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Autore: Danilotta    17/02/2012    2 recensioni
Il settimo anno di un ragazzo che desidera essere normale. che desidera avere qualcosa che, ne è cosciente, non potrà avere. ma che capirà presto che, con tutto quello che ha perso, lei non può lasciarsela sfuggire.
Ammetto che sono sempre stata una fan di Harry ed Hermione :) questo è come mi sarebbe piaciuto che loro trascorressero l'ultimo anno ad Hogworts
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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[Hermione]

Quando il sole iniziò a baciare la mia fronte, capì che era ormai l’ora di svegliarmi. Era Sabato e anche se – stranamente – avevo voglia di restare nel letto a coccolarmi ancora un po’, dovevo alzarmi. Sapevo il motivo della mia stanchezza. La nottata è stata pessima. Anche se stranamente piacevole. Continuavo a sentire le labbra di harry sulle mie. Le sue carezze avevano lasciato un segno incandescente su di me. Come se qualcuno ci avesse lanciato un incantesimo di adesione permanente.  E gli occhi non avevano intenzione di chiudersi. Solo quando ormai erano allo stremo, hanno deciso davvero di gettare la spugna. Scosto le calde coperte dal mio corpo e mi decido a compiere quelli che sono le abitudini mattutine. Dopo cinque minuti sono sotto il getto di acqua calda. Mi accarezza la pelle, ed è così piacevole da farmi socchiudere la bocca e gli occhi. Lascio che le goccie picchettino sull’epidermide massaggiandola, facendola sembrare il paradiso. e per un secondo mi sciolgo anche io. divento acqua. acqua purissima. Che sa essere forte anche senza muscoli. Che non sa quando fermarsi davvero. forse perché lei non si ferma mai. Impavida ed impetuosa comincia il suo cammino e non lo porta mai a termine. Passeranno secoli forse, ma nessuno potrà interrompere quello che è, la sua nascita, la sua crescita e la sua espansione. Il profumo di vaniglia si espande senza riserve e si deposita sulla mia pelle. È un colpo al cuore dover uscire da li sotto, ma lo devo fare. torno in camera e afferro la prima cosa che trovo. Come sempre. Un paio di jeans, le mie scarpe da ginnastica e un maglione color cobalto. Mi lascio la stanza alle spalle dopo aver legato i capelli e infilato la bacchetta nella tasca dei pantaloni. Quando la sala comune mi appare davanti, subito noto qualcosa di diverso. C’è qualcosa sul tavolo. Qualcosa che è stata commissionata per me. Mi avvicino; c’è un biglietto.

“Per quante spine ci possano essere, riuscirò a raggiungere i tuoi petali. Ti aspetto in fondo alla scalinata. Tuo ,Harry”

Osservo quell’unico stelo posato sul tavolino. Una rosa. Un sorriso nasce sulle mie labbra, come se fosse appena sbocciato un fiore. La afferro, avvicinandola al mio viso e tuffandomici dentro. In quel profumo delicato e perfetto. Il mio preferito. Di qualsiasi colore e numero di petali, rigida, tenera o rampicante, strappa sempre l’ammirazione di tutti. La bellezza, la felicità, l’amore. l’importante è immergersi nel suo profumo, nella sua morbidezza e nella freschezza dei suoi petali. Eppure in questo istante, questa rosa rappresenta qualcosa di intenso. Rappresenta me.  E le spine sottolineano la difficoltà del tuo percorso harry. Lascio la rosa di nuovo sul tavolo. Non voglio che si rovini. Eppure uscendo dal buco del ritratto trovo una persona ad aspettarmi. E non è Harry.

« ce ne hai messo di tempo oggi eh?» non è polemica la sua voce. ha fatto un’osservazione.

«e da quando la cosa ti interessa davvero?» sollevo il mento avanzando. Lo supero decisa a restare arrabbiata con lui per molto ancora. Ma una sua mano mi blocca, afferrandomi per un braccio. I miei occhi incontrano i suoi in un misto di sfida e convinzione. « Che cosa vuoi Ron?» seccata. Non ho voglia di ricevere nessuna ramanzina.

« volevo … chiederti scusa! Si beh … per ieri!» era impacciato. Eppure lo conoscevo bene. Per quante volte si scusasse, quelle parole le pensava davvero. Lo faceva solo perché tornassi a parlargli.

« inutile che chiedi scusa Ron. So perfettamente che quelle cose le pensavi davvero! quindi risparmia il fiato!» cerco di liberarmi con uno strattone ma sento la stretta accentuata. « E lasciami! Primo, mi stai facendo male. Secondo, non hai più il diritto di trattarmi così!» quelle parole riescono ad allentare la sua presa e io ne approfittai per scivolare via da lui, di almeno tre passi belli lunghi. Mi massaggio il braccio. Mi verrà il livido, conosco il mio corpo.

« che cosa volevi dire con quella frase?» sembrava quasi infastidito.

« quello che ho detto! Senti Ron se pensavi di vivere la nostra storia in questo modo, beh ti sbagliavi. Non ho intenzione di continuare così un istante di più. Mi dispiace … ma sono stanca, davvero. Come sono cosciente che tu non cambierai mai!» scuoto il capo e il dispiacere mi scivola sul viso. Ma preferisco dirti la verità. non mento su queste cose. basta nascondersi.

«non puoi dire sul serio Hermione, lo sai quello che provo per te vero?» mi si era avvicinato. Mi aveva inseguito. Ma la mia reazione avvenne immediata e repentoria. Mi allontanai ancora voltandomi e alzando la voce leggermente. « NO! non lo so e sinceramente non ne voglio più sapere! Ci abbiamo provato Ron. Ma non siamo stati capaci. Ma sta tranquillo. la colpa non è solo tua! E adesso fai il favore. Lasciami andare. » devono averlo davvero sconvolto le mie parole. Perché la sua morsa si chiude in un pugno. Le orecchie iniziarono a tingersi di rosso e la rabbia era visibile da oltre metri e metri di distanza. « perfetto hermione! Se questa è la tua scelta, BENE! ma ricordati che ci hai perso solo tu!» lo osservo andare via, rientrare nel ritratto e richiuderselo alle spalle con forza. sospiro. « e con questa frase hai già messo in chiaro come stanno le cose …» mi volto e scendo le scale. L’idea di incontrare Harry mi metteva una certa agitazione. Non riuscivo a non pensare che Ron stava male adesso. Arrabbiato e ferito nell’orgoglio. Ma non potevo fare diversamente. Scesi gli ultimi scalini e lo vidi. Era li che mi aspettava. Appoggiato al muro, le mani in tasca. L’espressione nel vuoto. Assente quasi. « Harry?» feci preoccupata. Lui si destò al suono della mia voce, come una bolla che scoppia perché premuta eccessivamente. I suoi occhi si posano su di me e il suo sorriso riuscì ad allargare anche il mio.

« scusa stavo riflettendo!  Senti, ti va se dopo colazione andiamo nella foresta? Ho bisogno del tuo aiuto!»

La mia espressione si incupì leggermente e sul volto si palesò il cipiglo di un rimprovero. « Harry lo sai, c’è una ragione per cui si chiama “foresta proibita”. Perché è Proibita!» il suo ghigno non mi convinceva. Lo conoscevo fin troppo bene e sapevo che non lo avevo convinto.

« Andiamo Hermione lo sai ormai. E poi vedrai, non ci allontaneremo molto. prometto che ti spiegherò tutto strada facendo. Non immaginerai mai cosa ho scoperto!» ok. lo ammetto. Con quell’ultima frase accese la mia curiosità e la mia voglia di avventura. E lui doveva essersene accorto, perché continuava a parlare di quanto sarebbe stato emozionante. Eppure prima di andare nella sala grande dovetti girarmi più volte intorno, come a volermi accertare che nessuno mi stesse fissando.  La sensazione era quella almeno. Decido di lasciar correre e di seguire Harry.

 [Harry]

Ok lo ammetto. Non riuscivo a togliermi dalla testa quella donna. e l’idea che Hermione stesse al mio fianco per quell’impresa mi emozionava. Mi dava la carica. Mi illudeva di essere ancora in quella tenda. Ma senza un pericolo mortale che ci minaccia. Le ho raccontato della dama di velluto. sembrava al quanto interessata, anche se completamente contraria al sangue di unicorno. Ma li l’avevo rassicurata. « sta tranquilla.» avevo detto «cercherò di prendere solo il crine» mi rifiuto di prendere il suo sangue. Rispetto troppo la creatura in se per poter permettere che finisca in questo modo. al contrario, lei mi aveva raccontato dell’incontro con Ron. Del fatto che dopo ieri sera – il loro litigio – seguendomi nella torre dei caposcuola, aveva segnato la fine del loro rapporto già inclinato.  Ma nella mia mente non riuscivo a non pensare che quel bacio sia stato decisivo per far si che Hermione prendesse questa decisione.  Ai limiti della foresta proibita, mi fermo osservando ciò che ci aspetta. Accanto a me, lei.

« Gli unicorni sono sacri nella foresta. Quando un unicorno viene ucciso, il loro corpo non viene toccato o spostato. Ma solo ripulito così che col tempo, possa tornare alla sua vera essenza.  In media ci mettono intorno ai dieci anni a diventare interamente origine.  Ne sono passati sette dall’ultima volta che l’ho visto. Dovrebbe ancora essere li.»avanzai di qualche passo. Ero fortunato nonostante tutto. non si trovava così lontano dal limite consentito.

«sei davvero così sicuro che lo troveremo? E se Voldemort avesse portato via il corpo intero quel giorno?»

Non ci avevo pensato. Mi voltai a guardarla. Pensieroso. Ma volevo essere ottimista. « c’è solo un modo per scoprirlo giusto?» allungai una mano per afferrare la sua. E quando la sentì arrendevole e concorde, la strinsi incominciando ad avanzare.  La vegetazione si faceva mano a mano più fitta, mentre la luce cominciava già a manifestarsi a chiazze.Avevamo fatto l’intero tragitto in silensio. Semplicemente scambiandoci sguardi lascivi, scoprendo l’altro a fissarci qualche volta di troppo. Avvertivo la voglia di poterla baciare nuovamente. Di farla nuovamente mia. Ma mi trattenni. Perché non volevo premere troppo. Avevo aspettato tanto. Rovinare tutto adesso sarebbe stato idiota. Giusto?

« eccoci. Lo vedi?» la carcassa stava già diventando parte della terra. ma frange intere di crine bianco e morbido potevano essere ancora toccate, prese,ammirate. Delicatamente ne afferrai qualche filo mentre con un gesto della bacchetta li tagliai.

« perfetto … direi che ci siamo!» infilo quei due filini dentro una boccetta vuota e torno con gli occhi su Hermione. Contemplava il povero animale. Mi avvicinai a lei, affiancandola, pur rimanendo leggermente più indietro, accostandomi alla sua spalla. « tutto bene?» chiesi leggermente preoccupato.

Lei mi rispose, ma guardava ancora l’unicorno. « si. Pensavo solo a quanti anni sono passati! Davvero tanti!» un sorriso appena malinconico, di quelli che si sfoderano quando si guardano le vecchie foto di tempi lontani, appare sul mio viso. « già» la mia risposta « sembra un’eternità effettivamente. Invece sono solo sette anni!» e quante cose sono successe in questi anni solo noi lo sappiamo davvero. chino il capo su di lei, lasciando che le mie labbra tocchino la sua spalla. La mancina si alza, lasciando che le dita vadino a carezzare il dorso della sua mano, per poi risalire percorrendo il braccio, in un tocco lieve, così che possa procurarti gli stessi brividi che – sapevo e sentivo – provavi quando ci siamo scambiati quel bacio.  Le labbra si spostano, dalla spalla al collo. Assaggiando anche quel lembo di pelle. Avverto lo spostamento del suo collo. Mi sta agevolando. Mi sta accogliendo ancora una volta. Lascio che la lingua assapori meglio, quello che le labbra avevano solo marchiato. Le posso gustare. Ed è qualcosa che sa mandare in exstasy. « sai di buono ..» un soffio su quella pelle che non fa altro che invogliarmi. Ma mi tocca fermarmi. Perché so di non essere nel luogo opportuna. « torniamo indietro …» la sento annuire prima di scostarmi. Ma la mano … no. quella non glie la lascio. Glie la stringo fino a che non esco dalla foresta proibita. Come se avesse anche lei adesso un segreto da poter custodire. Qualcosa di importante. Almeno per me. Un passo avanti, anche se ormai so di essere sulla buona strada. Ma non voglio cantare vittoria troppo infretta. Eppure io oso.

« ti va di tornare alla torre?» per sussurrarti quella frase ho dovuto avvicinare le mie labbra al tuo orecchio. Ed è stata una sorpresa anche per me scoprire che la mia voce graffiava. Che era calda. Bassa.

« Harry … non lo so …»

Mi bloccai. La stavo spaventando. La stavo spaventando davvero e in un modo fin troppo evidente. Arretrai un po’ stizzito per il suo rifiuto. Ma mi ci vollero due secondi per cambiare idea. Mi bastò guardare i suoi occhi colmi di uno stato timoroso. Paura di cosa? continua a farmi leggere ti prego amore mio. « va tutto bene … tranquilla .. è colpa mia!» le mani le afferrano i polsi per poterla tirare verso di me. Per farmela stringere e rassicurare. « scusa» la sentì mormorare dalle parti del mio collo. La mano aveva iniziato ad accarezzare i suoi capelli. « no. sono stato decisamente inopportuna. Scusa tu.» mi spinse via con delicatezza ma solo per potermi guardare negli occhi. Per far specchiare i suoi nei miei.« va tutto bene tranquillo. e solo che … non voglio correre. Sono .. scombussolata. Vorrei del tempo per …»  ma io ho capito già. Se voglio averla per me, non devo correre. Devo stare tranquillo. per questo le poso un dito sulle labbra. perché le parole le ho capite. I concetti sono stati assimilati. La strategia cambia. « dai torniamo al castello. Dobbiamo fare i compiti così domani potremo andare ad Hogsmilde.» le si accesero gli occhi ed io non potei fare altro che scoppiare a ridere. Lo faceva sempre quando si trattava di scuola.

« mi domando che cosa ci sia di così divertente!» una voce zittì le sue genuine e sincere risate. Ed il gelo cadde in quella assolata giornata autunnale.

  
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