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Autore: RoriStark    16/02/2012    4 recensioni
salve a tutti! questa Fiction si basa un pò su tutto il tratto della storia di bleach, pertanto potrebbe contenere spoiler :) dato che la vita di Aizen all'accademia non è stata specificata, ma è stato solo detto che era molto "solo" ho voluto fare un esperimento con un "what if" . Ovvero, se qualcuno fosse riuscito a comprenderlo,cosa sarebbe successo?
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sosuke Aizen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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La giovane Kobato era al settimo cielo. Finalmente era arrivato il giorno in cui si sarebbe trasferita all’accademia degli shinigami. La giovane non stava più nella pelle, sistemò i lunghi capelli scarlatti, raccolse i pochi oggetti che aveva e corse fuori dalla baracca che per anni era stata la sua dimora .  Anche se questa separazione non fu tanto dolorosa, dato che la vita in quel luogo era davvero terribile.  Dopo diversi metri, la giovane vide due shinigami alle porte del villaggio che la osservavano a braccia conserte, le zanpakuto al loro fianco come fedeli compagne e lo sguardo fiero come dei guerrieri. Kobato notò che stavano osservando lei senza dire nulla. Appena lei si avvicinò i due fecero lo stesso andandole incontro con un lieve sorriso. La giovane si bloccò intimidita, ma subito uno dei due shinigami prese a parlare
“ciao piccola, sei Kobato vero?”
La giovane annuì timidamente tirando alle spalle la sua sacca, mentre il suo naturale colorito pallido diventava roseo sulle gote e un leggero sorriso spuntò sul suo viso. I due shinigami sorrisero amichevoli e si avvicinarono ancora di più
“bene! allora sei pronta per diventare una shinigami?”
Lei annuì decisa, sembrava una bambina di dieci anni,anche se non era proprio quella la sua età.
“sono pronta! voglio diventare uno shinigami!”
Kobato seguì i due senza aggiungere altro. Uno di loro sembrava davvero amichevole, aveva i capelli bianchi che facevano contrasto con le sopracciglia scure, gli occhi erano castani, aveva un aria un po’ malaticcia ma anche un aria molto paterna. L’altro individuo era invece più scapigliato, i capelli mossi e raccolti indietro in una codina con dei fermagli, anche addosso aveva uno strano mantello rosa con dei fiori. Sorrideva beato come se la sua mente stesse altrove, sembravano due personalità completamente diverse, eppure insieme sembravano darsi una particolare armonia. Entrambi indossavano sopra allo shihakusho un altro indumento bianco, Kobato riusì a distinguere il numero tredici dietro alla schiena dell’uomo dai capelli bianchi
“m-mi scusi signor shinigami…cosa indossa sopra allo shihakusho?non ho mai visto quell’abito..”
L’uomo si voltò verso di lei sorridendo
“oh che sciocco…non ci siamo nemmeno presentati! Io sono il capitano della tredicesima compagnia, Jushiro Ukitake e lui è il capitano Shunsui Kyoraku, capitano dell’ottava compagnia…e questi sono gli aori, simbolo della nostra compagnia, solo i capitani possono portarlo”
“oh..allora voglio diventare capitano anche io!!”
Disse allegra mentre i tre erano già davanti ai cancelli del seiretei. Davanti a loro un enorme gigante aprì le porte al comando di Ukitake,sembrava anche intimidito dai due shinigami, cosa alquanto strana agli occhi di Kobato dato la sua stazza. Evidentemente era vero il modo di dire ‘le dimensioni non contano’ pensò curiosa.I tre entrarono finalmente nella struttura più importante della soul society. Di solito nel suo villaggio non si vedevano molti shinigami, ma in quel luogo, c’erano soltanto shinigami. Ovunque la giovane vedeva divise nere e zanpakuto. Questo rese Kobato ancora più energica. I palazzi erano davvero ben fatti,non le case distrutte della sua frazione. Sorrise pensando finalmente alla sua nuova casa,una casa dove finalmente poteva dormire tranquilla e protetta.
“eccoci qui”
Disse Ukitake fermandosi davanti ad un grande edificio bianco. Kobato guardò la sua nuova accademia  felice e speranzosa come non mai. I due capitani sorrisero notando l’allegria della rossa. Ukitake le accarezzò i capelli mentre Kyoraku la spinse appena prendendole la borsa
“vieni, ti mostro la tua stanza”
Disse Ukitake conducendola sotto ad un porticato, ma il loro giro introduttivo venne bloccato da una massa di studenti ammassati davanti ai dormitori.Ukitake subito si avvicinò incuriosito,quando notò che a terra c’era qualcuno. Subito Kyoraku aiutò Ukitake ad allontanare gli studenti rimproverandoli. Kobato invece, corse verso il ragazzino a terra. Aveva i capelli marroni e ribelli. Il giovane alzò lo sguardo verso la ragazza,sembrava ancora scosso da quello che era successo. Sembrava più grande di lei, ma nonostante questo aveva l'aria di un tipo molto fragile
“eih,stai bene?”
Chiese preoccupata al ragazzo che la osservava confuso portando una mano al viso. Rimase fermo per diversi secondi
“i miei occhiali!”
Kobato indietreggiò appena preoccupata, evidentemente quegli studenti glie li avevano lanciati da qualche parte. Kobato lo osservò dispiaciuta ,si guardò attorno cercando di individuare gli occhiali, quando finalmente vide qualcosa di nero in fondo al corridoio
“eccoli! Vieni con me!”
Disse prendendolo per mano e tirandolo con sé per raggiungere gli occhiali. Il giovane sembrava abbastanza veloce, nonostante l’apparenza che lo mostrava un po’ impacciato. Kobato si inginocchiò a raccogliere gli occhiali e li porse al giovane che li indossò prontamente
“grazie mille”
Il giovane fece per mettere gli occhiali, quando il gruppo di prima si avvicinò a loro ridacchiando. Erano tutti dell’età del ragazzo ed erano molto più grandi di Kobato. DI certo in un corpo a corpo non avrebbe fatto una bella figura. La giovane indietreggiò appena, non poteva finire così il suo primo giorno.
“eih sfigato...hai trovato già la fidanzata? Non è un po’ troppo piccola per te?”
Kobato  prese un respiro profondo e si mise davanti a lui con le braccia aperte per difenderlo. Tremava come una foglia, ma non voleva più vedere queste ingiustizie.
“lasciatelo stare!”
Disse cercando inutilmente di sembrare minacciosa. I giovani davanti a lei risero rendendosi conto della sua vulnerabilità e si avvicinarono ulteriormente osservando i due con sufficienza.
“ti fai proteggere da una ragazzina?...bene, allora prima ci occupiamo della nuova arrivata, poi torneremo da te”
Dissero avvicinandosi alla giovane. Uno di loro stava per toccarle il viso quando venne spinto lontano da una forza invisibile. Gli altri si voltarono sorpresi poi tornarono a fissare la ragazza, ma al suo posto c’era quel ragazzo dai capelli castani. Guardava il gruppo sorridendo mentre con un dito ne spinse via altri due. Sembrava stesse usando una sorta di magia, o un energia invisibile
“Hadou no 33 sokatsui..”
Sussurrò mentre il resto del gruppo venne spazzato via da un ondata di energia blu. Gli studenti si alzarono doloranti con i vestiti pieni di bruciature, addosso avevano numerosi graffi dovuti alla caduta e all’impatto con quella strana energia
“ma…ma…come diavolo hai fatto??tu…tu…devi stare al tuo posto!”
“no, siete voi che dovete stare al vostro”
Sussurrò facendo un passo avanti, subito il gruppo cominciò a scappare terrorizzato da ogni parte dell’accademia. Senza badarci il giovane si voltò di nuovo verso la ragazza sorridendo gentilmente, gli occhiali gli donavano un aria più saccente. Evidentemente era un grande studioso, magari il primo della classe, anche il fatto che lo trattavano male era un chiaro segno di invidia nei suoi confronti. Kobato sorrise arrossendo appena e gli porse  la mano inclinando il capo mentre i capelli rossi le caddero davanti al viso
“piacere, mi chiamo Kobato, Kobato Kaname”
Il giovane sorrise  gentilmente, assumendo un espressione pacata e tranquilla, come se avesse subito una trasformazione di punto in bianco
“piacere mio, sono Sosuke,Sosuke Aizen”
Disse con voce calma e gentile. La giovane apprendista shinigami si sentì realizzata, all’idea di avere un sempai, sì, il primo approccio non era stato uno dei migliori, ma poi quel giovane si era rivelato un vero prodigio. Kobato abbassò lo sguardo tirando indietro i capelli
“ehm…io.... Dovrei sistemare le mie cose in dormitorio...sono dormitori divisi?”
“più o meno..”
“come più o meno?”
“là c'è il dormitorio maschile...là quello femminile e...io dormo nel dormitorio abbandonato...”
disse sorridendo gentilmente
“perché dormi da solo?”
Sosuke rise appena guardando la ragazza intenerito dalla sua ingenuità ,le diede un buffetto mentre lei guardò la sua borsa per diversi secondi. La giovane tornò a fissare Sosuke sorridendo vispa, come se avesse appena avuto un lampo di genio, cosa che era davvero successa.
“adesso non dormi più solo!”
Disse mostrandogli il suo sacco. Aizen rimase a fissarla ad occhi spalancati, poi rise divertito piegandosi in due come se la giovane gli avesse raccontato una barzelletta. Kobato lo osservò arrossendo ma poi sbuffò mentre i capelli le coprivano di nuovo il viso
“sono seria io! Non puoi dormire solo!”
Disse poi diventando triste d’un tratto, mentre nella sua mente ricordava le notti passate da sola al freddo nella sua maledettissima baracca.
“nessuno merita di stare solo, lascia che sia tua amica, ti prego”
Aizen la osservò di nuovo e si avvicinò a lei accarezzandole i capelli rossi, li osservò attentamente lasciandoli scorrere tra le dita di lui e giocherellandoci facendogli fare dei giri sulle sue dita. Kobato lo guardò sorpresa da quella reazione e arrossì ancora di più
“anche tu…sei sola allora”
La ragazza annuì guardando in basso triste,per i suoi strani capelli veniva spesso presa in giro dagli altri ragazzini e nessuno l’aveva mai avvicinata. Kobato alzò poi il viso osservando il giovane
“Sosuke, perché prima ti sei lasciato picchiare?...mentre potevi batterli senza problemi?”
“volevo un po’ di compagnia, era l’unico modo per rimediarla”
“e… poi perché hai..”
Il giovane moro alzò lo sguardo al cielo come se stesse riflettendo sulla risposta da darle, poi abbassò di nuovo lo sguardo osservando attentamente la giovane.
“..e poi sei arrivata tu, ora non ho più bisogno di loro..."
Sussurrò poi tirandosi indietro e prendendo la sacca della ragazza e portandola in spalla.
"me la sono cavata sempre bene con il kido...e non volevo che ti facessero del male ”
Si voltò verso quello che era il suo dormitorio privato e si incamminò seguito da Kobato. La ragazza lo seguì allegra osservandolo da dietro, era davvero alto rispetto a lei,non vedeva l'ora di cominciare con lui le lezioni. Sì quello era sicuramente il più bel giorno della sua vita. Non solo era un aspirante shinigami, ma adesso, non era più sola e forse per Aizen era lo stesso
  
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