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Autore: Loony Evans    14/02/2012    1 recensioni
Sono una frana con le introduzioni quindi mi limito a spiegarviche questa storia tratta di Lily Luna Potter durante il suo quarto anno ad Hogwarts, un anno pieno di sorprese
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lily Luna Potter, Lysander Scamandro, Nuovo personaggio | Coppie: Lily Luna/Lysander
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il Nottetempo aveva frenato all’improvviso per far salire un vecchio mago acciaccato. Lorcan non se ne era accorto ed era caduto, trascinando con sé Lucy, Hugo e Lysander.
La prima era finita distesa sopra il cugino. Lysander invece si era ribaltato in avanti e aveva travolto Lily, seduta davanti a lui. Luna si era spostata in tempo.
- Ahia! Levati Hugo!- esclamò Lorcan con la gamba dell’altro sulla schiena.
- Appena Lucy si leva!- replicò l’altro.
- Aspettate, vi do una mano. -
- NO JAMES!- urlarono in coro mentre l’autobus frenava nuovamente e il ragazzo perdeva l’equilibrio e finiva sopra di loro.
- Dammi la mano Lorcan.- gli disse Rolf. Il figlio la prese e venne fatto rialzare. A sua volta, tese la mano a James che poi tirò su Hugo e Lucy.
Alla fine, gli unici a terra erano Lily e Lysander.
- Tiratevi su. - gli intimò Andy.
- Fosse facile! C’è qualcosa che blocca!- replicò Lily che provava a tirarsi su inutilmente mentre Lysander, sotto di lei, cercava di fare lo stesso.
Rolf scoccò uno sguardo a Luna che, noncurante, reggeva la bacchetta nascosta sotto la veste. Sorrise e scosse la testa tornando a concentrare la sua attenzione sulla figlia e facendo segno a Lorcan di fare lo stesso.
Il ragazzo ci mise un momento a capire, poi ridacchiò e preferì rivolgersi a Lucy, Hugo e Andy, distraendoli dalla situazione comica ma privata.
Dopo un attimo di esitazione, James si unì a loro.
- Mamma mi dai una mano?- provò Lysander tendendo la mano verso Luna. Lei gliela prese e lo tirò su, dimenticando però che sopra di lui stava Lily. Così facendo, infatti, Lysander tornò in piedi ma Lily cadde di nuovo.
- Ma così non vale!- si lamentò. Luna aiutò anche lei e la fece sedere al suo posto. Lei si diresse da Rolf, dato che gli altri se ne erano andati ed erano tornati ai loro posti.
- Sì, ma io dove…?- mormorò il ragazzo. Poi si guardò intorno e maledisse la saggezza di sua madre: l’ultima cosa di cui aveva voglia era parlare con Lily, ma purtroppo l’intento dell’altra sembrava essere proprio quello.
- Ehi Lys…- esordì.
- Cosa?-
Lily cominciò a parlare, ma l’altro rispondeva solo a monosillabi. Finalmente arrivarono alla Tana e lasciarono gli Scamandro sull’autobus. Hugo dovette sollevare Lily di peso per farla spostare dal luogo dove il Nottetempo era partito.
- Dai che le vacanze passano in fretta.- la rincuorò Roxanne mentre si sistemavano nella loro camera.
- Non so se è una cosa buona o cattiva.- replicò Lily.
- Dipende dal punto di vista.- spiegò Lucy. - Per me e Sasha è un vantaggio, per Andy una sfortuna, per Hugo e Xanne è lo stesso, per Louis…diciamo che sta sognando Hogwarts.-
- D’accordo, ma per me? Se penso che Lys è appena dietro quella collina mi viene voglia di correre da lui, e contemporaneamente di mandarlo al diavolo. Che faccio?-
- Entrambe le cose: corri a mandarlo al diavolo.- suggerì Roxanne.
Lily le lanciò uno sguardo scettico, ma in realtà il suo cervello stava lavorando velocemente.
Quella notte, mentre tutti dormivano, prese una scopa e volò verso casa Scamandro. Sapeva bene che i gemelli non avevano orari per dormire e di solito amavano stare svegli finché non crollavano, dovunque si trovassero.
Fu nel campo di trifoglio che trovò Lysander, disteso nell’erba sorridendo alla mezza luna che stava fiera in cielo.
Non si scompose quando Lily atterrò nel prato e gli si sedette accanto.
- Vai al diavolo Lys. - gli disse semplicemente.
- Perché?-
- Perché mi hai lasciato senza possibilità di repliche, perché non mi parli da settimane, perché mi manchi, perché non hai almeno provato a fingere di essermi ancora amico come fanno tutti gli ex, perché non sei più mio.- quasi urlò Lily.
- Stai bene ora?- le chiese reggendosi sui gomiti.
- Più o meno. Torniamo amici Lys?- gli chiese quasi supplicando.
- Dammi un buon motivo.-
- Mi manchi da morire.- ammise la ragazza.
- E credi che facendo finta di stare bene come amici non soffrirai più?-
- No. Credo solo che sarebbe più semplice.-
- Posso mostrarti una cosa per farti capire che sarebbe un’idea davvero stupida?-
- Certo.-
Si mise a sedere, attese un attimo per permetterle di cambiare idea; poi, con l’espressione più innocente del mondo, le prese il capo tra le mani e la baciò.
Lily sapeva che era un bacio puramente dimostrativo ma non riuscì a resistere.
Gli mise le mani attorno al collo e dischiuse le labbra in contemporanea con Lysander. Fu uno dei baci più belli e lunghi che si sarebbero dati, e anche uno dei più sofferti.
Da lui perché temeva di non riuscire più a fingere che lei non le interessasse, da lei perché aveva una paura folle che fosse l’ultimo bacio che avrebbe potuto dargli.
Quando si furono separati, Lily non resse più e scoppiò a piangere affondando la testa nel maglione del ragazzo che rimase paralizzato dalla sorpresa: mai l’aveva vista piangere.
Alla fine si concesse di accarezzarle la testa con calma. Poi le chiese: - Hai capito?-
Lei annuì, poi inspirò e si mise a ridere. Il ragazzo la guardò come se fosse diventata pazza.
- Che c’è?-
- Ma quanto ti piacciono i trifogli Lys?- esclamò lei sempre ridendo. Rise così tanto che cadde distesa per terra a pancia in su.
Lui la guardò scettico e poi scrollò le spalle sdraiandosi accanto a lei, guardando le stelle.
- Ti ricordi Lily-Lils?-
- Cosa?-
- A sette anni, proprio qui. Le stelle.-
- Oh. Ahah!-

- Mi raccomando, noi siamo alla Tana se ti serve qualcosa ok?- raccomandò loro Ginny.
- Tranquilla mamma! C’è anche Louis!- sbuffò Lily.
- Va bene. Ciao Luna. - salutò infine la madre decidendosi ad andarsene.
Ginny si smaterializzò e subito la bambina corse dallo zio Rolf. Lui sapeva tutto sulle stelle e lei le adorava.
- Zio, zio! Mi fai vedere qualche costellazione nuova?- esclamò entrando nello studio dell’uomo.
- Mi spiace piccolina: sono impegnato.- si scusò lui. Poi vide la faccina delusa della bambina e aggiunse: - Però puoi chiedere a Lysander. Anche a lui piace l’astronomia e gli ho insegnato molte cose. -
- A Lys sto antipatica, non lo farà mai.- protestò Lily facendo un’espressione imbronciata.
- Ma che dici? Se ti adora! Non fa altro che parlare di te, credimi.-
- D’accordo. Ma lo faccio solo per te. -
- Grazie allora!-
Lily andò arrabbiata verso il prato di trifogli, sapeva benissimo che il bambino stava sempre lì quando non era con il suo gemello o con Louis.
Si trovava lì infatti.
- Ciao Lily. -
- Ciao. Tuo padre ha detto che tu puoi insegnarmi qualcosa sulle stelle.-
Lui la guardò scettico e le fece notare che, essendoci ancora il Sole, era impossibile.
Lei, umiliata, se ne andò a passo di carica. Dalla casa sbucarono Lorcan e Louis che andò a sbattere contro la cugina, che non si fermò.
- Come fai a farla sempre arrabbiare scusa?- chiese Lorcan al gemello.
- Temo sia una dote naturale.-
- Temi? Allora…ti piace mia cugina!- esclamò Louis con un ghigno.
- NO!- protestò Lysander, ma ormai erano lanciati.
- Lys è innamorato! Ly, ly é incastrato! Lily lo ha stregato!- lo canzonarono.
- SMETTETELA!!!!!!!!!!!- urlò Lysander.
- Ragazzi che avete? Sto cercando di lavorare!- urlò allora Rolf dalla casa.
- Scusa.-
Dopo ciò i ragazzi cominciarono a giocare senza dire più nulla, anche se a volte Louis e Lorcan si scambiavano sguardi eloquenti facendo arrossire l’altro.
Dopo cena, Louis fu richiamato a casa dalla madre che gli aveva concesso di stare lì solo fino alle otto e mezzo, Lily invece rimase poiché sua madre le aveva concesso si rimanere fino a mezzanotte.
Sgattaiolò fuori dalla casa, corse nel prato e si mise a guardare estasiata l’immenso universo.
- Quello è Orione.- le annunciò Lysander da dietro.
- Oh. E quello là?-
- Costellazione dello Scorpione.-
- Quella a croce?-
- Cigno.-
- Wow. -
Era così il loro rapporto: come le montagne, alto e basso. Loro sembravano non notarlo e si comportavano come se nulla fosse.
- Ma la mia stella preferita è quella.- aggiunse il ragazzino indicando una piccola stella accanto all’Orsa Maggiore.
- Oh, come si chiama?- chiese Lily.
- Non lo so. Io la chiamo Falco.-
- Perché?-
- Così; quella alla sua destra la chiamo Aquila.-
- Che bello.-


- Adesso mi dirai perché chiami così quelle stelle?- chiese Lily.
- Non posso, mi spiace.-
- Scommettiamo.- propose all’improvviso lei.
- Scusa?-
- Scommettiamo. Tu non ti vuoi rimettere con me perché dici che non mi fido, giusto?-
- E perché non ti fai mai gli affari tuoi.-
- Esatto. Ma il problema è partito dal tuo segreto.-
- Dunque?-
- Se io lo indovino, tu ti rimetti con me. - gli propose la ragazza avvicinandosi fino ad arrivare ad un centimetro dal naso dell’altro, che arrossì.
- È una proposta?-
- È un ordine.-

  
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