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Autore: taemotional    15/02/2012    3 recensioni
[MaruDa]
"Non vedo nulla, ma mi piace il buio della notte. Sento i tuoi passi, ti siedi accanto a me, ma è solo il rumore delle molle, non ti vedo. E non ti sento. Vorrei allungare un braccio e verificare la tua reale presenza.
Sospiri."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Tatsuya, Yuichi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Commento: Ho deciso di postare questa Maruda un pò dolciotta per ritirare su la reputazione di Nakamaru prima che glieli rovini definitivamente con la prossima JinDa in cui Maru *spoiler*
:D Questa l'ho scritta subito dopo aver saputo di quale fine spettasse ai capelli di Uepi ;O; (fortuna che ora sono tutti belli puffosi e lui sembra un pulcino puccio *coff coff*)
Il PoV è di Maru U-U 

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一夜かぎりの月の光全て脱ぎ捨てて散り行く花になる

~ In the moonlight that will last just for one night, abandoning everything,
I become a flower that starts to scatter ~


 

 
Busso alla porta del tuo camerino.
E’ tutto il giorno che sei strano, ma Kamenashi mi ha detto tutto.
“Dove vai in giro di notte?” mi domandi, e io ti sorrido. Anche così i tuoi capelli sembrano dorati.
“E tu perché te ne stai qua al buio?” chiedo di rimando, ed entro. Trovo il tuo letto, prima che la porta chiusa impedisca alla luce del corridoio di mostrarmi i suoi contorni.
Non vedo nulla, ma mi piace il buio della notte. Sento i tuoi passi, ti siedi accanto a me, ma è solo il rumore delle molle, non ti vedo. E non ti sento. Vorrei allungare un braccio e verificare la tua reale presenza.
Sospiri.
“Cos’hai?” me ne vuoi parlare?
“Niente, è una cosa stupida.”
“E’ stupida? Se ti fa sentire così non sono d’accordo.”
Poggi la testa sulla mia spalla e io sobbalzo. Non credevo che fossi così vicino, non vedo nulla. Non me n’ero reso conto.
“Davvero. E’ stupida, e io sono un idiota a pensarci in continuazione.”
“I tuoi capelli,” dico io, “Li ho sempre invidiati.”
Alzi la testa, il contatto si interrompe. I miei occhi si abituano piano al buio. No, mi stai guardando. Un altro contatto è stato stabilito.
“Come...?”
“Me l’ha detto Kamenashi.”
“Non lo volevo dire a nessuno, prima di sentirmi pronto... ma Kame sa sempre tutto, eh...”
“Già.”
Allungo una mano e ti sfioro una guancia, “Posso...?”
Non dici nulla ma ormai non posso tirarmi indietro. Percorro il tuo viso e infilo le dita tra i tuoi capelli.
I tuoi occhi sono un po’ allarmati. Non ci faccio caso e poggio le mie labbra sulle tue.
“L’ho sempre voluto fare,” commento continuando a toccarti i capelli.
“Cosa, baciarmi?” chiedi con una nota tremante nella voce. Sorrido.
“No, passare le dita tra i tuoi capelli in questo modo...”
Arricci un po’ le labbra.
“In effetti, il bacio... è venuto automatico,” continuo io pensandoci, poi rido soffusamente, “Ora hai qualcosa che ti distrae.”
“Non hai fatto abbastanza,” commenti raggiungendo con una mano le mie dita, “Ci sto ancora pensando, impegnati di più...”
E trascini la mia mano dalla testa fino al torace. Allargo le dita e lascio che aderiscano perfettamente al tuo petto.
“Anche io l’ho sempre voluto.”
“Cosa?” chiedo io.
“Lasciarmi toccare da te. Dalle tue dita.”
Sorridi con disinvoltura, ma io sento chiaramente il tuo cuore battere all’impazzata.
Non mi ero allontanato molto dal tuo viso, così mi basta poco per raggiungere ancora una volta le tue labbra.
Questa volta mi soffermo di più e tu le schiudi, lasciando che io possa far prendere sapore a quel contatto. I tuoi movimenti sono impacciati, sembri non avere esperienza, eppure “Sai come fanno sesso due ragazzi?” mi domandi.
Mi allontano trattenendo una risata. Ma il tuo sguardo mi bracca, è serio.
“Ti prego, in cambio farò qualsiasi cosa.”
Mi tieni stretto per le spalle, a differenza del tuo cuore, la tua presa è ferma.
Guardo i tuoi occhi, liquidi e scuri.
Sorrido e ti prendo di colpo per la vita. E in un secondo sei sotto di me. Osservo ancora una volta i tuoi capelli che brillano di luce propria sparsi sul lenzuolo bianco.
“La mia richiesta... è un po’ egoistica,” dico.
“Anche la mia lo è.”
Sorrido.
“Vorrei che i tuoi capelli rimanessero del loro colore naturale, una volta ricresciuti.”
“Cioè... neri... come il caffè?”
“Eh? No, odio il caffè,” replico io pensandoci, “Neri come la notte.”
“Ti piace la notte... anche a me.”
Torno sulle tue labbra con un po’ più di foga. Mordo il tuo labbro inferiore.
“Allora?”
“E’ una promessa,” dici mentre le mie dita riescono infine a toccare la pelle fredda della tua pancia.
Così sembra quasi un patto illecito, in cui è in ballo la notte e il sesso. Rido.
E ridi anche te.
 

< I nostri corpi separati si confondono in una cosa sola.
Non te ne andrai vero?
Mi sto forse per consumare?
Non piangere ora:
Il sole sta per calare di nuovo.>>


   
 
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