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Autore: Padme92    19/02/2012    6 recensioni
"Tony incatenò i suoi occhi chiari a quelli scuri di lei.
-Se non tornerai, sarò io a venire a prenderti.-"
Fanfic Tiva centrica.
Una promessa, un viaggio in Israele e un cuore corroso dal tempo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO DIECI: Verità

Mitpaa S.Raphael
Ore 17:49

L'attesa era snervante, e Ziva non riusciva a starsene seduta ad aspettare. Camminava ininterrottamente avanti e indietro per il corridoio, lanciando occhiate preoccupate alle infermiere che uscivano da quella porta dietro alla quale era Tony, in bilico tra la vita e la morte.
Non era mai stata così in ansia per qualcuno. Era come se dalla vita di Tony dipendesse anche la sua.. In quei momenti si rese conto che non era pronta a perderlo: aveva perlomeno bisogno della consapevolezza che Tony continuava a vivere sotto il suo stesso cielo; voleva la certezza che, se lo avesse chiamato, avrebbe risentito la sua voce. Cos'era quel sentimento così forte che la portava perfino a desiderare la morte, se questa avesse salvato Tony? Poteva essere che.. era possibile che forse lei..?
-Ziva.- sentì chiamare.
Era Amir che cercava di richiamare la sua attenzione: il dottore era appena uscito. Ziva si precipitò da lui.
-Allora, dottore?- chiese tentando di simulare quasi indifferenza per non farsi, al contrario, travolgere dalle emozioni.
Quello fece un mezzo sorriso e disse solo: -E' salvo.-
Ma dopo il profondo respiro di sollievo dei due, esitando aggiunse: -Però.. il danno è grave. Il signor DiNozzo ha perso l'uso dell'occhio destro.-
Ziva aprì la bocca come per dire qualcosa, poi la richiuse, silente.
-Il proiettile lo ha preso di striscio.. non c'è stato nulla da fare.- continuò quello. Il tono era basso e dispiaciuto, ma non consolò Ziva.
-Posso vederlo?- domandò questa con un fil di voce.
-Certo, adesso lo trasferiamo in una stanza, però l'avverto che dormirà ancora per un po' per effetto dell'anestetico.-
Quando Tony fu portato in quella che nei giorni successivi sarebbe stata la sua dimora, Ziva gli si sedette accanto, stravolta, vegliando su di lui come un buon angelo custode, in attesa che si svegliasse.
Amir si era congedato, e aveva promesso di passare a trovarli l'indomani; Ziva da parte sua non aveva intenzione di lasciare nemmeno per un attimo Tony da solo. Il pensiero che, in fondo per colpa sua, Tony avesse perso l'occhio, la tormentava. In due giorni, sempre a causa sua, prima Mikàl.. e ora Tony..
Strinse gli occhi, dilaniata dal senso di colpa. Tutti attorno a lei finivano sempre male. La cosa peggiore era che almeno questi due avvenimenti avrebbe potuto evitarli.
Se solo fosse morta la settimana precedente..in quel rancido cubicolo.. Sarebbe dovuta finire quel giorno. Quello era il suo destino, un destino a cui era stata deliberatamente sottratta. 
Nemmeno il pensiero di aver liberato il Mossad da Rafik riusciva a sollevarla, anzi, dentro di lei in qualche modo montò una rabbia sorda per quell'”ingiustizia” di essere ancora viva. E il colpevole era Tony. Perchè non se n'era stato a casa sua? Perchè?
Forse, in fondo, Ziva sapeva benissimo che avrebbe fatto lo stesso per un altro del suo vecchio team.. Ma in quel momento aveva solo il prorompente bisogno colpevolizzare Tony. Così questi, al suo risveglio, trovò un'irosa Ziva che, appena si fu accorta del suo unico occhio vigile, lo abbracciò di scatto e con furore.
-Sei uno stupido DiNozzo!!- gridava quasi sull'orlo delle lacrime, avvolgendolo in un abbraccio mozzafiato.
-Perchè diavolo sei venuto?! Perchè non mi hai lasciata là a morire?! Eh?! Perchè?! Perchè devi essere così maledettamente..!-
-..innamorato?- terminò per lei la frase Tony, ansimando.
Ziva lo guardò di traverso, spiazzata, ma non rispose, perchè quello sfogo violento ed improvviso la fece sentire male: si lasciò andare, molle, addosso a Tony, sentendosi priva di forze. La reazione di lui fu dolce ma preoccupata.
-Ehi.. riprenditi. Non dovresti scaldarti tanto, fa male alla pelle sai..- disse abbozzando un sorriso.
Ziva ricambiò la sua occhiata ironica con un'espressione contrariata.
-Dicevo sul serio..- fece piano.
-Anchio.- replicò lui all'istante.
-Tony..- sospirò Ziva -Smettila. Mi pare di averti già detto come la penso..-
-A vederci così avvinghiati, si direbbe che tu abbia cambiato idea.- commentò Tony piatto.
A quella frase Ziva si tirò indietro in fretta, chiaramente disturbata.
-Non è così?- continuò lui imperterrito.
La povera ragazza era vagamente a disagio, e un po' esasperata, ma questo punto doveva essere chiarito.
-Non ha importanza. Non c'è niente da fare Tony, qualunque cosa proviamo l'uno per l'altra..-
-Quindi provi qualcosa anche tu?- fece lui, pungente.
-Nel cuore di un'agente del Mossad non c'è posto per cose come l'amore.- dichiarò freddamente lei.
-E per cosa c'è posto allora, Ziva? Eh? Cos'hai nel cuore, si può sapere?!-
Ziva esitò. Non era chiaro?
Tony espresse il suo disappunto con un cipiglio da falco sul volto.
-Sotto quella corazza c'è una donna vera, Ziva. Dovrai farci i conti, prima o poi.-
Ziva non trovò nulla da controbattere, poi la conversazione fu interrotta dall'arrivo del dottore. Questi riportò Tony al problema principale che lo affliggeva, e a cui sembrava ancora non prestare attenzione: aveva la testa abbondantemente fasciata, ma sembrava ancora non rendersi conto di cosa significasse.
Ziva era quasi grata che fosse arrivato il dottore e che non toccasse a lei dare a Tony la notizia che non ci avrebbe mai più visto da un occhio. Ma quando, dopo pochi istanti, il ragazzo apprese la verità, la sua reazione la sconcertò: Tony ammiccò nella sua direzione e disse, abbozzando un sorriso un po' malinconico:
-Bè.. posso solo dire che ne è valsa la pena.-
A quelle parole Ziva percepì una stretta al cuore, e non riuscì più a guardare dalla sua parte.
Quando il dottore se ne fu andato, sentì di non poter reggere un'altra conversazione, così salutò Tony, promettendo di tornare l'indomani mattina.
Poi, presa da un altro pressante dubbio, si allontanò a passo svelto, ma non verso casa, bensì verso la farmacia dell'ospedale, prima che chiudesse.
Quella notte Ziva non dormì a casa sua: molto più tardi tornò indietro fino alla stanza di Tony, e prese posto su una sedia appena fuori dalla porta.
Sebbene scomoda, si addormentò lì, esausta e confusa, una mano istintivamente posata sul grembo.


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Note:
*mitpaa significa tipo ospedale, clinica
*In origine Tony doveva morire all'incirca a questo punto della storia.. poi ho cambiato idea. Ho rivisto alcuni pezzi di "Metal gear solid 3: Snake Eater" e non ho resistito.. come il mio adorabile Snake per salvare la sua bella Eva, ho fatto perdere un occhio al povero Tony nel tentativo di salvare la bellissima Ziva XD
   
 
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