5.
Goodbye

 È meglio scendere ora.

Il taxi partì, salutai per l’ultima volta zia Miriana e mi lasciai alle spalle quel piccolo paesino dell’Inghilterra che mi aveva regalato tante emozioni di diverso tipo.Chiusi gli occhi e ripensai alla prima volta che vidi Harry e a come subito mi affascinò, alla nostra prima litigata e a tutte quelle che seguirono; mi resi conto che a volte ero stata troppo gelosa di lui, ma avevo paura che mi sostituisse con un’altra.
Ricordai le giornate passate con lui e la sua band e mi venne in mente anche quando mi fece salire sul palco e mi presentò a tutti, a quanto ero agitata e a come le mie gambe tremavano.
Poi due giorni in particolare attraversarono la mia mente, quello in cui gli raccontai la mia situazione familiare e quello in cui gli dissi che me ne sarei tornata a casa, in Italia.
Gli dissi che mio padre era uscito dalla clinica e che aveva bisogno di un supporto, ricordavo la mia voce tremante e lo sguardo basso. Il giorno dopo finì tutto.
Mi lasciò con una metafora sul pullman ed io riuscii solo ad annuire, poi mi baciò sulla fronte e scomparve, non lo vidi più.

Perchè non torni, allora? Questa casa parla ancora di te, la mia vita parla ancora di te, io parlo ancora di te.

L’unico ricordo che voglio dimenticare è l’addio.