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Autore: Blackie_    17/02/2012    1 recensioni
Bill Kaulitz è il famoso cantante dell'altrettanto famosa band tedesca Tokio Hotel... Ma nessuno sa che il ragazzo vive una doppia vita: un lavoro in un locale notturno berlinese, uno sporco gioco di piacere, peccato e lussuria.
L'incontro con Ville, affascinante finlandese dai magnetici occhi verdi, finirà per segnarlo nel profondo. Perchè non puoi giocare con ciò che non riesci a dominare.
"-Adesso facciamo un bel gioco, e ti assicuro che giocherò pesante angelo mio- Bill sentì quelle parole tatuarsi a fondo nella propria mente, esattamente nel tono in cui le aveva appena pronunciate l'uomo
-Ma a te piace giocare, non è vero?-"
Genere: Angst, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: HIM, Tokio Hotel
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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é un po' corto, lo so... Really sorry^^" I contenuti però sono decisamente... interessanti u.u Enjoy!!
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L'uomo strisciò la carta magnetica e lo lasciò entrare in quella che doveva essere la sua stanza d'albergo.
Chiuse la porta dietro di sé e in un attimo Bill gli fu addosso, baciandolo con passione contro la porta.
Ville però lo sollevò da sotto le ginocchia senza fatica e lo appoggiò sul letto, stendendosi poi su di lui
-Non so come sei abituato di solito, ma qui comando io- Disse, cominciando poi a slacciargli la zip della tuta attillata, accarezzandogli la schiena e l'addome che restavano via, via sempre più scoperti. Bill tentò di sollevare a sua volta la maglia di Ville, ma questi gli tirò uno schiaffo che lo lasciò interdetto
-Quale parte non ti è chiara di "Qui. Comando. Io."?- Bill giurò di poter vedere le fiamme in quegli occhi verdi, e in quel momento ebbe davvero paura, paura che durò appunto solo un momento, perché poi l'unica sensazione che riuscì a provare fu la voglia intensa di proseguire quel gioco.
Stese le braccia lungo il corpo e si lasciò baciare e mordere da Ville. In alcuni punti tirava la pelle talmente forte da farlo gemere di dolore e piacere, ma anche quello faceva parte del gioco. Ben presto si ritrovò completamente nudo, con l'eccitazione che pulsava talmente forte da annebbiargli la mente.
-Torno subito, tu resta immobile- Gli disse ad un certo punto, Bill provò ad alzarsi per protestare, ma guadagnò soltanto un altro schiaffo, più forte del precedente. Allora il ragazzo decise di ubbidire e si rimise docilmente steso al proprio posto, mentre osservava Ville prendere uno scatolone da un cassetto dell'armadio e tirarne fuori qualcosa. Una corda.
Se Bill prima era impaurito, ora si stava lentamente terrorizzando, ma rimase ugualmente immobile, primo, perché non sarebbe comunque riuscito ad andarsene finché Ville non l'avesse voluto, e secondo, perché lui stesso provava quella morbosa curiosità di vedere fino a che punto avrebbe potuto spingersi quel finlandese dagli occhi di smeraldo.
Si lasciò legare strettissimi entrambi i polsi alla testata di metallo del letto, e osservò l'espressione concentrata di Ville con un misto di terrore e curiosità. L'uomo si voltò verso di lui e sorrise dolcemente
-Che c'è, hai paura?- Gli domandò, l'orgoglio prevalse in Bill
-No- Disse, ostentando sicurezza, ma Ville lo afferrò forte per la mascella, tirandolo vicinissimo al suo viso
-Non provare a mentirmi.- Ringhiò e le labbra di Bill tremarono appena. Ville lo baciò più volte tirando e mordendogli le labbra, talmente forte che Bill riuscì a sentire sul palato il gusto agrodolce del proprio sangue.
Ville si posizionò sopra di lui, ancora da vestito, e inumidì due dita con la proprio saliva, prima di infilarle nell'apertura di Bill e massaggiarlo piano. Bill si lasciò andare a profondi sospiri, che diventavano gemiti quando l'uomo spingeva più in profondità
-Ti piace?- Gli chiese con voce roca, Bill annuì gemendo e vide Ville sorridere. L'uomo cominciò a mordicchiargli il lobo dell'orecchio, mentre con l'altra mano libera iniziò a masturbarsi.
Bill aveva il suo respiro profondo e caldo nell'orecchio, e sentiva davvero di non farcela più. Ville intanto spingeva le dita più a fondo, provocandogli un devastante cocktail di dolore e piacere allo stesso tempo.
-Sai… mi hai stregato su quel palco- Gli disse tra un sospiro e l'altro, Bill non riusciva più nemmeno a parlare, però gli sorrise
-Sembravi un Angelo dell'Inferno, ti sentivi potente là in alto vero? Divino oserei dire… La tua aura d'argento catturava tutti, ma come fai?- Bill rise appena, Ville
gli afferrò con forza la mascella, baciandolo a lungo
-Ho capito che tipo sei… Ti piace l'emozione, l'emozione forte e improvvisa… Anche il pericolo direi giusto?-
Gli strattonò di colpo i capelli all'indietro, e Bill si lasciò scappare un urlo che non scompose minimamente Ville, il quale anzi, morse con forza il collo del ragazzo finché non rimasero i segni profondi dei suoi denti.
Fece uscire poi le sue dita e tornò a frugare nello scatolone. A Bill cominciavano a dolere i polsi, ma ora non se ne sarebbe andato di lì per nulla al mondo. Ville tornò nuovamente su Bill, con in mano una pezza di stoffa, Strinse forte il suo viso fra le mani e si avvicinò al suo orecchio, sussurrandogli con voce roca e sensuale:
-Adesso facciamo un bel gioco, e ti assicuro che giocherò pesante angelo mio- Bill sentì quelle parole tatuarsi a fondo nella propria mente, esattamente nel tono in cui le aveva appena pronunciate l'uomo
-Ma a te piace giocare, non è vero?-
E non ci fu alcun bisogno di risposte, Bill si ritrovò di colpo la stoffa stretta fra i denti, rendendolo incapace di proferire parola
-Scusami sai, piccola precauzione, non vorrei che qualcuno ti sentisse gridare- Sorrise, e Bill deglutì a vuoto, senza però distogliere lo sguardo. Soltanto a quel punto Ville si spogliò completamente, rivelando altri tatuaggi, di cui uno attorno al capezzolo, che suscitò il vivo interesse di Bill.
L'uomo lo guardò dritto negli occhi, prima di sedersi sopra di lui e far scontrare le loro due eccitazioni.
-Adesso si fa sul serio- E lì rivelò l'altra cosa che aveva estratto dallo scatolone, un frustino di pelle, con il quale colpì Bill più volte, finché le sue urla soffocate non raggiunsero il volume e il grado di dolore desiderato per il compiacimento di Ville.

Un'altra spinta, forte, brutale, fece venire Bill in un grido, soffocato dalla pezza su cui strinse forte i denti per contenere il dolore, ma Ville continuava, e gli ci volle ancora qualche colpo di bacino perché potesse raggiungere anche lui l'orgasmo.
Il finlandese uscì da lui e Bill tremava ancora, ma tirò un sospiro di sollievo quando l'uomo gli tolse il bavaglio dalla bocca. Ville percorse con le dita i segni che aveva lasciato sul corpo di Bill
-Ti ha fatto molto male?- Gli chiese con sincera preoccupazione, ma Bill non sapeva davvero che cosa rispondere, erano stati momenti d'Inferno quelli passati, eppure… gli era piaciuto. Non aveva mai fatto sesso in quel modo…ma nonostante tutto... sì, gli era piaciuto davvero
-Rispondi!- Gli intimò l'uomo, vicinissimo al suo viso
-Sì- Disse Bill, con la voce ormai roca per le numerose urla; Ville asciugò con le proprie labbra una lacrima sfuggita al suo controllo, in un gesto talmente dolce che fece dubitare a Bill che lui fosse lo stesso uomo che lo aveva brutalmente sodomizzato fino a pochi secondi prima.
-Ma sarei disposto a rifarlo ancora un milione di volte- Aggiunse piano, Ville gli sorrise dolcemente, perdendosi nell'accarezzare il viso marmoreo e perfetto del meraviglioso ragazzo biondo, legato inerme davanti ai suoi occhi.
Il finlandese lo liberò dalle corde, che avevano lasciato profondi solchi rossi sui polsi di Bill e il ragazzo si lasciò scivolare sul letto, accoccolandosi al petto di Ville, senza proferire parola. Rimasero immobili così a lungo, finché Bill non raccolse tutto il suo coraggio e cominciò a rivestirsi, Ville lo osservò e basta
-Ci rivedremo?- Gli chiese poi, quasi in una supplica, Bill lo guardò per alcuni interminabili istanti, poi le sue belle labbra si distesero in un accenno di sorriso
-Sai dove trovarmi…Questa settimana ci vado il lunedì, giovedì e venerdì sera.- Gli disse, e un enorme sorriso si dipinse sul volto di Ville
-Allora a presto-
-A presto- Lo salutò, ma appena posò la mano sulla maniglia, Ville lo fermò
-Me lo dici il tuo nome, Splendore?- Bill si fermò un istante sulla soglia, poi si voltò sorridente
-Puoi chiamarmi così-
-Così come?-
-Splendore, Schein… No meglio, Silberschein!- Si illuminò Bill, Ville lo guardò stranito
-Vuol dire…Splendore argenteo?- Chiese, inclinando appena la testa
Bill rise piano ed annuì:
-è una cosa che mi dicono, a volte- Spiegò.
-Hanno fottutamente ragione-
Non dissero altro, Bill si richiuse la porta della stanza dietro le spalle e uscì fuori, affrontando l'aria gelida dell'autunno berlinese.
Seduto da solo, sul vagone della metropolitana che l'avrebbe riportato a casa, si lasciò andare del tutto al pianto. Non era tristezza, ma nemmeno gioia… Era semplicemente un'emozione forte, troppo forte, di quelle che piacevano a lui. Sorrise, asciugandosi gli occhi e facendo svanire anche i pochi resti del complicato disegno che aveva avuto sul viso.
Una volta in camera si buttò sul letto ancora vestito e, nonostante i dolori su tutto il corpo, riuscì a piombare quasi immediatamente in un profondo sonno senza sogni.
 
  
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