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Autore: raptasum    14/02/2012    2 recensioni
Grazie mille per tutte le visite alla mia FF, così mi fate arrossire ^_^
Comunque, questa fic parla di due personaggi di TD (Heather e Alejandro), ed è molto OOC, perciò non condannatemi a morte per favore!
Vabbè, gustatevela, e poi mi dite, oki?
Bacioni raga!
ArYsSa
P.S. Complimenti alla creatrice del sito, e anche a tutti quelli che scrivono, continuate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'AleHeather varie'
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è da un mese che sono uscita da quel penitenziario. In confronto al cibo che ho mangiato in questi sei anni (non so quale sia la pena esatta, NdA), persino la spazzatura è cibo da gourmet. Compiere 17 anni e un paio di mesi dopo essere spediti in un carcere femminile non è bello. LeShawna in quel periodo mi aveva proprio rotto le palle, e aggredirla è stato bellissimo. Mi ricordo come fosse ieri ciò che è successo:l'ho attirata nel vicoletto (visitato generalmente dai pusher di droga, specialmente cocaina e marjiuana), e lì l'ho picchiata, e picchiata, e picchiata; non dimenticherò mai il suo respiro pesante, mentre collassava per terra, con il braccio rotto e il sangue che colava dai vestiti. Il destino vuole che di lì passasse Trent, diventato poliziotto: mi ha portato in caserma, ma mi sono subito costituita. Ora LeShawna è all'ospedale, credo sia sotto farmaci pesanti, ma non pagherà mai abbastanza per quello che mi ha fatto durante il reality. Cammino per strada, godendomi i raggi del sole di luglio. La mia tunica svolazza leggera al venticello caldo che spira ora, e i miei capelli mori e lunghi (che finalmente sono ricresciuti, menomale che Chris non ha voluto fare una terza stagione di A Tutto Reality) si muovono, sembra quasi che danzino. Passeggio lentamente, assaporando ogni singolo respiro. Finalmente mi sento libera. Ad un certo punto, vedo una coppietta che guarda le vetrine dei negozi. mi sembrano persone conosciute...ma certo, sono Duncan e Gwen! L'ex-gotica si è tinta i capelli di nero cupo, invece Duncan si è tagliato la cresta, non sono cambiati poi tanto, dopotutto. La ragazza, la mia vecchia nemica, si gira, mi guarda e mi sorride. Esclama:
- Heather! Ma sei proprio tu?
- Sì cara, come stai? Spero bene. Sono uscita un paio di settimane fa dalla galera...
- Oh, che bello! Sai, anch'io avrei picchiato LeShawna - dice. Gwen era molto arrabbiata con lei, da quando ci ha provato con Duncan.
- Eh già... scusa, ma mi sembri ingrassata. Che ti è successo?
- Ecco... a dir la verità... sono incinta! Sono al quarto mese di gravidanza!
- Oh mio Dio, che bella notizia! è di Duncan, vero?
- Esatto! E non è tutto: a metà settembre ci sposiamo!
- Fantastico, verrò sicuramente al vostro matrimonio! E tu Duncan, come stai? Hai più avuto notizie di Courtney?
- Sì sto benone! - mi risponde il punk - e comunque sì, purtroppo. Da quando ha scoperto da quella chiacchierona di Lindsay che ci sposiamo, non la smette di mandarmi messaggi. Uffa che testona quella!
- Sì, sul serio! Vabbè, ci vediamo, ora devo scappare! Ti chiamo qualche volta, Gwen! - dico.
- Va bene, quando vuoi, bye bye! - mi salutano.
Riprendo la mia passeggiata, con pensieri che mi frullano veloci nella testa. Tutti i miei vecchi compagni di disgrazia sono felici, mentre io? Solo perchè sono un pò cattiva, non significa che sia anche una solitaria, no?

Intanto che guardavo una vetrina, un tipo che stava messaggiando mi si scontra contro. Io barcollo un pò, e poi mi aggrappo a quel ragazzo. è molto abbronzato, con dei bellissimi occhi verdi e capelli castani, lunghezza media. è alto, e muscoloso, vestito casual: maglietta, felpa, jeans stonewashed e All-Star nere. Gli urlò subito contro:
- Ehi che modi!
- Oh, mi dispiace, scusa tanto, ti ho fatto male? - mi chiede, galantemente.
- No, per fortuna. Invece di stare a usare il telefono con la tua ragazza, guarda la strada, scemo!
- Non stavo messaggiando con la mia ragazza! Anzi, a dir la verità la stavo lasciando... il minimo che posso fare è offrirti un caffè, no?
- Vabbè, dai, andiamo a berci 'sto caffè - gli rispondo, parlando veloce. Ha un vago accento spagnolo, ma proprio leggero, semi-inudibile. Peccato che passando sei anni in un carcere femminile, senti moltissimi accenti, dal russo all'inglese, passando per l'italiano e, appunto, quello spagnolo.
Ci incamminiamo verso il primo bar che vediamo, e intanto ci presentiamo.
- Comunque, io sono Heather.
- Alejandro, piacere mio, Heather - pronuncia strano il mio nome, quasi per canzonarmi. Che bel nome, però Alejandro, sa di caldo, di estate e di mohito su un amaca, alle Hawaii...
Entriamo. Il barista ci chiede subito cosa vogliamo, e ordiniamo due caffè forti. Intanto proseguono le presentazioni.
- Tu vieni da...? - mi fa Alejandro.
- New York, ma i miei nonni materni sono cinesi. E tu?
- Io? Beh, i miei genitori sono di origine madrilena, ma io sono nato, come te, a New York, ho vissuto per un po' di tempo in Spagna, e poi sono tornato qui...
Non fa in tempo a completare la storia della sua vita, che il barista ci piazza davanti i due caffè bollenti. Lo beviamo in due modi completamente diversi: lui lo trangugia velocemente, mentre io lo sorseggio lentamente; è il caffè più buono che abbia mai assaggiato in vita mia. Passiamo tutto il pomeriggio in quel bar, chiacchierando del più e del meno. Fatto sta che alle sette di sera, mi accorgo che è tardissimo. Mi alzo velocemente, e gli dico:
- Oh cavolo, è tardissimo! Grazie per il caffè, grazie per il bel pomeriggio, ma ora devo andare
- No, aspetta un attimo! - mi prende la mano, si alza intanto che la stringe nella sua, e ribatte:
- Non puoi tornare a casa da sola, bella come... ehm, volevo dire, non puoi tornare a casa da sola, è sera!
- No, ce la faccio benissimo. E mollami! - gli urlo. Tutti gli occhi del bar si posano su noi due. Che strano, ho come l'impressione di.. no, è impossibile che abbia cercato di occultare una frase!
- No, non ti mollo. Ora ti accompagno a casa, così potremo finire la nostra chiacchierata.
- Vabbè. Se proprio vuoi, accompagnami a casa!

Ci incamminiamo fino a una spider grigio brillante. Mi apre galantemente la portiera, e poi partiamo. Non ne ho voglia di parlare con lui, peciò liquido tutto ciò che mi chiede. D'altronde, devo pensare anche a trovarmi un lavoro! Non posso uscire con tutti quelli con cui mi schianto! Appena arrivati a casa mia, scendo, sbatto la portiera e cerco le chiavi. Sento che sta uscendo dalla macchina. Mi sta venendo vicino, sempre di più; comincio a tremare leggermente, senza un perché. Mi sussurra, a poca distanza dall'orecchio, e mi fa accapponare la pelle di piacere:
- Usciremo ancora insieme?
- Podarsi - mi scosto. 
- Ci vediamo, Heather? Io spero di sì...-sussurra
- Non lo so, oggi no di sicuro, si vedrà poi. Ci vediamo, Alejandro.
- Arrivederci...
Entro nell'androne del condominio, chiudo svelta la porta e mi siedo per terra, contro quest'ultima. "Che mi sta succedendo?" penso. "Non sono innamorata, non sono innamorata, non sono innamorata!!"! Faccio gli scalini a due a due, mi fiondo in casa, mi levo le scarpee mi butto sul letto, non mi cambio, non ne ho voglia stasera. Mi addormento, chiudendo questo splendido giorno: ho ritrovato una mia vecchia amica e ho conosciuto un ragazzo, non ne posso assolutamente più, mi ci vuole una dormita.




  
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