Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: gaccia    16/02/2012    14 recensioni
Promemoria: mai scommettere contro Emmett alla WII, potresti ritrovarti come me, in un’altra scuola, per due mesi, con l’unico incentivo di conoscere Bella Swan. Certo! Peccato che sono vestito da donna!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

 

 

Potrebbe essere strano postare un capitolo di una storia comica dopo questa settimana tristissima: è mancata la mia nonnina che si è cristianamente addormentata alla veneranda età di ultracentenaria. Non sto scherzando, aveva l’età a 3 cifre.

Potrei dire meraviglie su di lei ma mentirei, tutti hanno i propri pregi e i propri difetti ed esaltarli ed idealizzarli dopo la dipartita è ipocrita. Le volevo bene, punto.

Ed è appunto per esorcizzare la tristezza che mi sono rivolta a queste pagine, non è mancanza di rispetto (anche perché l’importante è rispettare da vivi ed io l’ho fatto), ma anche a lei piaceva ridere, e, se anche ultimamente capiva poco, sono sicura che adesso saprà apprezzare.

Ciao Nonna.

 

 

 

---ooOoo---

 

 

Passo da un corridoio all’altro, tentando di non cadere… anche se farlo addosso a Bella, non sarebbe una cattiva idea.

La porta dell’aula di matematica si apre come un miraggio ai miei occhi. Uff! arrivati.

«Siediti accanto a me, così se non sai qualche cosa del programma ti aiuto» si offre la matrioska, sempre più zuccherosa. Ma cosa le è preso? Sta per andare in coma per iperglicemia nel sangue? (ammesso che sia il termine giusto)… Però, è adorabile, quando fa così… forse è meglio che approfitto del mio travestimento. Discutere con lei come Edward è davvero sfiancante.

«Grazie» gracido e mi siedo al banco indicato.

«Fiorellino!». Che il cielo mi aiuti! Il rospo mi ha trovato!

«Ehm… ciao Eric». Proviamo ad essere educati, tanto siamo in mezzo alla gente, mica mi metterà le mani addosso!

Una sua mano, si appoggia sulla mia sul banco, ed io prontamente la tolgo. Come volevasi dimostrare. «Ti ho cercato prima. Volevo avvisarti che sui sedili della macchina di Emmett non c’è alcun libro. Tranquilla». Sono scioccato. Davvero questo è così tardo da non aver capito che era una balla per togliermelo dai piedi?

«Eric, vai per favore. Sta arrivando il prof». è Bella che interviene a difendermi, di nuovo. È più efficace di uno zampirone contro le zanzare, perché il rospo, sorride mesto e si allontana, non senza avermi lanciato un bacetto volante. Dio! Ma che ho fatto di male per meritarmi questo?

 

«Perdonalo, non è cattivo, solo che non capisce quando è ora di smetterla» mi spiega la ragazza sedendosi accanto a me.

Mi sento avvolgere dal suo profumo, fresco di fiori e lavanda. Da vera ecologista.

«Non avevi detto che prima seguiva te? Era così?» chiedo. Voglio sapere il suo segreto, non credo che basti dire ‘ho il fidanzato’ e mostrarsi con qualcuno… se così fosse, io potrei costringere Giuseppino, tanto mi ha già toccato gli zibidei, che sarà mai qualche bacetto in pubblico… bleah! Solo il vago pensiero e mi si rivolta lo stomaco.

Con tutto il rispetto per gay, trans e bisex, ma uomo con uomo non fa per me.

 

«Come hai fatto a liberarti di lui?». Scopriamo i tuoi segreti Bella, a partire da questo. La sua reazione, però, mi sconvolge un pochino. Si sporge verso la mia faccia, con un sorriso maliziosamente sexy e passa un dito sul mio braccio appoggiato al banco. Sento il suo calore attraverso la stoffa e deglutisco affascinato, ipnotizzato dai suoi occhi.

«Mi sono fatta trovare in reggiseno e mutandine nello spogliatoio dei maschi… poi l’ho assalito cercando di baciarlo e toccarlo e dicendogli che mi stava facendo impazzire… e…» il suo dito continua il suo viaggio dal gomito al polso e stavo cominciando ad eccitarmi. Quel suo tono confidenziale e sensuale è da perderci la testa… Peccato che il mio bazooka è blindato a doppia mandata, sembra che nelle mie parti basse sia in atto un braccio di ferro tra il mio organo riproduttore e quella malefica guaina elasticizzata… e per ora perde il mio amico, con mio sommo dolore. Meno male che sono seduto e non si vede nulla.

«… E…» completamente affascinato. Sono imbambolato dagli occhi di questa anaconda, mi sarei fatto volentieri avvolgere dalle sue spire e soffocare dentro di lei… un sussulto del mio amichetto mi ricorda che in questo non solo siamo in due, ma che sono anche masochista, visto che non ho speranze per il momento.

Lei si rialza ridendo «E’ scappato terrorizzato! E da allora mi sta ad almeno due metri di distanza, per paura che ci riprovi» scoppio a ridere anche io. Quell’Eric è pazzo, come si fa a rifiutare un bocconcino del genere?

«In pratica dici che è uno che abbaia ma non morde?» chiedo per sicurezza. Nella mia mente si aprono gli scenari più raccapriccianti, tipo io nudo in guaina e reggiseno imbottito che mi struscio, io che ficco la mia lingua in bocca, io che adesso mi vado a impiccare se non la pianto di fare incubi ad occhi aperti.

Sono uomo, sono uomo e mi piacciono le donne inizio a ripetere nella mia testa… non si sa mai, magari perdo la rotta.

«Infatti, ma non ti preoccupare, magari trova qualcun altro da cui andare nel frattempo, non è detto che tu debba arrivare sin dove sono giunta io. Anche perché non è certo che si tiri indietro, io avevo una fifa blu» cerca di consolarmi e un poco ci riesce, anche perché preferisco concentrarmi su di lei che sul rospo.

Ma quello che dice dopo mi fa ripiombare di brutto sulla terra: «Magari si rivolge a tuo fratello. L’ha incontrato sabato sera e mi sembrava proprio affascinato» e sorride. Oddio! Gli piaccio anche in versione doubleface! Uomo o danna che sia!

Che dramma!

 

«Lo sai che somigli tantissimo a tuo fratello? Neanche foste gemelli monozigoti» ecco… e adesso che le dico? Ma sì, giochiamo.

«Ce lo dicono tutti. In effetti, a parte le ovvie differenze, non siamo proprio così diversi» rispondo.

«Beh, non ti conosco, ma tuo fratello, per le volte che l’ho visto, l’ho trovato un pochino pieno di sé, soprattutto con le ragazze ed è una cosa che mi irrita profondamente, spero che tu sia diversa» mi chiarisce il mistero.

«Sono le ragazze che gli vanno dietro, lui non deve far altro che sorridere e gli arrivano pronte nel letto, ma non è cattivo e non se ne approfitta, prende solo quello che gli viene concesso senza ricatti o promesse» non sono un orco, il mio è sempre stato uno scambio alla pari.

«Oh credimi. Ho capito il tipo di ragazza. Però da fastidio che non consideri le ragazze se non per quello che hanno in mezzo alle gambe».

«E’ solo che nessuna sembra voler provare a sondare quello che c’è oltre» rispondo. Non è solo colpa mia, uffa!

«E’ molto protettivo nei tuoi confronti, mi ha colpito» e qui mi spiazza.

«Ehm… davvero?» sono imbarazzato e confuso.

«Ti vuole molto bene. Si vede che ci tiene a te» risponde convinta, mentre il prof entra in classe. Accidenti, la conversazione stava diventando sempre più interessante. Prima di iniziare con lo studio, lancio un’ultima domanda… il mio ego ne ha bisogno.

«E come ragazzo, cosa ne pensi? Cioè, lo trovi carino? Sai, io sono la sorella e non so…» lascio in sospeso la frase con finto imbarazzo e noto che le guance di Bella si tingono di un tenue rossore. Incantevole.

«Sì, è molto carino, per non dire bello. Ti prego però, non dirgli niente, altrimenti si gonfierebbe come una mongolfiera» mi intima piazzandomi il dito indice sotto il naso ed io sorrido comprensivo. Una parte di me gongola vittoriosa.

«Promesso, croce sul cuore» faccio il gesto che ero solito scambiare con Alice da bambini e lei si volta verso la cattedra soddisfatta.

 

Alla fine avevo trovato una materia nella quale eccellevo, almeno in questo liceo. Al contrario di quanto ipotizzato da Bella, non solo ero riuscito a seguire senza problemi, ma avevo dato una mano anche a lei. Probabilmente la sua mente ecologista era più portata al romanticismo delle materie umanistiche che alla rigidezza dei numeri.

In ogni caso feci la mia figura e mi guadagnai anche un invito per il pomeriggio a casa sua, per finire l'esercizio assegnato.

«Che sport hai deciso come corso opzionale?» chiede prima di uscire dall'aula.

«Perché? Ci sono dei corsi?» questa è preoccupante, non posso certo fare basket... in canotta e calzoncini non sono molto coperto.

«Oltre alle ore di ginnastica obbligatorie, ci fanno fare uno sport aggiuntivo in cui allenarsi 2 volte a settimana e un corso di hobbistica da frequentare il lunedì. È  per avere crediti extra per te e se sei brava, gloria alla scuola nelle competizioni regionali» più o meno la stessa cosa che capitava alla mia vecchia scuola.

Però allora era basket e basket (avevo scelto lo sport come hobby) ora?

Magari riuscivo a trovare una scusa perché Carlisle facesse un certificato di esonero... che ne so... per un problema di circolazione... un'unghia incarnita... problemi ormonali con scompensi sessuali... tifo, colera, ipersudorazione... qualsiasi cosa che impedisse di spogliarmi.

«Che bello!» pigolo. Ironico? Assolutamente.

 

«Dina! Dina, vieni!» appena uscito dall’aula vengo requisito dal piccolo diavolo. Cosa avrà in mente ora?

«Vieni, andiamo a pranzo in mensa, così familiarizzi con l’ambiente» e mi prende sottobraccio, trascinandomi per il corridoio

«Cosa c’è, Alice?» domando quando siamo abbastanza distanti da orecchie indiscrete.

«Volevo sapere come era passata la mattinata, come ti eri trovato nelle nuove vesti, dopo essere sopravvissuto alla cascata del Niagara in bagno» risponde.

Potrei essere commosso per il suo interesse ma qualche cosa stona, non so perché ma sento che c’è un tranello in agguato.

«E’ andata bene, a parte Eric Secchio dell’Immondizia» chiarisco. I vari incontri con il rospo sono stati stancanti.

«Allora hai fatto colpo!» esclama entusiasta battendo le mani. Non la capisco: un conto è se avessi fatto colpo su Zac Efron, ma qui si tratta una larva umana, niente a che vedere con qualcuno di appetibile… tipo me in versione maschile.

Sollevo un sopracciglio e la guardo allibito.

«Hai ragione. Eric non fa testo. Però la cosa mi esalta lo stesso» risponde sorridendo. Bah, valle a capire le donne.

 

Avrei voluto mettermi un sacchetto di carta in testa, per nascondermi dalla visuale di tutti gli studenti radunati in mensa. Ed erano proprio tutti, centinaia di paia di occhi fissi su di me.

«Ti prego, Alice» sussurro al suo orecchio mentre facciamo la coda con il vassoio in mano.

«Prendi questo?» mi chiede indicando una specie di poltiglia marrone che dovrebbe essere carne. Mi chiedo quale sia l’animale che si è sacrificato per questo alimento. Storco il naso e mi rivolgo verso una bistecca mini, attaccata a un osso maxi e dei fagiolini che, miracolosamente, tengono ancora la forma originale. Qui si mangia peggio di Seattle, non avrei mai creduto.

Ci dirigiamo al tavolo che dividerò insieme ai miei aguzzini. Tengo la testa bassa, ma riesco a sentire le sghignazzate delle ragazze popolari del tavolo centrale. Pensare che, sicuramente le stesse bambole, farebbero carte false per entrare nel mio letto, adesso invece mi schifano solo perché si fermano alla copertina. Non riescono a vedere oltre.

“Come del resto hai fatto sempre tu in questi anni” mi dice la mia coscienza. Caspita! Ho una coscienza che mi parla? Ma da quando? Pensavo seriamente di esserne esentato, invece, adesso, mi fa notare tutto l’imperfetto che mi circonda.

Oltre a quello che causavo io.

 

«Come è andata questa mattina?» chiede Rosalie sorridente, mentre mi siedo accanto a lei.

«Umfhf… lezioni, lezioni, stress, stress, lezioni» riassumo telegrafico quando sento un colpo contro il mio polpaccio. Pure i calci? Ma certo! Perché no? Autorizzo anche le dita negli occhi, tanto, peggio di così.

«Dina! La voce!» sibila Jasper alla mia destra.

 

A proposito di Giuseppino.

«Tesoro, visto che abbiamo già avuto modo di conoscerci in maniera più… ehm, intima. Ho bisogno di un ragazzo» lo vedo sbiancare, mentre gli altri mi guardano con tanto di occhi fuori dalle orbite.

«Co-come conoscenza… intima? Come ragazzo?» balbetta il caro schiacciatore di palle.

«Non ti ricordi quando hai allungato le mani?» chiedo sorridendo. Sento Alice sospirare sollevata mentre borbotta “Ah! Quello, meno male” e la guardo interrogativo. Cosa credeva intendessi? Che me la facevo con il suo boy?

Apriti cielo! E colpiscila senza pietà per i suoi empi pensieri! Eretica! Per me il sesso tra uomo e donna e quasi una religione, e non ci sono alternative possibili. Tutto questo riferito a me stesso, ovvio, gli altri facciano pure come credono.

«Quello era uno scherzo, non una conoscenza intima» puntualizza il biondo… paura eh? Bene, bene. Così impari.

«Quindi mi devi un risarcimento e ti voglio vicino per liberarmi di Eric Secchio dell’Immondizia Dustibin» chiarisco la seconda parte.

«Scusami, ma tra te ed Alice, non c’è storia. Hai perso in partenza» risponde ridendo. 

«Preferisci farlo alla luce del sole o che Alice faccia la figura della cornuta? Il paese è piccolo e la gente… bastano due paroline all’orecchio giusto e credo di averne già individuate un paio…» butto l’occhio verso il tavolo delle cheerleader dove Jessica e Lauren stanno sghignazzando alle mie spalle.

Ma non è questo che mi preoccupa al momento…

 

«Tenero usignolo!» e ti pareva se non spuntava anche qui. Usignolo? Io mi sento più quaglia! Spero solo che non si riferisca alla voce, se no oltre a fargli cambiare occhiali, gli consiglierò un buon apparecchio acustico.

«Ciao Eric… conosci il mio ragazzo?» dico subito indicando Jasper.

Sento un gran frastuono di fronte a me e scorgo la massa di capelli di Emmett spuntare da sotto il tavolo.

«Scu… scusate… sono… ahahahah… sci… scivola… to» più che altro sembra in apnea, talmente cianotico a furia di trattenere le risate, senza gran risultato a dire la verità.

Ma quello che mi interessa di più adesso è la faccia verde di Giuseppino. Mi piace, la vendetta, se pur piccola e quasi insignificante.

«Certo, Jasper. Ma non stavi con Alice?» chiede perplesso Eric, indicando mia cugina che mi guarda come se volesse uccidermi. Intervengo nuovamente.

«Non più… lui adesso sta con me» dico stringendo il braccio del mio vicino «Ma lei è sulla piazza adesso! Se vuoi approfittarne è tutta tua… Alice mi stava giusto dicendo poco fa, quanto le piacerebbe…» ma vengo bruscamente interrotto

«… Non fare tardi a lezione!» dice la nanetta mentre si alza come una furia e mi trascina via dalla mensa, sotto lo sguardo stupito di Eric, smarrito di Jasper, divertito di Rosalie e decisamente ilare di Emmett.

Appena si chiudono le porte dietro di noi, sento distintamente il vocione di Mister Muscolo che esplode in una fragorosa risata.

 

«Ma cosa ti salta in mente?» mi chiede Napoleone, strattonando il mio braccio.

«Volevo liberarmi di Eric» rispondo facendo spallucce.

«Appioppandolo a me?». Sorrido al solo pensiero.

«E’ un bravo ragazzo, Alice. Dagli una possibilità». Non respiro, perché se lo faccio inizio a ridere.

«Attento, Dina! Potresti ritrovarti a dover baciare Jasper in pubblico». I singhiozzi che cercavo di trattenere si bloccano di colpo. Oh cielo!

«Allora aiutami! Non lasciarmi in balia di quel rospo! È asfissiante!» imploro. Evito le mani giunte ma è come se le avessi.

«Forse era meglio far intendere che eri lesbica. In fin dei conti ti piacciono le donne, no?». Perché non ci ho pensato prima? E perché non ci ho pensato io?

«Okay. Senti, adesso Jasper ti accompagnerà per un poco, così starai tranquillo. Eric ci mette poco per cambiare direzione alle sue attenzioni. Normalmente non supera mai il mese» continua Napoleone. Sbaglio o mi ha appena ceduto il suo ragazzo per qualche giorno? Generosa!

«Alice, io resto qui sei settimane. Come faccio a sopportarlo per un mese? Mi verrà l’esaurimento prima!» protesto.

«Ti ho detto che Jasper ti accompagnerà, di più non posso fare!». Devo accontentarmi. Sento suonare la campanella.

«Andiamo in palestra. Ci sono le scelte per i corsi opzionali» mi annuncia Napoleone, trascinandomi verso il fabbricato incriminato.

 

«No! No! No! Non ho intenzione di iscrivermi alle cheer!» sto urlando e molte teste si girano verso di me, ma non mi importa. Io una cheerleader? Ma stiamo scherzando?

«Datemi una D! Datemi una I! Datemi una N! Datemi una A! Dina!» stanno cantando quegli stupidi di Emmett e Jasper. Evidentemente Giuseppino si è ripreso dal trauma mensa.

«Visto che vi piace tanto, perché non ci andate voi?» oltretutto farebbero una splendida figura in gonnellina e top.

«Beh, Dina... sei Dina, giusto?» mi giro appena e faccio un cenno affermativo a Jessica che, in divisa da cheer, si è appena avvicinata.

«Certamente sarebbero meglio loro di te. Senza offesa, chiaro. Abbiamo proprio bisogno di alcuni ragazzi per le alzate, e loro sono così... così...» è proprio deliziosamente antipatica questa tizia.

«Occupati» interviene Rosalie prendendo Emmett e Jasper a braccetto e conducendoli verso il banco del basket. Quanto vorrei andarci anche io!

Il mio ego però non riesce a farla passare liscia a Jessica... quella è più befana di me, il che non è facile.

«Credi che non sia capace di saltellare con due ponpon? Non credo ci voglia la laurea» forse non è proprio così semplice ma mi ha irritato.

«Non è per questo... ci vuole anche prestanza fisica... e poi, siamo già al completo» balbetta come giustificazione. Prova a dirlo che sono un cesso! Provaci e vediamo se non ti faccio nera! Brutta oca travestita da gallina. Da te non mi farei fare neanche un servizietto orale, avrei paura dei germi!

«Dina, lascia stare. Vieni con noi? Ci iscriviamo al corso di nuoto». Mi volto e mi trovo davanti Bella. Nuoto? Costume da bagno? Certo mi manca solo quello.

Sorrido e scuoto la testa. Sto cercando la scusa migliore per giustificarmi, quando Alice spunta accanto a me.

«Non è necessario, ho già pensato io a iscrivere Dina al corso di nuoto». Crollo! Ma cosa si è fumata? Deve essere bello forte!

«Bello! Anche io e Angela ci siamo iscritte. Ci troveremo in piscina insieme». Bella sembra entusiasta ed io non posso esimermi dal sorridere. Se Napoleone mi ha iscritto, sicuramente ha anche la soluzione... spero solo non sia l'intervento chirurgico e la cura ormonale, perché a quello mi rifiuto categoricamente.

Il cactus mi presenta una ragazza abbastanza alta, dai capelli neri, con gli occhi grigi coperti da spesse lenti, un viso simpatico e tranquillo e, strano a dirsi per le compagnie frequentate, un semplice abbigliamento con jeans e maglietta azzurra.

«Piacere, io sono Dina Cullen» mi sembra ancora strano presentarmi così, meglio comunque che ci prendo l'abitudine.

«E le tre cozze si sono trovate» borbotta dietro di noi la voce di... Lauren. Quel gracidare da ranocchia lo riconoscerei ovunque.

«Meglio cozze che spudorate... per non dire altro» avrei anche detto puttana ma non mi sembrava il caso in mezzo a tutta quella gente.

«Spudorata! Che termine carino» scimmiotta.

«Era per non dire prostituta e da quello che mi ha raccontato mio fratello è il termine più esatto» Se l'è cercata!

«Lascia perdere, Dina. Piuttosto, quale altro corso vorresti seguire?» chiede cortese Angela. Mi piace questa ragazza, sembra timida e sensibile, certo, non è coinvolgente come il cactus, ma è apprezzabile.

«Io e Angela abbiamo deciso per il corso di fotografia, vieni anche tu?». Perché no? Le foto mi sono sempre piaciute... magari scopro un mio talento nascosto.

«Andata!» mi sembra pazzesco: io Edward Cullen, sciupafemmine per antonomasia, che chiacchiero con due ragazze al posto di sbattermele... e la cosa incredibile, è che mi piace. Quasi svengo quando questo pensiero arriva alla parte del mio cervello pensante (che secondo Alice è notevolmente limitata oltre che coperta da ciarpame vario).

 

Mi trovo iscritto al corso di fotografia. Al tavolo c’era l’insegnante, un ragazzo giovane, alto e abbastanza atletico… si chiama Ben e qualcosa, credo… ma quello che mi da più fastidio sono i sospiri delle ragazze che come noi si sono iscritte.

Praticamente è un corso quasi completamente femminile, neanche fosse economia domestica. Forse quella che sospira meno è la matrioska, abbondantemente bilanciata da quella che, secondo me, sospira di più: Angela. Mi sta quasi venendo il mal di gola a starle vicino, talmente tanta aria sposta. Prevedo già posti in prima fila… che palle!

Ecco, anche lei mi è scaduta: tutte a pensare come farsi il bello di turno. Ma un pochino di amor proprio, no?

“Da quando sei diventato il paladino della dignità femminile? Per te, meno ne avevano meglio era” zitta coscienza, da quando ti sei svegliata diventi sempre più fastidiosa.

Ok. Cerchiamo di non andare con il paraocchi e diamo il beneficio del dubbio: non conosco Angela, meglio non giudicarla. UaU! Che saggio che sono! Quasi mi do delle pacche da complimento da solo.

«Direi che qui abbiamo finito! Andiamo a casa mia? Così finiamo l’esercizio e possiamo assaggiare la torta che ho preparato ieri sera» annuncia Bella.

Io e Angela annuiamo. Non pensavo di riuscire a trovarmi in compagnia di un paio di ragazze, a chiacchierare… è… bello.

 

Nel parcheggio della scuola, fuggo letteralmente da Eric e mi catapulto nel Pick up di Bella. Chiudo anche la sicura, non si sa mai, magari il maniaco è capace a trascinarmi fuori dall’abitacolo e violentarmi su due piedi.

Lo so, sono ridicolo, e a riprova di questo pensiero, noto i miei aguzzini ridacchiare, ma non ci posso fare nulla, la sola idea che Eric mi sfiori mi da brividi di disgusto.

«Siamo arrivate». L’annuncio di Bella mi lascia perplesso: non mi sono neanche accorto che stavamo viaggiando, e, visto il rumore del veicolo, è tutto dire.

Sto diventando sempre più distratto.

Dietro di noi arriva anche Angela con la sua macchina, e Bella si affretta a farci entrare in casa.

«Verde. immaginavo» commento a mezza voce, ma la matrioska mi sente lo stesso, e stranamente non si offende.

«Mi piace e mi rilassa. E’ il colore della natura e lo trovo adatto a qualsiasi arredamento» si giustifica.

Non che in casa sua sia difficile: le pareti sono verde acqua, i mobili in legno massiccio, il camino in pietra e piante verdi in ogni angolo e mensola possibile. Siamo in una serra. Ci sono anche due quadri che in realtà sono vasi incorniciati!

«Forza! Finiamo l’esercizio di matematica e poi attacchiamo con la torta e il resoconto di questa prima giornata di scuola». La proposta del cactus mi piace per metà: va bene l’esercizio, passi la torta… ma proprio il resoconto del mio primo giorno di tortura… pietà di me! Oltretutto adesso che non ho il sostegno dei miei aguzzini a portata di mano, devo stare attento a non sbagliarmi nel parlare… adesso sono Dina, adesso sono Dina, quasi quasi era meglio scegliere il corso di teatro.

 

L’esercizio è finito, la torta al cioccolato è sul tavolo in cucina e noi tre siamo sistemate attorno, appollaiate sulle sedie spaiate e in compagnia di una tazza di the fumante. Per inciso: odio il the, preferisco il caffè ma qui non puoi nulla contro miss bella dentro e bella fuori, il the verde va miracoli con i radicali liberi… (a diciotto anni pensare alle rughe mi sembra esagerato) eccetera, eccetera.

«Cosa ne dite nel nostro insegnante di fotografia?» butta lì Bella, ammiccando verso Angela che inizia a tirare sospironi da mantice.

«E’ bellissimo, vero? Cioè è alto… e quelle spalle… e poi è dolce…». Sta delirando? Intervengo, meglio riportarla sulla terra.

«Angela, perdonami. Ma quando gli hai parlato?» chiedo.

«Ci siamo scambiati il buongiorno quando mi sono iscritta» risponde lei arrossendo come un pomodoro. L’istrice ridacchia.

«Non mi sembra un gran dialogo per stabilire la dolcezza di un ragazzo. Non sai altro di lui?». Quando si vuole conquistare qualcuno, bisogna raccogliere notizie, per lavorarselo su più fronti. Alla fine trovi la falla che ti permette di entrare nel suo cuore, o come capitava a me, tra le sue… ehm, va beh… quelle.

«So che sua madre è la grande fotografa Renata Volturi, e suo padre è Benjamin Cheney senior, un professore di Yale». Famiglia importante e benestante quindi. Cosa ci fa qui a Forks a tenere un corso pomeridiano? Davvero poco per uno di quelle possibilità.

Esterno le mie perplessità alle altre e Bella mi da ragione.
«Dovrai scoprire altro sul nostro insegnante, se non vuoi rimanere solo a sospirare» sottolineo l’ovvio, ma la risposta mi lascia a bocca aperta.

«Tanto non avrei possibilità. Mi hai visto? Se non mi vuoi definire brutta, perché sei gentile, diciamo almeno che sono insignificante». E soprattutto con una alta autostima! A sentirmi sotto carrettate di feci, basto io per l’intero paese.

«Quello che hai detto è una emerita cazzata! Se non ti piaci, cambia! Se sei soddisfatta come sei, fallo vedere! Non ti chiudere a riccio. E’ come per la paura dei cani: loro la fiutano. Se tu ti dimostri forte, loro si allontanano. Se tu ti senti bella, anche gli altri ti vedranno bella. Buona parte del fascino è solo postura mentale» e questa cosa, detta da me, mi aprirà le porte del paradiso per beatificazione.

Da dove mi sarà uscita? Non lo so, ma se serve a tirare su il morale ad Angela ne sono felice.

Oh mamma! Sono felice per la felicità di un’altra persona? Quasi incredibile. Forse non sono tanto bastardo come ho sempre creduto.

“Era ora che ti svegliassi” coscienza, ho già detto di stare zitta, lasciami assaporare questi momenti di beatitudine.

 

Il momento di partire per tornare a casa arriva prestissimo. Il tempo di salutare le mie nuove amiche.

«Grazie per quello che hai detto ad Angela. Ne aveva proprio bisogno» mi sussurra all’orecchio Bella, prima di aprire la porta per farci uscire.

«Grazie per quello che hai detto prima» mi dice Angela abbracciandomi prima di scendere dalla sua macchina. Oddio! Speriamo non abbia capito del mio seno finto!

«Figurati. A domani» borbotto imbarazzato e saluto scendendo davanti alla villetta dei Cullen. Vedo le tende muoversi, segno che mi stanno aspettando.

Tiro un lungo sospiro e mi preparo mentalmente all’interrogatorio serale, con quel che ne consegue.

 

Ripensandoci è stata una lunga giornata, piena di incontri, imbarazzi ma anche tenerezze, specialmente nell’ultima parte. Non avrei mai creduto di poter associare il cactus alla dolcezza. Forse è vero che mi fermavo sempre alle apparenze.

 

----ooo00O00ooo----

 

Angolino mio:

Questo capitolo niente banner, perdonatemi ma non mi sembrava il caso. Il prossimo capitolo posterò quello nuovo che mi hanno gentilmente inviato. Se volete dilettarvi anche voi… aspetto i vostri parti fotoshoppati.

 

Tornando alla storia, capitolo un pochino più profondo del precedente… anche se ci troviamo sempre con qualche situazione imbarazzante da superare.

 

Personalmente mi è piaciuto focalizzare Bella, Angela e questo nuovo rapporto con Dina. Edward versione femminile si trova con delle amiche, e ci parla.

Per lui è una cosa nuova ma piacevole. Forse, davvero comincerà a capire qualcosa in più delle persone che gli stanno attorno. Ogni tanto scade nel volgare sciupa femmine, ma nel complesso mi sembra migliorato. Che ne dite?

 

La scena che preferisco qui dentro è in mensa, quando Dina arpiona Giuseppino e offre Alice a Eric. Vendetta! Anche Emmett schiatta dal ridere.

 

Il coro per Dina è stato suggerito da Orsacchiotta Potta Potta (dovevo trovare il modo di usarlo! Troppo bello!) il braccio di ferro tra Bazooka e Guaina è stato offerto da Bambola e Bibola e Corny83 (anche se ho intenzione di farne una scena più forte in uno dei prossimi capitoli)

Grazie.

 

 

Permettetemi ora, un poco di pubblicità sulle mie storie

Basta cliccare sul titolo e vi troverete al primo capitolo della storia.

[AAA – Affittasi moglie]  in corso,  racconto romantico, commedia. Cosa può spingere un giovane uomo affascinante ad affittare una moglie?.

[Si dice – In Vino Veritas]  in corso,  racconto  generale romantico, una sfida tra una Bella ricca e viziata che vuole l’azienda vinicola di Edward

[Sakura – Fiore di ciliegio]  conclusa , racconto romantico storico, la storia di Bella agli inizi del 1900, che attraversa mezzo mondo per trovare la felicità che merita.

[Boy e girl – scambio d’identità] conclusa,  racconto comico romantico, scambio di corpi, un Edward nel corpo di Bella alle prese con i problemi femminili e Bella viceversa, alle prese con i problemi maschili e un obbiettivo .

[Acqua che cade] conclusa,  mini fic. racconto misterioso, fantasy, Bella adora la particolare pioggia di Forks, che sembra mandata apposta per lei.

[Prima di essere un pensiero]  one shot  commedia fantasy, cosa potevano essere i nostri eroi, prima di essere concepiti? Questa potrebbe essere la risposta.

[Un colpo sul retro] one shot  commedia, una giornata particolare, dove quattro ragazze senza pensieri vogliono solo divertirsi.

[Smettere di fumare] one shot commedia. Un incontro tra due amici che non si vedono da tanto e una sigaretta.

[Déjà-vu, il sogno diventa realtà] one shot rating rosso. Il sogno di Bella diventa realtà in modo inquietante e romantico.

 

E con questo tolgo il disturbo

Ringrazio per l’attenzione

Alla prossima

Baciotti

________________________________________________________________________________

  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: gaccia