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Autore: Equilibrista    14/02/2012    2 recensioni
Annabel, è una ragazza madre diciasettenne, abbadonata dal suo ragazzo, non appena rivelatogli la notizia della sua maternità.
Jasper, il suo migliore amico, fin dall'infanzia.Le resterà accanto sempre, aiutandola con il bebè e facendogli oltremodo, anche da padre.
Questo bambino, farà nascere in loro un qualcosa che all'inizio è inspiegabile, ma che alla fine si scopre Amore...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.Tanto il resto cambia...

 

 
-E tu, che ci fai qui?- disse Jasper con la rabbia che cresceva sempre più in lui...
-Fino a prova contraria, sarei il padre...- disse Alex.
-Fino a prova contraria? Ti devo ricordare che tu per ben tutti i nove mesi, non ti sei mai più fatto ne vedere, ne tantomeno sentire, tu non sai cosa Annabel ha dovuto patire e soffrire, perchè tu da stronzo codardo e irresponsabile te ne sei andato e sei sparito, così, da un giorno all'altro, ed ora te ne esci che tu sei il padre? Ma fammi il piacere...- disse Jasper con gli occhi socchiusi, rosso in volto e con la voglia di prendere a cazzotti quel figlio di...
-Lo so, sono stato un bastardo, ma con il tempo ho capito che lei è pur sempre mia figlia o figlio che sia, e non la posso abbandonare, tantomeno non posso abbandonare Annabel.-
-Ma ti senti? Ti ci sono voluti nove mesi per capire queste cose? Se tu le avresti capite prima, forse adesso per Anna non saresti morto.-
-Hai ragione, ma a diciannove anni, cosa ne potevo capire? Avevo voglia di divertirmi, non certo di badare ad un pupo e di cambiare pannolini! Ora ho vent'anni e sono più maturo, ho capito i miei sbagli, Jasper, voglio riparare tutti gli errori che ho fatto!-
-In nove mesi ora, le tue idee sono chiare? Ascolta fammi il favore di andartene...-
-Non ci penso nemmeno, io voglio vedere il bambino!- disse alzando la voce Alex.
-Ok, però stammi a sentire una volta per tutte, tu vedrai il bambino, ma non ti azzardare a toccare Annabel, ha già sofferto abbastanza per te, ed ora ha solo una cosa di cui occuparsi, il bene della bambina.- disse Jasper con il dito puntato contro Alex.
-Ma tu chi sei per vietarmelo eh? Il suo fidanzato?-
Jasper non sapeva cosa rispondere. Se avesse mentito e quindi, risposto di si, Annabel si sarebbe incazzata come una bestia, perchè lei non sopportava le bugie, quindi onde evitarle altri problemi, già ne aveva abbastanza, era meglio rispondere di no, il che comprometteva il non levarsi dalle scatole quel coglione di Alex.
Optò per la seconda scelta, meglio evitare ulteriori incazzature.
-No, razza di bamboccione, come posso esserlo se per lei sono come un fratello? Anzi ti dirò di più, per  Annabel, il padre della bambina, si, perchè alla fine è nata una splendida bambina di nome Diana, sono io, anche se non geneticamente, perchè sono io che le sono stata accanto in tutti i nove mesi e sono sempre io, che le ho tirato su il morale quando tu, da stronzo, le hai abbandonate.- Jasper stava alzando un po' troppo la voce, con il rischio di essere buttato fuori dall'ospedale.
-Intanto, il bamboccio sarai tu, e poi, non me ne frega un cazzo, io ho capito di amare ancora Annabel, per lei io sono stato importante, così come lei lo è stata per me! Ed ora, per favore, fammi vedere MIA figlia.- calcò sulle lettere "mia", voleva far intendere a Jasper, di chi era la proprietà.
 
Intanto che Jasper lo portava nella stanzetta dove i bambini dormivano gli disse -Ma tu credi veramente che Annabel ti perdoni così facilmente, guarda, non ci sperare troppo...-
Alex fece una smorfia e quando fu davanti alla culla di Diana, sulle sue labbra spuntò come una specie di sorriso. Stava davvero sorridendo quell'ebete?
-è davvero bella! Sembra la mamma.- disse Alex.
-Già, speriamo che caratterialmente non assomigli al papà...- disse Jasper.
-Vedi Jasper, della tua simpatia ne faccio anche a meno...-
-Meglio così...ed ora caro paparino , è meglio se te ne vai, la bambina ha fame ed ora Annabel, deve darle da mangiare. Quindi, vattene!-
-Lo faccio per Annabel, per lasciarla tranquilla con la bambina...-
-Ma sei scemo o cosa? Guarda ti prego sparisci se non vuoi che chiami qualcuno per buttarti fuori o prenda io l'iniziativa di prenderti in calci in culo!- disse Jasper a livelli di rabbia mai visti prima...
-E che cazzo, tranquillo amico, ora me ne vado...- disse Alex, alzando le mani in segno di arresa.
-Tutto ma non amico. E ora vai.- disse Jasper.
Alex, alzò i tacchi e se ne andò, scomparendo fra i corridoi bianchi dell'ospedale.
 
Jasper entrò in stanza che ancora fremeva per la rabbia che quel coso gli aveva procurato.
Non sapeva cosa fare...dire ad Anna che Alex era venuto, o starsene zitto per non farla soffrire?
Di certo, se avesse incontrato per caso Alex, o, lui stesso, andava a trovarla, non le avrebbe risparmiato i particolari di quella colorita discussione. Annabel, si sarebbe arrabbiata con Jasper, perchè non le aveva detto niente di quell'incontro e ciò comportava ad un litigio...
Jasper non voleva litigare con Annabel, quindi prese la decisione più saggia:dirle tutto. Rischiando, ovviamente.
 
-hey, che ci fai li? Che hai?- disse Annabel quando vide Jasp, sul letto di fronte al suo con la testa poggiata sulle braccia alle ginocchia.
-Niente, solo che...è venuta una persona, prima, non voglio farti soffrire Annabel...- disse Jasper in preda alla disperazione.
-è Alex, vero?- disse Annabel con una goccia che percorreva i dolci tratti del suo viso...
-Anna, no ti prego, non fare così...non dovevo dirtelo, lo sapevo, sono un cretino.- disse Jasper, avvicinandosi ad Anna, mentre l'abbracciava.
-No, hai fatto bene a dirmelo...Perchè è venuto quello stronzo?- disse Annabel.
-Voleva vedere la bambina, gliel'ho fatta vedere, ha detto che è bella come la mamma.- disse Jasper acido come un limone.
Jasper, raccontò tutto ciò che era successo quella mattinata.
-Jasper, io non lo voglio più vedere, mi ha procurato troppo male. Non voglio che ne procuri anche a Diana...- disse Annabel, ormai in lacrime.
-Annabel, lui non può costringerti a fare nulla, se tu non vuoi vederlo, lui non può costringerti, capito? Annabel tu sei uno spirito libero, sta a te prendere la giusta decisione senza obblighi o condizioni, tu decidi della tua vita non lui.- disse Jasper.
-Jasp, la cosa che non capisco, è come fa a dire di amarmi, così, all'improvviso, un giorno se ne viene fuori, arriva, così, come se niente fosse successo, aspettandosi che io ricada ai suoi piedi? Che cosa ha nel cervello quello, scarafaggi?- disse Annabel. Le lacrime non cadevano più, il loro posto era stato sostituito dallo spregio, lo spregio che provava per quell'insensibile ragazzo.
-Hai perfettamente ragione, ascolta, se caso mai verrà qui, non ti preoccupare, lo butterò fuori a calci!- disse Jasper.
-Grazie, mille, per tutto.-
-Sono, o non sono il tuo personal serial killer?- disse Jasper buffoneggiando.
Annabel rise per quel commento, abbracciandolo, sentendosi protetta da quelle braccia, che ormai conosceva fin troppo bene.
Qualcuno bussò alla porta. l'infermiera, aveva con se Diana, che piagnucolava perchè necessitava del latte.
-Signorina, la bambina è affamata...- disse l'infermiera porgendole la bambina.
-Io penso di andare a casa, anche perchè l'orario delle visite mattutine è finito, ritorno nel pomeriggio, va bene?- chiese Jasper alzandosi da quel letto bianco.
-Va bene, Jasper, a dopo.- disse Annabel sorridendogli.
Jasper, diede un bacio alla mamma e sulla piccola manina di Diana, poi uscì dalla porta.
Annabel, allattò Diana, aspettò il suo giornaliero ruttino e la cambiò. Poi, finalmente sazia, si addormentò beata tra le braccia della sua mamma.
 
-Posso entrare?- disse una voce femminile aldilà della porta.
Annabel, ancora intontita dal sonno, si svegliò.
-Si, entra.- disse pur non sapendo chi fosse, anche se la voce le era famigliare.
-Ciao Anna, scusa stavi dormendo, ti ho disturbata?.-
-Si, mamma... ormai sei dentro, entra.- disse Annabel. Era stata abbastanza scortese a risponderle così, ma ormai, tutto il risentimento che provava per lei era tale da far uscire dalla sua bocca veleno al posto di parole.
-Annabel, lo so, sei arrabbiata con me e ti do ragione, ma non puoi trattarmi così, son sempre tua madre!- disse Caroline.
-Lo so mamma, va bene, cerca di capirmi, sono stanca, dormo pochissimo e poi se ripenso a tutto quello che hai fatto per me, ecco, le parole crescono spontanee...-
-Tesoro, ho sbagliato, ricordati, che io ho fatto di tutto per far si che tu crescessi bene, in salute, non ti ho fatto mancare niente.- disse Caroline avvicinandosi alla sedia posta accanto al letto di Annabel.
-Si, mamma, non mi hai mai fatto mancare niente. I soldi me li hai sempre dati, mi hai comprato più di quello che io volevo, mi hai sempre fatto fare quello che io ti chiedevo. Quello che non mi hai dato, anzi, avete dato, è l'affetto, che viene prima di tutti i beni materiali del mondo. Mamma, con il tempo ho capito che tutto ciò che mi avete donato, serviva per comprarmi, anzi per comprare la mia fiducia in voi, perchè sapevate tutti e due che mi mancava sempre qualcosa, anche se mi avreste dato tutto l'oro del mondo.  Ma in fin dei conti, cosa ne sa una bambina? Per una bambina, più dai, più sei il genitore migliore del mondo...ma talvolta, mamma , una bambina ha bisogno anche di qualcosa d'altro per essere felice...- disse Annabel.
- Anna, quanto sei cresciuta...mi sono persa la tua infanzia, la tua adolescenza, ed ora sei donna. Forse, è anche colpa mia se adesso ti ritrovi una bambina da accudire; non ti ho ascoltata abbastanza, ti ho lasciato il via libera a tutto e a tutti pur di vederti felice, perchè sapevo benissimo di non averti dato mai abbastanza in quanto di amore. Talvolta, però, il lasciarti l'accesso libero a tutto, è stato un errore, ma dagli errori si impara Annabel.- disse sua madre.
-Mamma, so che pensi che questa figlia sia un errore, lo pensavo anche io agli inizi, se devo essere sincera la più brutale verità è questa, Diana è un errore. Non voglio che mia figlia cresca con questa convinzione...è brutto, parlare di lei come un errore o un brutto scherzo del destino. Quando sarà grande, parlerò di lei, come un dono di un amore, che non era nato per durare, ma che rimarrà sempre un dolce ricordo, anche se è dura pensarlo dopo quello che Alex ha fatto e detto. Però  voglio che Diana cresca così, cresca con la convinzione di essere un dono, un dolce dono.- disse Annabel, con gli occhi lucidi.
Pure a Caroline i suoi occhi incominciavano a luccicare. Si avvicinò ad Annabel e l'abbracciò mentre le sussurrava queste parole.
-Tesoro, sarai la mamma migliore del mondo, di sicuro sarai migliore di me, però sappi, che anche se a te non sembra, sei sempre nei miei pensieri, Anna, tu sei mia figlia, e anche tu sei stata un dono dell'amore che c'è stato e che ci sarà tra me e tuo padre. Lo so, non ti ho dato l'affetto che meritavi, ma sono nata in una famiglia in cui l'amore era di parte, non sono cresciuta con questi valori e perciò, non so nemmeno io cosa siano o come si facciano ad esprimere. Però sappi, che se anche non te lo dimostro, io ti voglio e ti vorrò sempre bene. Voglio essere una brava nonna ed aiutarti con questo amore di bambina.- disse Caroline ormai in lacrime.
-Mamma, scusa se mi sono comportata male con te, scusa per tutte le cose brutte che ti ho detto. Grazie perchè anche se a modo tuo, ci sei sempre stata, solo ora mi accorgo di quanto sono fortunata ad avere almeno una mamma, anche se con tutti i difetti del mondo, però ce l'ho.- disse sorridendo con sua madre per l'ultimo commento fatto.
Si asciugarono le lacrime entrambe, poi, Annabel, portò sua madre a vedere la piccola Diana, che dormiva fra le lenzuola bianche del lettino.
-è davvero bella! Ti assomiglia davvero molto. Oggi sono fiera di te come non lo sono mai stata prima.-
Disse Caroline abbracciando sua figlia.
Annabel, intanto, entrò nella stanzetta e prese in braccio la piccola Diana.
La portò nella sua stanza, seguita dalla madre. Annabel allattò la piccolina affamata sotto gli occhi felici di Caroline.
Caroline, non era mai stata così felice, vedere sua figlia, la sua unica figlia, con una bellissima bambina la riempiva di gioia. Ed anche se per Annabel c'era stata poco, le aveva sempre voluto bene, come la prima volta che Annabel vide il mondo, con i suoi occhietti azzurro cielo, presi dal papà Richard, sempre allegri e scrutatori.
 
Caroline, dovette andarsene, il suo posto fu sostituito da Jasper. Annabel gli raccontò cosa era successo con sua madre nell'ora precedente.
-Wow, è fantastico, Anna! È importante che tua mamma ci sia, soprattutto in questo momento, insomma è sempre tua madre! E poi, penso una cosa... se tuo padre in questo momento fosse qui, sarebbe fiero di te e si sarebbe innamorato di Diana fin da subito...- disse Jasper.
Ad Annabel, scappò un lacrima. -Jasper, se devo essere sincera, alcune volte mi manca...lo so, non c'e sempre stato, però, era mio padre, gli volevo bene.- disse.
-è normale che ti manca, sarebbe preoccupante se non ti mancasse, però ti guarda da lassù e penso, anzi ne sono certo, è molto orgoglioso della sua piccola Anna, così piccola ma così grande allo stesso tempo. Annabel, tu sei una grande donna, nel corpo di una bambina.- disse Jasp sorridendole, mentre le lasciava una lieve carezza nei suo lunghi capelli corvini.
-Insomma, Jasp, in un corpo di una bambina no... Non esageriamo.-disse Annabel sorridendo e scherzando.
-Anna, è vero sei una bambina cresciuta!- disse Jasper scherzando a sua volta.
-Una bambina cresciuta, tu dici?-
-Certo, non vedi, quando ridi sembri una bambina di cinque anni e poi indossi certi vestiti Anna...-
-Ma come ti permetti? Ho capito che il mio modo di vestire è ben diverso dalle altre ragazze comuni, ma insomma, guardiamo la realtà, io sono diversa dalle altre. Ho diciassette anni, ho una figlia, mi vesto da bambina, ho una mamma che gioca alla giovincella, e ho un amico che mi sopporta vita natural durante senza mai mandarmi a cagare come tutti farebbero. Ti sembra una vita normale?- disse Annabel con una faccia alquanto strana.
-Non sarà una vita normale, ma almeno è diversa da tutte le altre monotone vite. E poi, scusa, quando ti ricapiterà nella vita di incontrare una persona come me?.- disse Jasper con fare altezzoso.
-Infatti, signor guardatemi e non toccatemi, non mi ricapiterà mai nella vita, perchè di Jasper ce nè solo uno al mondo e siccome ce ne solo uno, penso che non  incontrerò mai una persona come te...quindi, mi sento di dire, di essere fortunata ad averti incontrato.- disse Annabel ridendo.
-Queste parole, signora, mi lusingano.- disse Jasper con voce superba.
Ci fu un attimo di silenzio e poi, tutti e due, scoppiarono in una risata.
-Sei uno scemo Jasp.- disse Annabel ancora piegata in due.
-Il tuo scemo preferito però...- disse Jasper.
-Jasp, mi mancavano queste risate...Perchè ora, tutto all'improvviso, ho voglia di divertirmi, di scappare, di lasciare tutto e tutti alle spalle e di partire per uscire la sera e ritornare al mattino tardi, per urlare al mondo che sono libera e che la vita è meravigliosa, perchè? Perchè non è così? Ora ho una bambina da accudire e non posso permettermi più di fare certe cose...ma sai la cosa che mi manca di più cos'è? È l'amore Jasper, ho voglia di qualcuno che mi ami, che mi abbracci, che mi baci...ho voglia di tutte queste attenzioni ed emozioni, Jasper.- disse Annabel.
Annabel continuava ad avere sbalzi d'umore, dal felice ritornava triste e da triste a felice, la causa di tutto? Quei maledetti ormoni.
-Annabel, tranquilla, potrai continuare a vivere la vita di sempre, solo che avrai un ospite in più. Non sei sola, ci sono io ed ora c'e pure tua madre, ci siamo noi che ti aiutiamo e quando vorrai staccare la spina, potrai farlo, basta chiedere. Anna, non indugiare mai, e dico mai, a chiedere, saremo sempre disponibili per te. E per quanto riguarda l'amore, bè quello arriva quando meno te l'aspetti. Non puoi pretenderlo, arriverà lui, un giorno sentirai "toc, toc" e tu dirai, "chi è?" e lui risponderà "Sono amore, vuoi venire con me? Ti porterò in un posto bellissimo, chiamato cuore, li ci si sta bene, si è sempre felici e protetti." E tu risponderai " ti aspettavo, ora vengo!" e poi ti rifugerai nel cuore dell'altro e l'altro si rifugerà nel tuo cuore, troverà conforto, felicità e affetto, tutte le cose che un uomo ha bisogno per vivere, e se un uomo non prova o non regala queste emozioni, solo allora non potrà chiamarsi tale, perchè non sarà capace di vivere.- disse Jasper.
Annabel rimase esterrefatta del discorso di Jasper, non se l'aspettava un pensiero così profondo e bello nella sua semplicità.
-Jasper, tu non smetti mai di stupirmi, un momento spari cazzate a raffica e in un altro diventi che ne so, una sottospecie di poeta...sei incredibile.- disse Annabel.
-Lo so, ti dirò, certe volte mi stupisco di me stesso delle cose che vengono fuori dalla mia boccaccia, però, Bo nascono spontanee, così come l'erba cresce nel prato. O mio dio, sto davvero diventando un poeta...- disse Jasper con facci stranita.
Annabel scoppiò in una risata per l'espressione che Jasper aveva fatto e poi gli tirò un cuscino.
-Ehi, ma come ti permetti, rovini la mia messa in piega, ci tengo al mio Look!- disse mimando la scena.
-Lo vedi, prima poeta, poi distributore di cazzate. Il tuo cervello deve essere diviso in due parti, una parte poeta l'altra cazzone. Quando la parte poeta si spegne, ecco che esce in te il Jasper cazzone. Quando la parte poeta si accende, la parte cazzone, se ne va a dormire, mentre quella poeta bussa alla porta, come l'amore...- disse Annabel ridendo.
-Che osservazione...ne sono certo, diventerai una scienziata.-
-Che lavoro entusiasmante, poi, proprio io, che di scienza ne capisco meno di zero.-
-Questa ne è la prova concreta che non è vero, hai descritto perfettamente il mi cervello  Anna, tralasciando la parte perversa che c'è in me, naturalmente...-
-scemo..- disse Annabel.
-Il tuo...- stava per dire Jasper quando Annabel intervenne -Il tuo scemo preferito, si Jasper, me lo ripeti ogni volta.- disse Annabel alzando gli occhi al cielo.
-Vedi, poco per volta e impari...- disse Jasper.
Annabel, alzò per la seconda volta gli occhi insieme alle mani, per invocare non si sa quale divinità dell'olimpo per aiutarla con il caso disperato Jasper.
-Hai un potere, Jasp, di farmi esasperare che tu non t'immagini.- disse Annabel.
-Lo so, infatti non oso immaginare la poveretta che mi sposerà...- disse Jasper.
-La compiango, guarda. Ecco perchè Jennifer ti ha mollato Jasper. Le hai fatto andare il cervello in fumo.-
-Lasciamo perdere Jennifer, è stata solo una storiella di un mese e mezzo, e poi scusa, se a te il cervello non è andato in fumo, perchè a lei si? Voglio dire, tu non sei ancora scappata da me in tutti questi anni.- disse Jasper.
-Jasper, ho imparato a sopportarti, come si sopporta il freddo, il caldo e il male... Si vede che lei, non aveva il carattere per reggerti. Diciamo, che non ti ha conosciuto abbastanza, ecco.-
-mmmm...si hai ragione. Hai imparato a convivere con me.- disse Jasper.
-Esatto.- rispose Anna, sorridendo.
 
Tre giorni all'ospedale, passarono lentamente, tra le risate e i pianti con Jasper, la riappacificazione con la madre e i pianti di Diana.
Tornando a casa, Annabel, trovò come una pace interiore. Quei muri bianchi, le persone malate, gli infermieri le davano noia e tristezza. Non le è mai piaciuto il posto dell'ospedale, perchè quando suo padre era malato, praticamente, ci viveva. Faceva a turno con sua madre per andarlo a trovare e stargli accanto,  diciamo che l'ospedale faceva riaffiorare in lei ricordi non belli. Ha passato il periodo più brutto della sua vita.
Annabel varcò la soglia di casa con in mano la culla con Diana e sua mamma dietro con le braccia colme di tutine e cosine varie per la bambina.
-Finalmente a casa, vero tesoro?- disse Annabel alla bambina sorridendole e lasciandole una carezza sul suo volto con quella pelle così delicata.
-Anna, vai a riposarti, tanto Diana mangia fra due ore. Fatti una doccia e dormi un po' ne hai bisogno.-disse Caroline.
-Grazie mamma.-disse Annabel sorridendole.
Così, mentre Diana dormiva con la nonna, Annabel, andò a farsi una doccia per levarsi tutta la spossatezza accumulata da quei giorni.
Si sdraiò sul suo letto e incominciò a dormire.
 
Annabel, sentì qualcuno che le carezzava i capelli.
-Ehi, ciao, che ci fai qua?- disse Annabel.
-Ciao, Anna. Son venuto a trovarti e vedere come state.- disse Jasp.
Annabel gli sorrise e si mise a sedere sul letto, mentre si passava, sbadigliando, una mano tra i capelli.
-Mi ha aperto tua madre, era con Diana...sta proprio esercitando in pieno il suo ruolo, vedo.- disse Jasper sorridendo.
-Si, diciamo che si sta facendo perdonare...-disse Annabel -Comunque, un vantaggio per me, no?-
-Certo! Hai più tempo per te se farà così sempre...- disse Jasper.
-Infatti...-disse Annabel sorridendo-Hai visto se stava dormendo, Diana?- chiese Annabel.
-Si mi pare che stava dormendo...-disse Jasper dubbioso.
Non appena finì quella frase, si sentirono delle urla di pianto provenienti dal piano di sotto. Subito Anna, si tirò in piedi dal letto, e si piombò al piano di sotto, dirigendosi verso sua madre con la bambina in braccio.
-Ha iniziato adesso, penso che abbia fame...-disse sua madre.
-Ok, vieni qui, scimmietta urlatrice.- disse Annabel affettuosamente. Ormai quel soprannome calzava a pennello a Diana.
Annabel si sedette e incominciò ad allattare la piccolina.
Intanto, Jasper, era in cucina con sua madre per lasciare un po' di privacy alla sua amica.

Qualcuno suonò al campanello. -Vado io!- urlò Caroline.
-Buongiorno, signora, ho una consegna per Annabel Clark.-disse il ragazzo porgendole un mazzo di rose rosse.
-Si, grazie. Arrivederci.- disse Caroline dubbiosa.
-A lei. Arrivederla.- rispose il ragazzo.
-Annabel, sono per te. Non so di chi sono.- disse Caroline porgendoli ad Anna.
Annabel, la guardò con sguardo interrogativo e poi, incominciò a leggere il bigliettino.
"Queste rose, non supereranno mai la tua bellezza e quella della piccola Diana. Ti amo."




NOTE* 

  
ciao ragazze!!!
Allora, vi piace la nuova storia?
mi dispiace davvero tanto di averci messo così tanto, ma tra la scuola e varie cose (aggiungiamo anche che il tempo per stare al computer è limitato da mia madre:/) ci metto un po' per scrivere un capitolo, anche perchè sono abbastanza lunghi (7 pag.) e non si scrivono tutte di getto 7 pagine, o per lo meno non si scrivono in un ora(esoneriamo i casi speciali).
Avrete capito che la situazione di Annabel, non è per niente facile e poi c'e di mezzo lo stronzo Alex che le complica la vita.
Invece Jasper...be lui è davvero speciale per Anna...
che dire ancora? lasciate un commentino almeno per farmi sapere il vostro parere...è importante...
spero di aggioìrnare al più presto...
un bacio.
P.S. chi segue Tra sogno e realtà  il prossimo capitolo sarà pronto al più presto=)
un bacio<3
GAIA<3

  
   
 
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