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Autore: tyurru_chan    20/02/2012    2 recensioni
[Drakengard 2]
“Oh andiamo Nowe… non restare li impalato sei un uomo fa qualcosa!” aveva replicato la figura misteriosa.
Era stanco di vedere quei due sempre insieme senza però mai combinare nulla.
Perché era chiaro come il sole che il ragazzo drago e la principessina provavano qualcosa l’uno per l’altro. Eppure per qualche assurdo motivo non lo ammettevano.
Lui era troppo ingenuo, lei troppo testarda probabilmente.
E uno come lui non poteva starsene a guardare senza fare nulla.
E quale modo migliore per avvicinare un uomo e una donna se non fargli passare la notte da soli insieme nello stesso letto?
(Nowe/Manah)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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 Notte fonda.

Eppure nonostante l’ora tarda qualcuno bussava insistentemente alla porta della locanda.

L’anziana padrona del locale scese lentamente giù per la scale ancora mezza addormentata, stropicciandosi gli occhi per la stanchezza e sbadigliando sonoramente.

Chi diamine poteva mai essere a quell’ora di notte?

Appena aprì la porta riconobbe immediatamente il viso dell’uomo dai bizzarri capelli bianchi che le si parò davanti.

“Oh… ma voi siete…”

“Vorrei alloggiare in questa locanda per la notte se non le spiace” la interruppe Urick con tono calmo e tranquillo.

“Mi spiace ma le camere sono tutte occupate e…”

“No, forse ha frainteso le mie parole… non sono venuto qui semplicemente per dormire…” la scrutò lui facendole un cenno di intesa con la testa.

La vecchia ci pensò su un momento e immediatamente comprese le intenzioni del giovane uomo.

“Ah bè in questo caso cambia tutto… ma per “quello” il prezzo si alza signore…”

Ma non la lasciò finire che Urick tirò fuori da sotto il mantello un piccolo involucro di pelle il cui prezioso contenuto tintinnava nel silenzio notturno.

“Mi segua prego” concluse l’anziana donna facendogli cenno di entrare e accomodarsi.

 

 

Era accaduto tutto troppo in fretta.

Quel tremendo incubo le aveva riportato alla mente orribili ricordi del passato, che credeva essere riuscita da tempo a lasciarsi alle spalle.

Ma nulla si cancella, le terribili cicatrici del passato sono sempre li, rinchiuse nel suo inconscio più profondo sempre in attesa di venire a galla per tormentarla.

E quella notte ne era stata la conferma.

In un attimo di confusione e debolezza si era appoggiata a Nowe nel tentativo di calmarsi e dimenticare.

Ma mai e poi mai si sarebbe aspettata che il giovane ragazzo drago l’avrebbe stretta a sé in quel modo così dolce e affettuoso.

Il suo cuore aveva perso un battito in quel momento.

Nessuno l’aveva mai abbracciata a quel modo.

Era una sensazione nuova, alquanto insolita certo, ma molto piacevole.

Sentirsi confortata da quel calore a tal punto da abbandonarsi tra le sue braccia, dimenticando per un attimo tutto  il resto.

Il culto degli Dei, quelle terribili battaglie, i distretti, la roccaforte, i sigilli, il sangue, gli innocenti da difendere, Caim…

In quel momento il peso delle sue colpe le apparivano come qualcosa di così distante… l’unica cosa a cui riusciva a pensare era il battito del cuore del ragazzo che accelerava sempre di più.

Poteva sentirlo… batteva forte solo per lei.

Si sentiva lusingata e allo stesso tempo terrorizzata da tutto ciò.

Eppure senza nemmeno accorgersene si era ritrovata a stringerlo forte e a lasciarsi cullare da quelle forti braccia che la cingevano delicatamente e allo stesso tempo con fermezza assoluta.

Era un lato di Nowe che la giovane non aveva mai avuto occasione di conoscere.

Nonostante la differenza di età, quel ragazzo si stava mostrando più maturo di quanto gli era apparso inizialmente.

“Grazie…”

Nell’udire quelle parole il viso del ragazzo si era illuminato di gioia regalandole un dolce sorriso riservato solo e unicamente per lei.

Manah si sentiva in imbarazzo. L’aveva fatto preoccupare lo sapeva e un po’ si sentiva in colpa.

“Scusami…” aveva infine sussurrato con aria malinconica.

“Per cosa?” aveva immediatamente risposto di rimando lui fissandola con aria perplessa.

A quell’affermazione Manah emise un lieve quasi impercettibile sospiro.

“Per poco fa… per aver… no, lascia perdere.”

Nowe la osservava con aria alquanto imbronciata.

Normalmente Manah avrebbe considerato la reazione di lui alquanto buffa, ma in quel momento non era dell’umore per pensare certe sciocchezze.

“Massi infondo ai tuoi occhi sono solo un ragazzino per te, non un uomo….” Aveva bisbigliato il giovane con tono seccato.

“Cosa…? Potresti ripetere?”

“No è solo che… cioè… io…”

Impacciatamente lo vedeva agitarsi e fare assurdi gesti con le mani nel tentativo di giustificarsi.

“Pensi davvero che io non ti consideri un uomo solo perché hai sei anni meno di me?”

“…”

Silenzio.

Nessuna risposta.

Manah lo prese come un segno di assenso.

“Non posso credere che davvero hai pensato una simile stupidaggine!” continuò la bionda stizzita.

Lui nuovamente non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo con aria ferita.

“E allora cosa sono per te?” chiese in un sussurro il giovane.

Di nuovo silenzio.

Stavolta era lei a non sapere cosa dire.

Non riusciva a capire dove volesse arrivare.

Perché era così gentile con lei?

Perché combatteva al suo fianco pur conoscendo la verità sul suo passato?

Perché quella notte l’aveva abbracciata?

Troppe domande iniziarono a sovrapporsi nella sua mente una dietro l’altra.

Ma nessuna risposta... solo domande… troppe.

Si limitò quindi a distogliere lo sguardo per lo sconforto.

Così facendo l’ennesimo inquietante silenzio scese nuovamente sulla stanza.

Anche se per poco.

Improvvisamente furono infatti distratti da un lieve tonfo che proveniva dalla stanza affianco alla loro.

Senza contare che ad un certo punto si potè udire un lieve fruscio di vestiti, appena percettibile.

Niente di particolarmente insolito.

Almeno finché non si udì una voce femminile ansimare nel cuore delle notte.

Si trattava dei loro vicini di stanza.

E dai rumori che si sentivano, soprattutto dalle parole sconce di lei e dal costante cigolio delle molle del letto, non era molto difficile dedurre in quale attività fossero impegnati.

“Ah… Si! Ancora… più veloce…”

A quelle parole i due si voltarono molto, ma molto lentamente, verso il muro da cui si udivano le voci con aria incredula.

Nowe aveva gli occhi sgranati e il suo viso si era nuovamente accesso di un lieve rossore.

Manah invece fissava quel dannato muro da cui provenivano quei rumori alquanto fastidiosi in un misto di rabbia e incredulità.

Non ci poteva credere.

Ora pure i vicini di stanza che facevano sesso e in modo alquanto rumoroso poi… manco lo stessero facendo apposta a farsi sentire.

Tutto ciò stava davvero cadendo nel ridicolo.

Anche se in verità, bisogna specificare in proposito che non era uno scherzo del destino come pensava la giovane maga, era davvero tutto calcolato.

Inutile dire che il loro vicino di stanza non era altro che lo stesso Urick, che alloggiava nella stanza affianco alla loro ed era impegnato in una alquanto sensuale e selvaggia attività amorosa, nella speranza magari di essere da esempio per i due giovani affinché smettessero di pensare ai loro dannati dilemmi esistenziali e si lasciassero andare per una volta al piacere dei sensi.

Piano alquanto senza senso e inconcludente visto che, quel poco di intesa che si era creata tra loro, si era totalmente dissolta.

Manah poi,infastidita e alquanto seccata dall’assurdità di quella situazione, voltò le spalle al ragazzo tornando a dormire sotto le coperte, tappandosi le orecchie col cuscino.

Nowe non reagì, continuava ad osservare il muro con aria assente, mentre poteva sentire le urla della donna diventare sempre più alte.

“Di più… Ah! Voglio… più forte…!”

Nell’udire la voce della giovane il ragazzo arrossì ancora di più.

Per un attimo ebbe quasi l’impressione di conoscere la voce maschile che si univa a quella della ragazza, ma al momento era troppo preso dai suoi pensieri per farci caso.

Non ne comprendeva il motivo ma…  per qualche strana ragione udire quelle urla di piacere lo fece rabbrividire in maniera quasi impercettibile.

E un pensiero gli attraversò la mente. Qualcosa che lo fece vergognare in una maniera indescrivibile.

Velocemente si mise a letto dando le spalle alla bionda accanto a lui e serrando fortemente gli occhi cercando di ignorare quei rumori molesti.

L’assurdo e perverso piano di Urick alla fine non era stato proprio inutile.

Infatti Nowe, a differenza di Manah, era rimasto alquanto turbato da quello che stava accadendo nella stanza affianco.

Poiché il giovane aveva finalmente realizzato con assoluta certezza cosa volesse in quel momento.

Dopo quell’abbraccio improvviso… si era accorto di desiderarla.

Sentire il calore dei loro corpi abbracciati ancora una volta.

Accarezzare quei stupendi capelli biondi, toccare quella pelle così morbida e profumata che sapeva di camomilla.

Sentirla gemere di piacere tra le sue braccia. Farla sua.

Inutile dire che tutto ciò iniziò a provocargli un vero e proprio conflitto interiore.

Come poteva arrivare a fare pensieri del genere su Manah?

Possibile che bastava una giovane coppia di amanti a fargli venire in mente certe idee sconce?

Sprofondò sotto le coperte sconsolato nel tentativo di prendere sonno e scacciare quei pensieri, ma senza successo.

“Che hai da agitarti tanto?” si alzò nuovamente lei alquanto irritata.

“N… nulla…” farfugliò lui nascosto sotto le lenzuola.

La bionda lo scrutava con aria interrogativa.

Proprio in quel momento i rumori della stanza affianco cessarono.

Evidentemente avevano concluso.

“Nowe..?” le si avvicinò sfiorandogli la spalla con le dita, alzando leggermente il lenzuolo con l’altra mano.

Il ragazzo con uno scatto veloce si voltò afferrando il lenzuolo per coprirsi, cercando di prendere le distanze da lei.

Sfortunatamente ottenne solo di cascare dal letto con un tonfo, attutito dalle lenzuola che si era trascinato nella caduta.

E non solo.

Manah nel tentativo di afferrarlo era caduta anche lei finendo per trovarsi distesa sopra di lui.

“Ahi…” si lamentò Il giovane cercando di rialzarsi, portandosi una mano sul fianco dolorante.

“Pfff… sei sempre il solito” ridacchiò lei facendo leva con le braccia per sollevarsi un po’, mettendosi a sedere, mentre cercava di contenersi dal ridere con poco successo.

Quella notte era la più assurda che avessero mai passato insieme senza dubbio.

Nowe tra l’altro, anche lui riuscito ad alzarsi leggermente con il busto, si era totalmente perso nel contemplarla.

Era così bella quando rideva.

Era sempre stata una donna dal portamento fiero e inflessibile era raro vederla sorridere o ridere con dolcezza.

La giovane maga si accorse dello sguardo del ragazzo su di sé e prima che potesse dire o fare qualcosa si chinò su di lui abbracciandolo teneramente.

“Per me non sei uno stupido ragazzino anzi… non so proprio come farei senza di te… grazie di tutto Nowe.”

“Non sei arrabbiata allora?” chiese timidamente, ricambiando l’abbraccio e nascondendo il viso nell’incavo del collo di lei.

“Certo che no… mi sei stato accanto quando stavo male, mi hai salvato la vita, mi stai aiutando nella mia missione senza chiedere mai nulla in cambio, mi hai accettata nonostante… ” Quelle ultime parole però non riuscì a pronunciarle lasciando la frase in sospeso, sapendo che lui di sicuro avrebbe compreso.

“Anche tu hai fatto tanto per me… mi hai aperto gli occhi sulla vera identità dei cavalieri del sigillo e… il passato è passato… io… voglio restare al fianco della Manah che ho davanti a me non di…” ma non riuscì a finire la frase nemmeno lui.

Si era bloccato nel sentire le dita morbide di lei che gli sfioravano il collo.

“Perché ogni volta che mi avvicino a te il tuo cuore batte così forte e diventi improvvisamente così… caldo?” Affermò la bionda incrociando il suo sguardo con quello del ragazzo che seguiva ogni più piccolo suo movimento.

Quegli stupendi occhi rossi… ci si perdeva sempre ogni qualvolta li incrociava.

Quanto avrebbe voluto confessarle quello che provava, dirle quanto l’amava.

Se solo lei lo avesse voluto si sarebbe fatto nemico il mondo intero pur di restare al suo fianco.

Qualsiasi cosa pur di renderla felice e vederle quello stupendo sorriso dipingersi sul suo volto.

Ma era troppo difficile dire tutto ciò a parole.

Si sentiva quasi come ipnotizzato da quella ragazza, non riusciva mai ad esprimere quello che veramente voleva davanti a lei.

Manah continuava a scrutarlo accarezzandogli le guance  arrossate con le dita e contemplando quegli stupendi occhi azzurri così candidi e innocenti.

Lentamente si avvicinò verso il viso del giovane. Poteva quasi sentire i loro respiri fondersi.

“Davvero desideri avere al tuo fianco una come me?” disse in un sussurro contro le labbra di lui.

Nowe a quelle parole sgranò gli occhi, mentre sentiva i battiti del suo cuore accelerare sempre di più.

“Si…” disse semplicemente cercando di restare calmo.

“Perché?”

“Deve per forza esserci un perché?”

“Ci sono tante altre donne… quella Eris per esempio…”

“Eris è come una sorella per me… è diverso”

“Ma…”

“Io voglio solo te.” concluse lui seccato afferrandola saldamente per le braccia senza mai distogliere lo sguardo dal suo.

Manah non sapeva cosa dire.

Tra tante donne… perché proprio lei? Senza contare che una come lei non meritava affatto di essere amata.

Perché era stato proprio il desiderio di ricevere amore a condurla alla follia.

E il pensiero di ricadere in quel baratro senza fondo da cui era riuscita a uscire con tanta fatica la terrorizzava.

Eppure lui non aveva smesso nemmeno per un secondo di ammirarla.

Restava immobile davanti a lei quasi stesse aspettando il più piccolo cenno di approvazione da parte sua.

Ma la giovane maga proprio non sapeva cosa fare.

Il pensiero di abbandonarsi tra le braccia di Nowe la tentava, ma allo stesso tempo la spaventava.

“Non posso…” riprese lei spezzando l’ennesimo silenzio nella stanza.

“Perché no?”

“Ti prego Nowe… non capiresti”

“E allora spiegamelo! Raccontami cosa ti tormenta… io… ti ascolterei per ore, farei qualsiasi cosa per…”

Manah lo zittì poggiando l’indice sulle labbra del ragazzo.

“Domani, quando ci sveglieremo tornerà tutto come prima… riprenderemo a combattere, a stroncare le vite dei nostri nemici, continueremo la ricerca dei distretti e del prossimo sigillo da distruggere e assisteremo alla sofferenza di tante troppe persone… tutto questo mi spaventa… ma è questo il mio destino, solo così posso scontare le mie colpe”

“Già… domani tornerà tutto come prima ma… stanotte siamo solo noi due e nient’altro.”

“Nowe…?”

“Manah posso… toccarti?” chiese lui in un sussurro.

La maga a quelle parole si sentì mancare un battito.

Il ragazzo la osservava imbarazzato ma allo stesso tempo continuava a non allentare la presa sulle sue spalle.

Attendeva una risposta.

E la bionda aveva finalmente compreso le intenzioni del ragazzo.

Ecco perché si era comportato in modo strano tutta la notte.

Manah non rispose, si limitò ad abbassare lo sguardo per l’imbarazzo e a fare un lieve cenno di assenso con la testa.

Immediatamente sentì le braccia di Nowe stringerla forte in un caldo abbraccio per l’emozione quasi fino a farle mancare il respiro.

“Per stanotte se lo desideri… sarò tua” disse lei mentre un lieve rossore le compariva sulle gote, lasciando che il ragazzo drago la prendesse in braccio per poi poggiarla delicatamente sul letto.

“No ti sbagli, dopo stanotte io non ti lascerò più andare” aveva chiarito lui sorridendole dolcemente e sdraiandosi al suo fianco.

“Nowe…”

“Quando tutto questo sarà finito… creeremo un futuro tutto nostro… lontano dalle battaglie, dal gioco degli Dei e da tutto il resto. Io ti proteggerò Manah.”

Nell’udire quelle parole la ragazza dovette trattenersi dal piangere di nuovo.

Quel ragazzo era incredibile.

Così ingenuo… certo spesso era frettoloso e infantile, eppure solo lui riusciva a farle credere che c’era ancora speranza di guardare con positività al futuro.

Per una come lei poi che non vedeva altro che morte e distruzione accanto a sé.

Poggiò le mani sul suo petto perdendosi nuovamente in quegli stupendi occhi cerulei, accorciando le distanze tra loro e baciandolo dolcemente sulle labbra.

Nowe spalancò gli occhi per lo stupore a quel contatto inaspettato… poteva sentire le labbra morbide e vellutate di lei fare una leggera pressione sulle sue.

Chiuse gli occhi e si lasciò andare, smettendo di pensare, stringendola nuovamente tra le sue braccia e approfondendo il bacio.

L’indomani avrebbero ripreso le loro battaglie per decidere le sorti del mondo certo… ma almeno per quella notte il loro unico desiderio era quello di stare insieme e dimenticare tutto il resto.

  
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