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Autore: Jane The Angel    26/09/2006    3 recensioni
è il primo libro, la Pietra Filosofale, visto da Hermione. Ho cambiato qualche cosa (avvenimenti e simili) ma la storia è quella della Rowl, solo cambia il punto di vista. Fatemi sapere se postare anche gli altri chappy o lasciar perdere!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Natale

Arrivò dicembre e, finalmente, la neve iniziò a scendere su Hogwarts, che era spettacolare coperta di neve. Gli allenamenti di Quidditch di Harry continuarono e iniziava ad avvicinarsi la prima partita del torneo. Il prato innevato era persino più bello di quanto non lo era in autunno, anche se la piovra gigante si faceva vedere molto meno frequentemente. E mentre Harry era impegnato con gli allenamenti Hermione e Ron passavano il tempo in biblioteca cercando notizie su qualunque cosa riguardasse Nicolas Flamel e ciò che aveva fatto o inventato.

Era il secondo martedì del mese ed Hermione sarebbe dovuta tornare a casa per le vacanze natalizie appena qualche ora dopo. Tutti e tre erano in biblioteca ed Hermione si era portata dietro il suo baule in modo da non dover interrompere la ricerca troppo presto per andare a prenderlo in dormitorio. Avevano passato in rassegna tutti i libri di incantesimi che avevano trovato, ma non avevano ancora trovato nulla.

–E se fosse in uno dei libri del Reparto Proibito?- esclamò Harry a un certo punto. Ron ed Hermione smisero di leggere e alzarono lo sguardo. Il Reparto Proibito della biblioteca era tenuto a stretta sorveglianza da Madama Pince e non si poteva prendere un libro senza l’autorizzazione scritta di un insegnante. Hermione scosse la testa –Allora trovarlo sarebbe impossibile perché sono sicura che tutti gli insegnanti sanno cosa c’è nascosto nel corridoio al terzo piano, e nessuno di loro sarebbe d’accordo se noi lo scoprissimo.- Harry e Ron annuirono, d’accordo con lei –Continuerete a cercare mentre sono via?-

-Ma si, certo.- disse Ron mentre Hagrid passava affianco al loro tavolo

–Ma insomma, ragazzi! È l’ultimo giorno delle vacanze, perché fate i compiti?- domandò la voce potente del guardiacaccia. Harry sorrise agli amici –Non stiamo studiando. Cercavamo qualche notizia su Nicolas Flamel, continuiamo a farlo da quando l’hai nominato ma ancora non abbiamo trovato nulla, non è che puoi dircelo tu così ci risparmi la fatica?-

-Ma tu guarda! No di certo! Smettetela, ve l’ho detto, non sono affari vostri.- disse Hagrid prima di allontanarsi borbottando.

Dopo mezz’ora Hermione, Harry e Ron erano sulla porta d’ingresso e si stavano salutando.

–Chiedi ai tuoi genitori se sanno qualcosa di Flamel, con loro non rischiamo.- propose Ron.

–Sono entrambi babbani e fanno i dentisti, cosa vuoi che ne sappiano? Però glielo chiedo, non si sa mai. Ciao, ragazzi, mi mancherete.-

-Ci mancherai anche tu, Hermione. A proposito…- Ron ed Harry tirarono fuori dalle cartelle due pacchetti e li porsero ad Hermione, che arrossendo lievemente fece lo stesso –Volevo spedirveli, ma visto che non ho un gufo… Buon Natale!-

-Buon Natale!- risposero in coro Harry e Ron mentre Hermione si allontanava avviandosi verso l’Espresso per Hogwarts che l’avrebbe riportata a King’s Cross.

-Allora, devi raccontarci tutto!- esclamò Christine sedendosi al tavolo della cucina con Hermione e il marito. Hermione, stranamente scomoda nei vestiti babbani che indossava, tirò fuori dal baule alcune fotografie.

–Guardate, questi sono Harry e Ron.- disse porgendo ai genitori una foto animata, com’era normale tra i maghi, nella quale lei, Harry e Ron salutavano l’obbiettivo –Harry è quello con i capelli neri e la cicatrice sulla fronte, Ron quello con i capelli rossi e le lentiggini.-

-Sembrano simpatici, tesoro.- commentò la madre con un sorriso.

–E… guarda, questa è Hogwarts!- Hermione passò ai genitori una foto della scuola dall’esterno. Questa volta i genitori rimasero a bocca aperta. Senza dubbio non esisteva un edificio così grande e stupefacente nel mondo babbano.

–Oh, ma Hermione, è proprio… proprio… imponente.- disse Maxwell guardando ammirato la fotografia.

–Guarda…- disse Hermione alzandosi e andando vicino ai suoi genitori per vedere anche lei la fotografia –Quassù, più o meno a questa altezza, c’è la Sala Comune di Grifondoro, la nostra. E un po’ più sopra ci sono i dormitori dei maschi e delle femmine. Qui… c’è la Sala Grande. L’aula di Trasfigurazione è qui, Da queste parti penso che ci sia la Sala Comune di Serpeverde e qui l’aula di Pozioni. L’aula di Incantesimi è qui, poi c’è quella di Difesa contro le Arti Oscure, che è qui, e di Storia della Magia, qui. Queste sono le serre, dove facciamo Erbologia.- I genitori stavano ancora guardando la fotografia, poi la madre, indicando un punto della foto, domandò –E qui cos’è?- Hermione guardò il punto indicato dalla madre –Quello? È il campo da Quidditch. Lo sport dei maghi. Si gioca su manici di scopa e… beh, le regole sono piuttosto complicate, non è che le conosco molto bene. Un mio amico, Harry, gioca a Quidditch. Dopo le vacanze fa la prima partita. È piuttosto agitato, mi sembra. Ma ora… porto il baule in camera mia.- La madre si alzò –Ma è pesante, tesoro, lascia fare a me.-

-No, tanto posso usare la magia per esercitarmi nei compiti e il Locomotor è tra i compiti delle vacanze di incantesimi. Sai, per il professor Vitius.- Tirò fuori la bacchetta magica dalla tasca dei jeans e, muovendola verso il baule, pronunciò la formula –Baule Locomotor.- Il bagaglio si alzò a una quarantina di centimetri da terra e seguì Hermione mentre andava fino in camera sua. Non appena sia lei che il baule furono nella stanza Hermione chiuse la porta dietro di sé. Lanciò un’occhiata ai vecchi poster, ai libri scolastici che i suoi genitori ancora non erano riusciti a vendere, e non provò nessuna nostalgia per la sua vecchia vita. Era così strano stare seduti al tavolo con i suoi genitori, parlando di incantesimi, pozioni, magie e creature magiche.

Dominusterra.- disse, e il baule ricadde dolcemente a terra. Uscì dalla camera e si fermò davanti a un quadro raffigurante una donna sorridente con un ombrello verde smeraldo in mano, quasi sperando di vederlo parlare, muoversi o anche solo accennare una strizzatina d’occhio, ma naturalmente il quadro rimase fermo, come tutti i quadri babbani.

-Cosa fai, tesoro?- domandò Christine guardandola, le sopraciglia aggrottate e con aria confusa, dall’inizio del corridoio.

–No, è che io…- borbottò Hermione –Ecco… è strano, perché sai, i quadri a Hogwarts… si muovono, parlano, vanno a trovarsi tra di loro… mentre qui…- La madre alzò le sopraciglia –Si muovono, cara? Dev’essere proprio bello.- Hermione annuì –Si, mamma. Veramente bello.- disse.

Era lì da molto meno di un giorno e già sentiva nostalgia di Hogwarts. Era strano, considerando che era stata ad Hogwarts solamente tre mesi mentre aveva passato lì a Londra praticamente tutta la vita. E pensare che sua madre, all’inizio, pensava che avrebbe avuto nostalgia di casa.

-Vengono a trovarti Sophie e Thelma nel pomeriggio, Hermione, così puoi raccontare tutto alle tue amiche. Non crederanno alle loro orecchie!- disse Christine andando in cucina. Prima di rendersi conto di ciò che la madre aveva detto, Hermione annuì. Poi, dopo qualche secondo, le parve di risvegliarsi dal sonno ed esclamò –NO! No, mamma!- corse in cucina, dove la madre stava tagliando delle carote a fettine sottili –Non avrai mica detto qualcosa a qualcuno!- domandò trattenendo la voce. D’altronde, non era certo colpa di sua madre se era una babbana e non conosceva le leggi del mondo dei maghi. Fortunatamente, Christine scosse la testa –No, ho immaginato che volessi farlo tu.-

-No, mamma, non si può, dillo anche a papà! Ci arresterebbero e ci sbatterebbero ad Azkaban per aver violato lo Statuto Internazionale di Segretezza!- in realtà non era sicura che la pena fosse tanto grave, ma meglio esagerare -Davvero, mamma, non sto scherzando.- La madre sembrava piuttosto stupita, ma forse sotto sotto era anche spaventata –Oh, ma certo, lo dico subito a tuo padre.- disse, e corse nella stanza accanto, dove il padre stava guardando una partita di calcio con in mano una ciotola gigantesca di pop-corn al formaggio.

Hermione si fermò per un secondo a riflettere. Si sentiva stranamente euforica. Ora, finalmente, sapeva qual’era il suo posto. Sapeva dove avrebbe passato il resto della vita. Nel mondo magico. Era quella la sua vera casa. Guardando intorno a sé vide la cucina, dove aveva passato almeno due anni della sua vita, e non la sentì sua. O forse non sentì di appartenerle. Non sentiva quello che sentiva invece a Hogwarts, con i suoi amici.

-Ciao!- esclamò Sophie entrando in casa, seguita da Thelma, che salutò a sua volta.

–Ciao, ragazze, entrate! Andiamo sopra, avanti, così parliamo!- esclamò Hermione, felice di rivedere le sue amiche. Le tre ragazze salirono le scale correndo e Sophie e Thelma, prima di seguire Hermione in camera, passarono a salutare Christine e Maxwell. Quando entrarono nella stanza, la trovarono esattamente come l’avevano vista l’ultima volta, tre mesi prima. Hermione aveva, infatti, nascosto accuratamente tutto ciò che riguardava anche solo lontanamente Hogwarts e il mondo magico con l’aiuto dei suoi genitori in cantina e in garage, per tirare fuori i libri e le pergamene il giorno seguente, quando avrebbe dovuto iniziare a fare i compiti assegnatole che erano tutt’altro che pochi, considerando che erano solo al primo quadrimestre.

Sophie si buttò sulla poltrona violetta in un angolo della stanza, esattamente come aveva fatto tutte le altre volte che era andata a casa dell’amica –Allora, su, racconta: com’è questa scuola?- domandò. Hermione si allungò sul letto e, poggiando la testa al cuscino rosa, fissò per qualche secondo il soffitto, pitturato di un bianco splendente, poi disse –Grandiosa. È in un antico castello medioevale, gigantesco.-

-E ti sei fatta qualche amica?- domandò Thelma allungandosi sul tappeto viola e poggiando i gomiti su un morbido cuscino rosa. Hermione sorrise –No, amiche no. Amici.- rispose. Sophie sorrise maliziosamente –Oh oh! Amici, eh? Si chiamano così in collegio? Amici?- domandò.

–Si, amici. Solo amici, giurin-giuretta.- esclamò Hermione convinta. In effetti, si rese conto, non aveva mai pensato neanche lontanamente a Ron e ad Harry in quel senso e solo in quel momento si rendeva conto che in effetti le sue amiche (e probabilmente anche i suoi genitori) avrebbero sicuramente pensato che tra lei e Harry o tra lei e Ron poteva esserci o poteva nascere qualcosa di diverso dall’amicizia. –Si chiamano Harry e Ron, sono molto simpatici.-

-Simpatici e anche carini? O simpatici e brutti?- domandò Thelma. Hermione sbuffò e rispose –Non lo so, non ci ho mai pensato, sono miei amici. Immagino che volendo potrebbero essere abbastanza carini, niente di particolare in questo senso, veramente.-

-Descrizione?- domandò Sophie interessata –Inizia da Ron.- Hermione sospirò, ma alla fine cedette –Va bene, va bene. Capelli rossi, molte lentiggini, alto e magro.-

-Capelli rossi… beh, possono piacere. Occhi?- Hermione ci pensò un secondo, poi si ricordò –Azzurri.-

-Belli gli occhi azzurri!- commentò Thelma.

–E Harry? Com’è Harry?- domandò Sophie.

–Harry… capelli neri, occhi azzurri, non molto alto ma neanche basso, cicatrice sulla fronte.-

-Oh, poverino, come se l’è fatta?- il cervello di Hermione iniziò a lavorare così in fretta che era sicura che da fuori se ne potesse sentire chiaramente il ronzio, poi si ricordò di ciò che Harry aveva detto, che i suoi zii gli avevano sempre raccontato, almeno finchè non aveva scoperto di essere un mago, cioè che si era provocato quella cicatrice nell’ incidente d’auto nel quale, sempre secondo la versione dei Dursley, erano morti James Potter e la moglie, Lily Potter, i genitori di Harry, perciò disse –Un incidente, sai, in auto.-

-Oh! Beh, se l’è cavata con una cicatrice, gli è andata bene.- disse Thelma.

–I suoi genitori sono morti in quell’incidente.- esclamò Hermione. Forse non avrebbe dovuto dirlo, ma le aveva dato fastidio che Thelma fosse saltata subito alle conclusioni, anche se ovviamente non poteva darle colpa.

–Oh. Mi dispiace.-

-Non li ha mai conosciuti.- spiegò Hermione –Quando sono morti Harry aveva solo qualche mese. Ha vissuto con i suoi zii, che però sono…- fortunatamente si interruppe prima di dire qualcosa che non doveva assolutamente –Sono parecchio antipatici.- concluse.

–E la famiglia di Ron?- domandò Sophie.

–Ron ha cinque fratelli e una sorella. Hanno studiato tutti al nostro collegio. Bill e Charlie, che sono i maggiori, hanno finito. Percy, il terzo nato, frequenta il quinto anno. Poi ci sono Fred e George, che sono al terzo anno. E invece Ginny deve iniziare la nostra scuola l’anno prossimo.-

-Cavolo, sei maschi e una sola femmina, poverina!- commentò Thelma. Hermione scosse le spalle ma non disse nulla, perché in realtà le sarebbe molto piaciuto essere al posto di Ginny, sempre a contatto con la magia, anche se voleva molto bene ai suoi genitori.

Il resto delle vacanze natalizie passò con una lentezza quasi irritante, mentre parenti e amici (dei genitori, più che altro) entravano e uscivano regolarmente da casa loro. A Natale, Hermione trovò sotto l’albero di Natale i due regali dei suoi genitori, ovvero una cornice per fotografie a quattro posti e una maglia a maniche lunghe e quello dei suoi nonni, cioè un diario segreto, di quelli con il lucchetto e la chiave. Poi c’erano il pacco di Ron, ovvero una nuova piuma d’aquila e quattro cioccorane, e quello di Harry, un libro intitolato L’alchimia nei secoli. Vide un altro pacco e i suoi genitori, che avevano già scartato il suo regalo (una strana pergamena incantata ciascuno) e quelli che si erano fatti a vicenda (un profumo per Christine, una cravatta per Maxwell, il massimo della fantasia), dissero –Dev’essere per te, Hermione.- La ragazza lo prese e vide che sulla carta marrone stropicciata c’era scarabocchiato, con scrittura insicura e malferma

Per Hermione,

Buon Natale da Hagrid

Hermione sorrise e scartò il pacchetto e trovò un pacchetto di Gelatine Tuttigusti+1 e un mazzo di Carte Autorimescolanti da quarantadue.

A capodanno ricevette una lettera di Ron e Harry, portata naturalmente da Edvige (Sia Harry che Ron sapevano che era meglio non usare Errol, il gufo della famiglia di Ron, per le grandi distanze). Hermione lesse ad alta voce la lettera, visto che i suoi genitori insistevano tanto per sapere qualcosa di i sui suoi amici

Cara Hermione, buon capodanno! Siamo Harry e Ron, come avrai già capito, e qui ci stiamo davvero divertendo moltissimo. Il castello, a Natale, è veramente bello. Nella Sala Grande ci sono tantissimi alberi di Natale tutto intorno, vicino ai muri, e uno gigantesco dietro al tavolo degli insegnanti, con delle fate sedute sui rami al posto delle palline. Ci sono sempre gli stendardi appesi e Gazza ha pulito tutto da cima a fondo. A proposito di Gazza, dovresti vedere cosa ha fatto Pix a Mrs Purr l’altro giorno: le ha rasato completamente il pelo! Gazza era furioso e ha punito Fred e George, anche se sapeva che era stato Pix. Secondo Fred il cervello Gazza ce l’ha nei calzini (chissà che puzza!), anche perché è seriamente convinto che "l’euforia natalizia sfocerà entro breve in duelli magici nei corridoi" e così costringe i prefetti a fare avanti e indietro nei corridoi tutto il giorno. Harry ha ricevuto un mantello dell’invisibilità, ti rendi conto? Sono molto rari (ma sono sicuro che lo sai, tu sai sempre tutto)! Speriamo di vederti presto.

Già, quasi dimenticavo: ancora niente riguardo a chi-sai-tu. E neanche Hagrid vuole dirci nulla.

Buona fortuna tra i babbani e ancora buon capodanno,

Harry e Ron

-Chi sono Gazza, Mrs Purr, Pix e Hagrid?- domandò Christine sbucciandosi una mela.

–Gazza è il custode di Hogwarts, Mrs Purr la sua gatta, sono veramente severi. Pix è un Poltergeist e Hagrid è il Custode dei Luoghi e delle Chiavi di Hogwarts e il guardacaccia.- rispose Hermione. Fortunatamente, la madre non aveva notato il breve accenno di Ron a Harry a Nicolas Flamel.

La mattina dell’epifania, Hermione doveva prendere nuovamente il treno per tornare finalmente a Hogwarts. Trascinandosi dietro il baule, entrò è si sedette in uno scompartimento cercando di evitare di farsi vedere da Malfoy, che sedeva in una delle cabine accompagnato naturalmente dalle sue due pseudo-guardie del corpo, Tiger e Goyle, e da una ragazza dai lineamenti duri che Hermione ricordò essere Pansy Parkinson. Serpeverde, naturalmente. Quando il treno partì, iniziò di nuovo a sentirsi a casa.

_________Nota di Herm90

Saaaaaaaaaaalve! Scusate se non aggiorno da tanto, ma sapete com'è, la scuola, le materie impossibili, mio fratello che non molla il computer...

Intanto, grazie mille a Giuly Weasley e a Keloryn, che hanno commentato il capitolozzo precedente... GRAZIE!

Ordunque, che dire? Solo... commeeeeeeeentaaaaaaaaaaaateeeeeee! XD

Bacioni a tutti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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