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Autore: Mia Swatt    22/02/2012    11 recensioni
[ Questa storia è ispirata all'omonima trilogia tedesca dell'autrice Kerstin Gier. ]
Isabella Swan è, all’apparenza, una ragazza semplice e normale. Abita – insieme alla sua numerosa famiglia – in un antico palazzo nel cuore di Londra e frequenta la prestigiosa Saint Lennox High School. La sua migliore amica, Angela Weber, è convinta che la sua vita sia più che affascinante, ma Bella non si trova d’accordo. Da quando si è dovuta trasferire a casa di sua nonna, Lady Lillian, la sua vita sembra sensibilmente peggiorata. Lady Lillian comanda tutti a bacchetta; Zia Victoria la considera una ragazzina troppo superficiale e non all’altezza del nome degli Hale; e poi c’è Tanya, sua cugina. Capelli biondi, occhi celesti, impeccabile in tutto quello che fa, prima della classe a scuola e con un sorrisetto sempre stampato in faccia. Ma la famiglia Hale possiede un segreto: da generazioni, infatti, viene tramandato un gene capace di far viaggiare nel tempo. È Tanya la prescelta e Bella non la invidia per niente. Poco importa se Tanya sarà accompagnata, nei suoi viaggi nel passato, dall’affascinante Edward Cullen, l’altro prescelto: capelli castano-bronzei, occhi verdi e sorriso sprezzante… Ma si sa: nessuno sfugge al proprio destino.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buongiorno a tutti! E' vero, per me quest'orario è insolito, ma oggi lavoro di pomeriggio e non volevo far saltare la pubblicazione del capitolo o postarlo in orari impensabili! Perciò eccomi qui :) non avendo troppo tempo non mi perdo in chiacchiere. L'unica cosa che vi dico è di stare molto attente alle frasi che metto prima di cominciare ogni capitolo, perché sono fondamentali per la storia... Detto questo, ecco il capitolo! Buona lettura!

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2.


« Dodici colonne sostengono del tempo il maniero,
Dodici bestie reggono l'impero.
Il falco è pronto a ergersi fiero.
Il cinque è chiave e fondamento vero.
Nel cerchio dei dodici, il dodici è il due invero.
L'aquila spunta per settima, ma è terza davvero. »

Dagli scritti segreti del conte di Saint Germain
[ Tratto da Red, di Kerstin Gier. ]


La mattina dopo mi svegliai con due borse impressionanti sotto gli occhi. Avevo dormito a fatica, scossa e agitata, a causa di quello che era successo al piano di sotto, poche ore prima. Percepivo ancora il senso di nausea. Mi alzai a fatica, anticipando di mezzora la sveglia. Avevo bisogno di una doccia fredda!
Mi diressi in bagno e girai il pomello del doccione perché l’acqua uscisse velocemente. Solo quando cominciai a spogliarmi una domanda si fece strada nella mia mente… Oddio! E se dovessi scomparire sotto la doccia?, arretrai spaventata e rivoluzionai i miei programmi post-sveglia.
Misi la mia tuta preferita – quella viola e grigia, della Freddy – e mi stesi a terra per fare un po’ di ginnastica: flessioni, addominali, esercizi per i glutei.
Le ore passarono in fretta, non senza che la mia mente ripercorresse per l’ennesima volta quello che mi era successo: non riuscendo a dormire, scesi di sotto per farmi una tisana rilassante; avevo crampi allo stomaco e forti mal di testa, così presi la decisione di uscire in cortile, per prendere un po’ d’aria. Dopodiché accadde tutto velocemente: giramento di testa, stomaco sottosopra e, ciliegina sulla torta, il mio primo salto temporale incontrollato!
<< Diamine, sono proprio sfortunata, però! >> sussurrai, finendo la mia terza serie di addominali.
<< Bella? >> chiamò mia madre, intrufolandosi lentamente nella mia stanza << Sei già sveglia? A quest’ora? >> domandò, strabuzzando gli occhi. Per poco la tazza di caffè non le cadde dalle mani.
<< Ehi, non guardarmi così! Qualcuno potrebbe pensare che sia una dormigliona senza speranza!
<< Anche una ritardataria senza speranza, tesoro. >> replicò, sorridendomi calorosamente.
<< Ma quanto amore materno… >> la canzonai, tirandomi su.
<< Sciocca! >> disse Renée, dandomi una spallata << Sai che ti voglio un mondo di bene. >> e mi avvolse in un caldo abbraccio.
<< Anche io, mamma. >> risposi, ricambiando il suo gesto.
Restammo così – io in tuta, anche piuttosto sudata, e lei in vestaglia da notte – per un tempo che mi parve infinito. Forse dovrei parlargliene…, pensai. Ma cosa potevo dirle? “Ehi, mamma! Prima che mi dimentichi, credo che questa notte abbia fatto un salto incontrollato nel tempo! Uh, cosa c’è per colazione?”. No, meglio di no. Avrebbe sicuramente pensato che, a causa delle pressioni a cui ero sottoposta per via di Tanya, stessi cercando attenzioni.
<< Ti vedo pensierosa questa mattina, Bella. >> sussurrò mia madre, scostandosi un po’ per vedermi in viso << Sicura di star bene? >>
<< Sì. >> affermai, ma l’insicurezza si fece strada dentro di me. È tua madre, idiota!, disse quella che doveva essere la voce della mia coscienza. Non ti prenderà di certo per una pazza o, peggio, per una bimba capricciosa! Apri quella bocca, avanti! << Mamma, io dovrei dirti una cosa. >> stavo per riaprire bocca, quando la sveglia sul mio comodino cominciò a suonare.
Mi staccai da mia madre e corsi a spegnerla. Faceva un frastuono unico! Mi sedetti sul letto e sospirai angosciata; forse quello era un segno, dovevo tenere la bocca chiusa.
<< Allora? >> domandò mia madre, raggiungendomi sul letto << Di cosa volevi parlarmi? Abbiamo ancora qualche minuto, prima che tu ti prepari per la colazione. >> non risposi subito. Fissai mia madre a lungo, chiedendomi come mai non avessi preso lo splendido azzurro dei suoi occhi oppure, per dirne un’altra, i fantastici riflessi dorati dei suoi capelli. Avevo preso completamente da mio padre, invece. Charlie, infatti, era un uomo molto bello e, a tratti, affascinante. Aveva i capelli corvini e gli occhi di un nocciola molto scuro. Fisicamente erano due persone totalmente diverse! Mia madre, infatti, poteva benissimo passare per una modella in pensione – a causa della sua adulta età. Charlie, dal canto suo, era un ottimo avvocato, nell’ambito della tutela dei minori.
<< No, nulla. Era una cavolata a dire il vero! >>
<< Dimmela comunque, questa cavolata. >>
<< Alla prima ora c’è Trigonometria e… >>
<< Non pensarci neanche, Isabella Swan! >> disse mia madre, scattando in piedi << Già la odi, quella materia, e questo ti impedisce di applicarti a dovere! Non otterrai un permesso per entrare l’ora dopo. Scordatelo, tesoro! >>
<< Beh, ehm… Ci ho provato! >> sussurrai, mordendomi il labbro inferiore.
<< Muoviti a cambiarti, tesoro, o la nonna si infurierà di nuovo. >>
<< E quando non si infuria? >> sussurrai, camminando verso l’armadio, per recuperare la mia solita divisa scolastica.
<< Ti ho sentito, Bella! >> urlò mia madre, direzionandosi verso le scale.
Ops!, pensai, ma subito dopo stavo già ridendo.

* * *

Il Martedì era il giorno più noioso e assolutamente meno producente di tutta la settimana.
Alla prima ora c’era il professor Snyder con la sua dannata Trigonometria – di cui capivo sì e no la metà della metà della lezione –, seguivano due ore di Educazione fisica – che detestavo con tutta me stessa, a causa della mia poca coordinazione cervello/arti –, spagnolo e inglese. Una pausa pranzo di quaranta minuti, dopodiché l’una lezione che aspettavo di buon grado: Letteratura.
<< Bella, sei strana oggi. >> sussurra Angela, seduta al mio fianco << Va tutto bene? >>
<< Certamente, perché me lo chiedi? >> risposi, senza smettere di prendere appunti.
Mi trovavo all’ultimo anno di liceo, ciò significava che dovevo mettermi sotto a seguire le lezioni. Dopodiché avrei conseguito il mio onorato diploma e me ne sarei andata via da questa città, ma – soprattutto – dalla pazzia della mia “famiglia”.
Adoravo mia madre e mio padre, volevo molto bene anche alla prozia Jenna, ma non avrei tollerato ancora a lungo mia cugina, insieme alla sua odiosa mamma e a nostra nonna – ribattezzata da me come Hitler in gonnella, alias Lady Lillian.
<< Bella, ma mi stai ascoltando? >> domandò ancora Angela, sbuffando.
<< Scusa, oggi sono un po’ distratta. >> risposi, passandomi una mano tra i capelli sciolti.
<< Me ne sono accorta… Anche a pranzo non hai mangiato nulla e, scusami se te lo dico, amica mia, hai un aspetto di merda. >> mi voltai di scatto, alzando un sopracciglio.
<< Oh, grazie, Angy! Ma ti prego, contieniti con tutti questi complimenti, potrei montarmi la testa! >> di tutta risposta, soffocò una risatina.
<< Dopo scuola vengo da te e mi racconti tutto ciò che affligge la tua anima! >>
<< Affligge la mia… cosa? >> chiesi, abbastanza confusa << Da quand’è che parli in questi termini? >>
<< Questa notte non riuscivo a dormire, così ho acceso la tv e ho guardato un documentario, molto interessante tra l’altro, sui problemi umani. Beh, Bella, non ci crederai! Ma i problemi della nostra società affliggono più la nostra anima che il nostro corpo! Roba da non crederci. >>
<< Già. >> risposi ancora più confusa << Roba da pazzi, direi. >>
<< Signorina Weber e signorina Swan! >> chiamò la professoressa Montrose << Vi sto forse annoiando? >>
<< No, Miss. >> rispondendo in coro io e Angela << Ci scusi. >> aggiunsi, volendo sprofondare nel banco.
<< Volete deliziarci delle vostre chiacchiere, ragazze? >> di tutta risposta, io e Angy, facemmo di no con la testa.
<< Stavano organizzando il loro pomeriggio, Miss Montrose. >> parlò Tanya, che sedeva dietro di noi, insieme all’inseparabile Jessica Stanley.
<< Grazie mille, signorina Denali, ma nessuno l’aveva chiamata in causa. >>
<< Ho semplicemente pensato di fare la cosa giusta, Miss. >> incalzò mia cugina, costringendomi a voltarmi per fulminarla. Lei, spavalda come sempre, mi sorrise gentile, ma dietro quel gesto si nascondeva la pura malvagità. Anche Lucifero – che credevo seriamente essere il suo vero padre – sarebbe scappato terrorizzato al suo cospetto.
<< Swan e Weber, >> ci chiamò la professoressa << vi tratterrete un’ora in più alla fine delle lezioni. >>
<< Come vuole, Miss. >> rispondemmo, e percepii un ghignò proveniente dalle mie spalle. Questa me la paghi, cugina!, pensai digrignando i denti.
<< Aprite il libro a pagina 467. >> disse la professoressa << Newton, leggi il sonetto ad alta voce e poi fammi una parafrasi corretta. >> aprii il volume di letteratura alla pagina indicata e sperai che quella giornata finisse in fretta. Molto in fretta.

<< Che palle! >> sbottò improvvisamente Angela << Non ce la faccio più! Avrebbe potuto darci anche una punizione un po’ più impegnativa! Che fine hanno fatto le fustigazioni corporali? >>
<< Ma sei forse impazzita, oggi? >> chiesi, alzando un sopracciglio e rimettendo sul tavolo della biblioteca il mio libro di Chimica << Davvero, tesoro, sono seria! Ti fa male non dormire la notte. >>
<< Siamo chiuse qui dentro perché quella stronza di tua cugina non sa farsi i fatti propri! >>
<< Dimmi qualcosa che non so… >> risposi distratta, mentre scrivevo qualche formula utile per il compito di domani.
<< Bella, smettila di fare la secchiona! E dimmi qual è il problema. >>
<< Credo di aver fatto un salto incontrollato, questa notte. >> sputai fuori, senza neanche alzare lo sguardo. Un tonfo mi fece sollevare il capo, ma di fronte a me non c’era più, la mia amica << Angela! >>
<< Sono qui! >> disse, con voce stridula << Per terra, Bella. Credo di essermi ribaltata per lo stupore. >> scattai in piedi, raggiungendola.
<< Oh, miseria! >> urlai e l’aiutai ad alzarsi << Ma stai bene? Hai battuto la testa, ti sei fatta male? >>
<< No, ma dico io… Come accidenti ti viene in mente di dire una cosa simile come se mi stessi enunciando la formula chimica dell’ossigeno!? >>
<< E come avrei dovuto dirtelo, scusa? >>
<< Che ne so, potevi prepararmi psicologicamente, prima! >> alzai gli occhi al cielo, rimettendola in piedi, e tornai al mio posto.
<< Non ne sono nemmeno sicura, Angy. >> mi affrettai a spiegare << Voglio dire, potrebbe anche essere stato solo un incubo. >>
<< Incubo? Bella, dannazione, ma sarebbe una figata assurda! >> strillò, fortuna che in biblioteca non c’era nessuno << Sai come roderebbe quella serpe di Tanya? >>
<< Angela, al momento non mi interessa nulla di Tanya, ok? Sai cosa significa entrare a far parte del cerchio dei dodici? >>
<< No, perché, tu sì? >>
<< No. >> risposi all’istante << Non del tutto almeno, ma so che non sarebbe una “figata” come dici tu. Inoltre, la mia vita cambierebbe radicalmente, più di quanto sia cambiata in questi anni… E sinceramente non mi va, capisci? Non voglio diventare un fenomeno da baraccone. >> sentii Angela sbuffare e il mio stomaco svuotarsi.
Mi appoggiai allo schienale della sedia, premendo una mano lì dove sentivo il fastidio. Era come se non mangiassi da mesi. Stavo davvero cominciando a stufarmi.
<< Bella, tutto ok? >>
<< Non molto, mi gira la testa e mi fa male lo stomaco. >>
<< E sei ancora convinta di aver solo “fatto un incubo”? >> domandò, facendo le virgolette con le dita. La fulminai all’istante, forse – e volevo sottolineare il “forse” – era solo un po’ di influenza. Qualche medicinale e sarebbe passato tutto.
La mezzora seguente, grazie al cielo, passò alla svelta. Angela, dopo il mio breve malessere, insistette per accompagnarmi a casa – anche se la sua era nel quartiere completamente opposto al mio.
Ci trovavamo sulla King’s Road, la strada che passava al centro del quartiere di Chelsea. Era qui che, negli anni Sessanta, la famosa Mary Quant inventò la minigonna; era sempre qui che, ancora oggi, risiedevano i più importanti colossi della moda, affiancati da piccoli negozi tipicamente inglesi, dove si potevano trovare capi di altissima qualità.
<< Oh, no! >> annaspai, sentendo nuovamente quella strana vertigine. Lo stomaco si contorse in modo atroce e la testa cominciò a girarmi come una trottola; tutto intorno a me si fece scuro e incolore e, esattamente come era comparsa, la vertigine scomparve nel nulla. Ed io, purtroppo, sparii con lei.
Evitai, a primo acchito, di aprire gli occhi. Se non li avessi aperti, forse, tutto questo sarebbe sparito nel giro di poco tempo. È tutto un sogno, Isabella, pensai, evidentemente sei svenuta. Sei crollata in mezzo alla strada e hai battuto la testa. Sicuramente è successo questo… Spiegherebbe anche perché non sento più dolore, sono svenuta.
Il suono di un vecchio clacson mi fece spaventare, costringendomi ad aprire gli occhi. Ero in mezzo alla strada e un’auto d’epoca per poco non mi venne addosso.
<< Le sembra modo di aggirarsi così in mezzo alla strada, signorina? >> urlò il guidatore.
<< Oh, merda! >> strillai, togliendomi dalla strada << No, non può essere. Sto sognando! Maledizione, maledizione! >> cercai di respirare e mi guardai un po’ intorno.
Tutto era molto antico. Mi trovano ancora sulla King’s Road, ma aveva un’aria più nuova e pulita, che a me sembrava, però, vecchio stile. I vestiti e le persone sembravano uscire da qualche film storico; mi vennero in mente libri come La caduta dei giganti, di Ken Follett, Quattro inglesi aristocratiche – Le vite inquiete delle sorelle Lennox, di Stella Tillyard, o il film di James Cameron, Titanic.
<< Tutti ambientati nel Novecento. >> parlai a voce alta, senza volerlo realmente fare. Sospirai pesantemente, ma all’improvviso venni catapultata da dove ero venuta.
Ad accogliermi, trovai un’eccitata Angela.
<< Oh. Mio. Dio! >> disse, guardandomi con occhi brillanti << Sei sparita, Bella! Sei sparita! Per… >> continuò, guardando l’orologio << …otto minuti e venti secondi! Eri qui e un attimo dopo, puff! Che gran… >>
<< Angela! >> la interruppi all’istante << Non ti azzardare a dire “che gran figata!”. >>
<< Bella, sei tu la dodicesima viaggiatrice. Ecco perché Tanya non ha ancora fatto il salto, non potrà mai farlo! >>
<< Se ci stessimo sbagliando? >>
<< Oh, andiamo! >> strillò, mettendosi le mani sui fianchi << Tu stai solo negando l’evidenza! Non vuoi accettare il tuo grande e meraviglioso nuovo futuro! >>
<< Meraviglioso? >> stavo cominciando a perdere la pazienza << Angela, ti ricordi quello che ti ho raccontato, vero? Sai quanto tempo ha passato mia cugina dietro… dietro a qualunque cosa! Essere a conoscenza di ogni minimo modo di fare, conoscere cinque lingue, sapersi muovere in ogni epoca, tutte quelle lezioni di storia per sapere con precisione tutto ciò che serve sapere! Le lezioni di danza, di equitazione! E la boxe e la scherma? >> conclusi, riprendendo fiato << Se tu avessi ragione, se questi salti fossero reali, allora sei nella merda fino al collo! >>
<< Bella, non sei inferiore a tua cugina. Potresti imparare tutte queste cose anche tu. >>
<< Lei ci ha messo diciasette anni per impararle, Angela! >>
<< D’accordo, d’accordo. >> rispose lei, tentando di calmarmi << Andiamo a casa tua e per il momento non diciamo niente a nessuno. Andiamo su Internet e vediamo dove sei capitata – sempre se sei davvero andata da qualche parte. >>
<< Io opto per la pazzia! Potrei dichiararmi malata mentale. >>
<< Isabella! >> urlò Angela, dandomi uno scappellotto dietro la nuca << Prima andiamo da te, facciamo qualche ricerca e poi decidiamo il dafarsi, chiaro? >> annuii decisa, pregando che non mi desse un altro scappellotto, e ci dirigemmo verso casa mia.

* * *

<< Eccola! >> urlai all’improvviso, facendo spaventare Angela.
Era da più di un’ora che stavamo cercando l’auto che avevo visto, dopo aver fatto il mio secondo salto incontrollato. Ci trovavamo in camera mia, adesso, e Renée ci aveva preparato qualcosa da sgranocchiare con due bicchieri di succo di ciliegia.
<< Il mio timpano ti sta ringraziando, Bella. >>
<< Scusa! >> dissi, baciandole una guancia << Allora, cosa dice? >>
<< Il nome Mercedes Simplex identifica una famiglia di autovetture di lusso prodotta dalla fine del 1901 al 1909 dalla Casa automobilistica tedesca Daimler per essere inserita nella gamma Mercedes. >> disse Angela, leggendo direttamente Wikipedia << Credo che sia un’automobile di importazione, quello che hai visto doveva essere senza ombra di dubbio un riccone! Fatto sta che, secondo quello che leggo, sei saltata agli inizi del secolo scorso. >> non parlai per qualche minuto. Possibile che fossi realmente io, quella a possedere il gene dei Viaggiatori?
<< Secondo me dovresti dirlo a tua madre. >> riprese Angela, finendo il suo succo << Voglio dire, Bella qui non stiamo giocando e tu hai bisogno di aiuto. Dei salti temporali sai poco e niente perché non te ne sei mai interessata molto. Ma rispondiamo ad alcune domande: un salto quando può, ma soprattutto, deve durare? Ci sono rischi che tu possa restare intrappolata in quell’epoca? E, ancora, quanto indietro puoi andare? >>
<< In che senso, scusa? >>
<< Mettiamo il caso che vai indietro di miliardi di anni, quando Londra non esisteva ancora. Cosa potresti fare? >>.
Non avevo ancora pensato a tutto questo. I quesiti di Angela erano sensati, dovevo assolutamente arrivare in fondo a questa questione.
<< Bella, mi stai ascoltando? >>
<< Sì, pensavo solo che hai ragione. >>
<< Come sempre. >> le diedi una spinta amichevole e scoppiammo a ridere << Quanto tempo è passato tra il primo e il secondo salto? >> domandò, una volta tornata seria.
<< Non lo so, credo poco più di dodici ore. >>
<< Quindi, almeno per il momento, dovresti stare tranquilla. >> parlò, grattandosi il mento con fare pensieroso << Dico bene? >>
<< Presumo di sì. >> risposi, anche se abbastanza incerta. Avrei dovuto fare delle domande, ma con chi potevo parlarne? I miei genitori erano esclusi. Tanya e sua madre, figuriamoci! Lady Lillian? Certo, se volevo farmi rinchiudere in un manicomio o diventare il giullare di casa, avevo la strada libera.
<< La prozia Jenna! >> strillai, all’improvviso << Posso chiedere a lei, senza darle molte spiegazioni. È una donna di larghe vedute, lo sai. Non chiederà, ma mi dirà quello che sa. >>
<< E quando avresti intenzione di parlarle? >> chiese Angela, che annuiva soddisfatta.
<< Dopo cena, quando tutti saranno andati nelle loro stanze. >>
<< Va bene. >> rispose Angy, afferrando la sua roba << Io ora vado a casa, Bella. Devo ripassare un po’ per il compito di domani, ma non appena hai parlato con tua zia fammi sapere! Intesi? Io cercherò qualcosa su Internet, non si sa mai che riesca a trovare qualcosa di interessante. >>
<< D’accordo, Angy. >> dissi, accompagnandola al piano di sotto << E grazie mille. >>
<< Lo faccio perché ti voglio bene. >> rispose, abbracciandomi << E poi sai come la penso, per me è una gran figata! >> concluse, scoppiando a ridere, e scomparve, uscendo dal maestoso cancello.
Stavo per chiudere la porta d’ingresso, quando un piede – fasciato da un paio di stivali molto costosi – si frappose tra me ed essa.
<< Non vorrai davvero lasciarmi fuori, Isabella. >> disse Tanya, stracolma di borse piene di vestiti << Anzi, renditi utile! >> e mi ritrovai tra le braccia tutte le sue compere.
<< Ma non dovevi essere alla Loggia con tua madre? >>
<< Sì, ma non è saltata nemmeno oggi. >> rispose zia Victoria, entrando in casa << Mr. Dwyer ha detto che potevamo andare, che evidentemente non era ancora pronta. >>
<< Ma… Mamma! >> la richiamò Tanya, rossa in viso.
<< Cosa c’è? Ho solo detto ciò che comunque avrebbe saputo da mia sorella. >> alzai gli occhi al cielo, portando le borse in salotto. Non sono di certo un facchino!, pensai. In camera sua, se le porta da sola!
<< Ben tornate a casa, mie care. >> esordì Lady Lillian, entrando nella stanza. Con le sue due preferite era sempre garbata e gentile, il Diavolo in lei taceva con loro. Con me, invece… << Isabella, cosa fai lì impalata? >> appunto.
<< Nulla nonna, stavo solo dando una mano a Tanya. Ora che ho finito tolgo le tende! >> dissi e salii in camera mia, mentre attendevo la cena.
Avrei posto molte domande alla prozia Jenna, sperando che lei mi avrebbe dato tutte le risposte che cercavo.
Per tenere la mente occupata, almeno per un po’, ripresi le formule di Chimica e mi misi a ripassare ancora per qualche ora.

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Eccoci qua con il nuovo capitolo! Bella ha compiuto un altro salto, questa volta sotto lo sguardo della sua carissima amica Angela, che cerca in ogni modo di farle capire che non è pazza e che deve accettare il suo nuovo destino. Lo so che vorrete uccidermi per come è finito :P anche io mi ucciderei se fossi in voi! Ma questa storia è davvero piena di concetti, che devono essere appresi poco per volta, altrimenti non ci capireste niente! Perciò, pian piano, tutto verrà capito e svelato... Nel prossimo capitolo Isabella farà una bella chiacchierata con la sua prozia Jenna, ma quando si deciderà ad informare tutti del fatto che è lei - e non Tanya - la dodicesima viaggiatrice?
Il prossimo capitolo verrà pubblicato Mercoledì prossimo! Adesso, perciò, sta' a voi... ;)

Un bacione a tutti! :*

  
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