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Autore: LuceCooper    14/02/2012    1 recensioni
-Sei disgustosa. - Brittany incrociò le braccia al petto gettando le chiavi sul divano avvicinandosi di qualche passo a me.
-Non ci credo, adesso te le porti a casa?.- Inarcò un sopracciglio continuando a fissarmi.
Mi passai una mano sul petto e poi sul cuore.
-Oh, quando la tua migliore amica ti dà il buongiorno così e sempre bello iniziare la giornata.- dissi ironica.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quasi sussulto dal divano, quando la porta di casa si apre all’improvviso.

-Dovevi vedere la sua faccia Alex, era tipo; Che schifo dobbiamo vivisezionare una rana.-

Una ragazzina dai capelli biondi e gli occhi verdi sorrideva spiegando al ragazzino che era entrata con lei in casa, il suo primo giorno di scuola.

-Beth, avevi anche tu quella faccia.- scoppiò a ridere lui, rivelando una piccola fossetta sulla guancia destra.

Poi si passò una mano tra i capelli scuri come la pece e con i suoi occhi marroni ispezionò l’espressione dell’amica, cercando di smettere di ridere, sentendosi fulminato dal suo sguardo.

-Oh, andiamo non fare quella faccia rubia è la verità!.- posò lo zaino sul pavimento accanto alla porta e si avvicinò a me dandomi un bacio sulla guancia.

-Hola mamà.- Si siede accanto a me, sorridendo.- Este…- Incomincia a dire indicandola con il pollice.

-Crede di essere una vera Puckerman.-

La biondina si sedette alla mia destra incrociando le braccia al petto aspettando che mio figlio smetta di parlare.

Conoscendola, poi, avrebbe risposto per le rima ad Alejandro come ogni volta.

-Insomma non potrai mai essere tosta come zio Noah. Tuo padre,  si che e un vero duro.-

Beth era sul punto di rispondergli, ma io la fermai in tempo posando una mano sul suo braccio per rassicurarla.

-Alejandro è vero lei non è una vera Puckerman.- annuì insieme a lui. –Lei è una vera Fabray.- feci una pausa, incrociando gli occhi della piccola. – Che e molto peggio, te l’ho assicuro.-

Scoppiammo a ridere io e Beth, mentre lui si alzò dal divano avvicinandosi al frigo.

-Molto divertente, mamà ma posso dirti che dall’alto dei miei tredici anni, con il caratteraccio che si ritrova, non riuscirà mai ad avere un fidanzato. Quindi, a questo punto immagino che sia colpa di zia Quinn. – afferrò una bottiglina di succo alla pesca sorseggiandone un po’, per poi poggiarsi al ripiano della cucina.

Mi venne da sorridere quando lo sentì dire; dall’alto dei miei tredici anni. Immaginavo che a quell’età andando, poi, in primo superiore si sentiva già un uomo.

-Sei un maleducato Alejandro Eric Lopez Pierce.- sbottò la bionda scattando dal divano. - Non è un problema tuo, se avrò un fidanzato o meno!.- fece lunghi passo verso di lui e aprì il frigo prendendo anche lei una bottiglina, senza esitare due volte.

Insomma, quella bambina era praticamente cresciuta in casa mia. Puck e Quinn venivano così spesso a trovarmi che si può dire che i primi passi, le prime parole e il primo sorriso l’aveva fatti tutti in quest’ appartamento.

-Oh, l’ho fatta proprio arrabbiare.- mi sussurrò con tono di scherno. – E preoccupante quando dice il mio nome per esteso.- avvicinò la bottiglia alle sue labbra mandando giù un altro poco di succo, infilando una mano in tasca.

Beth sospirò cercando di mantenere la calma, poi spalancò gli occhi come quando ricordi qualcosa di meraviglioso.

-Zia Santana!.- esclamò, accomodandosi di nuovo vicino a me. – Credo che la scuola mi piacerà un casino. Sta mattina un ragazzo dagli occhi azzurri mi ha aiutato ad aprire l’armadietto ed era così…- sospirò.

–Carino, quindi credo che…-

-Mamà invece io ho preso una A+ in spagnolo.

-Abbiamo parlato un bel po’; si chiama Mark e… -

-Lo so era il primo giorno, ma quando la professoressa è entrata parlando spagnolo io le ho fatto un discorso lunghissimo così….-

-Ragazzi!.- urlai. –Stop.- conclusi addolcendo il tono di voce.

Ci fu un attimo di silenzio quando Beth ricominciò a parlare.

-Bello vantarsi di quella A+. E la tua seconda lingua.-

-E tu smettila di parlare di quel tizio. Stai parlando di…di aria fritta. Non lo conosci nemmeno.-

Stinse i pugni così forte che le nocche divennero bianche, deglutì piano e per combattere la gola secca finì tutto il succo in meno di cinque secondi.

-Testone era per dimostrarti che a quanto pare posso trovarmi un fidanzato quando voglio.- voltò la testa dall’altra parte e quando Alex cercò di controbattere la porta si aprì di nuovo.

La mia splendida moglie aveva tra le braccia una bambina dai capelli biondi e gli occhi azzurri propri come lei.

Avevamo aspettato quasi cinque anni, dalla nascita del primogenito, prima di decidere di mettere al mondo Elizabeth. Dopo la mia gravidanza, dove avevo concepito Alejandro da un donatore ispanico come me, Brittany ed io infine avevamo deciso che con lo stesso uomo volevamo un'altra bambina, concepita da lei.

La nostra piccola ormai aveva quattro anni e a breve ne avrebbe compiuti cinque. Ecco del perché era tanto eccitata ed euforica in questi giorni, infatti, si muoveva in modo alquanto pestifero tra le bracci di Brittany, per scendere e fare casino come suo solito.

Mi alzai dal divano, per salutare l’amore della mia vita con un tenero bacio sulle labbra per poi vedere correre la piccola Elizabeth per tutto la cucina urlando;

-Festa!. Festa!. Festa!.-

Gli corsi dietro e alla fine l’afferrai portandola tra le mie braccia.

-Oh,  mi amor no saludó a mamá?.- le chiedo baciandole la guancia destra. –Eh?.-

-Excusar mamà.- Mi da un bacio anche lei, ma sulle labbra.

Decido che è sufficiente per rimetterla di nuovo giù.

-Dovresti prendere esempio da tua sorella Alejandro è così dolce e carina.- non riesce a non dire quelle parole con voce infantile pizzicando le guance della piccolina.

-Io invece sto pensando del perché non sei in gamba come tuo padre ma; Hey non si può avere tutto dalla vita, rubia.

- Non chiamarmi bionda, ed io sono lo stesso in gamba.-

-Come no!.-

-Hai da ridere su questa cosa?.-

-Si, molte cose…-

-Non litigate!.- sbottò Elizabeth, incrociando le piccole  braccia al petto. – Le pessone che si piacciono non dovebbero mai liticare.- annuisce tenendo il capo chino poi quando lo rialza cerca l’approvazione mia e quella di Brittany.

-Vero?.-

Alejandro sbuffa non dicendo una parola, mentre Beth sembra quasi arrossire a quell’affermazione.

Mia moglie sorride.

-Elizabeth racconta a mamà cosa e successo sta mattina a scuola.- cerca di sviare e si accomoda sulla sedia accanto al tavolo, e quando la piccola sente quelle parole, decide di sedersi in braccia alla mamma bionda e rossa in volto ancora euforica, mi sorride.

-Sta mattina mi sono arrabbiata!.- esordisce accavallando le gambe come una vera signorina. – Perché la maettra, voleva conoscecci meglio. Io mi sono alzata e ho detto il mio nome e chi erano le mie mamme.- sospira per riprendere fiato.

-E quando o detto che avevo una mamma di nome Santana Lopez e una Brittany Pierce. Mi hanno quaci ullato contro.-

A quelle parole scatto e sono già pronta per andare a scuola e dire quattro alla preside, insomma perché discriminare una bambina perché ha due mamme.

-Sta calma, amore.- mi ammonisce Brittany. –Continua ad ascoltare.-

-Mamà non poteano credere che ero figlia della faosa cantante Santana e della balleina Brittany.- scuote la testa. –Io cercavo di dire che era vero, ma…ma nessuo mi credeva. Cosa impottava, io lo sapevo così ho sorriso e mi stao sedendo di nuovo.-

Brittany la interrompe dandole teneri baci su tutto il viso.

-Scusa tesoro, continua.-

Sospira di nuovo gettando un occhiataccia al madre, infastidita non dai bacio ma dal fatto che l’aveva interrotta.

-Così un bimbo piu’ grande, si alzato e ha detto; - si schiarisce la voce, cercando di scandire per bene le prossime parole da pronunciare.

-Non vedete?. Ha gli stessi occhi di Brittany e il sorriso di Santana.-

  
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