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Autore: JackPortiero    15/02/2012    2 recensioni
E se TOBI IS HINATA? - by JackPortiero, l'ideatore della pazza teoria. TERZA SAGA. Tuttavia questa 3° parte è fruibile anche se non si son lette le precedenti. Il titolo è tutto un programma! I Jinchuriki della volpe sono "due", Naruto e... Hinata. P.S: leggetela andrebbe visitata solo per sapere con chi è costretta a sposarsi l'Hinata della mia Fan-Fiction!!:P
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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LA LEGNA DA ARDERE

Si sta spegnendo.
Foglie fresche per tenersi al caldo.
Bambini.
Naruto, Hinata e..... Sasuke.

*****


A tre mesi esatti dall'accaduto, e a quasi tre all'inizio dell'Accademia, si poteva di certo affermare che la situazione fosse tornata alla normalità e che "la vicenda" non avesse lasciato strascichi.
Ciò era quasi del tutto vero, ma non assolutamente così per i cuori di due bambini ormai abbandonati a se stessi.

(.....)


Naruto Uzumaki iniziò ad andare in giro tutto i santi giorni per le vie del Villaggio, a ricordare il suo nome e avvisare a voce più o meno alta: "Saro Hokage!... e allora tutti dovrete riconoscere la mia Forza!"
E mentre girava per le strade, tra un insulto e l'altro, sperava tanto di incrociare per caso la bambina che gli aveva suggerito quella frase, che l'aveva urlata elargendogli un Sogno, un obiettivo e... la Forza.
Ma avrebbe voluto intravederla non tanto per avvicinarsi e parlarle, poiché aveva compreso bene di essere per lei un pericolo, e aveva promesso all'Hokage in persona che le sarebbe stato alla larga (fino al giorno in cui sarebbe stato lui l'Hokage, ovviamente)... incontrarla quindi non per esserle un problema, appunto, ma per rivelarle a distanza, gridandolo ad alta voce, che lui aveva preso sul serio "le sue parole".
E che aveva preso in prestito e raggiunto quel Sogno che Hinata non poteva portare avanti, dato che le regole del suo clan glielo impedivano.

In buona sostanza, voleva trovare l'espediente di ringraziarla per ciò che aveva fatto per lui, e farle sapere che non si era dimenticato di lei. Che era la sua amica.
E se anche non avesse potuto mai spiegarsi, quello sarebbe stato il Messaggio in Codice che lei avrebbe di sicuro decifrato ogni volta.

Tuttavia, questo non succedeva mai. Non la incontrava mai, né al parco né da Ichiraku. Da nessuna parte.
E così l'aspirante ninja finiva col trascorrere assai tempo nei pressi nell'Accademia, girando a vuoto o seduto su quell'altalena dalla quale si poteva vederne l'entrata principale.

Egli ormai, senza capire quanto, non vedeva l'ora di entrare in quella "scuola ninja" ove sapeva l'avrebbe rivista, per renderla partecipe di tutto questo. Era praticamente diventato un pensiero fisso.
Ma non perché si fosse perdutamente innamorato della bella bambina. Non era quello il punto. Non ancora, almeno.
Il fatto è che Naruto Uzumaki, semplicemente, era un ragazzetto solo. Una persona che aveva compreso prestissimo con che sguardi carichi d'odio e disprezzo venisse guardato. Un bambino che passava tutto il tempo estraniato e si annoiava molto, costretto alla fine a rimuginare con se stesso più di quanto immaginiate, finendo col parlare con orribili scheletri.
E fingeva. Fingeva di essere allegro e dispettoso per attirare l'attenzione, nella speranza di vergere prima o poi questa situazione, trovando finalmente anche una sola persona che lo accettasse con tutto il cuore.

Ed era assolutamente normale, quindi, che apparsa nella sua vita non avrebbe fatto altro che pensare a quella persona, al suo unico Legame (dal quale però "doveva stare alla larga").
Era questo forse avere un amico? O di meglio, una sorella? Non si poneva, il biondo, simili domande... perché semplicemente non aveva senso. Lui aveva sempre vissuto senza legami, e quindi non era in grado di riconoscerli, non era in grado di capire quali fossero i tipi di rapporti che si instaurano fra le persone.
Intuiva solo, inconsciamente, che era l'unico conquistato dopo mille sforzi, e che quindi non doveva assolutamente perderlo e sapere se era esistito o se era inventato.
Sapere se era ricambiato, qualunque cosa fosse. Qualunque cosa sarebbe diventato.

In pratica, il suo era un non-legame, un qualcosa di bello e trasparente come il vetro. Di negato e messo forzatamente in stand-by; e da tacere, ottenere, e conoscere, quando avrebbe avuto il permesso di farlo. E lui, un giorno, divenendo Hokage, si sarebbe potuto dare questo permesso da solo. E l'avrebbe ringraziata, detto che per lui era una amica, chiesto se anche per lei era così. E gli avrebbe, infine, restituito il Sogno che gli aveva prestato sfidandola per il titolo di Hokage!!

Girava solo, Naruto, per le vie del Villaggio; tuttavia non chiudendosi completamente a riccio in questi suoi segreti propositi, ma facendo anche molta attenzione attorno. Osservando bene per individuare se questa sua malinconia, senso di abbandono, ed effettiva solitudine fossero condivisi con qualcun altro. Per poter magari trovare altri amici, altri legami.
E vedeva in effetti che una persona simile a lui, c'era. Lo incrociava o lo scrutava a distanza, e gli dava sempre il broncio perché lo faceva anche lui. Ma poi, alla fine, una volta passato oltre, non poteva fare a meno di sorridere per "il saluto" particolare che si erano appena scambiati. E anche lui, Sasuke Uchiha, sorrideva sempre.

(.....)


Hinata Hyuga invece non era sola. Era continuamente assediata da "strane e demoniache voci", e non faceva altro che lottare con loro e l'incomprensione e la freddezza del padre, che ultimamente aveva raggiunto livelli mai visti. Sebbene ci si sarebbe potuto aspettare il contrario, poiché le acque si eran calmate, invece era tutt'altro. Il genitore faceva intendere in continuazione che l'infima considerazione che aveva di lei non si era spostata di un millimetro. Si stava incattivendo, le rinfacciava continuamente con lo sguardo che se era leggermente migliorata, lo era in maniera irrisoria ed esclusivamente perché cresciuta di età. Ma le reali aspettative riposte su lei stagnavano sempre più deluse, e la bambina non faceva che interrogarsi se il bene che una volta il padre ammise di volerle, fosse rimasto immutato e sarebbe durato a lungo.

Non aveva il coraggio di richiederlo. Lo aveva fatto una volta, aveva avuto risposta affermativa, e capì che doveva bastarle, da lì in poi. Perché domandarlo una volta per saperlo era un conto, ma riporre questa questione in continuazione per consolarsi della stima che NON aveva, sarebbe stato un'ulteriore sintomo di mollezza, viltà e inadeguatezza. Poteva essere proprio quella, la goccia capace di fare traboccare il vaso. Farsi volere male per aver chiesto una seconda volta e altre in seguito se le si voleva ancora bene..... NO no, non poteva proprio farlo! E se poi avesse risposto negativamente? Di certo, a questo, non sarebbe sopravvissuta...

Meglio rimanere così, nella certezza che fino a tre mesi fa era così, e nella speranza che lo fosse tutt'ora.
Di certo non poteva chiedergli: "Era vero? E mi vorrai bene qualunque cosa succeda?", perchè ciò sarebbe stato di un ridicolo e di dabbenaggine che avrebbe giustamente suscitato l'ira del padre.
Meglio, appunto, rimanere in questo modo, con quel suo: "Si intende". In fondo lui quella volta si rispose prontamente, e se non fosse stato così non l'avrebbe detto.

... ma non era solo questo a causare dolore alla Hyuga. Infatti due mesi prima, dopo nemmeno uno che s'era legata tantissimo alla sorellina minore, il padre si frappose a spezzare quel legame, obbligando Hinata a dire alla piccolina che non la doveva più cercare. E che da quel momento sarebbero state nemiche, perché presto avrebbero dovuto scontrarsi e solo una di loro due sarebbe potuta essere "la preferita di papà", e lei non le avrebbe mai permesso di togliergli questo primato.

Hiashi Hyuga arrivò persino a questo. Ma a tale enorme pretesa la piccola Hinata, seppur a bassa voce e rispettosamente, protestò per la prima volta mostrando il suo disappunto.
Interrogò il padre sul perché fosse necessario, dichiarando a balbettii che non voleva farlo, altrimenti la sorella l'avrebbe odiata per sempre.
Il genitore rispose subito che il motivo era ovvio, che ci poteva arrivare benissimo da sola, e che era solo questione di tempo. E che la sua non era una richiesta, ma un ordine.
Quanto all'osservazione sul futuro odio della sorella, Hiashi assicurò che a tempo debito avrebbe rivelato ad Hanabi che era stato lui, a costringere sua sorella maggiore. Così avrebbe odiato lui.
La piccola corvina però avvertì  piano, ma prontamente: "N-no padre, c-così ci odierà entrambi..."; cioè sia l'aguzzino che la vigliacca, e Hiashi concluse: "Farà quello che riterrà più opportuno".

Infine minacciò che ogni caso Hinata l'avrebbe fatto, altrimenti "Non era più sua figlia". E non ci sarebbe stato alcun confronto fra sorelle, avrebbe perso direttamente il suo ruolo di successore al clan Hyuga, con tutte le conseguenze del caso. "Non farai più parte di questo clan, e sarai disprezzata per sempre da tutti al Villaggio." - avvertì orribilmente il genitore - "Fai la tua scelta." - intimò.
Oltretutto se non era neanche in grado di "ingannare" una bambina a due mesi dai 4 anni, e se non era in grado di recitare e dissimulare le sue emozioni, forse era il caso di abbandonare per sempre la via del ninja.

La povera Hinata recitò la sua parte. Semplicemente non aveva altra scelta. E la Volpe ne approfittava dandogli della "serpe traditrice", e sfruttando sempre i momenti in cui la bambina era più vulnerabile.

(.....)


A dire il vero... praticamente ogni momento della giornata trascinava con sé sofferenza.
Le lunghe passeggiate con Ko ad esempio, tirate avanti solo per mostrare a tutti come la piccola fosse in verità gentile e tranquilla, le ricordavano quelle vere con la madre.
Bisogna però dire la cosa andava funzionando, la gente iniziò a convincersi che le colpe di quanto accaduto tre mesi prima fossero da attribuire in esclusiva all'esasperante Naruto Uzumaki.
Poiché, a detta del Terzo, la piccolina non poteva certo già sapere quale fosse il suo destino matrimoniale, nè chi fosse quel moccioso. Forse quindi era stato quest'ultimo con le sue chiacchiere, a influenzarla.
E a onor del vero in effetti... il biondino, di influenzare, era capace. Minacciava talmente tanto spesso "Sarò Hokage!", che tutti eran portati a scordare chi fosse stata la prima a profetizzarlo!
Detta in parole povere, il ragazzo era ormai lui al centro del ciclone. Evidentemente la terribile frase l'aveva ideata lui, voleva inculcarla lui. Ora era più chiaro, chi fosse la mela marcia.

Ma la dolce Hinata pensava in tutt'altro modo a Naruto, poiché pur non capendo bene il come, le tirava un po' su il morale. L'aveva identificato fin da subito con l'Eroe del suo Libro, e pur sapendo che per logica non coincideva affatto così, voleva scoprire se poteva essere proprio lui. Inoltre quel biondino così solo e carino era il suo unico amico. Forse.....
Perché chissà... magari ora la detestava anche lui per il brutto quarto d'ora che gli aveva fatto trascorrere. Oltretutto quando lui aveva provato a difenderla dal padre, l'aveva pregato di non intromettersi.
Ma forse... tutti questi ricordi persistevano con tale intensità solo nella sua testa... Forse, dopo tutto questo tempo, ormai era acqua passata e nemmeno si ricordava di lei...
Era davvero incredibile: lei lo considerava da tempo il suo unico amico, e ancora non aveva avuto modo di apprendere se per lui fosse lo stesso. Ne soffriva, avrebbe tanto voluto saperlo.

Ma non lo incontrava mai per strada. Forse non lo avrebbe più rivisto. E comunque, per ordine del padre, non avrebbe mai potuto avvicinarlo.

E la Volpe ne approfittava dandogli del "rifiuto umano", e alimentando sempre gli argomenti con cui la bambina era più vulnerabile.


*****



La tranquillità di un intero Villaggio val bene la disperata solitudine di due Bambini.
La Volontà del Fuoco ha tacitamente scelto l'opzione 2:
"renderli elementi estranei alla società da tenere separati e da sorvegliare costantemente".
Ebbene sia. Provateci e dimenticatevi di loro finché potete.

Ah!... nel frattempo un Agnello è diventato un Lupo assetato di Vendetta.
La Volontà del Fuoco aveva scelto per lui l'opzione Olocausto. Ma purtroppo qualcosa è andato storto.
E' sopravvissuto al massacro e Lei gli ha detto la Verità. Come promesso.
  
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