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Autore: Lizzyluna    22/09/2006    4 recensioni
Lo scontro finale si avvicina...ma Harry non è solo: quattro improbabili alleati combatteranno al suo fianco!
I personaggi più odiosi della storia di Hogwarts per la prima volta insieme...dalla parte dei buoni! Cosa succederà?
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Dolores Umbridge, Harry Potter, Peter Minus, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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4-Ricerca

Minacciose nuvole nere oscuravano il cielo sopra Hogwarts; una luce fioca e sinistra pioveva dal cielo e rischiarava le mura imponenti ed il massiccio cancello, che cingevano un parco trascurato e invaso dalle erbacce. Ogni cosa trasmetteva una triste sensazione di abbandono, angosciante come un luna park deserto.
Sul viale che conduceva alla scuola, polveroso e desolato come il resto del paesaggio, avanzavano lentamente cinque figure avvolte in vistosi mantelli azzurri.
“Accidenti a te, Allock! Perché hai scelto questo colore orribile?” ringhiò Piton evitando una pozzanghera.
“Perché è di moda, Severus...in fondo siamo gli eroi, dobbiamo mantenere un certo stile. Inoltre questi gioiellini sono dotati di un incantesimo protettivo contro le fatture più comuni, sono impermeabili e si lavano in lavatrice!”.
Borbottando qualcosa sui gusti di Allock e sull’elegante sobrietà dei mantelli neri, Piton allungò il passo e raggiunse il cancello. “Nessun incantesimo protettivo!” mormorò passando la bacchetta sulle sbarre. “Eppure pochi mesi fa questo posto sembrava Alcatraz ...alohomora!”
Il cancello si aprì cigolando; i membri dell’Ordine della Pernice lo varcarono in fila indiana e risalirono il viale fino al portone.
“Lascia parlare me, Severus!" raccomandò Minus bussando con forza.
“Chi è?" domandò subito la voce brusca di Gazza.
“Peter Minus, mastro Gazza! Dica alla preside McGranitt che io e i professori Allock, Piton e Umbridge le dobbiamo parlare!" rispose Minus.
“Arrivo subito!" garantì il bidello.
Si udirono passi veloci attraverso la Sala d’Ingresso...una breve conversazione...un forte tonfo...e all’improvviso il portone si spalancò: con un agghiacciante grido di guerra tailandese la professoressa McGranitt, infilata in una tuta gialla e nera, attraversò l’atrio con tre salti mortali all’indietro ed atterrò davanti a Piton. “Tu, sudicio traditore!" urlò sfoderando una katana sotto il naso dell’ex collega. “Come ti permetti di venire qui con il tuo degno compare ad insozzare la mia scuola?”
“Professoressa...la prego, veniamo in pace!" intervenne Allock con il suo sorriso da copertina.
La McGranitt lo guardò con disprezzo. “Ma bene, ci sono anche Allock e la Umbridge! Cos’è, una gita del Club dei Vigliacchi? Bene, faremo i conti una volta per tutte!" disse alzando minacciosamente la spada.
A quel punto Harry giudicò che fosse suo dovere intervenire: “Preside...sono con me!" gridò facendo un passo avanti.
La McGranitt abbassò l’arma, meravigliata. “Potter? Sei davvero tu o sei un Mangiamorte in incognito?”
“Sono io, professoressa! Sono Potter! Loro mi stanno aiutando a cercare gli Horcrux!" insistette il ragazzo.
La donna lo scrutò sospettosa. “Sei sotto Imperius? Ti stanno ricattando? Sai quello che fai?”
“Lo so...mi creda, professoressa...”
“Aspetta!" lo interruppe l’insegnante. “In quale animale si è trasformato Malfoy al quarto anno a Hogwarts?”.
Harry la guardò perplesso...poi un’immagine esilarante gli balenò in testa: Malfoy che squittiva disperato sotto forma di... “Un furetto!" rispose ridendo. “Un furetto bianco! Ah, ah, ricordo ancora la faccia di Ron...è stato il giorno più bello della sua vita!”.
La McGranitt parve soddisfatta. “Non ci sono dubbi, sei davvero tu, Potter! Adesso entriamo tutti, è pericoloso star fuori!”.
“Lascia parlare me, eh?" borbottò Piton sarcastico, oltrepassando Peter e seguendo Harry oltre la soglia.

“Spiegatevi e fate in fretta, non ho tempo da perdere!" ordinò la McGranitt scortando gli “ospiti” in Sala Grande. “Cos’è questa faccenda degli Horcrux?”
“Mi stupisco che tu non lo sappia, Minerva!” rispose Piton. “Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha creato ben sei Horcrux durante la sua lunga e prolifica carriera di assassino: Silente lo sapeva ed aveva deciso di cercarli”.
Al nome di Silente la McGranitt fece una smorfia. “Ecco dov’era andato quella notte...e li ha trovati?”
“Solo due” rispose Minus. “Il terzo si è purtroppo rivelato falso, ma l’originale è stato comunque distrutto. Noi ne abbiamo eliminato un altro e stiamo cercando gli ultimi due...uno dei quali, professoressa, si trova qui”
“È vero, Potter?” indagò la McGranitt, fissando sospettosa il ragazzo.
“Beh" mormorò Harry, “credo di sì. Cioè...tutto è possibile, dato che il quarto Horcrux erano i miei occhiali!”.
La Preside sospirò. “Lo credo anch’io, Potter. Il giovane Riddle ha sempre avuto un discutibile senso dell’umorismo...è proprio il genere di cose che potrebbe trovare divertente. E dimmi, Peter...dove sarebbe l’altro? Quello che siete venuti a cercare?”
“Se i nostri calcoli sono giusti, dovrebbe trattarsi della coppa di Tosca Tassorosso" rispose Peter con un lieve sorriso. “Se è cosi, dovremo cercare nel posto più ovvio per nascondere una coppa...cioè nella sala dei trofei!”.
Sul viso della McGranitt comparve un sorriso che il giovane Potter non aveva mai visto: un ghigno feroce e paurosamente inquietante. “Bene!" esclamò in tono deciso. “Vengo con voi. L’idea di mandare a monte i piani di Voldemort mi fa letteralmente andare in estasi!”
“Sono d’accordo!" approvò Harry. “A proposito...bella tuta!”
“Ti piace, Potter?" chiese la professoressa lusingata. “L’ho presa in un grande magazzino...pensa che è piaciuta anche ad un tizio Babbano che ho incontrato per strada, un certo Quentin Torinese...”
“Tarantino?" suggerì Harry.
“Esatto! Ha detto qualcosa a proposito di un film...ma adesso andiamo, chi dorme non piglia Maghi Oscuri!" e con un urlo lacerante, che avrebbe fatto invidia ad una pattuglia di marines, la professoressa partì di corsa verso le scale, trascinandosi dietro il povero Allock.

“Che si fa?" chiese la Umbridge guardandosi intorno.
“Sarà un’impresa!” le fece eco la McGranitt. “Come faremo a trovare quella giusta?”.
Harry si appoggiò ad una bacheca, contemplando l’enorme quantità di trofei luccicanti sugli scaffali: coppe delle Case, coppe del Quidditch, il premio del Torneo Tremaghi con il suo nome scritto sopra e targhe di tutte le misure dedicate a Prefetti, capiscuola, sconosciuti giocatori di Gobbiglie ed ex alunni meritevoli. Trovare l’Horcrux sembrava una missione impossibile.
“Maledizione!" commentò Piton. “Sarà difficile come trovare un Malfoy in mezzo alla neve!”
“Chiedo scusa?" disse la Umbridge sollevando un sopracciglio.
“Niente, Dolores...ricordi dei miei anni di scuola. Forza, mettiamoci al lavoro!”.
“Aspetta, Severus...forse ho un’idea!” mormorò Minus. “Anche Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha ricevuto un premio: forse ha nascosto lì un indizio per trovare la coppa!”
“Buona idea, Peter!" disse Piton. “Dov’è la targa?”
“Vado io a prenderla!” si offrì Harry, ansioso di allontanarsi dalla McGranitt.
Il ragazzo conosceva fin troppo bene la disposizione degli scaffali, quindi trovò in fretta ciò che cercava: tre minuti dopo era già di ritorno con il suo tesoro.
“Bene, Potter...ora posala!" ordinò Piton indicando il pavimento. “Venite tutti qui, voialtri!”.
I membri dell’Ordine della Pernice si disposero in cerchio intorno alla targa, lasciando spazio anche alla McGranitt. Gli sguardi di tutti si concentrarono sull’iscrizione: “A Tom Marvolo Riddle, per i servizi speciali resi alla scuola. 13 giugno 1943”.
“Controlliamo se nasconde qualcosa" esclamò Piton, ma Allock lo precedette.
“Col tuo permesso, caro collega..." disse estraendo la bacchetta. “Allora...come si dice...canalis vamelio!”.
Non accadde nulla; la McGranitt alzò gli occhi al cielo e Piton si portò una mano alla fronte, sconsolato.
“Devo aver sbagliato incantesimo!" borbottò Allock grattandosi un orecchio. “Dunque, vediamo...bestialis perielio...no, nepote cornelio...cioé nondormo mavelio...”
“Faccio io, Gilderoy!" intervenne Piton esasperato. “Specialis revelio!”. Subito la targa si illuminò come se fosse incandescente; le parole incise scomparvero e un’altra scritta si materializzò sul metallo.
“Cosa c’è scritto, Harry?" chiese Minus impaziente.
“C’è scritto...c’è scritto...no, non è possibile!" rispose Harry strizzando gli occhi per decifrare le lettere.
“Che c’è, Potter?” sbuffò Piton sporgendosi per vedere.
“C’è scritto: Scemo chi legge!" completò Harry desolato.

“Che coooosa?" esclamarono tutti in coro.
“Beh, guardate, se non ci credete!" ribatté il giovane Potter. “E non fate quelle facce, non è colpa mia!”
“Quel maledetto Riddle, figlio di una serpe...lasciate che gli metta le mani addosso!" ringhiò la McGranitt estraendo di nuovo la katana.
“Calmati, Minerva, ti si alza la pressione!" disse Piton preoccupato.
“No, che non mi calmo! Quel disgraziato ha fatto solo danni nella sua inutile vita: ha sconvolto il mondo magico, ucciso i miei allievi migliori, ordinato l’assassinio del più grande benefattore di questa scuola e infiltrato le sue dannatissime spie tra i miei colleghi e addirittura tra gli studenti, e come se non bastasse si permette anche di prenderci per i fondelli...ma adesso sono stufa! Io vado a cercarlo e lo massacro, e quando ho finito con lui mi occupo di quel grandissimo fetente di Malfoy e di quel funghetto velenoso che definisce suo figlio!”. In preda all’ira, la professoressa sferrò un calcio ad uno scaffale: le coppe stipate sui ripiani più alti piombarono a terra con un rumore assordante e una di esse finì in testa a Harry, mettendolo fuori combattimento.
“Diamine!" commentò la McGranitt. “Mi è proprio servito quel corso di arti marziali!”.
Silenzio imbarazzante.
“Ehm..." disse Allock, “Cominciamo a controllare queste?”

Specialis revelio! Sveglia, Potter, non abbiamo tutto il giorno!" disse Piton scartando un’altra coppa.
“Chiedo scusa, professore...ma mi è stranamente venuto un grande mal di testa!" ribatté Harry acido. Estrasse la bacchetta e diede un’occhiata al mucchio di trofei da controllare. “Dov’è quella che mi ha colpito? Ah, eccola, c’è ancora del sangue sopra! Vediamo di chi è....ecco, ti pareva! Tale padre, tale figlio!”
“Cosa c’è, caro?” chiese la Umbridge premurosa. “Ti fa molto male?”.
Harry rise. “No...mi è andata fin troppo bene, dato che mi è caduta in testa la coppa di Goyle!”
“Che cosa?” esclamò Minus. “Fammi vedere, Harry...oh, è incredibile! Sì, credo proprio che sia lei!”
“Questo sarebbe l’Horcrux?” chiese Piton, non troppo convinto...poi si diede un’altra manata sulla fronte. “Ma certo!” esclamò. “Quella scritta era un indizio! Avremmo dovuto capire che quel troglodita di Goyle non poteva aver vinto un trofeo! Bravo, Potter... ogni tanto ti rendi utile!”
“Hermione l’avrebbe capito subito!" commentò Harry sorridendo debolmente(la testa gli faceva ancora un male d’inferno). “Però non capisco... Ron Weasley ha pulito questa coppa quando era in punizione e non gli è successo niente, io la sto tenendo in mano...se è un Horcrux non dovrebbe avere uno scudo...una protezione...qualcosa?”
“Forse non lo sai, Harry, ma la magia Oscura molto avanzata comprende incantesimi che sanno distinguere le intenzioni. La coppa non teme un ragazzino del secondo anno che la prende in mano per pulirla, ma se qualcuno la riconosce e prova a toccarla..." e così dicendo Minus allungò la mano. Non appena il suo dito sfiorò uno dei manici ci un lampo blu elettrico, seguito da una forte esplosione che lo scagliò dalla parte opposta della stanza. La coppa scintillò minacciosa e sulla superficie metallica comparve un piccolo tasso dagli occhi rossi.
“Visto, ragazzo? E adesso mettila giù, prima che ti succeda qualcosa!" disse Minus allegramente, emergendo a fatica da una montagna di trofei di Quidditch. Harry si affrettò ad obbedire.
Piton si rimboccò le maniche. Lo stesso fecero Allock, la McGranitt e la Umbridge. “Un’altra sorpresa per il Signore Oscuro!" mormorò l’ex insegnante di Pozioni. “Prima, però, devo fare una cosa...petrificus totalus!”.
Il professor Allock, colto di sorpresa, non ebbe il tempo di schivare la fattura e s’irrigidì all’istante, con la bocca aperta e la bacchetta dietro l’orecchio. “Adesso possiamo cominciare!" dichiarò Piton, mentre gli altri sospiravano di sollievo. “Vieni anche tu, Potter...tu mettiti qui, Peter...cominciamo con le buone maniere, stavolta. Proviamo a farla esplodere, siete pronti? Uno, due, tre...reducto!”.
L’incantesimo partì da cinque bacchette contemporaneamente e colpì la coppa, ma rimbalzò indietro subito dopo. “Giù!" gridò Piton buttandosi a terra, mentre la fattura sfrecciava a pochi centimetri dalla sua testa producendo un grosso buco nel soffitto.
Quando la pioggia di detriti cessò, i cinque si rialzarono con i capelli bruciati. “Forse è meglio se passiamo alle cattive maniere!" ammise Harry, massaggiandosi un secondo bernoccolo.
“Ottima idea!" approvò Peter. “Però evitiamo le maledizioni illegali, stavolta...wingardium leviosa!”. La coppa si sollevò docilmente in aria e fluttuò fuori dalla finestra, con Minus che la guidava con lievi tocchi di bacchetta. Galleggiò a mezz’aria attraverso il parco, verso la Foresta Proibita, poi ad un cenno del mago schizzò via e colpì il tronco del Platano Picchiatore. L’albero si animò immediatamente, stritolando l’oggetto: in pochi minuti l’Horcrux si ridusse ad un informe ammasso di metallo fumante.
“Tutto qui?" esclamò Harry sbalordito.
Minus sorrise. “Il Signore Oscuro ha una mente incredibilmente complessa, dunque non si aspettava un attacco così rozzo: non è infallibile, per fortuna. Professoressa McGranitt, noi togliamo il disturbo: grazie per l’aiuto!”
“Oh, figuratevi, per così poco! Lasciatemi da parte qualche Mangiamorte quando troverete il covo!”
“Certamente, professoressa! Forza, Harry: facciamo levitare Gilderoy e partiamo!”.

“E anche il quarto è andato!" esclamò Peter Minus, quando giunse al cancello (la McGranitt era ancora alla finestra e li salutava agitando la mano). “Peter...non dovremmo sbloccare Allock? Non c’è pericolo ormai!" suggerì timidamente Harry.
“Ma no, Potter, lasciamolo così...è molto più carino!" rispose Piton con un sorriso malizioso. “E adesso, alla base: ci aspetta un’altra dura giornata!”.


Un’altra missione compiuta per l’Ordine della Pernice! Quale sarà la loro prossima mossa? (“Una pausa per il pranzo, ovviamente!" n.d.Allock).
Naturalmente avrete riconosciuto la citazione di “Kill Bill”...non c’entra niente ma fa ridere, quindi l’ho piazzata nella storia.

Palanmelen: sfortunatamente Allock è la “spalla comica" e quindi i nostri eroi devono sopportarlo fino alla fine: continuerà ad inventare piani assurdi e a perdere la memoria nei momenti meno opportuni...ma la sua presenza sarà fondamentale(è un ottimo diversivo, non trovi?). Come vedi, però, Piton sa prendere “provvedimenti” quando la situazione si fa pesante. In confidenza: io detesto Piton, la Umbridge e Minus e perciò li ho coinvolti in questo casino...però cominciano a piacermi come personaggi.
Mapi90: il tuo entusiasmo è travolgente: fa piacere avere dei lettori così! Ah, a proposito: evita di morire dal ridere, perché la storia non è ancora finita: c’è ancora la parte più interessante...cioè il decesso dello zio Voldie!

2/3/2007: una mia "compagna di casa" su DiagonAlley.it mi ha disegnato questo: grazie Kikiriki! (e forza Corvonero).

   
 
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