4-Ricerca
Minacciose nuvole nere oscuravano il
cielo sopra Hogwarts;
una luce fioca e sinistra pioveva dal cielo e rischiarava le mura
imponenti ed
il massiccio cancello, che cingevano un parco trascurato e invaso dalle
erbacce. Ogni cosa trasmetteva una triste sensazione di abbandono,
angosciante
come un luna park deserto.
Sul viale che conduceva alla scuola,
polveroso e desolato
come il resto del paesaggio, avanzavano lentamente cinque figure
avvolte in
vistosi mantelli azzurri.
“Accidenti a te, Allock! Perché hai scelto questo
colore
orribile?” ringhiò Piton evitando una pozzanghera.
“Perché è di moda,
Severus...in fondo siamo gli eroi, dobbiamo mantenere un certo stile.
Inoltre
questi gioiellini sono dotati di un incantesimo protettivo contro le
fatture
più comuni, sono impermeabili e si lavano in
lavatrice!”.
Borbottando qualcosa
sui gusti di Allock e sull’elegante sobrietà dei
mantelli neri, Piton allungò
il passo e raggiunse il cancello. “Nessun incantesimo
protettivo!” mormorò
passando la bacchetta sulle sbarre. “Eppure pochi mesi fa
questo posto sembrava
Alcatraz ...alohomora!”
Il cancello
si aprì cigolando; i membri dell’Ordine della
Pernice lo varcarono in fila
indiana e risalirono il viale fino al portone.
“Lascia parlare me, Severus!" raccomandò Minus
bussando
con forza.
“Chi è?" domandò subito la voce brusca
di Gazza.
“Peter Minus,
mastro Gazza! Dica alla preside McGranitt che io e i professori Allock,
Piton e
Umbridge le dobbiamo parlare!" rispose Minus.
“Arrivo subito!" garantì il bidello.
Si udirono passi veloci attraverso la Sala
d’Ingresso...una breve conversazione...un forte tonfo...e
all’improvviso il
portone si spalancò: con un agghiacciante grido di guerra
tailandese la
professoressa McGranitt, infilata in una tuta gialla e nera,
attraversò l’atrio
con tre salti mortali all’indietro ed atterrò
davanti a Piton. “Tu, sudicio
traditore!" urlò sfoderando una katana sotto il naso
dell’ex collega. “Come ti
permetti di venire qui con il tuo degno compare ad insozzare la mia
scuola?”
“Professoressa...la
prego, veniamo in pace!" intervenne Allock con il suo sorriso da
copertina.
La
McGranitt lo guardò con disprezzo. “Ma bene, ci
sono anche Allock e la
Umbridge! Cos’è, una gita del Club dei Vigliacchi?
Bene, faremo i conti una
volta per tutte!" disse alzando minacciosamente la spada.
A quel punto Harry giudicò che fosse suo dovere
intervenire: “Preside...sono con me!" gridò
facendo un passo avanti.
La McGranitt abbassò l’arma, meravigliata.
“Potter? Sei
davvero tu o sei un Mangiamorte in incognito?”
“Sono io, professoressa! Sono
Potter! Loro mi stanno aiutando a cercare gli Horcrux!" insistette il
ragazzo.
La donna lo scrutò sospettosa. “Sei sotto
Imperius? Ti stanno ricattando? Sai
quello che fai?”
“Lo so...mi creda, professoressa...”
“Aspetta!" lo interruppe
l’insegnante. “In quale animale si è
trasformato Malfoy al quarto anno a
Hogwarts?”.
Harry la guardò perplesso...poi un’immagine
esilarante gli balenò
in testa: Malfoy che squittiva disperato sotto forma di...
“Un furetto!" rispose
ridendo. “Un furetto bianco! Ah, ah, ricordo ancora la faccia
di Ron...è stato
il giorno più bello della sua vita!”.
La McGranitt parve soddisfatta. “Non ci
sono dubbi, sei davvero tu, Potter! Adesso entriamo tutti, è
pericoloso star
fuori!”.
“Lascia parlare me, eh?" borbottò Piton
sarcastico,
oltrepassando Peter e seguendo Harry oltre la soglia.
“Spiegatevi e fate in fretta, non ho tempo da perdere!"
ordinò la McGranitt scortando gli
“ospiti” in Sala Grande.
“Cos’è questa
faccenda degli Horcrux?”
“Mi stupisco che tu non lo sappia, Minerva!” rispose
Piton. “Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha creato ben sei
Horcrux durante la
sua lunga e prolifica carriera di assassino: Silente lo sapeva ed aveva
deciso
di cercarli”.
Al nome di Silente la McGranitt fece una smorfia. “Ecco
dov’era andato quella notte...e li ha trovati?”
“Solo due” rispose Minus. “Il
terzo si è purtroppo rivelato falso, ma
l’originale è stato comunque distrutto.
Noi ne abbiamo eliminato un altro e stiamo cercando gli ultimi
due...uno dei
quali, professoressa, si trova qui”
“È vero, Potter?” indagò la McGranitt,
fissando sospettosa il ragazzo.
“Beh" mormorò Harry, “credo di
sì.
Cioè...tutto è possibile, dato che il quarto
Horcrux erano i miei occhiali!”.
La Preside sospirò. “Lo credo anch’io,
Potter. Il giovane Riddle ha sempre
avuto un discutibile senso dell’umorismo...è
proprio il genere di cose che
potrebbe trovare divertente. E dimmi, Peter...dove sarebbe
l’altro? Quello che
siete venuti a cercare?”
“Se i nostri calcoli sono giusti, dovrebbe trattarsi
della coppa di Tosca Tassorosso" rispose Peter con un lieve sorriso.
“Se è
cosi, dovremo cercare nel posto più ovvio per nascondere una
coppa...cioè nella
sala dei trofei!”.
Sul viso della McGranitt comparve un sorriso che il giovane
Potter non aveva mai visto: un ghigno feroce e paurosamente
inquietante.
“Bene!" esclamò in tono deciso. “Vengo
con voi. L’idea di mandare a monte i
piani di Voldemort mi fa letteralmente andare in estasi!”
“Sono d’accordo!"
approvò Harry. “A proposito...bella
tuta!”
“Ti piace, Potter?" chiese la
professoressa lusingata. “L’ho presa in un grande
magazzino...pensa che è
piaciuta anche ad un tizio Babbano che ho incontrato per strada, un
certo
Quentin Torinese...”
“Tarantino?" suggerì Harry.
“Esatto! Ha detto qualcosa a
proposito di un film...ma adesso andiamo, chi dorme non piglia Maghi
Oscuri!"
e con un urlo lacerante, che avrebbe fatto invidia ad una pattuglia di
marines,
la professoressa partì di corsa verso le scale,
trascinandosi dietro il povero Allock.
“Che si fa?" chiese la Umbridge guardandosi intorno.
“Sarà un’impresa!” le fece eco la
McGranitt. “Come faremo a trovare quella
giusta?”.
Harry si appoggiò ad una bacheca, contemplando
l’enorme
quantità di trofei luccicanti sugli scaffali: coppe delle
Case, coppe del
Quidditch, il premio del Torneo Tremaghi con il suo nome scritto sopra
e targhe
di tutte le misure dedicate a Prefetti, capiscuola, sconosciuti
giocatori di
Gobbiglie ed ex alunni meritevoli. Trovare l’Horcrux sembrava
una missione impossibile.
“Maledizione!" commentò Piton.
“Sarà difficile come
trovare un Malfoy in mezzo alla neve!”
“Chiedo scusa?" disse la Umbridge
sollevando un sopracciglio.
“Niente, Dolores...ricordi dei miei anni di scuola.
Forza, mettiamoci al lavoro!”.
“Aspetta, Severus...forse ho un’idea!”
mormorò Minus.
“Anche Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha ricevuto un
premio: forse ha
nascosto lì un indizio per trovare la coppa!”
“Buona idea, Peter!" disse
Piton. “Dov’è la targa?”
“Vado io a prenderla!” si offrì Harry, ansioso di
allontanarsi dalla McGranitt.
Il ragazzo conosceva fin troppo bene la disposizione degli
scaffali, quindi trovò in fretta ciò che cercava:
tre minuti dopo era già di
ritorno con il suo tesoro.
“Bene, Potter...ora posala!" ordinò Piton
indicando
il pavimento. “Venite tutti qui, voialtri!”.
I membri dell’Ordine della
Pernice si disposero in cerchio
intorno alla targa, lasciando spazio anche alla McGranitt. Gli sguardi
di tutti
si concentrarono sull’iscrizione: “A
Tom Marvolo Riddle, per i servizi
speciali resi alla scuola. 13 giugno 1943”.
“Controlliamo se nasconde
qualcosa" esclamò Piton, ma
Allock lo precedette.
“Col tuo permesso, caro collega..." disse estraendo la
bacchetta. “Allora...come si dice...canalis
vamelio!”.
Non accadde nulla; la McGranitt
alzò gli occhi al cielo e
Piton si portò una mano alla fronte, sconsolato.
“Devo aver sbagliato
incantesimo!" borbottò Allock grattandosi un orecchio.
“Dunque, vediamo...bestialis perielio...no,
nepote cornelio...cioé nondormo
mavelio...”
“Faccio io,
Gilderoy!" intervenne Piton esasperato. “Specialis
revelio!”. Subito la targa si illuminò
come se fosse incandescente; le
parole incise scomparvero e un’altra scritta si
materializzò sul metallo.
“Cosa
c’è scritto, Harry?" chiese Minus impaziente.
“C’è scritto...c’è
scritto...no,
non è possibile!" rispose Harry strizzando gli occhi per
decifrare le lettere.
“Che c’è, Potter?” sbuffò
Piton sporgendosi per vedere.
“C’è scritto: Scemo chi legge!"
completò Harry
desolato.
“Che coooosa?" esclamarono
tutti in coro.
“Beh, guardate,
se non ci credete!" ribatté il giovane Potter. “E
non fate quelle facce, non è
colpa mia!”
“Quel maledetto Riddle, figlio di una serpe...lasciate che
gli
metta le mani addosso!" ringhiò la McGranitt estraendo di
nuovo la katana.
“Calmati, Minerva, ti si alza la pressione!" disse Piton
preoccupato.
“No, che
non mi calmo! Quel disgraziato ha fatto solo danni nella sua inutile
vita: ha
sconvolto il mondo magico, ucciso i miei allievi migliori, ordinato
l’assassinio del più grande benefattore di questa
scuola e infiltrato le sue
dannatissime spie tra i miei colleghi e addirittura tra gli studenti, e
come se
non bastasse si permette anche di prenderci per i fondelli...ma adesso
sono
stufa! Io vado a cercarlo e lo massacro, e quando ho finito con lui mi
occupo
di quel grandissimo fetente di Malfoy e di quel funghetto velenoso che
definisce suo figlio!”. In preda all’ira, la
professoressa sferrò un calcio ad
uno scaffale: le coppe stipate sui ripiani più alti
piombarono a terra con un
rumore assordante e una di esse finì in testa a Harry,
mettendolo fuori
combattimento.
“Diamine!" commentò la McGranitt. “Mi
è proprio servito quel
corso di arti marziali!”.
Silenzio imbarazzante.
“Ehm..." disse Allock,
“Cominciamo a controllare queste?”
“Specialis revelio!
Sveglia, Potter, non abbiamo tutto il giorno!" disse Piton scartando
un’altra
coppa.
“Chiedo scusa, professore...ma mi è stranamente
venuto un grande mal di testa!" ribatté Harry acido.
Estrasse la bacchetta e
diede un’occhiata al mucchio di trofei da controllare.
“Dov’è quella che mi ha
colpito? Ah, eccola, c’è ancora del sangue sopra!
Vediamo di chi è....ecco, ti
pareva! Tale padre, tale figlio!”
“Cosa c’è, caro?” chiese la Umbridge
premurosa. “Ti fa molto male?”.
Harry rise. “No...mi è andata fin troppo bene,
dato che mi è caduta in testa la coppa di Goyle!”
“Che cosa?” esclamò Minus.
“Fammi vedere, Harry...oh, è incredibile!
Sì, credo proprio che sia lei!”
“Questo sarebbe l’Horcrux?” chiese Piton, non
troppo convinto...poi si diede
un’altra manata sulla fronte. “Ma certo!”
esclamò. “Quella scritta era
un indizio! Avremmo dovuto capire
che quel troglodita di Goyle non poteva aver vinto un trofeo! Bravo,
Potter...
ogni tanto ti rendi utile!”
“Hermione l’avrebbe capito subito!"
commentò Harry
sorridendo debolmente(la testa gli faceva ancora un male
d’inferno). “Però non
capisco... Ron Weasley ha pulito questa coppa quando era in punizione e
non gli
è successo niente, io la sto tenendo in mano...se
è un Horcrux non dovrebbe
avere uno scudo...una protezione...qualcosa?”
“Forse non lo sai, Harry, ma la
magia Oscura molto avanzata comprende incantesimi che sanno distinguere
le intenzioni. La coppa non teme un
ragazzino del secondo anno che la prende in mano per pulirla, ma se
qualcuno la
riconosce e prova a toccarla..." e così dicendo Minus
allungò la mano. Non
appena il suo dito sfiorò uno dei manici ci un lampo blu
elettrico, seguito da
una forte esplosione che lo scagliò dalla parte opposta
della stanza. La coppa
scintillò minacciosa e sulla superficie metallica comparve
un piccolo tasso
dagli occhi rossi.
“Visto, ragazzo? E adesso mettila giù, prima che
ti succeda
qualcosa!" disse Minus allegramente, emergendo a fatica da una montagna
di
trofei di Quidditch. Harry si affrettò ad obbedire.
Piton si rimboccò le
maniche. Lo stesso fecero Allock, la
McGranitt e la Umbridge. “Un’altra sorpresa per il
Signore Oscuro!" mormorò
l’ex insegnante di Pozioni. “Prima,
però, devo fare una cosa...petrificus totalus!”.
Il professor Allock,
colto di sorpresa, non ebbe il tempo di schivare la fattura e
s’irrigidì
all’istante, con la bocca aperta e la bacchetta dietro
l’orecchio. “Adesso possiamo
cominciare!" dichiarò
Piton, mentre gli altri sospiravano di sollievo. “Vieni anche
tu, Potter...tu
mettiti qui, Peter...cominciamo con le buone maniere, stavolta.
Proviamo a
farla esplodere, siete pronti? Uno, due, tre...reducto!”.
L’incantesimo partì da cinque bacchette
contemporaneamente e colpì la coppa, ma rimbalzò
indietro subito dopo. “Giù!"
gridò Piton buttandosi a terra, mentre la fattura sfrecciava
a pochi centimetri
dalla sua testa producendo un grosso buco nel soffitto.
Quando la pioggia di detriti
cessò, i cinque si rialzarono
con i capelli bruciati. “Forse è meglio se
passiamo alle cattive maniere!"
ammise Harry, massaggiandosi un secondo bernoccolo.
“Ottima idea!" approvò
Peter. “Però evitiamo le maledizioni illegali,
stavolta...wingardium leviosa!”. La coppa
si sollevò docilmente in aria e
fluttuò fuori dalla finestra, con Minus che la guidava con
lievi tocchi di
bacchetta. Galleggiò a mezz’aria attraverso il
parco, verso la Foresta
Proibita, poi ad un cenno del mago schizzò via e
colpì il tronco del Platano
Picchiatore. L’albero si animò immediatamente,
stritolando l’oggetto: in pochi
minuti l’Horcrux si ridusse ad un informe ammasso di metallo
fumante.
“Tutto
qui?" esclamò Harry sbalordito.
Minus sorrise. “Il Signore Oscuro ha una mente
incredibilmente complessa, dunque non si aspettava un attacco
così rozzo: non è
infallibile, per fortuna. Professoressa McGranitt, noi togliamo il
disturbo:
grazie per l’aiuto!”
“Oh, figuratevi, per così poco! Lasciatemi da
parte
qualche Mangiamorte quando troverete il covo!”
“Certamente, professoressa!
Forza, Harry: facciamo levitare Gilderoy e partiamo!”.
“E anche il quarto
è andato!" esclamò Peter Minus, quando
giunse al cancello (la McGranitt era ancora alla finestra e li salutava
agitando la mano). “Peter...non dovremmo
sbloccare Allock? Non c’è pericolo ormai!"
suggerì timidamente Harry.
“Ma no,
Potter, lasciamolo così...è molto più
carino!" rispose Piton con un sorriso
malizioso. “E adesso, alla base: ci aspetta
un’altra dura giornata!”.
Un’altra missione
compiuta per l’Ordine della Pernice! Quale sarà la
loro prossima mossa? (“Una pausa
per il pranzo, ovviamente!" n.d.Allock).
Naturalmente avrete
riconosciuto la citazione di “Kill Bill”...non
c’entra niente ma fa ridere,
quindi l’ho piazzata nella storia.
Palanmelen:
sfortunatamente Allock è la “spalla comica" e
quindi i nostri eroi devono
sopportarlo fino alla fine: continuerà ad inventare piani
assurdi e a perdere
la memoria nei momenti meno opportuni...ma la sua presenza
sarà fondamentale(è
un ottimo diversivo, non trovi?). Come vedi, però, Piton sa
prendere
“provvedimenti” quando la situazione si fa pesante.
In confidenza: io detesto
Piton, la Umbridge e Minus e perciò li ho coinvolti in
questo casino...però
cominciano a piacermi come personaggi.
Mapi90:
il tuo
entusiasmo è travolgente: fa piacere avere dei lettori
così! Ah, a proposito:
evita di morire dal ridere, perché la storia non
è ancora finita: c’è ancora la
parte più interessante...cioè il decesso dello
zio Voldie!
2/3/2007: una mia "compagna
di casa" su DiagonAlley.it mi ha disegnato questo:
grazie Kikiriki! (e forza Corvonero).