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Autore: Melath    17/02/2012    2 recensioni
IN PAUSA
Santana corre fuori dall'aula: prende la borsa, il cappotto e lascia sciarpa e cappello. Sale in macchina senza cambiarsi e copiose lacrime scivolano sul suo volto. Accende la vettura e una canzone di Adele suona alla radio.
Santana guida, ma non vede il semaforo rosso.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Oggi inizio la fisioterapia. Ho più robe io da fare che Obama. Mi sento molto Michelle. E la mia presidentessa personale è il mio Obama.
Alla fine sono stata male. Per il bombolone. Perché mi dicono di stare leggera e io mi abbuffo. Vedo già la cellulite tremare.
Dopo la fisioterapia devo passare a scuola che metto apposto un po’ di cose. Spero non mi facciano liberare l’armadietto perché te lo fanno fare solo se muori. O ti trasferisci. E io non sono ancora spacciata.
Che poi devo pure incontrare la Sylvester. E il Glee club.
Faccio tutto quello che devo fare con la mia gamba e dopodomani mi fanno un nuovo controllo che magari, mica che mi vada davvero di culo, mi tolgono il gesso.
Con me ci sono delle persone strane. Tutte un po’ pirla.
Un biondino tutto muscoli mi si avvicina mentre mi sto mettendo un po’ di rossetto. Ha il polso rotto. Troppe pugnette immagino.
Ma alla mamma avrà detto che è colpa del football.

‘Hey’
‘Hey’
‘Come va, bella?’
‘Bene, ho un cancro e una gamba rotta. Tu?’
‘Hai… oh.’
Sorrido.
‘Aspetta, ma tu sei quella lesbica? Quella famosa?’
Sgrano gli occhi. Va che sono famosa.
‘Eh.’

E se ne va. Mi piacerebbe considerarla la conversazione più costruttiva della mia vita.
A scuola mi ci porta mia mamma ma l’ho pregata di lasciarmi fuori. Non voglio che mi vedano con lei.
Già da sola faccio pena, se poi mi accompagna pure possiamo direttamente chiuderci nella torre e lanciare giù i capelli.
Avviso Brittany che sono arrivata ma a prendermi viene Kurt.
Questa cosa che voglia essermi amico dopo tutto quello che gli ho fatto non mi fa gusto, ma è Kurt.
‘Certo che poteva venire a prendermi qualcuno di un po’ meno gay. Già da sola sputo arcobaleni, se mi vedono con te ci fanno tesserati onorari al LGTB.’
‘Meno gay? Al Glee Club? E avvisi Brittany?’
‘Touché.’
‘Oh ora conosci il francese?’
‘Cherchez la femme.’
‘Oh, je suis tres surprise!’
‘Ok ho finto, conosco solo quelle due cose.
 No aspetta. Conosco anche Alouette, gentille alouetteAlou-'
Lui ride mentre mi prende la borsa e mi lancia uno sguardo assassino. Non è così male. Almeno lui si salva.

Entro e sono tutti in giro. Ma qui dentro nessuno fa lezione? Va bene che abbiamo un insegnante ogni ottanta studenti, ma almeno a finta? No?
Tutti mi guardano.
‘Mi guardano’
‘Perché sei bella.’
‘Tu non fai testo, sei gay.’
‘Anche tu.’
‘Che centra, scusa? Odio questa gamba. E i capelli. Mi si attaccano alla testa. E queste cazzo di stampelle. Perché mi guardano Kurt? Perché mi fissano?’

Sento che sto per piangere. Sento che sto per crollare. Non sono pronta per stare qui. Non sono pronta per rivedere tutti che mi guardano.
Kurt mi prende per le spalle e mi scuote.
‘Non crollare. Sei Santana Lopez. Nessuno può fermarti.’
Alzo la testa e mi dirigo verso l’aula del Glee Club mentre suona la campana di rientro in classe.
Appena varco la porta i ragazzi si mettono ad applaudirmi.
Giro la testa verso il mio accompagnatore.
‘Ora posso piangere?’
‘Ora sei a casa.’

Brittany arriva ad abbracciarmi e tutti gli altri insieme. Anche Mr Schue e la Corcoran. Mr Schue E’ molto vicino ai suoi alunni. Molto.
Dopo interminabili secondi io mi riprendo ma qualcuno deve salvare Rachel che pare che le abbiano ucciso il gatto.
‘Senti nana, non sono ancora morta ok? Risparmia qualche lacrima quando canterai al mio funerale.’
‘Santana!’
Questa volta è Schuester.
‘Troppo?’
Mi lancia un occhiata eloquente. Sorrido.

Dico che però mi aspettavo almeno una canzoncina. Una piccolina per me che sono tanto dolce. E ridono.
Non so perché non capiscono che io posso essere zuccherosissima. Non con tutti però. Solo con alcuni.

Ed è lì che cado dal pero. Perché hanno deciso che verranno tutti a farmi compagnia durante le chemio. Che due alla volta verranno a tenermi la mano.
A sorreggermi l’ago. Ma non lo dico stavolta che sennò mi spezzano l’altra gamba. Io avrei un’altra idea ma non so come fare a dire
che preferirei avere 
solo Dave che mi rilassa e mi calma ma poi chiedo se posso fare una cosa che ho pensato che sarebbe bellissimo e io lo voglio tanto.

Non sono entusiasti, ma io sono una regina di cuori e voglio la mia parte di divertimento.

Figgins e la mia coach preferita vengono a salutarmi. Che è un po’ un eufemismo perché sarei dovuta passare prima da loro, ma oops devo essermene scordata.
 Posso tornare quando voglio a scuola, no non perderò l’anno. Ovviamente ogni tanto avrò dei compiti da fare a casa. No, non saranno verifiche ma se volessi guarda che ci sarebbe un servizio di insegnanti che verrebbe a casa a farmi lezione.
Non saprei. Non che non mi freghi della mia istruzione, ma non uscire nemmeno ogni tanto mi deprimerebbe davvero tanto. E siccome andare fuori a sfiancarmi di alcool lo trovo un pelo azzardato, l’unica speranza è questa gabbia di matti.

Esco da quell’ufficio che puzza di chiuso in una maniera impressionante ed inizio ad essere stanca, vorrei andare a casa, ma non credo che saltare le lezioni a cazzo sia contemplato nel mio contratto quindi decido di andare in palestra. Avrei allenamento ora quindi non sono obbligata a sentire Schuester anche a spagnolo. Che lo parlo meglio io di lui.
Ma le Cheerios fanno male. Io mi muovo con le stampelle e fra poco mi cadranno i capelli. Fra un paio di mesi non potrò più fare la coda alta e arricciarli tutti.
Le ho viste le foto. Ho visto i foulard pavone. Ho visto la collezione di Hermes. Ho visto pure i ‘Ventun modi per allacciare il foulard in testa.’.
E le parrucche volerebbero via. Se poi ci mettiamo la gamba rotta probabilmente la mia carriera è andata. Finita. Kaput.
Mi tocco i capelli. Non potrei nemmeno essere capitano. Chi mai vorrebbe un capitano pelato?
Mi viene da piangere ed è la terza volta oggi.

Raccato le stampelle e cerco di andare più veloce possibile in bagno ma faccio un casino terribile con queste cose appresso e vorrei solo lanciarle via e correre fino a non fermarmi più.
Attraverso il corridoio zoppicando, apro la porta con Francesca, la stampella destra, e la chiudo con il sedere.

Ora sto proprio piangendo. Sento spingere.

‘Smamma.’ Urlo, tra le lacrime. Questo è un po’ troppo anche per me.
San…
E questa voce non me l’aspettavo.

 


Eeee lo so che è tardissimo e ci ho messo una vita e che è un capitolo piuttosto inutile ai fini narraviti, ma ogni tanto stanno benino pure quelli vero?
Probabilmente la riablitiazione della gamba di Santana sarà molto breve. Purtoppo non conosco la procedura così bene da dire se le terapie vengono effettuate anche se hai una ferita in guarigione, ma credo di sì.
In ogni caso in questo universo sì. 
Comunque giuro che aggiornerò più velocemente. Anche perchè ora so come andare avanti, ma mi serviva un capitolo che legasse l'ospedale a tutto il resto. 
Grazie mille per continuare a leggere e a recensire!
   
 
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