.
2.
Dodici bestie reggono l'impero.
Il falco è pronto a ergersi fiero.
Il cinque è chiave e fondamento vero.
Nel cerchio dei dodici, il dodici è il due invero.
L'aquila spunta per settima, ma è terza davvero. »
Dagli scritti segreti del conte di Saint Germain
[ Tratto da Red, di Kerstin Gier. ]
La mattina dopo mi
svegliai con due borse impressionanti sotto gli occhi. Avevo dormito a
fatica,
scossa e agitata, a causa di quello che era successo al piano di sotto,
poche
ore prima. Percepivo ancora il senso di nausea. Mi alzai a fatica,
anticipando
di mezzora la sveglia. Avevo bisogno di una doccia fredda!
Mi diressi in bagno
e girai il pomello del doccione perché l’acqua
uscisse velocemente. Solo quando
cominciai a spogliarmi una domanda si fece strada nella mia
mente… Oddio! E se dovessi
scomparire sotto la
doccia?, arretrai spaventata e rivoluzionai i miei programmi
post-sveglia.
Misi la mia tuta
preferita – quella viola e grigia, della Freddy
– e mi stesi a terra per fare un po’ di ginnastica:
flessioni, addominali,
esercizi per i glutei.
Le ore passarono in
fretta, non senza che la mia mente ripercorresse per
l’ennesima volta quello
che mi era successo: non riuscendo a dormire, scesi di sotto per farmi
una
tisana rilassante; avevo crampi allo stomaco e forti mal di testa,
così presi
la decisione di uscire in cortile, per prendere un po’
d’aria. Dopodiché
accadde tutto velocemente: giramento di testa, stomaco sottosopra e,
ciliegina
sulla torta, il mio primo salto
temporale incontrollato!
<< Diamine,
sono proprio sfortunata, però! >> sussurrai,
finendo la mia terza serie
di addominali.
<< Bella?
>> chiamò mia madre, intrufolandosi lentamente
nella mia stanza <<
Sei già sveglia? A quest’ora? >>
domandò, strabuzzando gli occhi. Per
poco la tazza di caffè non le cadde dalle mani.
<< Ehi, non
guardarmi così! Qualcuno potrebbe pensare che sia una
dormigliona senza
speranza!
<< Anche una
ritardataria senza speranza, tesoro. >>
replicò, sorridendomi
calorosamente.
<< Ma quanto
amore materno… >> la canzonai, tirandomi su.
<< Sciocca!
>> disse Renée, dandomi una spallata
<< Sai che ti voglio un mondo
di bene. >> e mi avvolse in un caldo abbraccio.
<< Anche io,
mamma. >> risposi, ricambiando il suo gesto.
Restammo così – io
in tuta, anche piuttosto sudata, e lei in vestaglia da notte
– per un tempo che
mi parve infinito. Forse dovrei
parlargliene…, pensai. Ma cosa potevo dirle?
“Ehi, mamma! Prima che mi dimentichi,
credo che questa notte abbia fatto un salto incontrollato nel tempo!
Uh, cosa
c’è per colazione?”. No, meglio di no.
Avrebbe sicuramente pensato che, a causa
delle pressioni a cui ero sottoposta per via di Tanya, stessi cercando
attenzioni.
<< Ti vedo
pensierosa questa mattina, Bella. >> sussurrò
mia madre, scostandosi un
po’ per vedermi in viso << Sicura di star bene?
>>
<< Sì.
>> affermai, ma l’insicurezza si fece strada
dentro di me. È tua madre, idiota!,
disse quella che
doveva essere la voce della mia coscienza. Non
ti prenderà di certo per una pazza o, peggio, per una bimba
capricciosa! Apri
quella bocca, avanti! << Mamma, io dovrei dirti
una cosa. >>
stavo per riaprire bocca, quando la sveglia sul mio comodino
cominciò a
suonare.
Mi staccai da mia
madre e corsi a spegnerla. Faceva un frastuono unico! Mi sedetti sul
letto e
sospirai angosciata; forse quello era un segno, dovevo tenere la bocca
chiusa.
<< Allora?
>> domandò mia madre, raggiungendomi sul letto
<< Di cosa volevi
parlarmi? Abbiamo ancora qualche minuto, prima che tu ti prepari per la
colazione. >> non risposi subito. Fissai mia madre a
lungo, chiedendomi
come mai non avessi preso lo splendido azzurro dei suoi occhi oppure,
per dirne
un’altra, i fantastici riflessi dorati dei suoi capelli.
Avevo preso
completamente da mio padre, invece. Charlie, infatti, era un uomo molto
bello
e, a tratti, affascinante. Aveva i capelli corvini e gli occhi di un
nocciola
molto scuro. Fisicamente erano due persone totalmente diverse! Mia
madre, infatti,
poteva benissimo passare per una modella in pensione – a
causa della sua adulta
età. Charlie, dal canto suo, era un ottimo avvocato,
nell’ambito della tutela
dei minori.
<< No, nulla.
Era una cavolata a dire il vero! >>
<< Dimmela
comunque, questa cavolata. >>
<< Alla prima
ora c’è Trigonometria e…
>>
<< Non
pensarci neanche, Isabella Swan! >> disse mia madre,
scattando in piedi
<< Già la odi, quella materia, e questo ti
impedisce di applicarti a
dovere! Non otterrai un permesso per entrare l’ora dopo.
Scordatelo, tesoro!
>>
<< Beh, ehm…
Ci ho provato! >> sussurrai, mordendomi il labbro
inferiore.
<< Muoviti a
cambiarti, tesoro, o la nonna si infurierà di nuovo.
>>
<< E quando
non si infuria? >> sussurrai, camminando verso
l’armadio, per recuperare
la mia solita divisa scolastica.
<< Ti ho
sentito, Bella! >> urlò mia madre,
direzionandosi verso le scale.
Ops!, pensai, ma subito dopo stavo
già ridendo.
* * *
Il
Martedì era il
giorno più noioso e assolutamente meno producente di tutta
la settimana.
Alla prima ora
c’era il professor Snyder con la sua dannata Trigonometria
– di cui capivo sì e
no la metà della metà della lezione –,
seguivano due ore di Educazione fisica –
che detestavo con tutta me stessa, a causa della mia poca coordinazione
cervello/arti –, spagnolo e inglese. Una pausa pranzo di
quaranta minuti,
dopodiché l’una lezione che aspettavo di buon
grado: Letteratura.
<< Bella, sei
strana oggi. >> sussurra Angela, seduta al mio fianco
<< Va tutto
bene? >>
<<
Certamente, perché me lo chiedi? >> risposi,
senza smettere di prendere
appunti.
Mi trovavo
all’ultimo anno di liceo, ciò significava che
dovevo mettermi sotto a seguire
le lezioni. Dopodiché avrei conseguito il mio onorato
diploma e me ne sarei
andata via da questa città, ma – soprattutto
– dalla pazzia della mia
“famiglia”.
Adoravo mia madre e
mio padre, volevo molto bene anche alla prozia Jenna, ma non avrei
tollerato
ancora a lungo mia cugina, insieme alla sua odiosa mamma e a nostra
nonna –
ribattezzata da me come Hitler in gonnella, alias Lady Lillian.
<< Bella, ma
mi stai ascoltando? >> domandò ancora Angela,
sbuffando.
<< Scusa,
oggi sono un po’ distratta. >> risposi,
passandomi una mano tra i capelli
sciolti.
<< Me ne sono
accorta… Anche a pranzo non hai mangiato nulla e, scusami se
te lo dico, amica
mia, hai un aspetto di merda. >> mi voltai di scatto,
alzando un
sopracciglio.
<< Oh,
grazie, Angy! Ma ti prego, contieniti con tutti questi complimenti,
potrei
montarmi la testa! >> di tutta risposta,
soffocò una risatina.
<< Dopo scuola
vengo da te e mi racconti tutto ciò che affligge la tua
anima! >>
<< Affligge
la mia… cosa?
>> chiesi,
abbastanza confusa << Da quand’è che
parli in questi termini? >>
<< Questa
notte non riuscivo a dormire, così ho acceso la tv e ho
guardato un documentario,
molto interessante tra l’altro, sui problemi umani. Beh,
Bella, non ci
crederai! Ma i problemi della nostra società affliggono
più la nostra anima che
il nostro corpo! Roba da non crederci. >>
<< Già.
>> risposi ancora più confusa <<
Roba da pazzi, direi. >>
<< Signorina
Weber e signorina Swan! >> chiamò la
professoressa Montrose << Vi
sto forse annoiando? >>
<< No, Miss.
>> rispondendo in coro io e Angela << Ci
scusi. >> aggiunsi,
volendo sprofondare nel banco.
<< Volete
deliziarci delle vostre chiacchiere, ragazze? >> di tutta
risposta, io e
Angy, facemmo di no con la testa.
<< Stavano
organizzando il loro pomeriggio, Miss Montrose. >>
parlò Tanya, che
sedeva dietro di noi, insieme all’inseparabile Jessica
Stanley.
<< Grazie
mille, signorina Denali, ma nessuno l’aveva chiamata in
causa. >>
<< Ho
semplicemente pensato di fare la cosa giusta, Miss. >>
incalzò mia
cugina, costringendomi a voltarmi per fulminarla. Lei, spavalda come
sempre, mi
sorrise gentile, ma dietro quel gesto si nascondeva la pura
malvagità. Anche
Lucifero – che credevo seriamente essere il suo vero padre
– sarebbe scappato
terrorizzato al suo cospetto.
<< Swan e
Weber, >> ci chiamò la professoressa
<< vi tratterrete un’ora in
più alla fine delle lezioni. >>
<< Come
vuole, Miss. >> rispondemmo, e percepii un
ghignò proveniente dalle mie
spalle. Questa me la paghi, cugina!,
pensai digrignando i denti.
<< Aprite il
libro a pagina 467. >> disse la professoressa
<< Newton, leggi il
sonetto ad alta voce e poi fammi una parafrasi corretta.
>> aprii il
volume di letteratura alla pagina indicata e sperai che quella giornata
finisse
in fretta. Molto in fretta.
<< Ma sei
forse impazzita, oggi? >> chiesi, alzando un sopracciglio
e rimettendo
sul tavolo della biblioteca il mio libro di Chimica <<
Davvero, tesoro,
sono seria! Ti fa male non dormire la notte. >>
<< Siamo
chiuse qui dentro perché quella stronza di tua cugina non sa
farsi i fatti
propri! >>
<< Dimmi
qualcosa che non so… >> risposi distratta,
mentre scrivevo qualche
formula utile per il compito di domani.
<< Bella,
smettila di fare la secchiona! E dimmi qual è il problema.
>>
<< Credo di
aver fatto un salto incontrollato, questa notte. >>
sputai fuori, senza
neanche alzare lo sguardo. Un tonfo mi fece sollevare il capo, ma di
fronte a
me non c’era più, la mia amica <<
Angela! >>
<< Sono qui!
>> disse, con voce stridula << Per terra,
Bella. Credo di essermi
ribaltata per lo stupore. >> scattai in piedi,
raggiungendola.
<< Oh,
miseria! >> urlai e l’aiutai ad alzarsi
<< Ma stai bene? Hai
battuto la testa, ti sei fatta male? >>
<< No, ma
dico io… Come accidenti ti viene in mente di dire una cosa
simile come se mi
stessi enunciando la formula chimica dell’ossigeno!?
>>
<< E come
avrei dovuto dirtelo, scusa? >>
<< Che ne so,
potevi prepararmi psicologicamente, prima! >> alzai gli
occhi al cielo,
rimettendola in piedi, e tornai al mio posto.
<< Non ne
sono nemmeno sicura, Angy. >> mi affrettai a spiegare
<< Voglio
dire, potrebbe anche essere stato solo un incubo.
>>
<< Incubo?
Bella, dannazione, ma sarebbe una figata assurda! >>
strillò, fortuna che
in biblioteca non c’era nessuno << Sai come
roderebbe quella serpe di
Tanya? >>
<< Angela, al
momento non mi interessa nulla di Tanya, ok? Sai cosa significa entrare
a far
parte del cerchio dei dodici?
>>
<< No,
perché, tu sì? >>
<< No.
>> risposi all’istante << Non del
tutto almeno, ma so che non
sarebbe una “figata” come dici tu. Inoltre, la mia
vita cambierebbe
radicalmente, più di quanto sia cambiata in questi
anni… E sinceramente non mi
va, capisci? Non voglio diventare un fenomeno da baraccone.
>> sentii Angela
sbuffare e il mio stomaco svuotarsi.
Mi appoggiai allo
schienale della sedia, premendo una mano lì dove sentivo il
fastidio. Era come
se non mangiassi da mesi. Stavo davvero cominciando a stufarmi.
<< Bella,
tutto ok? >>
<< Non molto,
mi gira la testa e mi fa male lo stomaco. >>
<< E sei
ancora convinta di aver solo “fatto un incubo”?
>> domandò, facendo le
virgolette con le dita. La fulminai all’istante, forse
– e volevo sottolineare
il “forse” – era solo un po’ di
influenza. Qualche medicinale e sarebbe passato
tutto.
La mezzora
seguente, grazie al cielo, passò alla svelta. Angela, dopo
il mio breve
malessere, insistette per accompagnarmi a casa – anche se la
sua era nel
quartiere completamente opposto al mio.
Ci trovavamo sulla King’s Road,
la strada che passava al
centro del quartiere di Chelsea.
Era
qui che, negli anni Sessanta, la famosa Mary Quant inventò
la minigonna; era
sempre qui che, ancora oggi, risiedevano i più importanti
colossi della moda,
affiancati da piccoli negozi tipicamente inglesi, dove si potevano
trovare capi
di altissima qualità.
<< Oh, no!
>> annaspai, sentendo nuovamente quella strana vertigine.
Lo stomaco si
contorse in modo atroce e la testa cominciò a girarmi come
una trottola; tutto
intorno a me si fece scuro e incolore e, esattamente come era comparsa,
la
vertigine scomparve nel nulla. Ed io, purtroppo, sparii con lei.
Evitai, a primo
acchito, di aprire gli occhi. Se non li avessi aperti, forse, tutto
questo
sarebbe sparito nel giro di poco tempo. È
tutto un sogno, Isabella, pensai, evidentemente
sei svenuta. Sei crollata in mezzo alla strada e hai battuto la testa.
Sicuramente è successo questo… Spiegherebbe anche
perché non sento più dolore,
sono svenuta.
Il suono di un
vecchio clacson mi fece spaventare, costringendomi ad aprire gli occhi.
Ero in
mezzo alla strada e un’auto d’epoca per poco non mi
venne addosso.
<< Le sembra
modo di aggirarsi così in mezzo alla strada, signorina?
>> urlò il
guidatore.
<< Oh, merda!
>> strillai, togliendomi dalla strada <<
No, non può essere. Sto
sognando! Maledizione, maledizione! >> cercai di
respirare e mi guardai
un po’ intorno.
Tutto era molto
antico. Mi trovano ancora sulla King’s
Road, ma aveva un’aria più nuova e
pulita, che a me sembrava, però, vecchio
stile. I vestiti e le persone sembravano uscire da qualche film
storico; mi
vennero in mente libri come La caduta dei
giganti, di Ken Follett, Quattro
inglesi aristocratiche – Le vite inquiete delle sorelle Lennox,
di Stella
Tillyard, o il film di James Cameron, Titanic.
<< Tutti
ambientati nel Novecento. >> parlai a voce alta, senza
volerlo realmente
fare. Sospirai pesantemente, ma all’improvviso venni
catapultata da dove ero
venuta.
Ad accogliermi,
trovai un’eccitata Angela.
<< Oh. Mio.
Dio! >> disse, guardandomi con occhi brillanti
<< Sei sparita,
Bella! Sei sparita! Per… >>
continuò, guardando l’orologio <<
…otto
minuti e venti secondi! Eri qui e un attimo dopo, puff! Che
gran… >>
<< Angela!
>> la interruppi all’istante <<
Non ti azzardare a dire “che gran
figata!”. >>
<< Bella, sei
tu la dodicesima viaggiatrice. Ecco perché Tanya non ha
ancora fatto il salto,
non potrà mai farlo! >>
<< Se ci
stessimo sbagliando? >>
<< Oh,
andiamo! >> strillò, mettendosi le mani sui
fianchi << Tu stai solo
negando l’evidenza! Non vuoi accettare il tuo grande e
meraviglioso nuovo
futuro! >>
<<
Meraviglioso? >> stavo cominciando a perdere la pazienza
<< Angela,
ti ricordi quello che ti ho raccontato, vero? Sai quanto tempo ha
passato mia
cugina dietro… dietro a qualunque cosa! Essere a conoscenza
di ogni minimo modo
di fare, conoscere cinque lingue, sapersi muovere in ogni epoca, tutte
quelle
lezioni di storia per sapere con precisione tutto ciò che
serve sapere! Le
lezioni di danza, di equitazione! E la boxe e la scherma?
>> conclusi,
riprendendo fiato << Se tu avessi ragione, se questi
salti fossero reali, allora sei
nella merda fino al
collo! >>
<< Bella, non
sei inferiore a tua cugina. Potresti imparare tutte queste cose anche
tu.
>>
<< Lei ci ha
messo diciasette anni per impararle, Angela! >>
<< D’accordo,
d’accordo. >> rispose lei, tentando di calmarmi
<< Andiamo a casa
tua e per il momento non diciamo niente a nessuno. Andiamo su Internet
e
vediamo dove sei capitata – sempre se sei davvero andata da
qualche parte.
>>
<< Io opto
per la pazzia! Potrei dichiararmi malata mentale. >>
<< Isabella!
>> urlò Angela, dandomi uno scappellotto
dietro la nuca << Prima
andiamo da te, facciamo qualche ricerca e poi decidiamo il dafarsi,
chiaro?
>> annuii decisa, pregando che non mi desse un altro
scappellotto, e ci
dirigemmo verso casa mia.
* * *
<<
Eccola!
>> urlai all’improvviso, facendo spaventare
Angela.
Era da più di
un’ora che stavamo cercando l’auto che avevo visto,
dopo aver fatto il mio secondo
salto incontrollato. Ci
trovavamo in camera mia, adesso, e Renée ci aveva preparato
qualcosa da
sgranocchiare con due bicchieri di succo di ciliegia.
<< Il mio
timpano ti sta ringraziando, Bella. >>
<< Scusa!
>> dissi, baciandole una guancia << Allora,
cosa dice? >>
<< Il nome Mercedes Simplex
identifica una
famiglia di autovetture di lusso prodotta dalla fine del 1901 al 1909
dalla
Casa automobilistica tedesca Daimler per essere inserita nella gamma
Mercedes.
>> disse Angela, leggendo direttamente Wikipedia
<< Credo che sia un’automobile di importazione,
quello
che hai visto doveva essere senza ombra di dubbio un riccone! Fatto sta
che,
secondo quello che leggo, sei saltata agli inizi del secolo scorso.
>>
non parlai per qualche minuto. Possibile che fossi realmente io, quella a possedere il gene dei
Viaggiatori?
<< Secondo me
dovresti dirlo a tua madre. >> riprese Angela, finendo il
suo succo
<< Voglio dire, Bella qui non stiamo giocando e tu hai
bisogno di aiuto.
Dei salti temporali sai poco e niente perché non te ne sei
mai interessata
molto. Ma rispondiamo ad alcune domande: un salto quando
può, ma soprattutto,
deve durare? Ci sono rischi che tu possa restare intrappolata in
quell’epoca?
E, ancora, quanto indietro puoi andare? >>
<< In che
senso, scusa? >>
<< Mettiamo
il caso che vai indietro di miliardi di anni, quando Londra non
esisteva
ancora. Cosa potresti fare? >>.
Non avevo ancora
pensato a tutto questo. I quesiti di Angela erano sensati, dovevo
assolutamente
arrivare in fondo a questa questione.
<< Bella, mi
stai ascoltando? >>
<< Sì,
pensavo solo che hai ragione. >>
<< Come
sempre. >> le diedi una spinta amichevole e scoppiammo a
ridere <<
Quanto tempo è passato tra il primo e il secondo salto?
>> domandò, una
volta tornata seria.
<< Non lo so,
credo poco più di dodici ore. >>
<< Quindi,
almeno per il momento, dovresti stare tranquilla. >>
parlò, grattandosi
il mento con fare pensieroso << Dico bene?
>>
<< Presumo di
sì. >> risposi, anche se abbastanza incerta.
Avrei dovuto fare delle
domande, ma con chi potevo parlarne? I miei genitori erano esclusi.
Tanya e sua
madre, figuriamoci! Lady Lillian? Certo, se volevo farmi rinchiudere in
un
manicomio o diventare il giullare di casa, avevo la strada libera.
<< La prozia
Jenna! >> strillai, all’improvviso
<< Posso chiedere a lei, senza
darle molte spiegazioni. È una donna di larghe vedute, lo
sai. Non chiederà, ma
mi dirà quello che sa. >>
<< E quando
avresti intenzione di parlarle? >> chiese Angela, che
annuiva
soddisfatta.
<< Dopo cena,
quando tutti saranno andati nelle loro stanze. >>
<< Va bene.
>> rispose Angy, afferrando la sua roba <<
Io ora vado a casa,
Bella. Devo ripassare un po’ per il compito di domani, ma non
appena hai
parlato con tua zia fammi sapere! Intesi? Io cercherò
qualcosa su Internet, non
si sa mai che riesca a trovare qualcosa di interessante.
>>
<< D’accordo,
Angy. >> dissi, accompagnandola al piano di sotto
<< E grazie
mille. >>
<< Lo faccio
perché ti voglio bene. >> rispose,
abbracciandomi << E poi sai come
la penso, per me è una gran figata! >>
concluse, scoppiando a ridere, e
scomparve, uscendo dal maestoso cancello.
Stavo per chiudere
la porta d’ingresso, quando un piede – fasciato da
un paio di stivali molto
costosi – si frappose tra me ed essa.
<< Non vorrai
davvero lasciarmi fuori, Isabella. >> disse Tanya,
stracolma di borse piene
di vestiti << Anzi, renditi utile! >> e mi
ritrovai tra le braccia
tutte le sue compere.
<< Ma non
dovevi essere alla Loggia con tua madre? >>
<< Sì, ma non
è saltata nemmeno oggi. >> rispose zia
Victoria, entrando in casa
<< Mr. Dwyer ha detto che potevamo andare, che
evidentemente non era
ancora pronta. >>
<< Ma… Mamma!
>> la richiamò Tanya, rossa in viso.
<< Cosa c’è?
Ho solo detto ciò che comunque avrebbe saputo da mia
sorella. >> alzai
gli occhi al cielo, portando le borse in salotto. Non
sono di certo un facchino!, pensai. In
camera sua, se le porta da sola!
<< Ben
tornate a casa, mie care. >> esordì Lady
Lillian, entrando nella stanza.
Con le sue due preferite era sempre garbata e gentile, il Diavolo in
lei taceva
con loro. Con me, invece… << Isabella, cosa
fai lì impalata? >>
appunto.
<< Nulla
nonna, stavo solo dando una mano a Tanya. Ora che ho finito tolgo le
tende!
>> dissi e salii in camera mia, mentre attendevo la cena.
Avrei posto molte
domande alla prozia Jenna, sperando che lei mi avrebbe dato tutte le
risposte
che cercavo.
Per tenere la mente
occupata, almeno per un po’, ripresi le formule di Chimica e
mi misi a
ripassare ancora per qualche ora.
.
Eccoci qua con il
nuovo capitolo! Bella ha compiuto un altro salto, questa volta sotto lo
sguardo della sua carissima amica Angela, che cerca in ogni modo di
farle capire che non è pazza e che deve accettare il suo
nuovo destino. Lo so che vorrete uccidermi per come è finito
:P anche io mi ucciderei se fossi in voi! Ma questa storia è
davvero piena di concetti, che devono essere appresi poco per volta,
altrimenti non ci capireste niente! Perciò, pian piano,
tutto verrà capito e svelato... Nel prossimo capitolo
Isabella farà una bella chiacchierata con la sua prozia
Jenna, ma quando si deciderà ad informare tutti del fatto
che è lei - e non Tanya - la dodicesima viaggiatrice?
Il prossimo capitolo verrà pubblicato Mercoledì
prossimo! Adesso, perciò, sta' a voi... ;)
Un bacione a tutti! :*