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Autore: Myzar195    22/02/2012    4 recensioni
"Trunks non mi preoccupa, lui starà bene ovunque andrà..ma Bra.." lui non incrociò il suo sguardo "Bra ha bisogno di questo. è capace, forte.." "nostra figlia vive in un mondo di fantasia!" la interruppe lui "Come te! Guardati Vegeta, sei un Guerriero che osserva il mondo dall'alto aspettando una nuova battaglia! sei distante, e ostico..ma anche tu provi sentimenti...quando ti renderai conto, che tua figlia è uguale a te?" fece una pausa e il suo sguardo si spostò sulle spalle del compagno, la sua voce si affievolì ancora di più "...ed è per questo che la amo tanto, perchè è esattamente come te"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Pan, Trunks | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Respiravo a malapena con quel vestito terribilmente stretto in vita, nella penombra di quella saletta color panna.
Ero rimasta sola, stavano prendendo tutti posto in sala. Aveva cercato di rendere questa cosa meno sfarzosa possibile, tentando di contenere mia madre e Chichi prese dall’entusiasmo.
non sentivo il bisogno di una cerimonia in grande stile. Mi bastava avere la mia famiglia e gli amici, di sentire vicini i miei genitori, mio fratello e ovviamente il mio Goten.
mi ammirai davanti allo specchio e sistemai le pieghe del velluto bianco della gonna, diedi un’altra controllata ai capelli e al trucco…
PANICO. Fui presa da un attacco di paura in piena regola; la timidezza che stavo cercando di nascondere uscì da ogni poro,mi sentii accaldata e ansante e quel maledetto vestito non mi faceva respirare. Trascinai i piedi fino alla porta e pensai di socchiuderla per far entrare un po di aria, e se qualcuno mi avesse vista? Meglio stare accanto all’uscio per evitare invasioni di parenti che in quel momento non volevo proprio vedere.
socchiusi appena la porta che si spalancò improvvisamente facendo cadere mio padre all’indietro evidentemente colto di sorpresa.
si rialzò velocemente e chiuse la porta dietro di se. Mi trattenni da una risata fragorosa, che sapevo non mi avrebbe perdonato.
mi limitai a sorridere, lui ringhiò e rimase a fissarmi, poi addolcì lo sguardo facendolo scorrere dalla testa fino ai piedi.
Quando si rese conto che mi ero accorta del suo apprezzamento voltò repentino la testa e arrossì. Lo vidi chiaramente.
“fa caldo”
Dissi sventolandomi la mano davanti al viso, lui si limitò a grugnire. Mi feci passare una mano sulla fronte e notai che era umida.
“devo prendere un po d’aria altrimenti il lavoro di ore andrà a quel paese...”
Feci una pausa aspettando una sua reazione, niente. Come sospettavo.
“c’è nessuno fuori?”
Chiesi ad un certo punto, lui scosse la testa e si scansò dalla porta invitandomi ad uscire.
Rimasi a fissarlo sperando che capisse che volevo uscire con lui. Prendere un po d’aria…con il mio papà…
Non so come ma lo capì, sbuffò e aprì la porta precedendomi, lo seguii lenta.
La saletta adiacente era decisamente più luminosa, con un grande balcone che dava su un prato e su di esso c’erano allestiti un baldacchino fiorito e una fila interminabile di sedie bianche ricoperte di cuscini anch’essi bianchi.
Fuori non c’era ancora nessuno. Probabilmente erano al rinfresco, aprii la portafinestra decisa a fare un volo fuori a prendere un po d’aria, ma quel vestito non voleva proprio darmi pace, provai a levitare sul posto, ma facevo una fatica incredibile.
mi inginocchiai a terra per lo sforzo e ansimai, chiusi gli occhi,
“no così non può andare avanti altrimenti questo non sarà un matrimonio ma un funerale!”
Non feci nemmeno caso alle mani che mi afferrarono le braccia e mi sollevarono a un metro da terra, volando lentamente verso la collina davanti a noi , l’aria che mi arrivava in faccia mi diede un po di sollievo.
sotto di me l’ampio vestito bianco sventolava silenzioso.
lo scollo a cuore, coperto da un ventaglio di seta si muoveva sinuosamente producendo anch’esso un po si di brezza che mi colpiva le spalle e il collo nudo.
Papà atterrò su una roccia posandomi delicatamente a terra, mi sistemai l’abito stirando la gonna con le mani e alzai lo sguardo verso quell’uomo burbero che fissava l’orizzonte, che non dimostrava emozioni ma che con un semplice gesto ti faceva capire tutto l’affetto che provava per te, mi scostai un ciuffo dagli occhi e feci due passi infermi verso di lui.
Fece finta di non sentirmi, ma non mi importava. Sapevo che il solo fatto che condividesse con me quel momento era un modo per dirmi “ti voglio bene” che si preoccupasse per me, che mi stesse vicina in questo momento tanto speciale.
Rimasi a fissare la sua schiena muscolosa, coperta da una giacca nera e le gambe anch’esse fasciate da un pantalone dritto. Lo smoking gli donava moltissimo.
“è tardi. Devo riportarti alla cerimonia”
Disse interrompendo il silenzio. Rimasi un po scossa da quell’interruzione brusca, ma annuii mi ero calmata, ora potevo affrontare amici e partenti e diventare grande.
Papà si voltò verso di me e levitando mi afferrò per la vita questa volta alzandomi e prendendomi in braccio, gli misi le mani intorno al collo e fissai la sua espressione seria, gli posai la testa nell’incavo della spalla annusando il suo profumo.
“ti voglio bene”
Dissi, e mi stupii del sorriso che fece.
“anche io vi voglio bene”
Incredibile. Ero interdetta. Aveva detto a me che voleva bene a noi tutti. Mamma, Trunks e me.
Notò la mia espressione e s’incupì. Si era gia pentito di averlo detto… abbassai lo sguardo. Avevo rovinato quel momento… senza pensarci gli posai un bacio sulla guancia e sorrisi, senza dire niente, bastava.
Mi posò dolcemente a terra e si diede due colpi sulla giacca, poi si avviò in silenzio verso l’uscita.
come aprì la porta mamma entrò come un furia e scansando papà mi raggiunse.
“mi vuoi dire dove eri finita? E dov’è il velo?”
Chiese, ma la mia attenzione gravitava altrove, il mio sguardo era fisso sulle spalle di papà.
Si voltò verso di lui e lo guardò, poi fissò di nuovo la mia espressione.
“cosa avete combinato voi due?”
Chiese improvvisamente, la guardai e sorrisi
“non lo saprai mai”
Dissi, e le feci una linguaccia che alleggerì quel momento. Finii di prepararmi, indossai il velo e mamma mi allentò i lacci sulla schiena permettendomi di respirare, poi mi accompagnò alla porta che sarebbe stata la mia uscita.
Bouquet in mano e velo davanti agli occhi ero ferma, paralizzata dalla paura, mamma mi soffiò un bacio e uscì andandosi a sedere in prima fila, sbirciai e vidi tutti i posti pieni, accanto a mia madre c’era il posto vuoto di mio padre e un velo di tristezza si dipinse sul mio volto. Poi guardai la fine della navata e vidi Goten. L’unica ragione per cui stavo per mettermi in ridicolo davanti a tutti era per lui. Perché lo amavo troppo.
Mio fratello comparve da dietro la colonna e mi prese a braccetto.
“entriamo in campo?”
Mi chiese sorridente, ma io non sorridevo. La sedia era ancora vuota in prima fila. Trunks scrutò dall’uscio e vide che in effetti mancava papà, poi si rivolse a me e mi accarezzò la guancia
“sarà nascosto da qualche parte. Sai che non mancherebbe mai”
Disse, ma anche lui non era certo delle parole che stava dicendo.
“va bene, andiamo”
Dissi sospirando, ma mentre stavo per fare un passo una voce ci colse di sorpresa
“Trunks. Mi vuoi dire perché stai prendendo il mio posto?”
Ci voltammo e vidi mio padre sistemarsi una rosa bianca all’occhiello e scansando Trunks mi afferrò il braccio. Mio fratello lo fissò e sorrise.
“hai ragione papà, vado a sedermi”
Mi lasciò il braccio e uscì dalla porta correndo verso il posto vuoto accanto a mia madre che si voltò verso l’uscio e sorrise.
La musica partì e insieme percorremmo la navata verso Goten, mi lasciò all’altare e prima di sedersi accanto a Trunks squadrò il mio futuro marito che non smetteva di sorridergli.
La cerimonia fu veloce, o forse non mi accorsi del tempo che volava, ero totalmente felice e persa negli occhi neri dell’uomo che amavo.
“Si, lo voglio”
Promettemmo, scambiandoci gli anelli e infine un bacio che scatenò gli applausi di tutti.
Non potevo chiedere di meglio, il giorno più felice della mia vita. Ero sposata con l’uomo che amavo, tutti i miei amici erano presenti.
Mia madre e la mia neo-suocera non smisero un attimo di piangere e tutto andava per il meglio.
Ero riuscita a realizzare i miei sogni, e avevo ottenuto anche di più! L’amore, l’amicizia, il rispetto…l’orgoglio.
Si perché avevo reso fiero di me mio padre…e io ero orgogliosa di essere sua figlia.


fine.
   
 
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