Serie TV > L'ispettore Barnaby/Midsomer Murders
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Autore: rosie__posie    17/02/2012    1 recensioni
Questa fic è sulla serie tv Midsomer Murders (L'ispettore Barnaby), ambientata durante la settimana del matrimonio della figlia di Tom. Tom/Ben.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabato pomeriggio
Quando, nella contea di Midsomer, venivi invitato a una festa popolare, solitamente pregavi di riuscire a tornare a casa vivo e in buona salute. Ma questa non era una festa come le altre, era il matrimonio di Cully. E, solitamente, ai matrimoni non succedeva mai niente di male, a parte annoiarsi oppure ubriacarsi. Beh, forse, per essere sinceri, un paio di matrimoni con delitto li aveva anche visti da quando era diventato detective. Ma la sposa di oggi era troppo bella nel suo abito di organza per meritarsi un matrimonio insanguinato.
-Mi concedi questo ballo, Ben?
Joyce gli aveva messo una mano sulla spalla, con tenerezza.
-Suo marito la trascura, signora Barnaby?-, ribatté, appoggiando il bicchiere di birra sul bancone del bar.
-Sembra che lui e Gavin abbiano più cose da raccontarsi di quante siano scritte nel Sogno di una notte di mezza estate.
Ben seguì il suo sguardo oltre le vetrate, verso il giardino, dove Tom e Troy erano seduti a un tavolino, a scambiarsi aneddoti e a bere scotch. Quel giorno il suo capo appariva quasi un’altra persona: felice, raggiante, ringiovanito di dieci anni.
Joyce lo aveva preso per mano e lo aveva condotto al centro della pista da ballo.
-Eppoi Tom non sa ballare la salsa-, stava dicendo, mentre appoggiava il palmo aperto della mano sinistra contro la spalla di Ben e prendeva l’altra sua mano con la destra.
-Vostra figlia è semplicemente meravigliosa oggi, signora Barnaby.
-Oh, lo è davvero. Ma chiamami Joyce, Ben. È come se facessi parte della nostra famiglia.
-Mi piacerebbe, mi piacerebbe davvero, signora Ba… Joyce-, e, così dicendo, i suoi occhi corsero fuori dal gazebo, a posarsi di nuovo su Tom e Gavin.
Quello strano e imperdonabile sentimento di gelosia che lo aveva accompagnato per tutta la settimana stava tornando a farsi sentire, un piccolo tarlo che non lo lasciava mai in pace. Il pensiero di perdere il suo lavoro, quel lavoro che ogni giorno cercava di meritarsi con il massimo impegno e che amava più di ogni cosa.
Il riavvicinarsi al suo vecchio sergente avrebbe fatto desiderare a Tom di non perderlo per una seconda volta?
Solo l’anno prima, a una sua battuta, Tom gli aveva detto di avere già abbastanza guai così senza perdere anche lui e quello lo aveva colmato di gioia.  Ma ora la sua sicurezza vacillava, sotto una minaccia, almeno ai suoi occhi, reale.
E la cosa che lo terrorizzava di più era il fatto che stava iniziando a credere che non fosse tanto il suo lavoro che aveva paura di perdere, quanto lo splendido rapporto che aveva con Tom. E Tom stesso.
Joyce seguì il suo sguardo in giardino.
-È così anche per lui, te lo posso assicurare.
Gli occhi di Ben tornarono immediatamente nel gazebo, incontrando con stupore quelli della signora Barnaby.
-Davvero, è così anche per lui. Lo conosco-, gli strinse una mano in senso di affetto.
-Io… io… -, farfugliò.
-È tutto a posto, non hai bisogno di fingere con me.
Ben si sentì smarrito, imbarazzato. Un po’ a disagio per quell’intrusione nei suoi pensieri, nei suoi sentimenti, ma confortato da quelle parole di affetto.
-Come l’ha capito? Perché, vede, non sono nemmeno sicuro di averlo capito io…
Stavano continuando a ballare, ma non seguivano più la musica. L’orchestra suonava ancora alle loro spalle, ma le note non arrivavano a loro. Salsa? Rock-and-roll? Charleston? Poco importava.
-I tuoi occhi, credo. Rispetto, ammirazione, complicità, affetto. E tutto quello che c’è nei miei ogni volta che vedo entrare Tom in una stanza.
In quel momento, il suo cuore decise di entrare in sciopero, i suoi piedi smisero di muoversi e chinò il capo. Se davvero i suoi occhi erano così loquaci, non se la sentiva di incontrare quelli di Joyce in questo momento.
-Signora Bar…
-Joyce!
-Sì, Joyce. Sono dispiaciuto, sono davvero dispiaciuto. E così confuso e imbarazzato…
-È tutto a posto-, ripeté. –Non devi esserlo, non ce n’è bisogno.
-Oh, sì. E lei dovrebbe odiarmi. Anzi, dovrei odiarmi anch’io, perché…-. Tornò a guardare oltre la vetrata. -…per quello che provo per lui.
Già, per quello che provava per lui. Ora che lo aveva detto ad alta voce, gli faceva meno paura. Era diventato più reale, più normale.
Joyce sorrise e Ben pensò che quel sorriso la rendeva davvero una bella signora, anche se non più giovane.
-Odio? E perché mai? Amare ed essere amati è la cosa più bella e naturale del mondo. Non devono esserci regole, niente ‘giusto o sbagliato’. Io guardo te e rivedo me. E quando ci sarai tu al suo fianco, io sarò tranquilla, perché saprò che sarà amato.
E in quel momento il sergente Jones provò una forte invidia per le donne, così forti, così leali, così capaci di andare all’inferno e tornare indietro dopo aver avuto la meglio su Messer Satanasso.
   
 
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