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Autore: Sognatrice85    19/02/2012    3 recensioni
Storia ambientata ad Hogwarts subito dopo la Guerra Magica svoltasi nei mesi estivi. Silente e Fred sono morti.
A settembre il trio magico rientra a Scuola, con essi molti altri studenti. Tutti col solo ed unico intento di ridare alla propria esistenza una parvenza di normalità.
Ma un episodio grave come la guerra ha costretto molti a cambiare, a rivedere le proprie priorità, i propri valori. Due studenti, due protagonisti di quel sanguinoso scontro, saranno costretti a viverne uno nuovo. Forse quello più difficile: contro sé stessi.
Un quaderno, un misterioso proprietario, straordinari disegni e magiche poesie, dipingeranno la vita di Hermione ad Hogwarts...dove la condurrà tutto questo? Leggete per scoprirlo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Occhi e capelli dello stesso colore

Capitolo 25 “Occhi e capelli dello stesso colore”

 

Le lettere generalmente lunghe di sua Madre si riducevano a un mezzo rigo in quel biglietto, segno che anche per lei quella notizia era un tormento.
Inizialmente stupito, Draco si riscosse dal suo torpore, chinandosi a prendere la pergamena.
La rilesse nuovamente, incapace di distogliere gli occhi da quel nome.
Quel nome che per la sua famiglia e per lui stesso, era stato una dannazione.

O forse una condanna.
Draco non era intenzionato a tornare al Maniero in quel momento.
Non quando il suo rapporto con la Granger stava crescendo a quel modo.
Strinse tra le dita la pergamena, accartocciandola su sé stessa.
Non poteva di certo ignorare la notizia, ma si sarebbe semplicemente limitato a rispondere alla Madre.
Fu così che appellò una pergamena e una piuma…

 
 

Nello stesso momento Hermione Granger stava facendo ritorno nella Torre dei Grifondoro con un sorriso ebete stampato sul volto.
Ad accoglierla c’erano Ginny e Harry.
Hermione regalò loro uno splendido sorriso.
Il sorriso di una ragazza innamorata.
E insieme si accomodarono sul divano davanti al camino e chiacchierarono a lungo dei compiti, dei professori, del loro imminente futuro e lo fecero con una leggerezza che non avvertivano da tempo.
Poco dopo a loro si unirono Ron e Lavanda. Hermione rivalutò in parte la ragazza del suo amico e si concesse qualche minuto per osservarla: il suo viso era più scavato e pallido, gli occhi non avevano un filo di trucco e sembrava meno piena di sé.
La ragazza sorrise.
L’amore le faceva vedere le cose da un’altra prospettiva.

 
 

Quando Blaise spalancò la porta della stanza di Draco lo trovò seduto sul davanzale della finestra.
Il biondo sembrava immerso totalmente nei suoi pensieri e questo indusse il moro a credere che qualcosa fosse successo, così avanzò verso di lui e si fermò a pochi centimetri dalla finestra, spostando anch’egli lo sguardo sul panorama.
“Quando nevica questo posto cambia completamente aspetto” disse, annunciando così la sua presenza all’amico Serpeverde.
Quest’ultimo infatti sobbalzò per lo spavento, riconoscendo però in quella voce, l’amico Blaise. Non si girò a guardarlo, ma continuò a tenere lo sguardo fermo sul panorama innevato, annuendo alle parole del moro Serpeverde.
Blaise osservava di sbieco Draco.
Ora ne era sicuro: qualcosa non andava.
Erano rare le volte che aveva sorpreso il biondo col suo arrivo, come erano poche le occasioni in cui lo aveva visto così pensieroso. Il suo istinto non si sbagliava e questo lo spinse a cercare qualcosa che lo aiutasse a capire e fu così che i suoi occhi intercettarono un foglio stropicciato che fuoriusciva sotto una pila di libri.
Blaise allungò una mano per afferrarlo e quando i suoi occhi lessero il contenuto della lettera, si tinsero di una strana luce indefinita.
“Perché non sei corso a casa?” domandò a bruciapelo, fregandosene di aver violato la privacy del suo migliore amico.
Draco sapeva che prima o poi, Blaise lo avrebbe scoperto e non si arrabbiò per quell’intromissione. Non rispose subito, ma si prese qualche minuto di tempo per riflettere.
“Sono trascorsi sette anni. Non la vedo da quando ho messo piede qui dentro” disse con voce atona, voltandosi poi lentamente per guardare l’amico.
“Nonno Abraxas mi ha strappato a lei col consenso di Lucius…il tempo e le sue scelte non hanno fatto altro che allontanarci ulteriormente” soffiò con evidente amarezza.
Blaise inarcò un sopracciglio, corrugando la fronte.
“Non dirmi che dopo tutto quello che hai dovuto passare e che ora stai vivendo, credi ancora che le sue scelte siano state sbagliate?”  chiese il moro con voce dura.
Draco che in quel momento sembrava così…fragile, scosse il capo, negli occhi una sofferenza antica.
“No, non ho mai realmente pensato che lo fossero. Ero solo profondamente arrabbiato con lei, perché scegliendo di andare contro tutti, si era allontanata da me” mormorò serrando subito dopo le labbra.
Lui non amava ricordare quel periodo buio della sua adolescenza.
A lui non piaceva piangersi addosso a quel modo.
Era cresciuto…anche senza di lei. Ed era diventato più forte, più saggio, più coraggioso.
Più tutto.
Ma lei non aveva assistito a tutto quello.
Aveva preferito andarsene, ignorando quella Maledizione.
Blaise gli posò una mano sulla spalla.
“Forse dovresti chiedere alla McGranitt un permesso per tornare a casa. Lei ora ha bisogno di te”.
Draco si morse il labbro inferiore. Blaise aveva ragione, così annuì.
Alzò lo sguardo precedentemente chinato, e fissò intensamente negli occhi il moro che  annuì, capendo il muto messaggio nascosto tra quelle iridi argentee.
“Ci penso io ad avvertire Hermione. Mi chiedo solo se un giorno le dirai tutta la verità…”.
Il biondo si era alzato in piedi per dirigersi verso l’armadio alla ricerca del suo mantello, dava le spalle a Blaise.
“Tu non dirle niente. Saprà quando sarà il momento”.
Detto questo prese la bacchetta e con un gesto della mano, evocò una pergamena, vi scrisse qualcosa sopra e la consegnò a Blaise.
I due si scambiarono un’ultima occhiata, poi il biondo uscì dalla propria camera, lasciando un Blaise poco convinto e con un brutto presentimento.

 
 

Quando Hermione varcò la soglia della Sala Grande i suoi occhi cercarono immediatamente quelli del suo ragazzo, ma fu delusa dal non trovarli. Al suo posto vi erano quelli altrettanto belli del migliore amico di lui che le sorrise, cordiale.
La Grifona rispose con gentilezza a quel sorriso e alzò la mano in segno di saluto, marciando poi verso il tavolo della propria casata, chiedendosi dove fosse finito Malfoy.
Si accomodò accanto a Ginny.
La rossa stava allegramente chiacchierano con Harry e Ron. Quest’ultimo non appena la vide, le rivolse un timido sorriso.
Hermione fece altrettanto.
Proprio quel pomeriggio la ragazza si era decisa ad affrontare con Ron l’argomento spinoso “Draco Malfoy”. La riccia sapeva che quella era un’impresa ardua e che con molta probabilità avrebbe perso la pazienza, ma in ogni caso doveva farlo.
E così aveva fatto…

 
 

Ron aveva appena finito l’allenamento di Quidditch quando Hermione gli si era avvicinata, dopo aver discusso sul da farsi con Harry e Ginny che avevano appoggiato la decisione della ragazza.
La sincerità prima di tutto.
Ed Hermione era una persona leale ed onesta.
Ron, nonostante tutto, rimaneva uno dei suoi migliori amici e gli doveva delle spiegazioni.
Quando il rosso se la trovò davanti, non riuscì a nascondere la sorpresa. Ormai era da tempo che non erano così vicini.
“Ronald…” cominciò lei, sfregando le mani l’una contro l’altra per la tensione e per il freddo.
“Hermione. E’ successo qualcosa?” domandò ingenuamente. La ragazza scosse la testa.
“Devo solo parlarti di una cosa…potresti venire un attimo con me?” domandò guardando alle spalle della ragazza, intercettando lo sguardo comprensivo e positivo di Harry.
Ron annuì inerme, la sua curiosità lo spinse a seguirla nella boscaglia accanto al campo di Quidditch.
Quando Hermione si sentì pronta si fermò, ma Ron che guardava a terra per non cadere, non si accorse di niente e le finì addosso.
“Scusa, scusa” mormorò un Ron dal viso rosso fuoco.
La ragazza ignorò quelle scuse e ogni discorso mentale che si era preparata e andò diretta al punto.
“Sono innamorata di un ragazzo e stiamo insieme da poco” disse tutto d’un fiato.
Il Grifondoro sbatté le palpebre un paio di volte prima che il suo cervello recepisse realmente il messaggio.
“Ah…”il ragazzo cercò di dire altro, ma fu interrotto dalla riccia.
“A questo punto vorrai sapere di chi si tratta” continuò imperterrita Hermione, camminando in cerchio, le braccia conserte, lo sguardo fiero, come quello di una leonessa.
“Veramente…”
“So che non approverai, mi farai la paternale, ma permettimi di dirti che io so badare a me stessa e se Harry e Ginny mi hanno dato la loro benedizione è perché mi conoscono e sanno che i colpi di testa non fanno per me, quindi qualsiasi cosa tu dica a sfavore di questa…unione, io non cambierò idea, capito?” Hermione finalmente smise di girare in tondo e puntò il suo sguardo (e un dito con fare minaccioso)  sul viso dell’amico, il quale annuì, non sapendo più cos’altro fare.
“Bene” aggiunse, annuendo a sua volta, come a farsi coraggio.
“Io…io frequento Draco Malfoy. Non starò qui a raccontarti com’è accaduto, perché è una lunga storia, ti basti sapere che sono…” Hermione si bloccò un attimo, spostando lo sguardo sulle sue mani, sorridendo al pensiero di quella parole che stava per pronunciare.
“Sono felice, Ron. Dopo tanto tempo…”mormorò, tornando a guardare il ragazzo.
Hermione si aspettava una sfuriata o magari un’espressione basita e invece sul viso del ragazzo risplendeva un sorriso dolce e fraterno. Gli occhi forse erano leggermente più scuri del solito, rabbuiati dalla consapevolezza che lui aveva fallito e che quando aveva potuto, non era stato in grado di renderla così felice.
Ron non aveva mai visto Hermione così raggiante e serena.
Ciò che più lo sorprendeva era la facilità con la quale la ragazza sorrideva ultimamente.
Gli era capitato spesso di incrociarla nei corridoi, mentre andava in biblioteca. Lei non se ne accorgeva, ma le sue labbra erano sempre arricciate all’insù.
“Non dici nulla?” fu Hermione a irrompere quell’irreale silenzio.
Le sembrava troppo strano che Ron stesse zitto a fissarla con quel sorriso imbambolato.
La ragazza arricciò il naso, infastidita e batté un piede per terra come quando era arrabbiata.
“Cosa vuoi che ti dica?” rispose lui, scrollando le spalle.
“Non saprei. Ma conoscendoti non hai capito quello che ho detto. Sto con Draco Malfoy. M.A.L.F.O.Y.” disse scandendo lettera per lettera il cognome del ragazzo.
“Sai quel biondo Serpeverde che per anni ci ha dato il tormento, prendendoci tutti in giro. Figlio di Lucius Malfoy, Mangiamorte dichiarato” la ragazza terminò il suo monologo e non riuscendo a suscitare alcuna emozione nel suo interlocutore, allargò le braccia spaesata.
“Ho capito benissimo invece. E non c’era bisogno che tu me lo dicessi, perché lo sapevo già” ribatté Ron.
Quella sorpresa tra i due ora, era proprio Hermione.
“Come…come lo sapevi già?” balbettò lei in risposta.
Ronald fece qualche passo in avanti e prese tra le sue mani, quelle di Hermione, spostando i suoi bellissimi occhi azzurri in quelli castani della sua ex ragazza.
“Non sono così sciocco come credono tutti, sai? Ho un cervello anch’io, seppur funzioni ad intermittenza a volte” ridacchiò, facendo sorridere anche Hermione.
“E’ da un po’ che ti osservo e sei cambiata, Herm. Sei… sei più donna. Più bella, più cresciuta e non poteva essere solo la guerra ad aver contribuito a certi cambiamenti. Confesso che avrei voluto renderti io così felice, ma tra noi i tempi non hanno mai coinciso. Avevo capito che c’entrava qualche ragazzo e all’inizio ho creduto fosse Dean, visto che si vociferava che foste usciti insieme, ma non era così. Poi… poi un giorno ho intercettato una discussione tra Harry e Ginny in cui parlavano di te e…Malfoy. Harry si fida di te, ma è comunque preoccupato. Malfoy è sempre Malfoy anche se sembra cambiato…e stava proprio confessando i suoi timori a mia sorella, la quale invece ha piena fiducia di quella testa vuota del tuo ragazzo” Hermione gli fece una linguaccia infantile, Ron sorrise poi proseguì.
“Ammetto che inizialmente non l’ho presa affatto bene, anzi credevo fosse una burla, ma poi ho notato le occhiate che vi lanciate voi due e ho compreso” Ron ebbe bisogno di fermarsi un attimo per respirare, per ritrovare quella lucidità che le parole gli stavano portando via.
“Tu lo ami” e il sussulto di Hermione glielo confermò.
“Forse ancora non ne sei consapevole, ma quando…quando eri insieme a me, non ti ho mai vista così…sei solare, raggiante, sprizzi felicità in ogni gesto e anche se a renderti così è quell’essere insulso di Malfoy, resto il tuo migliore amico e ti sarò sempre vicino”.
Hermione gli saltò al collo, grondante di lacrime.
Si abbracciarono forte e piansero entrambi, forse per motivi diversi.
Ma non erano così vicini, nel corpo e nell’anima, da troppo, troppo tempo…
Non sapevano però che la loro discussione era stata ascoltata da un ragazzo biondo, alto e ben conosciuto, che se ne rimase nascosto dietro ad un albero, col cuore che batteva troppo forte.
Hermione era innamorata di lui? Era coinvolta fino a quel punto?
Corse poi via, raggiungendo la carrozza che lo attendeva.

 

 

“Hermione mi passi la caraffa con il succo di zucca, per favore?” domandò Neville, risvegliando così Hermione dai suoi ricordi.
La riccia annuì e porse la caraffa all’amico che la ringrazio e per poco non ne rovesciò tutto il contenuto, rischiando di fare il bagno a Seamus. Tutto il tavolo dei Grifondoro rise spensierato, compresa Hermione.
Per la prima volta, tutto sembrava andare per il verso giusto.
 

A fine cena, Blaise attese Hermione fuori dalla Sala Grande.
“Cosa farai domani, Herm. Verrai con noi a Hogsmeade o ti vedrai con Malfoy?” le stava chiedendo Ginny.
“In verità non ho alcun programma per domani” mormorò la Granger in risposta.
“Però presumo che verrò con voi a Hogsmeade, ci sarà di sicuro anche Malfoy…”
“Hermione!” sentendosi chiamare, la ragazza si voltò.
“Blaise!” rispose con un sorriso stampato in volto.
Ginny le lasciò il braccio e la salutò, dicendole che si sarebbero riviste nel dormitorio. Così la Grifona si avvicinò al Serpeverde.
“Buona sera. È da un po’ che non parliamo, io e te?” lo ammonì la ragazza, puntandogli un dito contro.
“Be’, non che tu mi abbia cercato. Eri troppo impegnata a correr dietro ad una persona di mia conoscenza” ribatté lui prontamente.
Hermione arrossì.
“Io non corro dietro a nessuno” disse portano le mani sui fianchi.
“E comunque sia, anche se ero impegnata a fare altro, ero sempre ben disposta a fare una chiacchierata con te”.
Blaise ridacchiò.
“Non importa, Hermione. Senti…ho un messaggio per te da parte di Draco”. Sentendo quel nome la riccia sobbalzò e divenne seria.
“Che è successo?”
“Nulla di grave, ma è dovuto tornare a casa. Sua Madre gli ha scritto una lettera dove gli chiedeva di raggiungerla, non ha potuto avvertirti, perché è dovuto partire immediatamente. Però ti ha lasciato questo” disse, estraendo dalla tasca del pantalone la pergamena consegnatagli da Draco.
La porse ad Hermione che se la rigirò tra le mani prima di aprirla e leggerla.
 

“Torno presto.

D.M.”

 

La ragazza non poté nascondere la delusione per quelle poche parole, specie dopo tutte quelle splendide poesie contenute in quel quaderno.
A Blaise non sfuggì quel cambio repentino d’espressione, così posò una mano sulla spalla della Grifondoro che sollevò lo sguardo dalla pergamena e fissò il ragazzo davanti a lei. Lui le sorrideva con gentilezza ed eleganza.
“Non darti pena. Draco è fatto così, dovresti saperlo”.
Hermione serrò le labbra.
“Potrebbe almeno spiegarmi cosa sta succedendo…” cominciò, pronta a portare avanti la sua tesi con tenacia e determinazione, ma fu costretta a fermarsi, perché Blaise le pose un dito sulle labbra.
“Probabilmente neanche lui sa cosa sta accadendo. Non ci hai pensato?”
Hermione sbarrò gli occhi.
No. Non ci aveva pensato.
Quando si trattava di Malfoy il suo istinto prevaleva sul resto ed era facile lasciare che il pregiudizio parlasse per lei.
Annuì alle parole di Blaise.
Non le restava che attendere.
“Ti va di fare una passeggiata?” le propose il moro Serpeverde.
Hermione che non aveva voglia di rientrare in Sala Comune in quello stato, accettò la proposta dell’amico e lo seguì lungo i corridoi.
Sapeva che andava contro le regole, data l’ora tarda, ma sperò che nessuno li avrebbe visti.
“Cosa mi racconta la ragazza più intelligente di Hogwarts?” domandò con allegria il ragazzo, ottenendo l’effetto desiderato: Hermione sorrise, arrossendo.
“Oggi ho parlato con Ron di me e Malfoy” disse tutto d’un fiato.
“E forse non ci crederai, ti assicuro che faccio fatica a crederci anch’io, ma mi ha dato il suo pieno appoggio. Ovviamente anche se fosse stato contrario, io non avrei cambiato idea, ma…” la Grifona continuò a sparare parole a raffica, continuando a dire di quanto fosse sorpresa dalla maturità mostrata dal suo amico.
Blaise l’ascoltava attentamente e in silenzio, lasciando che si sfogasse e soprattutto, allontanasse dai propri pensieri Malfoy.
Il moro non lo dava a vedere, ma era molto preoccupato per l’amico e per il suo imminente futuro.

 

 

Draco dopo esser uscito trafelato dal proprio dormitorio, si era precipitato con passo veloce dalla Preside. Non ci fu bisogno di spiegarle niente, perché non appena entrò nel suo studio, trovò sua Madre Narcissa ad attenderlo.
Gli occhi lucidi di chi ha smesso di piangere da poco e Draco questo non poteva proprio digerirlo.
“Madre” mormorò con voce strascicata.
“Draco, figliolo” rispose lei alzandosi e andandogli incontro.
“Cosa ci fate qui?” le domandò, fissandola dritto negli occhi.
“Credo che siate qui per lo stesso motivo” si intromise la Preside McGranitt, sorridendo loro, poi rivolse il suo sguardo verso Draco.
“Hai il permesso di andare a casa, Malfoy. Rientrerai tra tre giorni” disse in tono severo.
Draco strinse le mani a pugno.
“Non ce ne sarà bisogno, Preside” asserì con voce ferma fissando la donna, poi volse i suoi occhi verso sua Madre.
“Domani sarò già di ritorno” e fu così che lo sguardo di Narcissa si rabbuiò maggiormente. 
 

Dopo aver preso il necessario dalla propria camera, Draco decise che forse quel misero biglietto era davvero squallido e che forse avrebbe dovuto cercare Hermione e parlarle. Quando la vide, stava correndo verso il campo di Quidditch, così incuriosito da tanta fretta la seguì. Ne comprese il motivo solo dopo aver assistito alla conversazione con Weasley. Non poteva credere che la Granger, per stare con lui, avesse avuto bisogno dell’approvazione di quel Pezzente.
Scosso dalle insinuazioni fatte dal rosso, Draco decise di andarsene, ora doveva affrontare un problema più urgente. Così raggiunse sua Madre che lo attendeva nella carrozza e insieme si misero in viaggio. Per tutto il tempo, Draco scelse di seguire la strada del silenzio, nonostante la testa gli brulicasse di domande. Narcissa, da parte sua, continuava a fissare suo figlio con malcelata preoccupazione. Conosceva bene il dolore che il giovane si portava dentro e temeva il momento in cui quell’incontro sarebbe avvenuto.
Quando la carrozza si fermò dinanzi al portone del Manor, il primo a scendere fu proprio Draco. Il ragazzo si guardò intorno, sembrava che l’aria attorno alla villa fosse cambiata, quasi avesse percepito la portata di quell’evento.
Sua Madre lo precedette nell’ingresso.
Quando anch’egli varcò la soglia, i suoi occhi catturarono immediatamente la figura di una giovane ragazza alta, bionda, dagli occhi plumbei come i suoi che lo fissavano commossi.
“Ciao fratellino…”
E a Draco, quei sette lunghi anni d’assenza, gli crollarono addosso.

Lavinia Cassidy Malfoy era davvero tornata.

 

***
Buon pomeriggio a tutti.
Mi scuso per il ritardo con il quale arriva il nuovo capitolo, ma un improvviso calo d'ispirazione mi ha costretta a prendermi una pausa. Inoltre il lavoro mi ha tenuta impegnata e ho avuto davvero pochissimo tempo per starmene in santa pace al pc.
Dunque, dunque...l'ultima volta vi ho lasciato col mistero sull'identità di Lavinia...ora, col nuovo capitolo, sappiamo chi è.
Ne siete delusi?
Ho quest'idea da quando ho cominciato a scrivere questa fan fiction, anche se confesso che spesso mi è difficile portarla avanti, perché temo di scrivere delle eresie.
E della reazione di Ron, cosa mi dite?
So che forse vi aspettavate qualche sfuriata, ma sinceramente, mi andava di far maturare lievemente anche lui. Certo non è felice di questa unione, ma il bene per Hermione è più forte di tutto.
Dedico questo capitolo ad Elettra1991, che con la sua meravigliosa fan fiction, mi ha fatto tornare la voglia di scrivere. GRAZIE!
Spero di poter aggiornare quanto prima.
Alla prossima.

Marghe

Ps: la fan fiction non è scritta a scopo di lucro, ma per mio diletto. I personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà della Rowling.
   
 
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