Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Equilibrista    29/01/2012    3 recensioni
Annabel, è una ragazza madre diciasettenne, abbadonata dal suo ragazzo, non appena rivelatogli la notizia della sua maternità.
Jasper, il suo migliore amico, fin dall'infanzia.Le resterà accanto sempre, aiutandola con il bebè e facendogli oltremodo, anche da padre.
Questo bambino, farà nascere in loro un qualcosa che all'inizio è inspiegabile, ma che alla fine si scopre Amore...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Prologo.

 

Annabel, ragazza madre diciassettenne, abbandonata dal proprio ragazzo nel momento in cui lei le aveva detto di essere incinta e lui da perfetto codardo se n'era andato, lasciandola sola e impaurita di fronte a questa nuova verità.
Jasper, migliore amico di Annabel.
Amici dalla giovane infanzia in cui si erano ritrovati all'asilo della città con in mano una macchinina e una bambolina, unica loro consolazione che quietava le loro lacrime di tristezza quando le loro madri li avevano lasciati in quel posto pieno di bambini  e di signore in camicie bianco, che odorava di disinfettante per ambienti.
Quel giorno si erano conosciuti, e per lunghi diciassette anni non si erano mai persi di vista.
Erano inseparabili.
Lui per lei c'era sempre, così come lei per lui c'era in qualunque momento della giornata. Si potevano considerare come fratello e sorella, talmente il loro rapporto era indissolubile.
La notizia della maternità di Annabel e il suo conseguente abbandono da parte del ragazzo di cui lei era innamorata, cambiò qualcosa nel loro rapporto.
Qualcosa che all'inizio era inspiegabile, ma che alla fine prese il nome di Amore.

 

1. SENZA PAURA.
 

Annabel, stava dormendo nel suo letto, quando...
-No, cavolo, le acque!-
Presa dal panico, afferrò il cellulare sul comodino affianco al suo letto e prese a chiamare Jasper.
Si ricordava ancora le sue parole: - Ricordati Anna, se avrai bisogno di me, chiamami in qualunque ora della notte e del giorno, il mio cellulare è sempre acceso.-
-Anna, che c'e tutto bene?- rispose Jasper con la voce impastata dal sonno.
-Jasp, mi si sono rotte le acque!- quasi urlò Annabel in preda al panico e ai dolori che incominciavano a presentarsi.
-Oh mio dio! Ok, calma, fai come ti hanno insegnato al corso pre-parto, respira a fondo, fai grossi respiri e soprattutto stai calma! Ora arrivo io e ci dirigiamo in ospedale o preferisci che chiami l'ambulanza?- chiese Jasper, che, in tutta fretta si stava vestendo, nell'intendo di fare il più veloce possibile.
-No, no, ti aspetto, però ti prego fai in fretta!- gli chiese Annabel in tono supplichevole.
-Arrivo!- e così Jasper chiuse la chiamata.
-Fanculo il corso!- pensò Annabel in preda al panico.
Quel corso era stata obbligata a farlo, Jasper, l'aveva obbligata, il suo migliore amico che considerava quasi come un fratello.
Gli era stato accanto tutti i novi mesi della maternità, prendendo il posto di quello stronzo di padre che l'aveva abbandonata non appena lei gli aveva dichiarato di essere incinta.
In tutti quei novi mesi di paura, sofferenza e nausee, non si era degnato di chiamarla nemmeno una volta per sapere le sue condizione e quelle del bambino.
Niente di niente. Jasper era stato l'unico a rimanerle accanto e a sopportare tutte le sue crisi isteriche, le sue ansie e le ore di estenuanti shopping per la compera di tutine, lettini, passeggini e ciucci vari.
Solo lui! La sua famiglia era quasi inesistente per lei.
Suo padre era morto quattro anni fa di tumore al polmone; mentre sua madre, in quanto donna in carriera sempre in viaggio per il suo lavoro di hostess, non era mai presente in casa.
Ora, sua madre era in servizio su di un volo per Roma, quindi non avrebbe nemmeno assistito alla nascita del bambino.
 
La porta si aprì e subito un Jasper con le occhiaie che segnavano i suoi occhi color del cielo, piombò nella stanza da letto della povera Annabel.
-Jasper, finalmente, aiutami, ho paura!- disse Annabel con le lacrime che incominciavano a solcarle il viso.
-Anna, tranquilla, espira e inspira, espira e inspira...- le diceva Jasper, carezzandole il viso per calmarla.
-Brava, Anna, brava, ora ti prendo in braccio ed andiamo in macchina, ok?- le disse Jasp prendendola con cautela in braccio.
Anna gemette per il dolore, mentre l'aria mite d'inizio Giugno asciugò le piccole gocce di sudore che gli si erano formate in volto.
Jasper mise in moto la macchina e in dieci minuti raggiunsero l'ospedale.
 
-Mi scusi, infermiere, ho una donna incinta in macchina...- disse Jasper al primo infermiere che incontrò.
L'infermiere non lo lasciò nemmeno finire di parlare che gia soccorse in aiuto.
Annabel fu portata con una barella in sala travaglio, assistita da infermieri e da Jasper.
Gli infermieri lasciarono soli Jasper e Annabel in sala travaglio.
-Jasp, ho paura!- disse Anna al suo amico mentre le lacrime rincominciavano a sgorgare dagli occhi.
-Hey, tranquilla, ci sono io qua con te, Anna, stai per dare alla luce una vita, concentrati su quello, non pensare ad altro, pensa ora solo al bene del tuo figlio o figlia... hey, a proposito, alla fine che nome hai deciso di dargli al bambino tra i mille che avevi scelto?- le disse Jasper, rubandogli un mezzo sorriso anche in un momento così critico.
-Se è maschio Michael, se è femmina Diana.- rispose Annabel.
 
Dopo due ore di travaglio, finalmente, Annabel, venne portata in sala parto.
-Brava, tesoro continua così,  spingi ancora un po' e ci siamo, dai ancora un piccolo sforzo...- continuava l'infermiera a incitare Anna, mentre Jasper era al suo fianco che le stringeva la sua mano sudata.
Con un ultima spinta e grido la bambina venne alla luce con sonori strilli.
-Brava tesoro sei stata bravissima è una bellissima bambina.- le disse Jasper baciandole la fronte ancora impregnata di sudore, mentre lacrime di dolore e gioia riempivano il suo viso rosso e accaldato.
-Eccola qua, una bellissima bambina, come il papà e la mamma.- disse l'infermiera porgendo ad Annabel le creatura che  lei aveva appena dato alla luce.
Annabel  e Jasper si guardarono mentre Jasper prendeva la parola - Mi scusi, ma non sono il padre, sono... solo un suo amico.-
-ah, mi spiace...-disse l'infermiera.
-no, no, niente non poteva saperlo.- rispose Annabel.
L'infermiera insegnò ad Annabel come tenere in braccio la bambina. Era emozionata e insicura, quel piccolo seme che era cresciuto nella sua pancia per nove mesi, ora era tra le sue braccia...un miracolo!
Jasper era emozionato quanto lei, tanto che anche le sue guancie si rigarono di lacrime di gioia.
-Allora ragazzi, che nome scriviamo?- chiese l'infermiera.
-Diana.- disse Anna, guardando Jasper con il sorriso stampato in volto.-Ora però, dobbiamo lavare la bambina, ve la ridò fra un po', intanto ti faccio portare in camera dal mio assistente.- disse l'infermiera.
Anna e Jasp restarono in camera soli.
-Sei stata bravissima Anna.- le disse Jasper -Grazie, hai visto? È così bella, piccola e indifesa. Le darò tutto l'amore del mondo,  non commetterò gli stessi sbagli che ha fatto con me mia madre.- disse Annabel ancora commossa, mentre le lacrime rincominciavano a scendere.
-Anna, ti prego non piangere, sappi che non sei sola, ci sono io e ci sarò sempre, ricordati, se ci sono stato in questi diciassette anni della mia vita, ci sarò anche per altri cento...sai che ti voglio bene e non ti lascerei mai sola, soprattutto in questo momento così delicato.-
-Grazie, sei unico Jasp, ti voglio bene, tanto bene.- disse Anna abbracciandolo con tutta la gratitudine che poteva dimostrargli.
-Vorrei che Diana avesse un padre come te e non come quel coglione di Alex.- parlava di lui come l'essere più spregevole della terra, ed aveva tutti i suoi buoni motivi per odiarlo.
-Se sarà necessario, le farò anche da padre,diciamo acquisito,  tutto ciò che serva per farvi star bene e per rendervi felice, davvero, Anna. - disse Jasper mentre le carezzava con il dorso della mano il viso.
Un "toc toc", ruppe quel dolce momento e nella camera apparve l'infermiera con in braccio la piccolina.
Aiutò Annabel a far uscire il latte dal seno, cosicché la bambina poteva nutrirsi.
Il dolore quando la bambina succhiava dal capezzolo era forte, ma nulla a confronto il parto!
Jasper non voleva essere invadente in quel momento, anche perchè Annabel, stava sempre mostrando un seno e non voleva farla sentire in imbarazzo.
Uscì dalla stanza e trovò sul suo cellulare ben cinque chiamate perse da sua mamma. Decise di richiamarla. -Ciao mamma!- disse.
-Oh ciao figliolo, ma dove sei? Non rispondevi, mi hai fatto preoccupare!-
-Mamma, non ci crederai, Annabel ha partorito e io l'ho dovuta accompagnare in ospedale...-
-Oh mio Dio, che bello, come si chiama? Anna sta bene? È maschio o femmina?- la mamma di Jasp continuava a sparare domande a raffica, Jasp non fece nemmeno in tempo a rispondere ai tanti dilemmi di sua madre, che lo liquidò con un "vengo subito li. "
 
Mentre Annabel dormiva spossata dalla fatica del parto e nella stanza di fronte a lei, dormiva la sua piccola Dea, insieme ad altri due piccole creaturine tali Allison e Robert, Jasper era impegnato ad accompagnare sua madre a vedere la piccola bambina che dormiva, beatamente.
Aveva parecchi capelli, neri come il carbone, come quelli di sua madre, assomigliava molto ad Annabel!
Era un scriocciolino avvolto in una delle tante tutine che Anna aveva preso nei nove mesi di maternità. Jasper era emozionato, cosa che sua madre notò.
-Figliolo, guardati, sei così emozionato per questa nascita che davvero sembri il padre di Diana. Ti capisco, sai? È una bellissima bambina, come la madre, è un peccato che il padre non si sia fatto più sentire... davvero, Annabel non lo merita proprio.-
A sentire pronunciare il nome padre , gli occhi di Jasper si spensero.
Provava un odio immenso per Alex, lasciare così la sua migliore amica, sua "sorella adottiva" come lui stesso amava definire.
Voleva bene ad Annabel, come si voleva bene ad una sorella o un fratello, e dal momento che entrambi erano figli unici, e di questo ne soffrivano molto, ognuno aveva preso il posto nella vita dell'altro.
Annabel era rimasta incinta per incoscienza.
Era una notte come tante altre, Alex era a dormire da lei, per passare un po' di tempo insieme. Non lavorava, aveva 19 anni, andava ad un'università che distava parecchi chilometri dalla città in cui Annabel viveva e studiava.
Non si vedevano molto, perchè tutti e due dedicavano tanto tempo allo studio, quindi, appena sua mamma partiva per servizio hostess, Alex andava da Anna, per avere quell'intimità di cui lo studio e la distanza privava loro.
Quella sera si erano fatti prendere un po' troppo dalla passione e dal trasporto, dimenticandosi protezioni varie e, dal momento che Anna non pendeva la pillola, il cosiddetto "palloncino" era la loro ancora di salvezza "anti pupi e malattie".
Solo dopo aver fatto l'amore si ricordarono di quell'oggetto "salva vite".
All'inizio non ci badarono molto, la preoccupazione salì, quando le mestruazione tardavano arrivare. Due, tre settimane, Anna era sempre più preoccupata, così si decise e fece il test di maternità che, risultò positivo.
Sua madre, non la prese molto bene e, dopo un  mese di incazzatura, incominciò ad accettare anche il nuovo arrivato.
Annabel, fin da sempre, pensò che sua madre era tormentata dal fatto che dovesse diventare nonna, dal momento che aveva anche una certa supposizione che si facesse il botux agli zigomi.
Alex, la prese ancora più male, la sua risposta fu " che cosa? Io non voglio diventare padre così presto! Non voglio assumermi questa responsabilità!"
Dopo quelle parole, Annabel, non lo vide più.
Passò un brutto momento, anche di depressione, ma con l'aiuto di Jasper, riuscì a superarlo e a dimenticarsi dello stronzo irresponsabile.
 
Annabel arrivò a sera che era stremata, dalle tante visite, da parte dei parenti di Jasper e dei suoi vecchi amici, mai più visti fino a quel momento.
Di sua madre non vide nemmeno l'ombra. Neanche una chiamata.
Ma anch'essa non tardò ad arrivare.
-Pronto?- la voce stanca di Annabel rispose a colei che in teoria doveva essere sua madre.
-Ma si può sapere che fine hai fatto? E che diamine Annabel, sei incinta!- disse isterica sua madre.
-Mamma, da stamattina non lo sono più! Ho partorito, ma tu ovviamente, sei arrivata solo a sera a ricordarti della mia esistenza!- disse inferocita Anna.
-Che cosa? Ma perchè non mi hai telefonato!- disse sua mamma sorpresa.
-Ti devo ricordare che tu eri in assistenza aerea e li i telefoni sono spenti, forse? Come facevo a telefonarti? Meno male che c'era Jasper, è lui che si è occupato di me, ha fatto quello che doveva spettare a te, mamma, se lui non ci fosse stato, per te sarei morta in un letto con un bambino che bussava alla porta pronto ad uscire!- disse ancora più infuriata Annabel.
-Annabel, non parlare così! Come facevo con il lavoro? Me lo dici?-
-Mamma, stai mettendo al primo posto d'importanza il lavoro e non tua figlia, per altro, incinta! Ma ti rendi conto?-
-Annabel, i soldi bisogna guadagnarseli, non piovono dal cielo!-
-Con tutta l'eredità che papà ci ha lasciato, di certo, per un mese, non saremmo morte di fame! Non ti  ho chiesto di stare a casa tutti i nove mesi, almeno l'ultimo mese, mamma, il più delicato! E che cazzo lo dovresti sapere anche tu, anche tu sei stata incinta di me, santo cielo!-
-Si, hai ragione, non sono degna di essere chiamata mamma, ti prego perdonami, bambina mia, perdonami!-
-Mamma, ormai le parole sono di parte, quello che è fatto, è fatto, ed ora scusa ma sono esausta, ciao mamma.-  e così Annabel chiuse la chiamata in lacrime.
Come poteva sua madre pensare prima al lavoro e poi a lei? Sapeva benissimo anche Annabel che il lavoro è tutto per una famiglia (se così si poteva definire la sua), ma sapeva anche benissimo che suo padre era un avvocato molto ricercato della città, l'avvocato Richard Clark, era sulle bocca di tutti, per il grande numero di cause vinte, e così, tutti si affidavano a lui.
Quando morì, lasciò un bel po' di soldi ad Annabel e a sua madre Caroline, tanti quanto bastavano per un mese e più. Inoltre, c'erano anche i soldi che Caroline guadagnava dal suo lavoro di hostess, e non si poteva certo dire che il salario era basso! In poche parole, la famiglia Clark, era una famiglia benestante.
Nonostante questo, Annabel, non era cresciuta viziata. È stata sempre una ragazza umile, acqua e sapone, che non l'è mai importato essere al centro dell'attenzione, tantomeno, quando rimase incinta. Non aveva molti amici, per via del fatto che tutti la consideravano "la riccona di turno". Diciamo che la gente delineava di lei un profilo che non le apparteneva per niente e come si suol dire, l'abito non fa il monaco...
Di questa cosa, ne soffriva molto, ma con il tempo,  aveva imparato ad accontentarsi di quel che Dio le aveva dato, Jasper.
Tutta la gente che era venuta a trovarla in ospedale, era solo quel tipo di gente lecca culo che ti tiene solo per il semplice fatto che sei ricca.
Annabel ne faceva anche a meno di quelle persone, ma di certo non poteva cacciarle dalla stanza, sarebbe stato molto scortese da parte sua, non voleva comportarsi come loro.
 
Jasper salutò Anna e si rifugiò a casa sua, che poi era anche quella dei suoi genitori, dal momento che i 18 anni non li aveva ancora compiuti e ciò comportava il non andare ad abitare da solo.
Anche lui frequentava lo stesso college di Annabel, il Darthmouth. Aiutava Anna nel recupero delle lezioni perse, dal momento che faceva tante assenze a causa della sua maternità.
Jasper, e le magliette extra large, erano il nascondiglio dagli occhi indiscreti, di Annabel, anche se, passati i sei mesi, ne l'uno ne l'altro servivano più.
 
Non fu una nottata particolarmente bella per Annabel, non aveva dormito per niente, tra gli ormoni sballati e le poppate che doveva fare per Diana, riuscì a dormire praticamente quattro ore scarsissime.
La mattina aveva due profonde occhiaie, sembrava un panda!
Decise di prendersi un momento per se, approfittando del fatto che Diana dormisse beata nella sua culla, così si mise sotto il getto caldo della doccia e si lasciò cullare dal leggero massaggio che l'acqua faceva sulla sua schiena.
L'attimo di relax finì, perchè nella stanza, apparve l'infermiera con in braccio la piccolina che strillava.
-Cara, la bambina chiama, è ora di allattarla!- disse l'infermiera.
-Vieni qui piccola scimmietta urlatrice!- disse Annabel a Diana.
L'infermiera sorrise per quel simpatico soprannome e nel mentre, diede con cautela Diana in braccio alla sua mamma.
Quando bussarono alla porta, Annabel, aveva gia finito di sfamare la piccolina e la stava posizionando, come insegnato dall'infermiera, per far fare a Diana il ruttino, prima che si addormenti beata tra le sue braccia.
-Posso, Anna, sono Jasper!-
-Si, vieni.-
Jasper entrò nella stanza con in mano riviste e cioccolatini.
-Tieni, ti ho portato alcune cose per farti passare il tempo, anche se, con le visite che riceverai, ne dubito avrai il tempo di usufruirne...- disse Jasper, porgendole riviste e cioccolatini.
-Jasp, guarda ti ringrazio tanto, ma i cioccolatini non li posso proprio accettare, non posso mangiarli, me li ha vietati la dottoressa, potrebbero far male alla bambina, diciamo "inquinare" il latte...-disse Anna sorridendogli.
-Ah, mi dispiace...comunque, come sta la piccolina?-disse Jasper avvicinandosi a Diana che emetteva versetti strani, carezzandole le guanciotte rosse con l'indice.
-è bella come la mamma!-
-Smettila Jasper, mi fai arrossire, gia con il parto sono ingrassata parecchio, ho un culo che non finisce più-
-Non dire cazzate!-
-Non dirle tu!-
-Ok, argomento chiuso altrimenti non finiamo più.-
-ok! Aspetta, aspetta, shhh si è addormentata, vado a portarla nella culla.- disse Annabel alzandosi dal letto per andare a riporre la bambina.
 
La gente chiamava i due amici "la coppia di ghiaccio", perchè tutti e due avevano occhi blu come il mare, e poi i capelli corvini lunghi e lisci di Annabel, li facevano risaltare ancora di più.
Annabel non era perfetta in quanto fisico, aveva una taglia abbonante e in quanto di corporatura, era leggermente robusta.
Jasper, era moro, un ragazzo slanciato, ma come si dice, anche a lui il posto della tartaruga lo occupava una leggera pancetta...
 
Annabel tornò in camera e si piombò a peso morto sul letto.
-Si è addormentata?- domandò Jasp.
-Si! Sono stanchissima, voglio riposare, ti prego, ti do l'incarico di uccidere chiunque venga a trovarmi!- disse Anna.
-ok, sarò il tuo personal serial killer.-disse ridendo insieme ad Anna.
-Ora, davvero, cerca di riposare, dico io alla gente che stai dormendo...-
-Ok, grazie mille, sei un angelo.-
-Riposati!- le disse Jasper, lasciandole un bacio tra i capelli.
Abbandonò la stanza e proprio fuori di essa trovò la persona che mai avrebbe voluto incontrare.
-E tu, che ci fai qui?- disse Jasper con la rabbia che cresceva sempre più in lui...

 
 
  
  

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Equilibrista