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Autore: JeffreyCROW    21/02/2012    2 recensioni
Scappare di casa per seguire strade sconosciute,
mentire alle persone importanti della propria vita,
cambiare completamente identità.
Oh, cosa non si farebbe per seguire i Guns n' Roses in tour!
-I primi sei capitoli sono d'introduzione, i Guns arriveranno dal settimo.
Quindi la storia ha in un certo senso due inizi: potete inizarla dal capitolo 1 o dal capitolo 7.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2 luglio 1987

"Sei stata fantastica, honey!"

Il concerto era finito e Slash si era lasciato andare, un po' brillo, in adulazioni per Michelle, che sorridente si faceva abbracciare dai membri della band.

Il pubblico aveva apprezzato la "misteriosa ragazza dalla chitarra rossa", a giudicare dalle grida esaltate che si erano levate alla fine della sua esibizione.

Si era divertita infinitamente, suonare in concerto davanti a migliaia di persone era il suo sogno da anni, e non riusciva ancora a credere di averlo fatto.

Fino a pochi giorni prima non avrebbe mai immaginato che il suo viaggio azzardato potesse diventare così esilarante ed esagerato!

Seduta per terra nel backstage stava capendo per la prima volta cosa volesse dire vivere ed essere liberi, anche se la sua libertà era appesa al filo di un rasoio.

Sorrise tra se e se, chiuse gli occhi ed appoggiò la testa al muro, stanca ma felice.

Un rumore di passi la distolse dai suoi pensieri; alzò gli occhi e vide Axl che la guardava dall'alto, ammiccando; si piegò sulle ginocchia in modo da portare i loro visi sullo stesso livello.

"Non mi avevi mai detto di essere così brava a suonare. A dire il vero non mi avevi neanche detto che oggi avresti suonato con noi, ma sono felice che tu l'abbia fatto."

Michelle arrossì e piegò la testa. "Beh, non te l'ho detto perché tu mi odi."

"No, tu mi odi."

La ragazza lo guardò con occhi umidi. "Se fosse così ci sarebbe un motivo."

Il rosso abbassò lo sguardo in segno di pentimento e portò le mani sui suoi fianchi.

"Forse mi sono comportato così perché odio ammettere, o anche solo accettare, il fatto di essermi innamorato per la prima volta."

Un silenzio pesante invase il corridoio.

Michelle era confusa; William non era di certo un ragazzo facile da capire.

"Perché dovrei crederti?"

"Oh, per favore Michelle! Adesso dovresti dirmi che anche tu sei innamorata di me dal primo momento in cui mi hai visto e che ti dispiace per quello che è successo! Non puoi rovinare tutto…"

"Axl, sei solo un bambinetto viziato! Potrò dirti queste cose quando mi dimostrerai che lo credi davvero, non ho intenzione di dire e fare tutto ciò che vuoi e di perdonarti solo se mi dici quattro smancerie. Ti prego, non essere sempre così infantile."

Si alzò e se ne andò con passo pesante, lasciando il ragazzo spiacevolmente stupito seduto a terra, a seguirla con lo sguardo.

Uscì nell'aria fredda della sera, alla ricerca di un pub.

Svoltò in una stradina tra due case di mattoni rossi, camminando tranquillamente, fiera di se per essere riuscita a resistere all'affascinante rosso.

Forse un giorno sarebbe maturato anche lui, e allora l'avrebbe perdonato. 

Dopo pochi passi si accorse di trovarsi in un vicolo cieco. Sbuffò e girò sui tacchi, quando vide che qualcuno si era fermato proprio dietro di lei. 

"Ciao, Michelle. Come stai?"

"Cosa diamine ci fai qui James?"

"Potrei farti la stessa domanda… Ho sempre saputo dove sei, ho i miei contatti. Ringrazia solo che non l'ho detto ai tuoi."

"Cosa vuoi?"

"Torna a casa con me…"

"No, non tornerà a casa con te perché deve restare con me!" Axl apparve alle loro spalle e abbracciò la ragazza da dietro.

"Oh Bill, non dirmi che mi hai seguito anche tu!"

"Certo che sì, honey. Bill non si arrende facilmente."

La baciò delicatamente sul collo.

"Oh, quindi tu sei il famoso Axl Rose. O dovrei dire William? Bene, sappi solo che se Michelle non tornerà a casa con me di sua volontà, dirò ai suoi genitori dove si trova e ti denuncerò per rapimento."

"Poppante, vorrei farti notare che la tua credibilità è sotto terra."

"Tra un po' l'unica cosa che sarà sotto terra sarà la tua fedina penale!"

Il rosso si lanciò verso di lui colto dalla rabbia, e gli tirò un pugno dritto sul naso, che scrocchiò in un rumore inquietante.

James non ebbe neanche il tempo di difendersi che il rosso lo colpì nello stomacò e lo spinse a terra, facendolo svenire.

Nonostante a prima vista non sembrasse muscoloso, disponeva di una forza incredibile ed era in gran forma.

"Axl! Cosa caspita hai fatto? Sei impazzito? Datti una calmata, non ti aveva detto niente di offensivo."

Come risposta alle urla di Michelle, il cantante prese in braccio il corpo di James privo di sensi e si incamminò verso l'hotel.

"Odio quando le persone minacciano per cose che non si hanno fatto. Troverò una soluzione all'ennesimo guaio che ho combinato, tranquilla."

***

Sentiva il petto di Axl che si alzava e si abbassava a ritmo col suo respiro sotto alla sua testa.

La stanza era fredda, ma le coperte e le braccia del rosso avvolte attorno a lei la scaldavano.

Non era riuscita a resistergli.

Avevano rinchiuso James, ancora privo di sensi, in una stanza e l'avevano lasciato lì a riprendersi, quasi fosse un film d'azione.

Avrebbero parlato con lui non appena fosse stato meglio.

Al loro ritorno non c'era ancora nessuno nella suite e quindi erano andati nel soggiorno a bere qualcosa.

Avevano mandato giù un bicchiere dopo l'altro in silenzio, fino a che l'alcool non aveva alterato le loro menti. 

Le loro labbra si erano incontrate, quasi casualmente, ed ora si trovavano in quel letto, nudi, a dormire abbracciati l'uno all'altra.

Ma in fondo Michelle era felice così.

Sorrise tra se e se; Axl a letto era fantastico, anche meglio di Slash.

Era entrato in lei delicatamente, senza farle male, e era riuscito a mandare via, in un'ora di amore, tutte le sue preoccupazioni e il suo malumore.

Era rimasto ad osservarla e ed accarezzarle i capelli anche dopo essere venuto, si era preoccupato di chiederle se le era piaciuto.

Forse non era davvero un duro, come si atteggiava a essere, forse le cose che le aveva detto prima nel backstage erano vere.

Ed ora dormiva beatamente vicino a lei, sembrava quasi un bambino; gli angoli delle labbra leggermente inclinati verso l'alto, i capelli ramati tutti scompigliati, le braccia sotto il cuscino.

Si stava pian piano assopendo anche lei quando un urlo agghiacciante ruppe il silenzio della suite.

Duff entrò nella loro stanza come una furia, urlando.

"Axl, brutto stronzo che non sei altro! Come ti è saltato in mente di mettermi il gelato nel letto?! Sei impazzito? Guarda i miei capelli, guardali. Li avevo appena lavati e ora sono pieni di gelato. Ti odio."

William guardò confuso l'amico che usciva sbattendo la porta, fece spallucce e riprese a dormire.

  
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