Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: StephEnKing1985    18/02/2012    1 recensioni
- Marco? - chiamò Manuel. Marco era lì seduto sul panettone di cemento a piangere sconsolato.
Manuel gli andò vicino e s'inginocchiò di fronte a lui, incontrando i suoi grandi occhi color cioccolato, ora bagnati dalle calde lacrime- Ehi - gli disse - Ma perché piangi? Guardati intorno. C'è Torino di notte che è tutta per noi. E poi... Ci sono io con te. - Gli sorrise e gli porse la mano. Marco lo guardò. In quegli occhi azzurri c'era molta più sincerità di quanta non ne avesse mai vista in vita sua... Quegli occhi color cristallo gli sorridevano, e sembravano dire "Non abbandonarmi, amico mio. Se mi abbandoni, tutto sarà stato vano." Marco allora prese quella mano e Manuel dolcemente lo tirò su. - Andiamo - disse soltanto.
- Ti voglio bene, Manuel. - sussurrò Marco all'orecchio di Manuel, mentre sotto di loro il Po scorreva tranquillo...
- Ti voglio bene anch'io, Marco. - rispose Manuel, stringendolo ancora di più nell'abbraccio.
*****

Marco e Manuel. Un anno d'età di differenza, anni luce differenti per modi di pensare ed agire. Eppure così simili, così saldamente uniti da un legame fraterno che li farà incontrare e sperare di nuovo nella vita. Sostegno l'uno dell'altro contro le delusioni della vita, prime fra tutte quelle d'amore. Una meravigliosa storia di amicizia, che vede protagonisti Marco De Cristina e Manuel Chiaravalle, già presenti nelle fiction di Notrix "Finalmente... Laureati!" e "Troppo bello per essere vero". In questo nuovo romanzo, Notrix ci conduce per mano verso un grande ed inesplorato parco (la città di Torino, che ha dato i natali a Marco e Manuel), dove la falsità e l'opportunismo sono elementi del paesaggio, e dove due ragazzi, così differenti in tutto e per tutto, trovano nell'amicizia una sicurezza contro le avversità della vita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Non capisco perché ogni volta mi porti qua. Accidenti a te! – sbottò Rocco, mentre insieme a Marco camminava lungo un viale alberato del cimitero. Ai lati del viale, tante tombe bianche e nere, molte delle quali portavano degli omaggi dei vivi ai loro cari defunti. Marco non badò al suo ragazzo che protestava, troppo intento ad osservare le tombe. Le conosceva ormai tutte una ad una, eppure non si faceva mai mancare la classica sbirciatina quando passava di là.

- Mi hai sentito? – incalzò Rocco.

- Eeeh. Eccomi, Rocco. Uffa, certe volte sei proprio pesante, sai? –

- No, sei tu che sei pesante. Ma dico io, è domenica mattina, potevo starmene a dormire beato e tranquillo e tu mi butti giù dal letto per dirmi che dobbiamo andare al cimitero??? –

- Sì, perché devo andare a trovare mia zia Clara e voglio che ti conosca. Problemi? – disse Marco, fermandosi accanto al suo ragazzo.

Con i fiori in mano, Rocco fece una smorfia scocciata – Uffa… Anche presentarmi ai morti, devi? Io a volte non ti capisco… -

Senza preoccuparsi delle sue lamentele, Marco minimizzò – Andiamo, brontolone. Se fai il bravo, più tardi a casa ci aspettano mamma e papà con gli gnocchi al burro e salvia. Eh? –

Rocco non lo degnò di risposta, così Marco per ripicca gli rubò il mazzo di fiori che teneva in mano e aumentò il passo. A Marco piacevano i cimiteri. Pensare a tutta quella gente, che finalmente non aveva più problemi, che riposava tranquilla senza doversi preoccupare più di nulla… E poi gli piaceva guardare le date di nascita e di morte, e calcolare quanti anni quelle persone fossero rimaste sulla terra. A volte erano ultranovantenni e addirittura centenari, altre volte erano addirittura neonati. La vita va, la vita viene. C’è chi vive fino ai cento e più anni, e c’è chi muore non appena viene dato alla luce. Inoltre alcune tombe erano dei veri e propri musei fotografici. Alcune portavano addirittura più di due fotografie del defunto, e a Marco piaceva osservarle tutte, immaginando in quale epoca fossero state scattate. Un giovanotto ventiseienne amante del passato: ecco come amava definirsi. Forse per alcuni sarebbe potuto sembrare un nostalgico, ma… cosa c’era di più bello dei ricordi? I cari, adorati ricordi… che quando vengono ripuliti e adattati dalla mente umana, sembrano delle gioie, mentre quando li si è vissuti, magari si pensava che fossero i momenti più brutti della vita.

- Eccoci – disse Marco, in prossimità di una tomba di marmo bianco, con l’immagine a colori di un’anziana signora.

Con la ritualità tipica di chi va a trovare un parente defunto, Marco si chinò e posò i fiori, prendendo il vaso con quelli vecchi e porgendolo a Rocco – Amore, cambieresti l’acqua e butteresti i fiori vecchi per me? –

- Uff … va bene… - disse Rocco, e si allontanò con il vaso di fiori secchi e morti.

- Ciao zia – disse Marco, toccando la fotografia sulla lapide – Sono venuto a trovarti, sei contenta? Mi manchi, sai? Penso sempre a quando ero piccolo, quando mi raccontavi di filosofia e dei miti classici… Oh, quello che hai visto è Rocco. Il mio fidanzato. – Marco fece un sorrisino – Non ti dispiace… vero? – In quel momento la sua espressione cambiò da felice a sconsolata. Non era per niente sicuro che a sua zia fosse piaciuta la rivelazione di avere un nipote omosessuale.

Alzando lo sguardo, vide qualcuno in lontananza. Un gran ciuffo di capelli biondi, vestito con un abito molto elegante, che si aggirava nel viale adiacente. Era un bel ragazzo dagli occhi chiari, che Marco era sicuro aver già visto da qualche parte, anche se non ricordava bene dove. Pensò di alzarsi un momento e andare a controllare, ma …

- Ecco la tua acqua – sopraggiunse Rocco, tenendo il vasetto con l’acqua buona nella mano destra.

- Grazie amore – disse Marco, senza staccare gli occhi di dosso al ragazzo ben vestito, che lentamente si stava allontanando.

 

*****

 

- Dico sul serio, Paolo. Non sto scherzando. La vita sulla terra è una schifezza. C’è talmente tanto opportunismo e schifo che un’anima sensibile come la mia non riesce a trovare requiem. –

In piedi davanti al loculo del suo amico, Manuel chiacchierava tranquillamente, come se questi fosse lì con lui ad ascoltarlo.

Aver perso Paolo era come aver perso un fratello, che, era sicuro, mai più avrebbe ritrovato in nessun’altra persona. Paolo per lui era tutto. Un amico, un confidente… un ragazzo adorabile. Manuel adorava come riuscivano a conversare di tutto, senza falsi moralismi né barriere mentali, e adorava come Paolo sorridesse alla vita, nonostante questa l’avesse costretto su una sedia a rotelle per colpa di una malattia degenerativa che aveva fin da bambino. Per Manuel era una persona perfetta, che gli infondeva pace e tranquillità, virtù che adesso gli era difficile trovare nelle altre persone, così becere e prive di sensibilità. Persone che si avvicinavano a lui solo con l’intento di portarselo a letto o di approfittare del suo denaro. Persino i pochi amici con cui usciva, non riuscivano a convincerlo: sempre così superficiali e lagnosi che ogni volta che li ascoltava, Manuel avrebbe voluto dir loro “Brutti imbecilli, avete due gambe che funzionano ed un cervello in ottimo stato! Che cosa cazzo avete da lamentarvi, idioti?!? …Se fosse qui Paolo, vi farebbe cambiare lui!”

- Mi fanno schifo. Tutti. Tutti quelli che ho intorno, mi fanno schifo. Tu mi manchi tanto, Paolo… Non puoi immaginare quanto… - disse queste ultime parole con la voce strozzata dalla commozione, mentre allungava la mano a toccare la foto del ragazzo, ritratto sorridente come lo era sempre stato.

- Chissà come si sta lassù, invece? Bene, non è vero? …Non sai quante volte ci ho pensato. Ultimamente me lo chiedo spesso, che cosa siano veramente la vita e la morte… e penso di desiderare quest’ultima, alla vita… - Sospirò, asciugandosi gli occhi inumiditi dalle lacrime. Restò a guardare ancora un po’ il loculo, poi si decise a baciare la foto del suo caro, fargli un saluto e tornare da dove era venuto.

Poco più in là, Marco cercava il ragazzo elegante con lo sguardo, senza tuttavia trovarlo. Infine lo vide che si stava allontanando verso l’uscita del cimitero, ma pensò di non rincorrerlo. Credere di averlo visto una volta, tanto tempo fa, non era un buon motivo per andare a seccare le persone. “Chissà cosa ci è venuto a fare qui.” Pensò Marco, scuotendo la testa. Improvvisamente, con la coda dell’occhio vide quello per cui il ragazzo era venuto. Il loculo. Si avvicinò e lo guardò.

L’iscrizione sul marmo diceva “PAOLO SCORDAMITI – 17/09/1980 – 06/06/2003”. Sotto la fotografia del ragazzo, c’era una piccola targhetta di porcellana, con sopra un’iscrizione.

Persone belle nella vita se ne incontrano poche. Tu eri bellissimo, e dolce. Amico mio, che un giorno mi tendesti la tua mano, guidaci ancora mentre viviamo su questa terra, affinché il tuo ricordo nelle nostre vite non si affievolisca mai.  

Firmato, M. C.

Marco lesse e rilesse più volte quelle righe, provando una stretta al cuore. Parole bellissime, degne di dedica forse ad un amante, non certo ad un amico. Per molti l’amicizia era un concetto strano, come l’amore. Eppure entrambi nascevano spontaneamente, e altrettanto spontaneamente vivevano. A Marco si inumidirono gli occhi, e dovette asciugarsi con un fazzolettino, mentre pensava a quel ragazzo tumulato in quel loculo: lo sapeva di essere fortunato, ad avere un amico così caro?

Il suo pensiero fu interrotto da Rocco, che chiedeva attenzione. Era quasi l’una, e cominciava ad avere fame.

- Sì amore, adesso andiamo a pranzo! – disse, ma prima di tornare verso Rocco, si baciò le dita e toccò la fotografia del ragazzo.

- Bè? – esordì Rocco non appena lo vide arrivare. – Hai salutato il tuo amico? –

- Sì. Fatto. – disse Marco, e con un sorriso prese il braccio del suo fidanzato – Vieni, andiamo a casa. Specialità di oggi: gnocchi burro e salvia! –

- Finalmente! Ho una fame che non ci vedo più… - disse Rocco. Marco lo baciò dolcemente sulla guancia e lui si limitò a dire – Non in pubblico… -

- Ma dai, non c’è nessuno. –

- Comunque sia, non farlo più, d’accordo? –

- Uffa… va bene… - mormorò Marco, e un po’ incupito si avviò insieme a Rocco verso l’uscita.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: StephEnKing1985