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Autore: tyurru_chan    18/02/2012    1 recensioni
[Drakengard 2]
“Oh andiamo Nowe… non restare li impalato sei un uomo fa qualcosa!” aveva replicato la figura misteriosa.
Era stanco di vedere quei due sempre insieme senza però mai combinare nulla.
Perché era chiaro come il sole che il ragazzo drago e la principessina provavano qualcosa l’uno per l’altro. Eppure per qualche assurdo motivo non lo ammettevano.
Lui era troppo ingenuo, lei troppo testarda probabilmente.
E uno come lui non poteva starsene a guardare senza fare nulla.
E quale modo migliore per avvicinare un uomo e una donna se non fargli passare la notte da soli insieme nello stesso letto?
(Nowe/Manah)
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Candidi petali di fiori sparpagliati ovunque.

La dolce voce melodica e giocosa di una bambina apparentemente candida e innocente.

Il corpo senza vita, posato su una lastra di vetro, della fanciulla che portava su di sé il fardello del sigillo della Dea.

Schiere di soldati, nel cui sguardo, non vi era la minima traccia di umanità e compassione.

Burattini… nelle mani degli Dei.

Al servizio della loro giovane sacerdotessa dagli splendidi occhi color del sangue.

“è tutto sbagliato…” continuava a ripetersi, mentre quei terribili ricordi del suo passato le riaffioravano alla mente.

“Oh no che non lo è!” le rispose di rimando la bimba, osservandola divertita con i suoi grandi occhi rossi.

“No…” replicò in un sussurro, arretrando leggermente nel vano, quasi istintivo, tentativo di allontanarsi da quell’orrore così dannatamente familiare.

Quella non poteva essere stata lei.

 Una sciocca bambina che, per soddisfare il suo impellente bisogno di affetto, aveva  causato la morte di tanti innocenti, considerando la guerra alla stregua di uno stupido gioco.

Si inginocchiò a terra chinando il capo verso il basso, quasi a voler rifiutare di credere a quello a cui stava assistendo.

“Io… non volevo… ”

“Bugiarda!” la interruppe la bimba fissandola con aria imbronciata.

“Non dire bugie. Loro ti osservano, perché ti amano! Nessuno ti amerà tanto quanto loro… gli Dei amano le brave bambine! E le brave bambine non dicono lo bugie.”

“No… taci dannazione!”

“Il loro ventre è così caldo e avvolgente… anche se lo rifiuti non puoi farne a meno, tu desideri appartenere a loro” continuava a canzonarla la bambina ridendo divertita.

“Perché noi ti amiamo… vieni da noi… lasciati cullare dal nostro amore…”  una voce roca e bassa le si era insinuata nella mente, mentre degli agghiaccianti neonati giganteschi dall’aria minacciosa la accerchiavano nel tentativo di afferrarla.

La giovane serrò gli occhi e si tappò le orecchie con le mani nel disperato tentativo di estraniarsi da quel terribile incubo.

Ma per quanto facesse quell’insopportabile cantilena della bimba, che danzava attorno a lei, continuava a risuonare incessantemente nella sua testa.

“Lalalalalalala… lalalalalalala!”

“Basta, vi prego… perdonami… mamma…”

 

 

Proprio in quel momento la giovane maga si ridestò bruscamente dal suo sonno, aprendo gli occhi di scatto, fissando confusa il vuoto, nel tentativo di abituarsi a quella flebile oscurità notturna.

“Manah?” Nowe che le era accanto la scrutava con aria preoccupata, allentando la presa su di lei.

Evidentemente, nel tentativo di svegliarla, doveva aver provato a scuoterla afferrandola saldamente per le spalle.

La ragazza però non rispose al richiamo di lui.

Era troppo scossa dall’incubo che aveva appena avuto, il suo respiro era affannoso e il corpo le tremava leggermente per lo spavento.

“Manah...” riprovò il ragazzo sperando di ricevere risposta.

Il giovane non riusciva a comprendere cosa diamine stesse accadendo.

Improvvisamente l’aveva sentita agitarsi e piangere nel sonno.

Evidentemente doveva aver avuto un incubo senza dubbio.

Anche se, la cosa che più l’aveva lasciato di stucco, era di vederla in quello stato.

L’aveva sempre vista come una donna dal portamento fiero e inflessibile, pronta ad affrontare a sangue freddo qualsiasi  avversità le si fosse parata davanti.

Ora invece per la prima volta ai suoi occhi appariva così fragile e vulnerabile, mentre a fatica cercava di riprendere lucidità e il controllo del respiro irregolare, poggiando le mani tra i sottili capelli biondi nel tentativo, probabilmente, di fare chiarezza sull’accaduto.

Nowe continuava a osservarla in silenzio.

In quel momento era dannatamente in conflitto con se stesso nel reprimere l’impulso istintivo di abbracciarla, stringerla forte a sé per darle un minimo di conforto.

Ma il solo pensiero di farlo per davvero lo imbarazzava terribilmente.

Inoltre trovava alquanto sconveniente approfittare di un momento di debolezza della sua compagna.

Proprio in quel momento la ragazza si voltò verso di lui.

Aveva gli occhi gonfi a causa del pianto.

Nowe ricambiò il suo sguardo, fissandola con aria malinconica, senza però sapere cosa fare.

Avrebbe tanto voluto dire qualcosa… ma in quel momento non riusciva a pensare a nulla, se non agli stupendi occhi di lei colmi di sofferenza, che lo scrutavano quasi in una muta richiesta di aiuto.

E prima che il giovane ragazzo drago potesse pensare a qualcosa per porre fine a quell’incessante silenzio che era sceso tra loro, la giovane si mosse istintivamente verso di lui provocando un leggero fruscio di lenzuola quasi impercettibile, chinando la testa sul suo petto e poggiando delicatamente le mani contro la stoffa della maglia.

Nowe restò spiazzato da quel gesto, arrossendo vistosamente, mentre sentiva i battiti del suo cuore accelerare a quel lieve e delicato contatto con la ragazza.

“Ti prego… non guardarmi…” disse lei in un sussurro appena percettibile, nascondendo il volto nel suo petto.

Il ragazzo a prima impatto non comprese il significato di quell’affermazione, almeno finché ad un certo punto, non la sentì singhiozzare contro il suo petto stringendo forte la stoffa della sua maglia.

Le calde lacrime di lei che lentamente cadevano sui suoi vestiti… poteva sentirle, benché il suo fosse un pianto silenzioso, quasi stesse cercando di trattenere, per quanto potesse, di mostrare apertamente la sua sofferenza.

 

 

“Manah… quando tutto questo sarà finito, le battaglie, i distretti, Caim… tu… tu cosa farai?”

“…”

 “Manah…?”

“E tardi tanto vale andare a letto.”

“Perché non vuoi parlarmene?”

“Perché non c’è nulla da dire! Inoltre si può sapere a te cosa importa?”

 

 

Lo sapeva. Era tutta colpa sua.

Non avrebbe dovuto farle quello stupido discorso prima di andare a letto.

Certo era stato un suo sciocco e impacciato tentativo di mostrale il suo interesse e affetto per lei... e invece non aveva ottenuto altro che farla stare male, portando a galla ricordi del suo passato che la tormentavano.

Che stupido.

Davvero uno stupido di prima categoria.

Anche se, per quanto fosse consapevole della sua ingenuità, a quello che accadde poi, non avrebbe saputo dargli una spiegazione logica neppure lui stesso.

Per una volta decise di agire d’istinto, senza soffermarsi a dare troppo peso a futili questioni come la vergogna o il pudore.

Lasciandosi trasportare dall’impulso del momento, assecondando finalmente il suo più intimo desiderio di averla vicino a sé, Nowe lentamente cinse con le braccia la schiena della ragazza abbracciandola forte, stringendola tra le sue braccia e poggiando il viso nell’incavo del collo di lei, perdendosi totalmente in quel suo dolce profumo di camomilla.

Manah a quel gesto del tutto inaspettato si bloccò di colpo, smettendo persino di piangere per lo stupore.

Sentiva le braccia forti del ragazzo stringerla forte, quasi in un impacciato tentativo di trasmetterle protezione… un po’come se si sentisse parte del dolore che lei stava provando.

Nowe tra l’altro, benché avesse ripreso il controllo delle sue azioni, non aveva comunque nessuna voglia di lasciarla andare.

Era la prima volta che era riuscito inspiegabilmente a trovare il coraggio di sfiorare quella donna che ai suoi occhi era sempre apparsa come qualcosa di troppo distante e irraggiungibile.

Anche se il pensiero che lei potesse respingerlo gli fece venire un groppo alla gola.

Si era persino preparato alla più che probabile eventualità che Manah, di sicuro gliene avrebbe dette tante, in particolare sulla questione del “mai approfittare dei momenti di debolezza di una donna”.

Ma lei non si ritrasse, anzi… per poco il ragazzo non si sentì mancare il respiro quando sentì le braccia della giovane che si aggrappavano con fermezza alla sua schiena ricambiando il suo abbraccio e accoccolandosi contro il suo petto.

Aveva smesso di piangere e il suo corpo non tremava più per i singhiozzi.

Nowe si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo quasi impercettibile.

Era contento di essere riuscito per una volta a lenire le sofferenze della sua compagna.

Perché più di ogni altra cosa desiderava solo che lei fosse felice.

“Il tuo cuore batte così forte…” aveva affermato la giovane maga bionda, risvegliando il ragazzo dal torpore in cui era immerso.

“Manah… io…”

“Grazie.” l’aveva interrotto la bionda staccandosi leggermente da quel caldo abbraccio, per poter finalmente alzare il viso verso di lui tornando a fissarlo negli occhi, stavolta con uno sguardo dolce e tranquillo.

Nowe le sorrise dolcemente, anche se già sentiva la mancanza del piacevole contatto di poco fa tra loro.

“Scusami...” aveva bisbigliato imbarazzata distogliendo lo sguardo.

“Per cosa?”

“Per poco fa… per aver… no, lascia perdere.”

Il ragazzo drago la guardò con aria visibilmente imbronciata.

Se solo lei gliene avesse dato l’opportunità lui l’avrebbe ascoltata per ore… dei tormenti che l’angosciavano, il suo passato, i suoi sensi di colpa.

Manah invece non gli confidava mai nulla.

Quel poco che sapeva gli era stato riferito da Eris.

Quella notte probabilmente era stata un eccezione dovuto allo shock che quell’incubo doveva averle procurato.

Ma la cosa comunque non gli andava giù.

Davvero lo riteneva così infantile e immeritevole della sua fiducia?

“Massi infondo ai tuoi occhi sono solo un ragazzino per te, non un uomo….”

“Cosa?”

Nowe arrossì nuovamente consapevole della gaffe appena fatta. Aveva per sbaglio detto a voce quello che invece stava solo semplicemente pensando in quel momento.

“Potresti ripetere?” affermò lei visibilmente perplessa.

“No è solo che… cioè… io…”

Ecco era andato nel panico. Se appena cinque minuti fa si era finalmente mostrato più sfrontato, ora invece era tornato ad essere il solito ingenuo e impacciato, incapace di esprimere apertamente i suoi sentimenti verso la donna che amava perché afflitto da troppi dubbi.

 

 

 

“Zzzzz… nh? Oh si piccola ti faccio vedere io come si fa… dai togliti quella bella biancheria… ohohoh…”

Inutile dire che mentre Nowe e Manah erano impegnati a discutere, il loro ormai noto stalker di fiducia si era appisolato sul tetto dove si era appostato a spiarli, totalmente arrotolato in una coperta a mò di sacco a pelo, pronunciando nel sonno frasi sconnesse e alquanto senza senso, abbracciato al suo fedele binocolo.

Peccato che rigirandosi in continuazione, perso nel suo sogno sconcio, per sbaglio non finì per dare una bella testata al bordo del muretto di mattoni svegliandosi bruscamente.

“Ahio!Ma porc… mnh?” si guardò intorno ancora mezzo addormentato tastandosi il bernoccolo sulla fronte.

“Oh… devo essermi addormentato per la noia… peccato stavo facendo un così bel sogno” sbuffò pensando alla bella contadinella mora che stava allietando i suoi sogni fino a poco fa.

Pigramente si alzò riflettendo sul da farsi, decidendosi a scendere da quel dannato tetto alquanto scomodo, per andarsene a dormire in un confortevole letto morbido magari in compagnia di qualche bella e dotata fanciulla.

O almeno questa era la sua intenzione, finché distrattamente non notò che i due soggetti interessati non stavano affatto dormendo come lui credeva.

Anzi… sembrava quasi che…

“No… non ci posso credere!” esclamò incredulo impugnando all’istante il suo fedele binocolo per accertarsi di non avere le allucinazioni.

No, non si era sbagliato.

Quei due si stavano abbracciando.

Benché stesse accadendo proprio davanti ai suoi occhi l’uomo mascherato faticava ancora a crederci.

Per un attimo credeva di stare ancora sognando.

Usando lo stesso binocolo si diede una bella botta in testa, aggiungendo un nuovo bel bernoccolo a fare compagnia al primo che si era procurato contro il muretto, dopodiché riprese a spiare i due diretti interessati constatando che, no… non stava sognando.

“Allora c’è speranza… caro ragazzo mio ti avevo mal giudicato perdona la mia fiducia mal riposta” esclamò commosso tra le lacrime soffiandosi il naso sulla coperta stessa che aveva appresso.

Ma nemmeno qualche minuto era passato che i due già avevano ripreso le distanze e sembravano essere tornati a discutere.

Urick alzò un sopracciglio in segno di disappunto.

Un minuto prima li trovava ad amoreggiare e un minuto dopo si comportavano da perfetti estranei?

Quei due avevano davvero qualche serio problema relazionale.

Ad un certo punto si ritrovò persino a contemplare le buffe movenze di Nowe che muoveva il capo e le braccia in modo impacciato quasi si stesse scusando di qualcosa.

Nell’assistere a quella scena pietosa era quasi stato tentato di lanciargli il binocolo in testa.

“Non… ci posso credere… mmh… penso serva un incentivo in più a quei due… qualcosa che ricordi loro che il letto non serve solo per dormire.” pensò Urick tra sé e sé mentre un ghigno compiaciuto e perverso gli compariva sul volto.

Afferrò la sua fedele coperta e il suo amato binocolo al volo e scese a gran velocità dal tetto per dirigersi nella locanda in questione dove Nowe e Manah alloggiavano.

  
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