L’ Amore Conta
- 8
giorni alla fine della scommessa
-Ragazze!-
esclamò Zoey, alzando gli occhi al cielo, in una buffa
espressione. –Per favore, smettetela di urlare-.
-Compi
diciassette anni, Zoey!- Nicole la gridò quasi.
–Ed è nostro dovere rendere indimenticabile questo
giorno. Quando sarai vecchia, dovrai ricordare il tuo diciassettesimo
compleanno in maniera positiva.. e con un enorme sorriso stampato sul
volto sdentato e rugoso!-
Zoey era nel
corridoio dell’accademia, diretta alla prima lezione della
mattinata, insieme alle sue compagne di stanza che
–prendendola sottobraccio e trascinandola per tutta la
scuola- non facevano altro che cantarle “tanti
auguri” e gridare ad ogni persona incontrata –
compreso il preside- che oggi era il suo compleanno.
-Adesso che
anche i muri ne sono a conoscenza, potete finirla?- chiese -anche se la
risposta la conosceva già- un po’ rossa dalla
vergogna, mentre tirava per un braccio Lola, intenzionata a farle fare
gli auguri perfino dall’antipatica e odiosa Coco.
Entrata in
classe, credette di poter tirare un sospiro di sollievo: per
un’ora sarebbe stata al sicuro dalle sue amiche,
perché a Matematica occupava il posto affianco a Chase e lui
era molto più discreto nel darle gli auguri.
Ma non fece
in tempo a rallegrarsi: un enorme mazzo di rose rosse occupava tutto il
suo banco, mentre a quello di destra, il mittente di quel regalo, le
sorrideva, continuando a fissarla per vedere la sua reazione.
-Oh, no!-
mormorò, facendo qualche passo verso di lui. –Non
ci credo-.
Logan si
alzò e continuando a sorridere, annullò quei
pochi metri che li dividevano. –Buon compleanno…-
avvicinò la propria guancia alla sua –Tesoro-
completò, facendosi sentire soltanto da lei e dandole due
baci.
Un brivido le
attraverso la schiena, quando sentì quel soffio caldo
così vicino.
-Logan…-
cominciò.
Il ragazzo
non le fece terminare la frase. –Non ringraziarmi per quelle-
e indicò le rose. –Ringraziami a fine serata-
continuò a bassa voce.
-Ringraziarti?
Non ne avevo la minima intenzione, tranquillo-
-Acida…
sono sicuro che questa sera lo farai-disse, tornandosene al suo posto.
Il sorriso –di chi è sicuro delle sue mosse-
ancora stampato strafottente sul viso.
Zoey
sbuffò, leggermente scocciata, mentre le sue amiche non le
toglievano gli occhi da sopra, certe di essersi perse qualcosa fra lei
e il ragazzo. Dopo l’avrebbero riempita di domande, ne era
sicura… era anche sicura di un’altra cosa: quel
giorno sarebbe stato molto faticoso e difficile da dimenticare.
In quel
momento, Chase e Michael entrarono nell’aula e il primo
andò sicuro verso il suo posto di sempre.
-Ehi, Zoey!-
esclamò. –Tantissimi auguri!-.
L’abbracciò, stringendola un po’ troppo
a sé.
-Grazie,
Chase!- lo ringraziò, sorridendo. Grazie a Dio, esisteva
ancora qualcuno che le dava gli auguri in modo normale.
-E queste
rose?-
-Un regalo-
rispose, vergognandosi un po’. Non le andava di spiegare
quella strana situazione al suo migliore amico. L’avrebbe
imbarazzata ancora di più.
-Un regalo?-
ripeté, confuso e sorpreso nello stesso tempo. –Da
parte di chi?-
Logan
tossicchiò leggermente per attirare l’attenzione.
–Mio, naturalmente-
-Tuo? E da
quando fai regali a Zoey?- si intromise Michael, avvicinandosi alla
ragazza per augurarle buon compleanno.
-Volevo
ringraziarla per il suo aiuto in Letteratura- rispose.
Chase
mormorò qualcosa di incomprensibile e fece per andare al suo
banco –ovviamente, passando cercò di urtare i
fiori per rovinarli almeno un po’.
-Logan,
sparisci!- esclamò, mentre il professore di matematica
entrava in classe.
-Non se ne
parla nemmeno!- rispose, cominciando a tirare fuori i libri dal suo
zaino.
-Logan
– ripeté con più enfasi.
–Evapora dal mio posto!-
-No, io e
Zoey vogliamo stare seduti vicino, vero?-
Zoey
inarcò un sopracciglio. –Più lontano mi
stai, meglio sto-.
-Lo dice per
scherzare- assicurò Logan. –Vero che lo dici per
scherzare?-
La ragazza
stava per rispondere in modo scortese, quando il professore
richiamò all’ordine la classe.
-Vattene!-
tentò di nuovo Chase, inutilmente. –Prima che ti
prenda a calci nel sedere-
-Professore?-
chiamò Logan con aria innocente. –Chase mi sta
disturbando-
Chase, ormai
miseramente sconfitto, mandò a quel paese l’amico,
prendendo posto due file dietro e ribollendo di rabbia.
Zoey
lanciò un ultimo sguardo a Chase, sussurrandogli un
“mi dispiace”, per poi appoggiare le rose a terra e
cercare di ignorare Logan, che continuava a fissarla imperterrito,
facendola innervosire. Teneva lo sguardo dritto davanti a
sé, tentando di seguire la lezione; ma lo trovo abbastanza
difficile. All’improvviso, un bigliettino appallottolato le
arrivò sugli appunti.
Logan,
naturalmente.
Lo
aprì mentre l’insegnante scriveva qualcosa alla
lavagna.
Piaciuta
la sorpresa? Lo so, non hai voluto baciarmi davanti i tuoi amici, ma
tranquilla, recupereremo più tardi. Appuntamento alla tua
festa.
Zoey lo
guardò, scuotendo il capo.
-Tu al mio
compleanno non sei invitato- sussurrò.
-Vorrà
dire che mi imbucherò. Sai, una festa non è
divertente se non ci si imbuca nessuno… ed io non voglio
mica che il tuo compleanno sia un mortorio! Non lo faccio per te, ma
per i nostri amici-
La ragazza si
morse la lingua per non rispondere e provando un po’ di odio
per stessa, mise quel biglietto fra le pagine del libro.
A qualche
metro di distanza, Chase osservava la scena con occhi spalancati,
memorizzando ogni singolo gesto dei due. A suo parere quel deficiente
di Logan –che al momento osservava Zoey, la sua Zoey, come
non aveva mai fatto- si stava
calando un po’ troppo nella parte. Si fidava di lei, era
certo che mai avrebbe potuto provare qualcosa per quel pallone gonfiato
del suo amico, ma ormai dentro di lui,
si faceva sempre più insistente un’orrenda
immagine e sapeva che se mai –in un futuro molto prossimo- si
fosse realizzata, Logan avrebbe concluso l’anno scolastico in
infermeria.
Zoey si
guardò allo specchio, inclinò il capo leggermente
di lato e fece un sospiro: aveva già provato due vestiti e
numerosi top e gonne, ma nessun abbinamento la convinceva
più di tanto. Se da lì a cinque minuti non avesse
deciso cosa indossare, sarebbe andata alla sua festa in pigiama!
Avrebbe preferito festeggiare il suo compleanno con una piccola
festicciola fra amiche, ma Nicole non aveva voluto sentire ragioni: il
suo compleanno era importante e lo avrebbero festeggiato con stile.
Una piccola
vocina dentro la sua testa, si chiese stupidamente cosa avrebbe
indossato Logan quella sera: era ovvio che sarebbe venuto –ed
era anche ovvio che qualsiasi fosse stato il suo abbigliamento, sarebbe
stato benissimo. Lo sguardo le andò automaticamente alle
rose rosse che aveva messo sul suo comodino in un vaso, mentre il cuore
le accelerava all'improvviso soltanto al suo pensiero. Non riusciva a
non domandarsi cosa sarebbe successo quella sera; faceva tanto la
scontrosa, ma almeno a lei stessa doveva ammetterlo: stare con Logan la
innervosiva (fatto che non era mai accaduto prima di trascorrere tutto
quel tempo con lui), ma nel momento esatto in cui le si avvicinava, la
razionalità la abbandonava completamente e non vedeva
l’ora che lui le “rubasse” un altro
bacio. Forse, si vergognava ad ammetterlo ma doveva, il ragazzo le
stava cominciando a piacere un po’ troppo per i suoi gusti, e
non sapeva quanto questo fosse una buona notizia. Lo attraeva, era
inutile negarlo, e quei giorni passati con lui, nonostante tutto, le
erano piaciuti. Si era divertita e aveva imparato a conoscerlo un
po’ di più: certo, rimaneva sempre il solito
deficiente ma ormai lo vedeva con occhi diversi. Quella sera sarebbe
stata la prova del nove e se quello
che da poco aveva iniziato a provare si sarebbe fatto più
insistente, voleva significare soltanto una cosa.
La festa si
sarebbe svolta nella grande sala comune di tutti gli studenti e una
volta che Zoey arrivò, stentò a riconoscerla:
tantissimi palloncini colorati erano sparsi per le stanza, numerosi
striscioni, appesi da una parete all’altra, le auguravano
buon compleanno, divani e poltrone erano stati spostati vicino il muro
per fare spazio ai futuri ballerini e a sinistra, vi erano due tavoli
pieni di roba da mangiare.
Zoey,
accompagnata da Nicole e Lola, si fece spazio fra i suoi amici, che
allegri si muovevano al ritmo della musica scelta da Michael, che per
quella sera si era improvvisato dj.
La ragazza
distribuì mille sorrisi ai suoi compagni, mentre si dirigeva
da sola –Lola era andata dal suo ragazzo, mentre Nicole ne
cercava uno momentaneo per la serata- da Chase, che seduto in angolo e
con il piatto pieno di tramezzini faceva da tappezzeria. Il suo sguardo
vagò per la stanza, cercandolo. Non lo
trovò.
-Zoey,
finalmente!- esclamò Chase. Vedendola fece un fischio di
apprezzamento. –Cavolo, sei bellissima- gli sfuggì.
-Lo pensi
davvero? O lo dici tanto per?- chiese insicura. –Io non mi
piaccio per niente-
-Credimi,
stai benissimo-.
Avrebbe
voluto dirle ti di più ma si trattenne, mentre un brivido
gli attraversò la schiena quando le sfiorò per
caso una mano per rubargli una tartina. Lo sguardo gli cadette sulla
scollatura del vestito bianco, leggermente trasparente, che lei
indossava e cercando di controllare la sua fantasia, che ormai non
aveva più freni, arrossì.
Zoey
continuò a guardarsi in giro e cercando di essere
indifferente, continuò a
chiacchierare con Chase… ma non ci riusciva. Pensava di
averlo trovato, ma era soltanto qualcuno con il suo stesso taglio di
capelli; continuò a muovere la testa seguendo la musica. Le
venne voglia di ballare. Si alzò di scatto e si rivolse al
suo amico.
-Vieni?
Voglio ballare un po’- disse, facendo un cenno verso gli
altri.
Chase scosse
il capo. –Magari più tardi-
Zoey
alzò le spalle e cercò di raggiungere Lola, che
con Vince, si scatenava al centro della stanza. Ma inaspettatamente
qualcuno le sfiorò il braccio, prendendola poi per un polso.
-Stai
cercando qualcuno?-
-Alla fine
sei venuto-
-Ovvio. Me lo
concedi un ballo, signorina?- le domandò, avvicinandola a
sé con un movimento.
-Va bene. Ma
lo faccio solo perché sono la festeggiata-
precisò.
Ballarono
continuando a guardarsi negli occhi, quasi una sfida a chi abbasava lo
sguardo per primo.
Logan le si
avvicinò di più, fregandosene di chi potesse
vederli. Poteva sentire il suo profumo. Zoey alzò le
braccia, continuando a muoversi, mentre lui non poteva far altro che
osservala. Quei capelli, che perfettamente lisci, ballavano con lei;
quelle labbra che non vedeva l’ora di ribaciare; quel vestito
bianco che, stretto da una cintura sotto al seno, le scendeva morbido
sui fianchi, evidenziandone le forme… e poteva continuare
così ancora per un po’.
All’improvviso
la sua spavalderia lo abbandonò, la sua sicurezza
vacillò. Si aspettò quasi di vederla scomparire,
se avesse fatto un gesto in più. A malincuore distolse lo
sguardo di lei, guardandosi in giro: Michael, insieme a Vanessa, era
impegnato con la musica, Nicole chiacchierava allegramente con
qualcuno… ma non riusciva a vedere Chase.
Qualcuno gli
mise una mano sulla spalla.
Pensava fosse
l’amico, ma vedendo Lola si tranquillizzò. O quasi.
-Logan, posso
parlarti un minuto?-. Più che una richiesta, sembrava un
ordine.
Lui
alzò le spalle. –Se è davvero un minuto-
Vince prese
per mano Zoey, sostenendo di voler fare almeno un ballo con la
festeggiata; anche Lola e Logan cominciarono a ballare, allontanandosi
un po’ dall’altra coppia.
-Questo
è il momento giusto per portare Zoey con te: Chase
è distratto. Ma mi raccomando, tornate per la torta o Nicole
vi ucciderà-
-Mi stai
dicendo questo perché…?-
-Ti ho sempre
considerato, e continuo a farlo tuttora, un deficiente, ma perfino un
cieco si accorgerebbe di quello che c’è fra voi
due. Adesso vai, prima che cambi idea a ritiri la mia approvazione-
concluse, tornando dal suo ragazzo.
Logan, ancora
sorpreso per quella breve conversazione, la seguì
velocemente, raggiungendo Zoey e con un movimento veloce, le strinse la
mano e la portò con sé.
-Che
intenzioni hai?- chiese lei stupita, ma seguendolo ugualmente.
Logan si
faceva fra i loro amici velocemente, cercando di non dare troppo
nell’occhio. –Ti rapisco, ovvio-
Zoey
inarcò un sopracciglio, scettica.
-Sei mia per
il resto della serata- affermò lui, rallentando il passo, un
volta giunti in un corridoio dell’accademia decisamente
più tranquillo. Si allontanò leggermente da lei
per osservarla meglio.
-Lo sai che
sei proprio bella stasera?-
-Solo
stasera? Gli altri giorni sono brutta?- domandò, puntigliosa
come sempre.
-Lo sai cosa
intendo, sciocca. Dai, vieni con me-
Si
ritrovarono a camminare, in silenzio e vicini, nel deserto cortile
della scuola, entrambi pensierosi.
-Sai, credevo
che non mi avresti seguito così facilmente; invece hai
lasciato la festa senza pensarci due volte-
-Già…-
-Come mai?-
chiese, sedendosi sul bordo della fontana e facendole un gesto per far
sedere anche lei.
Zoey lo
imitò, scuotendo il capo.
–Perché… forse, ho voglia di stare con
te - ammise, sincera.
Lui sorrise,
non sapendo bene che dire.
-E tu,
perché mi hai portato qui?-
-Perché
ho voglia di stare con te. Senza forse!-
-E’
tutto così strano, Logan! Fino a qualche giorno fa, non
avrei mai pensato di poter stare sola con te, più di
un’ora, senza impazzire… mentre,
adesso… lo voglio e per di più mi piace.
Probabilmente sono impazzita sul serio.
-Probabilmente
ti piaccio-
Zoey si
alzò di scatto, innervosita sia per il tono di voce del
ragazzo, sia per la verità delle sue parole.
-Riesci
sempre a rovinare tutto, idiota- disse, dandogli le spalle e
cominciando ad allontanarsi.
-Ehi, ehi!
Calmina! Ok, forse ho sbagliato modo, ma cavolo Zoey! E’
così… io ti piaccio! E tu piaci a me! Fine della
storia. E’ talmente semplice…Perché
devi complicare tutto?-
-No che non
è semplice! E’ difficile, almeno per me. Io e
Chase abbiamo passato anni prendere in giro te e le ragazzine che ti
vanno dietro. Adesso non voglio essere anche io una di loro credevo di
essere troppo intelligente per…- mentalmente aggiunse
“prendermi una sbandata per te”.
Al sentire il
nome di Chase, qualcosa chiamato “senso di colpa”
si risvegliò in Logan.
Cazzò,
pensò, stava andando tutto così bene! Stava per
vincere quella maledetta scommessa…ma non aveva fatto i
conti con il suo amico e soprattutto con Zoey! Nessuno
l’avevo avvertito del rischio che poteva correre, non avrebbe
mai immaginato che lei potesse piacergli così tanto.
-Tu non sei
come le altre. Sarà anche scontatissimo, sembrerà
una frase presa da un film sentimentale di serie B, ma è
così. Diciamocelo, in passato non siamo mai andati troppo
d’accordo…ma il passato è passato. Ci
siamo conosciuti, ci siamo apprezzati e adesso proviamo qualcosa
l’uno per l’altro. Potremo provarci, no?-
domandò, prendendole una mano. –Diamoci una
possibilità-.
Zoey, in quel
momento, capì cosa volesse dire l’espressione
“farfalle nello stomaco”, ma per quanto amasse
quegli splendidi animali, avrebbe voluto bere insetticida per ucciderli
uno ad uno e molto dolorosamente.
-Provarci?
Noi?- rise nervosamente. –Non è possibile! Prima
di tutto, non durerebbe. Secondo, i miei amici mi ucciderebbero. Chase
mi ucciderebbe.
-Ci
ucciderebbe- la corresse lui. –Sinceramente dei loro pareri,
in questo momento, me ne sbatto-
Zoey
respirò a fondo. –Ci devo pensare, ok?-
Era confusa.
Doveva riflettere.
Lui
annuì e si riavvicinò alla fontana, dove aveva
lasciato la sua giacca. –Puoi pensarci mentre ti do il mio
regalo-
-Un altro?-
Annuì
nuovamente. –Adesso chiudi gli occhi-
-Neanche per
sogno, mi baceresti di nuovo-
Lui si finse
ferito da quella falsa accusa. –Hai davvero una
così bassa considerazione di me?-
-Sì,
e ne ho anche validi motivi!-
-Su, chiudi
gli occhi, tesoro- rise, divertito dall’espressione di lei.
–Dobbiamo tornare alla festa per il taglio della torta. E a
giudicare da quelle nuvole, credo anche che fra un po’ si
metterà a piovere-
Zoey,
lasciandosi convincere, chiuse gli occhi; il cuore, come accadeva
spesso ormai, prese ad aumentare i suoi battiti, mentre le mani di
Logan le spostavano delicatamente i capelli da un lato.
Sentì qualcosa di freddo intorno al collo, poi
sentì lì il tocco caldo delle sue labbra. La sua
schiena si riempì di brividi, mentre una strana sensazione
le prese lo stomaco. Si stava comportando come una dodicenne,
dannazione!
Logan era
alle sue spalle, perciò si girò piano, aprendo
gli occhi. Trovò il suo viso pericolosamente vicino.
Cercò di controllarsi, distogliendo lo sguardo dalla sua
bocca. Il profumo di Logan –decisamente se n’era
messo troppo, ma non le dava fastidio, anzi - le arrivò
subito e quasi le venne la voglia di avvicinarsi ancora di
più per sentirlo meglio.
-Ti piace?-
domandò lui.
Zoey si
guardò il collo: ad un sottile filo argentato, era appeso un
ciondolo a forma di sole. Lo prese fra le dita, continuando a
guardarlo. –Grazie-.
Si sorrisero
entrambi, ma Logan non fece in tempo ad essere ringraziato nel suo modo
preferito, che cominciò a piovere.
-Sbrighiamoci
o arriveremo dentro completamente fradici!- esclamò Zoey.
-Ma no, non
esagerare. Rilassati. Cosa vuoi che sia un po’ di pioggia?-
Un lampo
illuminò il cielo scuro, quasi a volere rispondere a Logan
che no, non era soltanto un po’ di pioggia.
-Un
po’ di pioggia, vero?- domando scettica Zoey. –Io
me ne vado, tu resta pure qui-
Un rumoroso
tuono convinse Logan a seguirla. Prese la sua giacca e usandola a mo di
ombrello, la mise sulle loro teste, reggendola con una mano, mentre
l’altra la strinse con quella di Zoey.
-Hai copiato
anche questo?- chiese lei, mentre correvano, cercando di bagnarsi il
meno possibile.
-Cosa?- lui
non capì.
-Anche questo
gesto l’hai rubato da un film sentimentale di serie B? Come
il tuo discorsetto-
Lui rise,
divertito da quella domanda. –Ah sì? E’
questo che pensi?-. Con un gesto rapido, le tolse il giubbotto da
sopra, lasciandola facile bersaglio della pioggia, che ormai cadeva
sempre più velocemente.
-Sei un
deficiente!- esclamò, togliendosi i capelli dal viso.
-Continui ad
offendermi? Allora ti piace proprio bagnarti-le disse, aumentando il
passo e lasciandola indietro. Le sue ultime parole erano facilmente
equivocabili e gli era venuta in mente una spassosa battuta, ma
saggiamente decise di tenerla per sé. Ci teneva alla sua
vita.
-Logan! Dai,
aspettami-
Fece qualche
metro, ma la voce le arrivò più attutita e
leggermente più affaticata, perciò decise di
fermarsi per permetterle di coprirsi sotto il giubbotto ormai fradicio.
Si bloccò per aspettarla e lei, appena fu sotto, gli diede
una gomitata.
-Sei proprio
uno stronzo-
-Ehi, attenta
alle parole, altrimenti ti lascio qui di nuovo-
-Falla
finita, dai- Vide che Logan stava prendendo la direzione sbagliata e lo
fermò. –Dove stai andando, idiota?!-
-Ancora? Sto
andando ai dormitori maschili, sono decisamente più vicini-
-Ma io devo
tornare alla festa!-
-In quelle
condizioni?- non le diede il tempo di rispondere e la
trascinò con sé.
-Lola
richiama Zoey. Chase sta dando di matto- disse Vince.
Matto era la
definizione giusta per descrivere il ragazzo in quel momento; non era
stupido: Zoey non si trovava, Logan altrettanto, aveva fatto due
più due e aveva avuto la soluzione.
-Non aveva la
borsa con sé- ricordò Lola.
–Avrà lasciato il cellulare in camera. Cavolo-
-Prova a
chiamare Logan- suggerì lui. –Altrimenti mangeremo
la torta senza di lei e pace-
-Non risponde
neanche lui!-
-Ecco, non
vorranno essere disturbati; troviamo un modo per dare la notizia a
Nicole e a Chase e mandiamo tutti via, prima che il preside ci punisca
per aver superato il coprifuoco-
-Ok- si
arrese, mentre annotava mentalmente i modi più dolorosi per
uccidere Logan. - Io Nicole, tu Chase?- chiese, speranzosa.
Vince scosse
il capo. –No, amore. Io Nicole, tu Chase.
Lei
sbuffò, prevedendo già l’esagerata
reazione di Chase; proprio in quel momento, il cellulare che stringeva
in mano squillò.
-E’
Logan!- esclamò. Si portò subito il telefono
all’orecchio, mentre con una mano si coprì
l’altro, cercando di attutire il rumore della musica.
–Logan! Dovevi essere qui venti minuti fa…cosa?
No! No! Dovete tornare qui! Bagnati? Sei un imbecille!
Aspetta…cosa dico agli altri? Lo so che sono
un’attrice, ma questo non c’entra niente. No!
Cosa?… non ti azzardare a riattaccare! LOGAN!-
-Che
è successo?- chiese il suo ragazzo, vedendo la sua
espressione arrabbiata.
-Non ho
capito molto. Sono completamente bagnati. Erano in cortile e la pioggia
li ha beccati… Adesso sono a cambiarsi, ma non faranno in
tempo a tornare qui. Perché diamine mi hai convinto a fare
andare via Zoey con quel cretino?-
-Io? Ma se
sei stata tu a dire che erano perfetti, eccetera eccetera-
Lola gli
lanciò un’occhiataccia e lui capì che
in quel momento doveva soltanto assecondarla.
-Vai da
Chase- gli disse. –Digli che Zoey si sente poco bene,
sindrome premestruale o che so io-
-Non posso
andare da Chase e dire che Zoey ha la sindr… e dire
così!-
Lei
continuò come se il suo fidanzato non avesse aperto bocca.
–Io mi occupo degli altri- concluse, guardando nuovamente
male.
Vince si
arrese. Molto probabilmente, pensò senza però
dirle niente, a giudicare dal caratteraccio, quella ad avere la
sindrome premestruale era lei. Come se gli avesse letto nel pensiero,
Lola lo osservò ancora e Vince si dileguò in un
secondo.
Logan e Zoey,
ormai completamente zuppi, arrivarono nella camera del ragazzo
lasciando dietro di loro acqua e impronte.
-Tieni-.
Logan le lanciò un asciugamano in pieno viso.
–Asciugati o ti ammalerai. Ti cercò qualcosa da
indossare-
Lei
cercò di asciugarsi come meglio poteva, ma i risultati
furono scarsi. –Qualcosa da indossare?- ripeté.
-Non puoi
mica rimanere così, sei fradicia. Certo a me non
dispiacerebbe eh, quel vestito adesso è ancora
più bello- le disse, lanciandole uno sguardo che la fece
vergognare. –Non so se l’hai notato, ma con la
pioggia è diventato abbastanza trasparente-.
Zoey si
guardò allo specchio: i capelli, ai quali poco prima aveva
passato la piastra, adesso erano una massa informe e umida, mentre il
vestito bianco, come aveva osservato il ragazzo, le si era attaccato al
corpo, mostrando quello che c’era sotto. Cercò di
coprirsi con l’asciugamano, mormorando tra sé
quello che assomigliava ad un “porco”.
Logan rise,
divertito dall’imbarazzo della ragazza, perciò
decise di provocarla un’altra po’. Aprì
l’armadio, tirando fuori alcuni indumenti.
-Questi sono
tuoi- le mise in mano una larga felpa e un paio di pantaloni da
ginnastica. –Non ho di meglio, mi dispiace-
-Certo ti
dispiace- disse sarcastica. –Guarda, posso tranquillamente
tornare in camera mia…ormai sono bagnata, un po’
di acqua in più non cambierà nulla-.
-Eh no, non
se ne parla nemmeno. Cambiati, poi aspetteremo che finisca di piovere e
ti riaccompagnerò alla tua stanza. Te l’ho
già detto che saresti stata mia, questa sera. Guarda, fai
come me-.
Logan
cominciò a sbottonarsi piano la camicia che indossava, un
bottone alla volta.
-Che stai
facendo, idiota?-
-Sto facendo
quello che dovresti fare anche tu-. Tolse anche l’ultimo
bottone.
-Hai finito
di toglierti i vestiti?- disse, spazientita.
-Perché?
I jeans vuoi togliermeli tu?- chiese, poi come colto da
un’illuminazione improvvisa aggiunse. –Ho capito,
vuoi che ti aiuti a togliere il vestito! Bastava dirlo-. Le si
avvicinò. –Sono bravo, quasi come a togliere
reggiseni –.
-Non ti
azzardare- cercò di minacciarlo, ma il suo tono non convinse
nemmeno lei. Cercava di distogliere lo sguardo dal torso nudo di Logan,
riuscendoci poco. In quel momento si trovò a decidere un
po’ tutto: se lo avesse lasciato fare, non sarebbe
più potuta tornare indietro; avrebbe dimostrato a Logan che
aveva ragione, mentre lei si sbagliava completamente.
In un attimo,
le mani del ragazzo le si posarono sui fianchi, riuscendo quasi a
scaldarla dentro; i visi si avvicinarono e si accorse di due cose:
prima di tutto, voleva baciarlo, era sicura di non avere abbastanza
forza di volontà per allontanarlo. Secondo, Logan senza
camicia era un vero e proprio attentato alla sua salute mentale,
già parecchio danneggiata! Non doveva essere lì
con lui ma ne era sicura, non desiderava trovarsi in un altro posto per
niente al mondo.
Si baciarono
e capì che i baci ricevuti dai suoi precedenti ragazzi
– se potevano essere chiamati così- non potevano
certo reggere il confronto. Non aveva mai baciato nessuno
così, lo sapeva. Si lasciò andare completamente,
poggiando una mano sul petto di lui, che era lasciato scoperto dalla
camicia; percepì i suoi addominali e per un momento le venne
voglia di finire il bacio e fare scivolare via l’indumento
per vedere quanto fossero scolpiti. Da quanto aveva capito, lo erano
abbastanza e le piaceva.
Logan la
avvicinò ancora di più a sé, poteva
sentire il suo vestito bagnato contro di lui, ma non gli dava fastidio,
se solo fosse stato possibile, non avrebbe mai più cambiato
posizione. Si allontanò leggermente, facendo scivolare via
la camicia, che ormai gli dava impaccio; sentì le mani di
lei vagare sulla sua schiena e capì che finalmente aveva
fatto la sua scelta.
Zoey si
staccò da lui, fece una smorfia, prese i vestiti poggiati
sul letto e disse –Ok, diamoci una possibilità-
poi corse in bagno per cambiarsi.
Che
fatica, ragazze xD capitolo un po’ difficile da scrivere,
spero solo di non aver fatto un casino decidendo di pubblicarlo! Credi
si commenti da solo :D Ho sempre amato loro due insieme, per me in
questo telefilm LA coppia erano loro. Così diversi
caratterialmente, eppure perfetti insieme. Per di più, ho
amato sin da subito l’attore che interpretava Logan xD mi
attirava particolarmente e immaginavo Logan come un fico, al quale
tutte andavano dietro. Io sarei stata la prima! Perciò anche
nella storia è descritto così xD
Beh,
spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ditemi cosa ne pensate :D ci
conto!
A
presto.
Greta.