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Autore: emome    19/02/2012    1 recensioni
Isabella,17 anni va a vivere con la zia in una piccola cittadina degli Stati Uniti. Genitori morti e fratello scomparso.Pensava che sarebbe sprofondata ancora di più nella depressione e nella monotonia ma a scuola nota qualcosa che non và e la cronaca del posto mette i brividi.Conoscerà Alexander, bello e misterioso, ma sarà stata fortunata o sfortunata a conoscerlo?.
"Mi sembrava di essere finita in un film dell'orrore, con l'unico dettaglio che era tutto rale. Lui era reale".
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                     Capitolo

                                               20

 

 

 

 

 

 

 

                                                                    

 

 

 

                                                            

 

 

 

 

 

 

 




“Allora, cosa si può fare per mio fratello?” ero con le gambe incrociate sul divano di Alexander con lui che si stava preparando un “drink” giustificandosi con il fatto che aveva sete e che l’acqua non lo attirava.

Non mi dava la nausea guardarlo.

Negli ultimi tre giorni Jason era rimasto chiuso in camera sua senza farsi più vedere rifilando a mia zia la scusa che aveva la febbre e non voleva contagiarci. “Direi che deve imparare a controllarsi, sarà stato tanto così dall’aggredirti” rispose sedendosi affianco a me.. “No” non mi aveva mai aggredita e ne mi sembrava ci fosse andato vicino.

“Potresti parlarci ? ” chiesi speranzosa ma fece una smorfia di dissenso.

“Mi odia” “potrei convincerlo?” continuai , la cosa mi sembrava senza speranza. “Meglio se gli stai lontano” il suo tono di voce calmo mi fece sbottare “insomma ci sarà un modo, non posso andare avanti così e sinceramente pensavo ti importasse se mio fratello mi squarta”  solo dopo che smisi di parlare mi accorsi che avevo urlato. Entrò Axel in quel momento “che ti urli ?pensavo che voi due foste tutti ti amo amore mio” “Axel piantala” gli si rivoltò Alexander  per poi alzarsi e fronteggiarmi che nel frattempo mi ero alzata dal divano infuriata. “Certo che mi importa , non voglio che nessuno ti squarti, ma se continui ad assillarmi non riesco a pensare”e prese a camminare per la stanza. “Che succede ?” chiese Axel con faccia curiosa “il fratello se la vuole mangiare “ rispose Brian scendendo le scale con noncuranza  preparandosi anche lui un “drink”.

“E tu come fai a saperlo?” chiesi io “non ho sentito negli ultimi giorni”.

“potremo dargli l’infuso per l’assenza di fame” si illuminò Axel e Alexander si girò di scatto verso di noi “perfetto solo che è a casa” e dicendo ciò sbattè un piede a terra. La casa negli inferi.

“Se ci vai ora che sei bandito cosa succede?” gli chiesi io ingenuamente, “solo che appena lo scopre mio padre mi scatena contro le sue guardie e mi fa torturare. Credo” sembrava molto nervoso  al pensiero del padre.

“Ma è tuo padre” obbiettai” sai, i padri demoni non sono esattamente come i vostri” mi spiegò Brian. Quale padre torturerebbe il figlio?.

“Ma è l’unica soluzione altrimenti tuo fratello prima o poi ti . . .”ed accompagnò la frase con un gesto della mano come a scacciare la cosa.

“Ed io non voglio che accada” continuò avvicinandosi e baciandomi.

“Per favore qui ci sono degli adulti !” obbiettò Axel. Ma davvero una bella battuta. “Parto subito” annunciò staccandosi da me , ma non potevo lavarmene le mani così. “Vengo anche io “ dissi d’impulso, si bloccò.

“Non se ne parla, non è posto per mortali” rispose calmo “ vuoi dire che non mi farebbero entrare ?” “certo che si  . . .” mi assicurò Brian con tono leggero. “Starti zitto una buona volta no è ?” gli abbagliò contro Alexander.

“Ascolta , è mio fratello e non posso lavarmene le mani così, non puoi farmi da fattorino . . . “ “sarebbe come immergere un animale che perde sangue in una vasca di squali, dovrei essere perennemente all’erta  e poi non me lo perdonerei mai se la cattiveria di quel mondo si riversasse su di te.”

Stava cercando di abbagliarmi con il suo fascino ma non avrei cambiato idea , non potevo sempre fare la parte della donzelletta indifesa.

“Correrò il rischio” “ e poi verremo anche noi” aggiunsero Brian ed Axel.

Alexander sembrava sul punto di cedere , “convinco tua zia che hai una gita di una settimana , prepara i bagagli a casa” e prese le chiavi della macchina. “Sii , un bel viaggio a cosuccia !Brian non scordare di mettere i preservativi in valigia” e dicendo così scomparvero su le scale. Ero riuscita a convincerlo ma ora avevo abbastanza coraggio ?.

 

 

 

 

Alyssa si era appena seduta accanto a me sull’erba del giardino dietro casa mia con la visuale del tramonto , quando mi mancò quasi il coraggio di dirglielo. Già aveva sopportato abbastanza le mie matterie, come l’avrebbe presa quando le avrei detto che andavo a fare un viaggio all’inferno ?.

Presi una boccata d’aria , “Alyssa starò via circa una settima, vado a casa di Alexander.” Ed indicai il terreno con la mano. Lei strabuzzò gli occhi e le si aprì la bocca “sei completamente pazza ! e perché sentiamo ?” aveva già iniziato ad alzare la voce e questo non andava affatto bene.

“Mio fratello è diventato ingestibile, ma lì anno un sorta di pozione magica che gli farà passare la voglia di sbranarmi” sentirlo dire ad alta voce mi faceva davvero pensare che dovessi essere ricoverata in manicomio.

“Non ci potrebbe andare solo il tuo fidanzato ?” “si tratta di mio fratello non voglio lavarmene le mani lasciando fare tutto a lui “ “ non centra niente” “non insistere. Ci andrò ho già deciso ! “ la zittii decisa. Mi guardò seria per qualche secondo e poi aggiunse altrettanto seria “ vengo anche io “ “cosa ? no !” era pazza ? cosa centrava lei ? perché mettersi in pericolo senza motivo ?. “Non se ne parla, perché dovresti farlo ?” domandai sconcertata. “Non voglio lasciarti da sola “ disse con una nota più dolce nella voce. “Non devi” “ma voglio farlo “ e mi abbracciò di slancio. Non l’avrei più convinta del contrario e potevo sperare solo che andasse tutto bene.

Dopo che ne andò avvertii un’altra presenza accanto a me sull’erba,  ormai il cielo da arancione era diventato viola- blu. Bellissimo. Tutti dicono di voler vedere l’alba perché è bellissima e magica ma io dico che è di gran lunga migliore il crepuscolo. Il graduale scurirsi del cielo e non il contrario, il buio è più interessante. Mi giro a guardarlo, è perso anche lui nella contemplazione del crepuscolo “ti preoccupa l’idea di tornare a casa ?”  stupida , non era la domanda che volevi fargli. “No “ rispose solo assorto. “Vorresti restarci ?” ecco, questa è la domanda che volevi fargli.

Si girò a guardarmi, quasi come fosse la prima volta; sembrava stesse cercando una risposta nei miei occhi “no” ammise alla fine.

“In questi due anni non ho fatto che desiderare di tornare a casa, di avere la vita di prima ,che mi padre ritirasse l’esilio “continuò “ mi mancava; i luoghi , gli amici la mia casa ma ora che ci sto riandando vorrei non farlo” con un tono di voce quasi sofferente. “E la cosa ti dispiace ?vorresti avere la vita di prima ? “ gli domando con il cuore in gola “no, sei tu la mia vita” e mio bacia, dolcemente. Nella mia  vita non potevo chiedere un demone personale migliore.

 

   
 
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