Il giorno dopo, Harry si svegliò di buon umore, anche se il giorno prima era stato un disastro. Hermione che baciava (Sulla guancia! Specifichiamo bene! Ndio) Ron, non lui, ma Ron. Ron! Quello lì. Quello che ora giaceva addormentato come un bambino troppo cresciuto sul proprio letto a baldacchino, con una grande percentuale di coperte finite sul pavimento, e il poco che rimaneva era sparso sui piedi alla rinfusa. Con i capelli rossi rossi, lunghi fino a metà collo, con rispettive lentiggini sul naso e un po’ sulle guance, che si coloravano sempre di rossore quando si trovava al centro dell’attenzione. Ron… il suo migliore amico. Doveva provare un po’ di rancore nei suoi confronti per avergli soffiato un bacio (SULLA GUANCIA!!! Ndio) dalla persona che amava più al mondo. Invece era sempre il suo migliore amico che voleva un infinito di bene. Ma quando vedeva lui e Hermione insieme, era assalito da un’ondata di gelosia così forte che lo spingeva a fare cose del tutto innaturali. Almeno per farsi notare un pochino da Hermione. Non era un ragazzo che amava stare al centro dell’attenzione, anche perché non doveva fare nessuno sforzo per esserlo, ma si sentiva in dovere di farsi notare da Hermione. Di farle vedere che esisteva anche lui nel suo mondo, e non solo Ron. Anche se Hermione lo riteneva una persona che le ha reso la vita più facile, scorrevole, animata e divertente. Harry si stiracchiò. Uscì dalla stanza dopo essersi vestito. Un po’ assonnato, ciabattò fino alla Sala grande, dove incontrò Hermione sola soletta su una panchina (Si chiama così? Perché le sedie della Sala Grande non mi sembrano per niente sedie… Ndio) della Sala Grande. Leggeva come al solito la Gazzetta del Profeta con molto interesse.

"Bene. Questo è il momento di farsi notacchiare un pochino da Hermione…" pensò Harry, mentre si spolverava (Non che avesse la polvere, certo! Ndio) la felpa. Fece un profondo respiro, poi si sedette di fianco ad Hermione, chiedendole:- Cosa leggi di bello?-. Hermione sollevò lo sguardo dal giornale e lo posò con curiosità su Harry.

- Nulla… sfoglio e basta… di questi giorni non accade più niente di interessante… proprio nulla…- sospirò Hermione.

- Mmmm… ti annoi?-

- Un pochino… diciamo… vorrei che succedesse qualcosina a Hogwarts… ovviamente non il ritorno di Tu-Sai-Chi… preferirei di sicuro annoiarmi fino alla morte, ma…-

- Ma?-

- Niente. In definitiva, vorrei che cambiasse la solito routine di Hogwarts: colazione, lezioni, pranzo, lezioni, compiti, tempo libero, cena, compiti e poi di filato a letto… diciamo… mi mancano i momenti in cui noi tre eravamo sempre insieme a caccia di avventure… ecco…- concluse Hermione.

- Ah. E tu vorresti che continuiamo a fare questo tipo di…- ma fu interrotto da uno sbadiglio enorme di Ron, che, stiracchiandosi, salutò i due amici.

- Ciaaaaaaaooooo… yawn!- e si sedette di fronte a Harry.

- Ron, siediti qui, così stiamo tutti e tre insieme!- esclamò Hermione, battendo lo spazio vuoto che c’era alla sua destra.

- Va bene…- Ron si alzò, lanciando un’occhiata interrogativa a Harry, il quale aveva iniziato a frullare di gelosia.

" Perché Hermione è così gentile con Ron? Non aveva mai fatto così con me…" pensò Harry, cercando di sorridere il più possibile a Hermione: non voleva che scoprisse che lui fosse innamorato di lei! Hermione contraccambiò il sorriso, poi si voltò verso Ron e iniziò a chiacchierare con lui. Harry sbuffò.

"Uffi… parla solo con Ron… e io?". Improvvisamente, i piatti dorati di fronte a lui si riempirono di pietanze. Era iniziata la colazione. Harry si servì di uova al bacon, così come Ron, il quale si stava abbuffando. Hermione rise.

"Cosa?! Hermione sorride quando Ron fa il maiale? Di solito lo rimproverava… no… qui c’è qualcosa che non va…". Anche Ron la pensava allo stesso modo. Infatti si fermò non appena Hermione aveva iniziato a ridere.

- Bé? Da quando in qua ti faccio ridere quando faccio il maiale?- domandò Ron sorpreso.

- Non posso?- chiese, sorridendo.

- Sì, ma… non l’avevi mai fatto!-

- C’è sempre una prima volta, Ron!- esclamò Hermione, allungando la mano verso un panino al prosciutto. – Bè? Non mangiate?- domandò con il solito sorriso la bruna.

- Sì, sì…- risposero i due ragazzi, ricominciando a mangiare. Harry stava rodendo di gelosia.

"Perché Hermione si comporta così con Ron? Non è possibile che sia cambiata da un momento all’altro. Qui c’è veramente qualcosa, sotto!" pensò Harry, scrutando con le sopracciglia corrugate Hermione, che era girata come al solito verso Ron. Dopo aver consumato la propria colazione, i tre ragazzi si alzarono, diretti alla serra numero sette: quella mattina avevano due ore di Erbologia con la professoressa Sprite. Per tutta la durata della lezione, Hermione stava attenta, ma quando Ron era interrogato, di nascosto Hermione gli suggeriva le soluzioni. Poi lo aiutava nella parte pratica… Harry stava per scoppiare. (Pure io! Grrrrr… se non sapessi perchè lo fa, avrei subito tagliato a metà Hermione con il motosega! Ehm… scusate fan di Herm, ma detesto Ron e Hermione insieme! Ah, che fastidiooooooo!! Scusate per l’interruzione! Ndio) Così, fuori dalla serra, Harry si avvicinò a Hermione e le chiese:- Perché hai aiutato Ron alla lezione di Erbologia? Non l’avresti mai fatto!-. Hermione sorrise. (Vi starete chiedendo il perché, vero? Bè… vi dirò una cosa… non lo scoprirete tanto presto! Uha, uha, uha! [Mia risata diabolica!] Ndio)

- Bé, non voglio che Ron non si trovi un lavoro quando sarà rimandato ad alcune delle materie più importanti! Quindi lo voglio aiutare. Che male c’è?-

- No, niente… e perché non aiuti anche me?-

- Perché non ne hai bisogno! Sei intelligente, un bravissimo giocatore di Quidditch, famoso… cosa vuoi di più dalla vita?- (Un Lucano! Ndio) (Spiritosa! Ndtutti).

- Non è che sia intelligentissimo, però! A volte mi serve il tuo aiuto!-

- Facciamo così! Allora, visto che Ron è meno intelligente di te, lo aiuterò nella preparazione alle verifiche, invece con te faremo i compiti, ok?-

- Ma…-

- Che c’è? Non va bene?-

- No, no! Va benissimo!- (La verità è che Harry vuole Herm tutta per se! Ndio) (Ma sta zitta, cornacchia! NdHarry) (Cornacchia a me? Adesso ti faccio vedere io! Ndio con accetta in mano).

- Siamo a posto!- esclamò Hermione.

"Insomma…" pensò tristemente Harry.

*

Per tutta la giornata, Hermione stava in compagnia di Ron, per la gelosia di Harry. Ogni minuto che passava, Harry accumulava sempre più gelosia… sarebbe scoppiato da un momento all’altro, se non si sarebbe sfogato. Così, con la scusa di dover andare in bagno, Harry si sottrasse ai compiti per potersi rifugiarsi da qualche parte. Neanche volesse, si ritrovò davanti al bagno di Mirtilla Malcontenta.

"Tanto vale provare a vedere se il bagno è ancora allagato!" pensò Harry e aprì la porta del bagno. Per la sfortuna di Harry, il bagno era come al solito allagato.

- Nessuno mi vuole… sigh! Nessuno mi fa un po’ di compagnia… bo-hooooo!!- strillava piangendo Mirtilla Malcontenta.

- Ciao, Mirtilla!- la salutò Harry appena entrato in bagno. Immediatamente Mirtilla smise di piangere ed uscì dal bagno in cui si era rifugiata.

- Harry… sei venuto a trovarmi?- domandò Mirtilla. Visto che dipendeva dal suo ricrollo in un pianto isterico, Harry disse:- Sì… passavo di qui, e…-

- Che gentile! E… si può sapere perché quell’aria mogia?- chiese.

- Ehm… ecco… Hermione non mi considera più…- rispose tristemente.

- Hermione? La Mezzosan…?- fece Mirtilla, ma Harry balzò in piedi e, puntandole la bacchetta, esclamò:- Guai a te se provi a ripetere quella parola!-.

- Le magie non hanno effetto su di me…- ridacchiò.

- Bene. Allora me ne vado via!- disse, e fece per andarsene, quando Mirtilla gli sbarrò la strada.

- Tu non esci! Allora… dimmi cosa ti assale!- esclamò, poi Harry si arrese ed iniziò a raccontare. Quando finì, il fantasma assunse un’aria pensierosa, poi le iridi trasparenti si illuminarono (Si fa per dire! Ndio). Poi disse:- Vuoi sapere se Hermione è innamorata di te?-

- Sì…- rispose interrogativo.

- Allora c’è qualcosa che può fare al caso tuo!- esclamò.

- Cioè?-

- Il distillato di morte settimanale!- rispose entusiasta.

- Che?-

- Distillato. Di. Morte. Vivente.- scandì bene Mirtilla.

- E sarebbe?-

- Una pozione che ti fa morire per una settimana, poi, quando la settimana è trascorsa, torni indietro nel tempo, quando stavi per bere la pozione. Mentre sei morto, potrai vedere cosa succede ad Hogwarts. Ovviamente per tutti sarai veramente morto perché troveranno il tuo corpo inanime! Potrai spostarti dove vorrai solo con la tua anima e nessuno potrà né vederti, né sentirti. Sicuramente, quando Hermione verrà a trovarti sulla tomba, ti dichiarerà i suoi sentimenti, se è innamorata di te… allora, che ne dici?-

- Che è solo una perdita di tempo! E’ impossibile che esista una pozione del genere! E anche se esistesse, infrangerei chissà quante regole! E se alla fine scoprirei che Hermione ama veramente Ron? Starei più male di prima! No! Mi rifiuto!- esclamò, incrociando le braccia al petto come un bambino piccolo che faceva i capricci.

- Come vuoi… ma quando scoprirai che Hermione era veramente innamorata di te, ma tu non la degnavi di uno sguardo e allora mi mette con Ron, non venire a lamentarti con me! Chiaro?- strillò Mirtilla, girandosi dalla parte opposta a Harry. Harry ci pensò su. In effetti, Hermione potrebbe anche essere innamorata di lui… chissà. Tanto vale provare.

- E va bene! Mi hai convinto! Allora… cosa devo fare?- domandò. Mirtilla, felice come una Pasqua, si voltò verso Harry e disse semplicemente:- Troviamoci domani alle una in punto qui… ti spiegherò cosa devi fare…-

- E se fosse una trappola?-

- Vuoi o non vuoi conoscere i sentimenti di Hermione? Devi rischiare, una volta tanto!- (Come se rischiasse per la prima volta! Secondo me, Harry potrebbe diventare il campione del mondo di gioco d’azzardo, con il culo che si ritrova… Ndio).

- Va bene, Mirtilla! Ci sto! Domani, una in punto, bagno al secondo piano! Ciao, Mirtilla! E… grazie!- disse Harry, ed uscì dal bagno tutto soddisfatto della geniale trovata di Mirtilla.

- Grazie a te, Harry! Ciao!- esclamò, poi ritornò a rifugiarsi nel suo amato bagno, mentre Harry ritornava a rifugiarsi nel suo amato dormitorio, ad aspettare con ansia il giorno dopo.