giorno nessuno di ricordava di loro.
Infine, e decisamente per importanza, i nerd, i secchioni, gli sfigati, o come li volete chiamare.
Io facevo parte di quelle normali, sì,  anche se non sapevo dove si trovavano nella grande piramide d'importanza.
-Olivia, vieni!- mi urlò Justin, dall'altra parte del giardino, sovrastando i miei pensieri.
Mi alzai, strusciando pesantemente i piedi sulle mattonelle, accostando il muro.
-Loro sono i miei amici.- disse, indifferente.
-Chaz.- continuò, indicando un biondino poco più basso di lui.
Gli sorrisi, scrutandolo.
-E lui è Ryan.- concluse poi, indicando l'altra ragazzo alla sua sinistra.
Sorrisi anche a lui, salutandoli con un timido -Piacere.-
-Tu devi essere la tipa che scopa con Justin.- affermò il primo, ridacchiando.
Sbiancai di colpo, squadrando Justin e lasciandogli un'occhiata di fuoco.
-Oh, sì. Non vi ha detto che ce l'ha piccolo?- risposi, stando al gioco.
Scoppiare a ridere entrambi, tirando pacche sulle spalle al ragazzo ormai a bocca asciutta.
-Penso di amarti.- mi disse, il tipo che doveva essere Ryan.
-Anche io lo farei.- gli feci l'occhiolino e girai i tacchi, diretta al bosco.





In quelle ore in cui ero sparita nel bosco, avevo pensato e ragionato.
In conclusione avevo capito, girando a vuoto tra la moltitudine di alberi, che sentirmi inferiore a Justin, non era giusto.
O almeno, non proprio inferiore, ma più vulnerabile.
Quindi, siccome Dio mi aveva donato molta intelligenza, decisi di restare forte e di essere alla sua altezza.
Nessuno batte Savannah, nessuno.
Anche se i brividi e le migliaia di emozioni nel vederlo restavano, sarei cambiata. O avrei provato.
Sarei tornata la solita Miller, quella indifferente, fredda e distaccata.
-Olly.- sentì chiamare e, girandomi, scorsi Justin.
Aspettai che si avvicinasse, per poi circondargli il collo con le braccia.
Lui cinse i miei fianchi, avvicinandosi a me e facendo combaciare i nostri corpi.
Se in quel momento ci fosse stato il mio professore di Letteratura, avrebbe detto 'Contegno, ragazza' e poi avrebbe sputato in terra e bestemmiato.
Sorrisi, a due centimetri dalle sue labbra.
Solo io pensavo ai miei professori ritardati, mentre ogni qualsiasi ragazza che si trovava davanti un ragazzo... un ragazzo come Justin, sarebbe direttamente morta.
Ma io ero diversa da tutte, quindi me ne fregai.
Cominciò ad accarezzare i miei capelli biondi, per poi scendere e disegnare figure immaginarie sulla mia schiena, con le dita.
-Sai che giorno è, oggi?- chiese.
Mimai un 'no', confusa.
-Il giorno in cui Olivia e Justin dormono all'aperto!- esclamò, voltandosi a destra e a sinistra come a cercare qualcosa.
Strabuzzai gli occhi, distaccandomi.
-Senza tende o coperte..- concluse poi, grattandosi la nuca.
Scoppiai a ridere nervosamente.
Non avrei mai dormito con ragni, formiche o animaletti simili.
Il fatto era che non schifavo dormire in terra e magarmi sporcarmi di fango, ma erano gli insetti che non sopportavo.
-Tu.sei.pazzo.- confermai, puntandogli un dito sul petto, per poi incrociare le braccia al petto.
-Ora che facciamo?- continuai.
Lui scoppiò a ridere, alzando le mani come in segno di resa.
-Seguimi, deve essere la spiaggia qua vicino. Sei un disastro.- scossi la testa e, prendendolo per mano, lo guidai verso la possibile spiaggia.
Non ricordavo bene la strada giusta, ma dopo qualche minuto di pieno silenzio, arrivammo.
Il paesaggio che si presentava dinanzi a noi, era l'ottava meraviglia del mondo.





-..E così è finita la mia storia d'amore.- terminai fingendo di asciugarmi una lacrima.
Ridacchio, appoggiandosi sui gomiti. Feci lo stesso.
-Io non ho avuto storie d'amore.- affermò lui, deciso a guardare dritto.
Stetti zitta per qualche secondo, aspettando che lui continuasse.
Quando capì che non avrebbe detto una parola di più, parlai io.
-Ovvio, tu porti a letto le ragazze e poi le molli, no?- era più un'affermazione che una domanda, alla quale lui annuì.
-Non ne vado fiero, però.- sussurrò poco dopo, voltandosi dalla mia parte.
Io restai a fissare il vuoto totale, sentendo il suo sguardo puntato su di me e arrosendo.
Mi dissi di stare calma e sentirmi all'altezza, invano.
-Immagino.- 









































badabum-cha cha!


allora, ciao. lol.

scruvere sto capitolo è stato come partorite raga', vi giuro.
non avevo fantasia ( e si vede) quindi non sono molto soddisfatta del capitolo, nemmeno questa volta.
però ero anche abbattuta dalle due recensioni del capitolo precendente, due, dio.
ora comunque risponderò.
spero di perdonarmi col prossimo, che è già pronto.
quindi, boh.
spero che questa volta recensiate, in modo positivo negativo o quel che è.



@ohgiustino