Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Ornyl    21/02/2012    0 recensioni
Isabel si risveglia distesa a terra,su un tappeto di foglie. Ha mal di testa e,con una mano in fronte,comincia a guardarsi intorno:il cielo grigiastro e le montagne si riflettono sul lago e uno stormo di passeri attraversa l'aria. Cosa ci fa lì,distesa a terra,davanti al lago artificiale poco fuori la città?Non ricorda nulla,nemmeno che giorno fosse.
Poi però capisce di essere morta,senza sapere come e quando.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(capitolo aggiunto solo adesso,chiedo venia)
 
19
 
Quella notte pensai anche tanto ad Alvin.
Alvin,specie di ..non so cosa accidenti sia tu .. perchè sei capitato nella mia vita?
Perchè? Perchè prima mi hai distrutta dentro,poi fuori?
 
Ricordo tutto come se fosse ieri.
Quel giorno,quel maledetto giorno,c'era il sole. E io stavo prendendo la metropolitana insieme a Rosie e Sydney.
Già,Sydney. La sua compagna di classe,splendida,con i suoi capelli corvini e i suoi occhioni verdi. Insieme a Rosie erano proprio un bel duetto accompagnato da un giullare di corte dal nome di Isabel.
Alvin sedeva poco distante. Aveva in mano la sua Polaroid e indossava la sua maglietta dei Guns'n'Roses,il suo gruppo preferito. E i suoi occhi,maledetti,i suoi occhi maledetti. Così piccoli ma così ..così .. Smisi di respirare quando si voltò verso di noi e disse:-Hei!-
Rosie e Sydney lo salutarono sorridendo magnificamente con i loro denti bianchissimi. Mi limitai ad accennare un lievissimo sorriso.
- Come stai,Al?-
- Bene,ragazze ..Voi?-
Non osavo parlare,ma mi limitavo ad osservarlo. Non avrei mai scordato il colore dei suoi capelli,luccicanti di biondo sotto il neon,la smorfia beffarda che mi rivolse. La prima volta non aveva la barba,ma solo un accenno sul mento.
Ci incontrammo una,due,tre volte circa. Avevo iniziato a prendere la metro da sola e mi aveva riconosciuta. 
- Hei,sei l'amica di Rosie e Sydney,giusto?-. Appena sentii la sua voce arrivare alle mie orecchie e i suoi occhi fissarmi avvampai. E lui,disgraziatamente,lo notò.
- Cos'hai?-sorrise,aumentando il mio rossore-Sei rossa in viso-
Guardai in basso.- Solo un po' ..Po' ..di-di cal-caldo ..-. 
Mi sorrise e si accomodò accanto a me. Parlammo delle nostre scuole,dei nostri gusti musicali. Lui faceva il fotografo,suonava il basso e aveva un piccolo gruppo.
Poi mi porse un fogliettino:-Questo è il mio numero di casa. Quando vuoi,ci sentiamo e usciamo. Ciao,Bell!-
Il mio cuore era a mille. A momenti sarebbe schizzato fuori dalla cassa toracica. Quel suo sorriso,quel suo sorriso! E quegli occhi piccoli ma luccicanti come stelle ..
Dopo circa due uscite capii che ero cotta a puntino. Lo confessai al telefono a Rosie,che quella sera mi rise in faccia.
- Alvin? Oddio,Isabel! Lui è sicuramente un bravo ragazzo ..Ma non puoi dirmi che sia granchè,scusa ...-
Quando uscivamo scherzava con noi tre,ma io gli stavo sempre accanto. E lui se ne accorgeva,sorrideva e mi faceva il solletico. E il mio cuore pulsava,pulsava,come se volesse urlarmi:- Fai smettere a quel tizio di essere così ..Adorabile!-.
Sydney e Rosie gli lanciavano qualche frecciatina e lui ne pareva felice. In effetti,Rosie e Sydney erano splendide e lui evidentemente lo capiva,come lo capivano tutti gli altri della comitiva(non c'era ragazzo che non le guardasse ..). 
Ma forse continuavo a credere alla speranza,allora.
A volte uscivamo noi due da soli. Da lontano sembravamo padre e figlia:lui,anche se non era alto affatto(poco di più di me),era grande e mi proiettava una specie di protezione che forse nemmeno voleva darmi. Una volta mi riparò col suo ombrello e mi condusse fino a casa sua,cinque minuti per bere un tè. Era serio e io ne avevo una strana paura.
- Bell ..-
-Dimmi,Al ..-
- Forse hai già ..-
- Già cosa?-
- Capito ..-
Ebbi un presentimento che mi gelò le ossa.
- Capito cosa?-
- Mi piace Sydney ..-
Ebbi un tuffo al cuore. Forse era esploso. Lo so,lo so,era una piccola stupidaggine adolescenziale,ma a chi non è capitato?
Un qualcuno ci sta sempre male,io passai un pessimo Ringraziamento a sospirare.
Poco dopo confessai io e mi guardò tristemente:- Oh,Bell ..-. Quel pomeriggio eravamo tristi insieme,condividevamo la stessa pena. E lui era bello comunque. Cercammo di non pensarci più,eppure vedevamo che i suoi occhi erano sempre rivolti ad altro. Cercavo di abbracciarlo,per dirgli:- Al,anche se non sono lei,per favore,posso provare ad essere lei?-
Ma,come delle splendide rose colte nel momento della loro fioritura e lasciate in un vaso,tutto appassì. Non lo vedetti più,se non quando passava da scuola mia per salutare qualche amico.
Era come se volesse la sua tristezza in piena luce. La mia non importava,e nemmeno le lacrime lo smuovevano. Mi dimenticò e così feci anch'io. Ma l'orgoglio me lo presentava sempre davanti,piangevo la notte senza un motivo domandandomi sempre:-E se ..? E se..?-. Odiavo Rosie,odiavo Sydney e odiavo me.
Che non ero bella abbastanza,carismatica abbastanza,grande abbastanza. Che non ero abbastanza niente.
Fortunatamente ci fu Joe.
 
Poi quel pomeriggio. Stavo ritornando a casa,finchè una macchina argentata si accostò al marciapiede. Era lui.
- Bell! Come stai?-
Tremavo. Il sangue mi pulsava nelle tempie. Bell? Bell? Dopo tutto questo tempo?
- Bene,Al ..tu?-
- Bene,bene! Lo vuoi un passaggio? Sto andando verso il centro,ti accompagno a passaggio ..Per non farti fare tanta strada!-
So che non avrei dovuto farlo ma la mia mano aprì istintivamente la portiera. Mi sorrise e alzò il volume della radio.
Mentre guidava mi osservava.
- Allora,Bell ..Cosa mi racconti di nuovo-
- Niente-dissi seccamente. Sì,ero una persona molto orgogliosa.
Mugolò e annuì,lanciando ogni tanto qualche occhiata. E sorrideva,sorrideva compiaciuto.
Deglutii.
Non mi accorsi tardi che stavamo prendendo una strada diversa e stavamo uscendo dalla città.
- Alvin ..Casa mia è dall'altra parte ..-
Ma non mi ascoltava e guardava dritto,sorridendo ancora. Quel sorriso che avevo amato adesso mi faceva paura. Aveva anche una strana barba che gli allungava il mento.
Prendemmo una strada tra gli alberi che costeggiava il lago artificiale. Avevo paura,e avevo ragione.
- Alvin,dove cazzo stai andando?-. Arrivammo alla mia riva e ci fermammo.
Mi ordinò di mettermi nei sedili posteriori e poco dopo mi raggiunse. Mi fece distendere e si mise a cavalcioni sopra di me. Impallidii.
Sentii la sua barba sfiorarmi il collo e i suoi occhi chiudersi.
- Bell ..Mia cara ..-raggelai-Sei fatta splendida,lo sapevo ..-
Iniziò a baciarmi sul collo e ad accarezzarmi le spalle. Tentai di divincolarmi e cercai di urlare,ma il cuore che pulsava nelle mie orecchie non mi faceva sentire la mia voce.
- Lasciami,Alvin! Ti ordino di lasciarmi!-
Ma non mi ascoltò ancora una volta. Si abbassò la zip e strabuzzai gli occhi. Era eccitato,i suoi occhi piccoli e strambi parlavano da soli.
- Sei bella,come lo sei sempre stata,mia cara Bell ..-
No,Alvin. No. Pregai perchè questo fosse almeno un incubo.
E non lo fu. 
Poi mi colpì con un pugno sulla fronte. Poi me ne diede un altro. Non riuscivo a muovermi nè a difendermi. La vita mi abbandonava.
Poi il buio.
 
Quella notte,prima di chiudere gli occhi anch'io,guardai Claire e la povera Dakota che stava cadendo nella rete di quel mostro. Povera Claire,anche lei. Riuscii a vedere i suoi sentimenti e i suoi ricordi. Claire pensava come se fosse stata viva e riuscivo a vedere i suoi pensieri.
Primo San Valentino con Alvin.
Una canzone dedicatale.
Una serata bellissima insieme.
Il primo bacio a scuola.
Poi un oceano di lacrime.
Probabilmente simile a quello mio. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Ornyl