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Autore: gm19961    17/02/2012    4 recensioni
"Seguire il tuo cuore, certe volte, ti fa fare delle scelte a cui non si può più tornare indietro."
Tornare alla sua realtà le era impossibile ora. Avrebbe potuto ricominciare da capo, da sola, e senza Goku. Lo sguardo della bruna iniziò a farsi confuso, la testa iniziò a girare, si sentì accasciare al suolo: la sua guancia calda era a contatto con quella del marciapiede fresco, quel marciapiede che aveva trattenuto la pioggia il giorno precedente al Torneo, quando Goku era tornato dopo tre anni di allenamento. Una fugace lacrime uscì dagli splendido occhi sinistro di Chichi, e da lì in poi, la sua vita, la vita di Goku e perfino il destino della Terra non sarebbero più stati gli stessi. 
E Chichi non poteva esserne più contenta.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku, Un po' tutti | Coppie: Chichi/Goku
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ten years later.
 
Passarono circa dieci anni da quel giorno. E la storia rimase immutata per quanto riguardava i combattimenti, e le continue minacce di nuovi nemici. Goku era tornato sulla Terra da poco, era riuscito ad acquisire una nuova tecnica, quella del teletrasporto e Freezer era ormai solo un lontano ricordo.
Goku tornò a casa, con la sua aria svampita, dolce, e che trasmetteva sicurezza con un solo sguardo.
La sua residenza non era più sui monti Paoz, sua moglie non voleva abitare in un posto così squallido; aveva preferito vivere alla Capsule Corporation, dove ci sarebbero stati dei lussi anche per quanto riguardava i continui ed estenuanti allenamenti di Goku. Chi avrebbe mai immaginato che Bulma, senza Chichi, sarebbe stata la moglie del Super Saiyan?
Insieme vivevano felici: loro due, la loro splendida figlia, Hope, i nonni o genitori di Bulma, e beh, lui. C'era anche Vegeta a casa di Goku; sebbene lui fosse di un carattere arrogante e altezzoso, aveva accettato l'idea di vivere lì, ma di stare lontano il più possibile da quello che lui considerava "quell'imbecille di Kakaroth". 
Mentre Chichi, beh, Chichi si era sposata con un uomo d'affari della città, un uomo che pensava d'amare veramente, e aveva abbandonato le arti marziali, per dedicarsi completamente al figlioletto Jupiter e al marito.  Sembrava felice senza Goku, dopotutto non si ricordava di lui, questi erano gli effetti che il drago Shenron aveva causato, e Chichi aveva rischiato, aveva davvero deciso di creare un modo parallelo al suo, cambiando completamente la sua storia con Goku.
Sembrava tutto perfetto, ma il destino volle giocare ancora la sua carta vincente, quella che avrebbe creato la vera realtà di Chichi, quella a cui non poteva proprio sfuggire.
Era una mattina come tante, Goku e Vegeta si stavano allenando, e sebbene il Principe lo incitasse a mantenere le distanze da lui, mandandogli anche vere e proprie minacce di morte, Goku trasgrediva sempre queste regole e invadeva sempre i suoi spazi. Vegeta era molto irascibile quando aveva in parte a lui Kakaroth, e spaccava sempre qualcosa quando era in sua compagnia. Poteva trattarsi di un semplice bicchiere, di un divano, di una Camera Gravitazionale o perfino dell'intero giardino.
Bulma mentre teneva per mano la bambina di dieci anni, si avvicinò ai due, e stampò un bacio sulla guancia di Goku; il saiyan arrossì, mentre Vegeta si voltò fingendosi disgustato e nascondendo la rabbia che ogni mattina accresceva dietro di sé quando vedeva i due coniugi scambiarsi " disgustanti effusioni amorose".
 
- Accompagno Hope a scuola, voi due vedete di non rompere niente. Sono stufa di aggiustare tutto quello che rompete, avete capito? Sopratutto tu, scimmione. Stammi bene a sentire, se mi strappi anche solo un fiore dalle aiuole giuro che ti fac...
 
Goku posò una mano sulla bocca di Bulma e sorrise imbarazzato alla figlia. 

- Non scaldarti tanto Bulma... non davanti alla mia Speranza*.
 
Goku fece l'occhiolino a Hope e le diede un bacio sulla fronte, e le scompigliò i morbidi capelli biondi.

- Donna, quell'idiota di tuo marito ha fatto bene a fermarti. Se avessi continuato a parlare avrei rotto qualcosa volontariamente. Ricordate che avete qui il vostro peggior nemico... E tu, Kakaroth, piantala di guardarmi con quello sguardo da babbeo, e stai lontano da me.

 
Goku roteò gli bruni al cielo, e salutò di nuovo la moglie e la figlia, per correre di nuovo ad allenarsi insieme al caro compagno di allenamenti. Era ufficiale. Goku voleva morire per davvero. 
Bulma prese in braccio Hope e la posò accanto a sé sul sedile dell'auto volante. Le allacciò le cinture scure di sicurezza e insieme sfrecciarono verso la scuola elementare della città.
In centro città, invece, in un appartamento lussuoso e ben pulito, curato nei dettagli e nell'arredamento, un bambino faceva i capricci. Non voleva andare a scuola, odiava alzarsi presto per andare in quel luogo maledetto. 
 
- Jupiter! Torna subito qui!
 
La voce della donna rimbombò per tutto il salotto, e dalle finestra si potevano vedere due sagome che si rincorrevano l'una con l'altra. Una aveva in mano degli stracci, che in realtà erano vestiti, mentre la sagoma piccina, quella del bambino, saltava e si dimeneva, per scappare da quello si presumeva fosse la madre.
 
- Preso! Bene, ora vestiti, o farai tardi a scuola. Lo studio è importante, Jupiter.
 
Il bambino, con gli occhi cenere e i capelli biondi, guardò minaccioso la mamma e si lasciò vestire, cercando di buttare fuori la rabbia che piano piano stava ribollendo in tutto il suo corpo. Una volta abbigliato per la scuola, e con la cartella in spalla, afferrò la mano di Chichi. Era vestita con un completo molto chique, color nero e bianco, e delle scarpe con un tacco vertiginoso, quasi fosse una  donna d'affari. Era l'esatto contrario della Chichi solita, quella che si vestiva con i soliti abiti strani, bizzari e colorati. Beh, eccetto il carattere, quello era rimasto uguale. Le era capitato un figlio svogliato allo studio, e che tutte le mattine doveva obbligare con la forza ad andare a scuola. Ma oltre a questo, la sua vita era perfetta, proprio come credeva d'aver sognato tutta la vita.
Insieme presero il tram, e in men che non si dica, erano già arrivati alla scuola elementare privata, a cui entrambe le madri, avevano pagato caro. Solo il meglio per i loro tesori.
 
- Vai Jupiter, ti aspetto qua all'uscita tra poche ore. Fai il bravo, tesoro.
 
Lo incitò Chichi, stampandogli un bacio sulla guancia, che prontamente si levò disgustato con la mano.
 
- Vai Hope, ti aspetto all'uscita. Mi raccomando, fai la brava tesoro. 
 
Bulma diede un bacio sulla fronte della bambina e la vide correre verso l'entrata della scuola, fin quando la bambina deviò prospettiva, e corse verso un altro bambino dall'aria facoltosa e irresponsabile. 
Chichi guardò Jupiter andare svogliato verso le scale d'entrata e con uno sguardo fiero in viso, lo guardò salire i gradini, fin quando venne fermato da una vocetta graziosa. Jupiter sorrise e corse verso un'altra direzione. Le due donne si misero a braccia conserte e si avvicinarono pericolosamente verso i rispettivi figli. 
 
- Ciao Hope, ti siedi ancora vicino a me oggi? 
 
Chiese il bimbo, diventando rosso in viso, lasciando trasudare la sua timidezza, che probabilmente aveva ereditato da Chichi. La bambina annuì, e si diede un colpetto involontario a capelli turchesi, in modo da farli svolazzare, e darle un tocco molto più seducente.
 
- Certo, poi vieni a casa mia a fare i compiti con me?
 
Il bambino annuì e una voce lontana, urlò un bel "no".
 
- Jupiter, fila dentro scuola, cosa ci fai ancora nel cortile, tutti sono entrati e tu ne stai qui a parlare con.. oh ciao piccola.
 
- Hope, inizi già a parlare con i ragazzi a dieci anni! Lo so che hai ereditato una bellezza sfolgorante da me, ma usala al momento gius... 
 
Le due donne si guardarono negli occhi e ci fu una scossa, un qualcosa di famigliare, come se i loro sguardi si fossero già incontrati molte volte. Una vecchia amicizia, forse?
 
- Oh scusi, non volevo sgridare sua figlia, ma stavo sgridando questo ometto...

 
Guardò minacciosa il bambino, e la bambina scambiò uno sguardo dispiaciuto alla madre.
 
- Lo stesso per me. Ma sa, questi bambini, chissà cosa passa loro per la testa!
 
Le due madri si misero a ridere e i bambini si guardarono facendosi spallucce. Si presero per mano, e corsero verso il salone della scuola, altrimenti avrebbero fatto tardi a lezione. Bulma sorrise a Chichi e con tutta la dolcezza del mondo le disse: Mi sa che mia figlia ha fatto colpo sul suo bambino.
 
- Lo credo anche io!
 
Un'altra risata gioiosa alleggiò nel cortile ormai deserto della scuola.- Senta, lo so che le sembrerò sgarbata, ma vuole venire a prender un caffè a casa mia? Vede, non ho molte amiche donne, e mi è difficile fare amicizia. Poi lei è una madre come me, e potrebbe darmi qualche consiglio. Le va? E oh, che sciocca, mi chiamo Bulma Brief.
Le due si strinsero la mano e Chichi annuì, lanciandole un sorriso gentile.

- Io sono Chichi. E accetto volentieri, oggi non devo fare nulla di importante a casa!
- Perfetto.

Le due donne iniziarono ad incamminarsi verso l'auto della Brief, e insieme iniziarono a parlare della loro vita, dei loro amici, e sopratutto dei loro mariti.

- Allora? Da quanto sei sposata?

Chiese Chichi, con un tono confidenziale alla giovane Bulma, che dimostrava d'essere ancora pimpante e allegra, sebbene avesse una figlia di dieci anni.

- Io? Da dieci anni, sì. Mio marito si chiama Goku. Solo che in questo periodo, non va proprio tutto bene...

Goku. Quelle parole fecero sussultare il petto di Chichi. Si arricciò una cicca di capelli su un dito e i brividi le invasero la schiena. Che diavolo stava succedendo?
 
- Oh, come mai? 
- Beh, vedi, ho paura. Ho paura di essere attratta da un altro uomo, che vive in casa mia. E' un.. amico. Sì, una specie.
- Vivi con due uomini a casa?
 
Chiese ironica Chichi alla donna dai capelli turchesi, la quale divertita, annuì. Chichi guardò fuori dal finestrino dell'auto, e vide avvicinarsi sempre di più una casa enorme, e lussuosa, oltretutto, più di quanto era il suo appartamento in centro. Il giardino era immenso, e la casa era verniciata di un avorio perla. Era proprio grande.
 
- Wow, tu vivi qui? Che bel posto...
 
Affermò la bruna, guardando con occhi sognanti l'enorme residenza. Bulma sorrise allegramente e la invitò ad entrare, in modo da presentarle i suoi due "scimmioni". Camminarono per il giardino, fin quando vi trovarono Goku e Vegeta fare delle flessioni, o meglio, una gara di flessioni, e Vegeta sembrava stesse vincendo. Il suo ghigno soddisfatto, infatti, non poteva non essere notato.
 
- Goku, non vorrai perdere contro quello scimmione, vero?
 
Bulma lanciò un'occhiataccia verso il Principe, il quale, colpito dalle parole della donna dai capelli turchesi, venne incitato involontariamente a fare sempre meglio, e stracciare ancora di più l'avversario in quella gara di poco cervello e tutti muscoli.
Goku si accasciò al suolo, e sorrise al cielo, aveva perso, ma questo non gli importava. Preveriva ammirare il cielo sereno sopra i suoi occhi. Di solito, quando guardava le nuvole, si ricordava dei monti Paoz e di un fantastico senso di appartenenza, quasi fosse lì la sua vera casa. Spesso andava lì ad allenarsi, in completa solitudine.
 
- Goku, vieni qui, ti presento una mia amica, Chichi. 
 
La bruna, non aveva ancora visto negli occhi Goku; e per di più quella strana sensazione di brividi non se ne era andata. Si avvicinò a lui, lasciando i capelli lisci mossi dal vento e porse la mano al saiyan, il quale la afferrò con una delicatezza impressionante. I loro occhi si scontrarono. Cenere su cenere. La donna iniziò a sbattere le palpebre ripetutamente, sbattendo le ciglia in modo involontario, in maniera quasi seducente, che colpì il siayan dritto nel cuore. La guardò un po' più attentamente. Aveva il collo scoperto, un collo che se probabilmente non ci fosse stato nessuno, avrebbe voluto baciare e accarezzare. I capelli erano perfetti, lisci, con una frangietta sbarazzina in volto, che le stavano a pennello. Lei, invece, guardava con occhi estasiati i grandi occhi tranquilli e profondi di Goku. Sentì il suo profumo e se probabilme te fosse stata sola, eh sì, avrebbe anche potuto abbracciarlo. Erano pensieri sbagliati per i due, in quanto erano felicemente sposati con altre persone, ed erano anche genitori. Goku  continuò a scuotere la mano di Chichi, fin quando lei stessa ruppe la sensazione creatasi in quello strano momento. 
Era finita. 
Il destino aveva scoperto la carta vincente.
Chichi per quanto avesse cercato di scappare, non ce l'aveva fatta, il suo destino si sarebbe comunque incrociato con quello di Goku.
 

 

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Speranza*= Traduzione di "Hope" che, appunto, in inglese significa "speranza".

Ciao a tutti!
Allora, in primis, grazie mille per le recension precedenti. Davvero non pensavo che questa storia potesse piacere! *-*
Grazie, grazie, e ancora grazie per chiunque abbia recensito, per chi ha letto, per chi ha messo la storia nei preferiti o nelle seguite, grazie di cuore <3
E ora, beh, come vi avevo precedentemente anticipato sono comparsi già i primi cambiamenti nel mondo di Dragon Ball. Tipo che Goku e Bulma sono sposati; Chichi ha un altro; e Vegeta è forever alone, ma a questo penseremo più tardi XD
Bene, spero di non avervi delusi tutti quanti con questi cambiamenti, ma ora si entra nel vivo della storia. Grazie ancora di tutto <3
Un bacio,
gm19961
   
 
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