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Autore: Kiya_    15/02/2012    2 recensioni
Lluvia e Lily: gli artefici di un piano.
Gazille e Levy: le inconsapevoli vittime.
Il "Vaso di Pandora": il pretesto.
Mischiate tutto ciò con una buona dose di umorismo, romanticismo, azione e mistero e otterrete la suddetta fanfic. :)
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Lluvia, Pantherlily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lluvia e Lily attesero alcuni minuti prima di raggiungere Gazille e Levy, che dopo diversi attimi di silenzio imbarazzante avevano ripreso a parlare del Vaso.
Fecero gli ingenui quando gli raccontarono che la ragazza si era unita al loro gruppo.
«Posso esservi molto utile» spiegò Levy togliendosi gli occhiali da lettura «perché da tempo sono a caccia di informazioni su questo manufatto».
In realtà Lily e Lluvia sapevano già tutto sul Vaso di Pandora essendosi informati per organizzare il loro piano, ma proprio per la sua buon riuscita lasciarono che l’altra maga gli spiegasse ciò che sapeva.
«È praticamente certo che il suo creatore è Zeref quindi dovremo stare molto attenti e non sottovalutarlo. Per quanto ne so io, al suo interno sono racchiusi 15 potenti spiriti dai poteri strabilianti. Su di loro non so molto ma so che per liberarli non basta solo aprire il Vaso ma è necessario pronunciare una qualche litania (differente per ciascuna creatura) che non sono riuscita a ritrovare».
«Ottimo Levy. Lluvia è sicura che ci sarai di grande aiuto».
«Se Gazille non te l’ha già spiegato…» disse Lily, ma Levy lo interruppe: «Mi ha riassuntivamente detto che il Vaso è stato rubato dal luogo in cui era custodito. Ci conviene partire subito, prima che sia troppo tardi. Mi direte i dettagli sul treno».

Prima di andare in stazione fecero un salto al dormitorio femminile di Fairy Tail per permettere a Levy di fare velocemente i bagagli.
«Sto prendendo solo le cose indispensabili» disse la ragazza mentre preparava la valigia in tutta fretta.
Gazille, appoggiato al muro con le braccia conserte, osservò la stanza.
I muri erano completamente nascosti da librerie piene zeppe di libri, tanto che alcuni erano ammucchiati a terra probabilmente per la mancanza di spazio sugli scaffali.
Anche la scrivania era ricoperta di volumi, taccuini e penne che lasciavano a malapena lo spazio a una piccola abat-jour.
Il letto, sfatto e anch’esso coperto di libri, era nascosto dietro a una scansia apparendo così quasi superfluo, come se Levy ce l’avesse messo solo perché obbligata a farlo: certamente sarebbe riuscita a dormire su quel tappeto di tomi, forse anche meglio che su un materasso.
Gazille la immaginò addormentata lì a terra, con gli occhiali ancora indosso e un libro aperto tra le mani e sorrise per la tenerezza che quella visione gli causò.
«Perché ridi?» gli domandò Levy notando lo sguardo ebete.
«Eh?» il dragon slayer parve cadere dalle nuvole per poi arrossire ed iniziare a giustificarsi balbettando: «Ehm, io…pensavo! Sì, pensavo a una cosa divertente!».
Gazille si maledisse tra sé e sé. Come poteva un potente drago di ferro farsi mettere così k.o. da un gamberetto? E per giunta due volte nel giro di un’ora. Non trovando spiegazioni sensate a tutto ciò si convinse che erano i libri a far diventare Levy mostruosamente forte. Giocava in casa, lei, in posti zeppi dei suoi amici libri, certamente sconosciuti al dragon slayer.
La ragazza alzò le spalle e chiuse la valigia.
«Andiamo».

Il capotreno fischiò seguito dal treno che cominciò a muoversi stancamente.
Gazille guardava fuori dal finestrino riflettendo a quanto si sentisse stupido quel giorno.
Ma giurò a se stesso che l’avrebbe fatta franca ora che i libri non li avrebbero circondati più per tutta la durata della missione. Chiuse gli occhi per ritrovare il drago forte e impassibile dentro lui e li riaprì quando si sentì più sicuro di sé.
«Questo» disse a un tratto Levy tirando fuori dal bagaglio l’ennesimo libro (con grande gioia fi Gazille)  «è il manufatto che contiene più informazioni di tutti».
Lo aprì e iniziò a sfogliarlo: si fermò in una pagina illustrata e la mostrò ai compagni.
«E questo è il “Vaso di Pandora”».
Era una semplice anfora con alcuni disegni tribali.
«Cercherò di essere breve e riassuntiva circa quello che so. Come sapete per liberare gli spiriti vanno recitate delle particolari litanie. Sono 15 in totale e si trovano su altrettante pergamene ma solo due di queste sono state finora trovate e sono conservate in un museo…».
Lluvia la interruppe: «Che è esattamente il luogo dove stiamo andando».
«Saprai certamente» prese parola Lily « che quando l’anfora venne ritrovata 30 anni fa si cercò invano di distruggerla. Si decise allora di affidarla al museo, il migliore in campo di sicurezza».
«Non abbastanza se sono riusciti a rubarla lo stesso» borbottò Gazille.
Lily lo ignorò continuando a spiegare: «Le pergamene erano custodite nello stesso edificio ma si trovavano in una cassaforte diversa dal Vaso. Pochi giorni fa qualcuno è riuscito a trafugarla ma fortunatamente non ha trovato le litanie».
«Speriamo solo non abbiano le altre» disse Levy «ma esattamente la nostra missione in che consiste?»
«Ritrovare e distruggere l’anfora».
«Ma ci hanno già provato! È impossibile!».
A risponderle con tono sicuro fu Gazille: «Forse per loro».
Levy sorrise: quei diavoli avevano certamente qualcosa in mente.


Il museo si trovava all’interno di una stupenda struttura piena di fontane e giardini, forse una ex-tenuta reale.
Un maggiordomo condusse i quattro maghi al lussuoso ufficio del direttore.
L’uomo, grossi baffi e capelli brizzolati, si aggiustò la cravatta e si presentò col nome di Will Joyce.
«Credo sappiate già tutto sulla missione, nevvero?» disse «Aggiungo soltanto che non abbiamo trovato alcun segno di manomissione degli infissi e gli allarmi non hanno suonato, nevvero? Abbiamo trovato solo la cassaforte aperta e vuota, nevvero?».
I quattro nakama si guardarono perplessi: chiedeva conferma a loro con quel “nevvero?”?.
«Avete dei sospetti?» domandò Lluvia perplessa se il direttore stesse aspettando una risposta.
«Purtroppo no, nevvero?».
«Vero, vero…» sussurrò la maga imbarazzata.
«Come fa a saperlo?» disse stupito il direttore.
«No, no!» si corresse Lluvia arrossendo «Stavo solo…ehm…confermando!».
«Adam!» chiamò ad alta voce l’uomo. In un attimo comparve il maggiordomo.
«Dica signore».
«Sono le 20: portali ai loro alloggi all’hotel; cominceranno le loro ricerche domattina».
Adam fece un inchino e pregò i quattro ospiti di seguirlo fino alla carrozza.










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CHIEDO UMILMENTE PERDONO IN GINOCCHIO! Fustigatemi, lapidatemi, scegliete voi di quale morte farmi morire ma sono costretta a ricordarvi che se mi ucciderete vi sarà impossibile leggere i prossimi capitoli quindi forse vi conviene lasciarmi vivere. XD Okay, questo era un terribile tentativo di chiedere scusa a tutti coloro che stanno seguendo la fanfic e aspettano il nuovo capitolo da secoli. In realtà ne ho già scritti diversi solo che non mi soddisfacevano e quindi non aggiornavo ma adesso, spinta da quattro adorabili recensioni, ho deciso di rivedere un po' quello che non mi andava e aggiungere un altro episodio. Spero di non deludervi. A presto (promesso!). :) E grazie a tutti i lettori e recensori!

  
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