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Autore: Medy    23/02/2012    5 recensioni
Ultimo anno ad Hogwarts,e la nostra Hermione Granger è tornata più decisa che mai a dare tutta se stessa. La vita nel mondo magico procede tranquillo, nessuna minaccia incombe sui nostri amici. Ma qualcosa è cambiato. O meglio qualcuno è cambiato. Malfoy. Cosa porterà questa trasformazione!? Un contrasto tra la ragione e il sentimento metterà in crisi l'erede purosangue e per di più il ritorno di un personaggio inaspettato metterà in crisi la dolce Hermione,che sarà costretta a fare una scelta che le cambierà la vita.
La mia prima fanfiction, con la speranza di colpire voi lettori! Grazie!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Un debole sole entrò nella piccola stanza illuminando il pavimento polveroso. Un ragazzo dai capelli biondo cenere era seduto su un piccolo divano vellutato, e tra le labbra stringeva una pipa. La pipa che da sempre aveva portato con se, e che , a distanza di anni, continuava a servirlo fieramente.
Tra le mani stringeva documenti ingialliti, e sul viso qualche segno di maturità poteva scorgersi.
Ormai erano passati quattro anni dal conseguimento della scuola, e Malfoy, dopo aver rotto i rapporti con la famiglia, era riuscito, con il suo talento ad emergere tra Gli auror più in gamba ed eccellenti sui cui il mondo magico poteva contare.  Viveva a Londra da quando aveva terminato gli studi, e da allora non aveva avuto più notizie dei genitori, e non aveva alcuna intenzione di farlo. Voleva contare solo su se stesso, l’unico di cui poteva fidarsi sul serio.
Improvvisamente un Gufo regale beccò contro la finestra , Malfoy si alzò e lo fece entrare. E dopo aver rilasciato la lettera volò nuovamente via, senza attendere nessun compenso. La lettera era di Blaise Zabini, un componente della sua squadra. Erano rimasti amici come allora. Non era cambiato nulla, oltre , un po’ di buon senso che l’amico gli aveva inculcato.
Vieni al Paiolo Magico, ti aspetto lì.
                                                           Blaise”
Sul piccolo rotolo di pergamena era trascritto quel breve messaggio, e senza aspettare altro, Malfoy indossò il suo Tranch , e sempre con la sua aria regale, che non lo aveva abbandonato, si diresse al luogo dell’appuntamento. Quella mattina forse avrebbe dovuto adempiere a qualche compito interessante, o forse l’amico aveva solo voglia di vederlo.
In quei quattro anni Malfoy non era cambiato molto, rimaneva sempre il bello e affascinante rampollo , ma sul suo volto si poteva notare la maturità che aveva preso posto all’adolescenza. I suoi occhi, sempre ammalianti e ipnotici, racchiudevano qualcosa di misterioso, racchiudeva tutta la durezza che aveva dentro e che aveva maturato con l’esperienza. Il viso, era duro, serio, e non lasciava percepire ciò che stesse provando in quel momento. Cosa che lo aveva aiutato molto nel suo lavoro. Il fisico era atletico come lo era sempre stato. E il carattere, non era mutato. Sempre beffardo, sempre pronto a mettersi nei guai e sempre pronto a mettersi al centro di tutto, al centro di uno scandalo, o di una vittoria. Non era cambiato per nulla, e non aveva intenzione di mutare il suo aspetto.
Arrivò a destinazione, e senza preoccuparsi se qualche passante potesse notarlo, entrò nell’edificio abbandonato ed entrò nel locale di ritrovo di qualsiasi mago che avesse voglia di distaccarsi dal mondo dei Babbani, o che semplicemente aveva voglia di concedersi un bicchierino in compagnia. Vide Zabini seduto ad un tavolo in fondo alla sala. Anche lui non era mutato nel tempo, forse qualcosa di diverso lo aveva. Un piccolo cerchietto sull’anulare che brillava allegramente. Aveva sposato , un anno fa, una ex Corvonero , incontrata per caso, dopo i M.A.G.O al ministero della Magia, durante la prova che ogni Auror doveva conseguire. Era stato un tipico colpo di fulmine, diventato in seguito amore vero e conclusosi con il matrimonio. Era stato un bel matrimonio, e lì aveva visto i suoi genitori, ma con la quale non aveva proferito parola.
Si accomodò di fronte all’amico che lo accolse con un sorriso.  Ordinarono due Wiski incendiari, e Zabini ritornò a rivolgersi a Malfoy, che come suo solito aveva la sua amata pipa.
“Eh smettila di fumare quella schifezza”. Disse Zabini divertito. La sua voglia di prenderlo in giro non era cambiata. Malfoy lo guardò torvo.
“Perché siamo qui?” Domandò lui. Zabini attese l’arrivo dei Wisky prima di prendere parola. Ciò che stava per dirgli avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di qualcosa di forte, di molto forte.
“Devo dirti una cosa alquanto importante”. Malfoy non diede peso al tono che utilizzò Zabini, era perso a guardare nel vuoto,quella mattina non prestava attenzione quasi a nulla.
“Hermione è tornata”. Draco alzò la testa di scatto. Hermione era ritornata in Inghilterra dopo tutto quel tempo trascorso in Germania. Dopo la sua partenza Malfoy aveva scelto di lasciarla andare senza combattere, senza costringerla a rimaner. Perché in fondo, se lei avrebbe voluto, non sarebbe mai partita, e forse la sua partenza era stata benevole per entrambi.
“E dove? “ .Malfoy sorseggiò il suo wisky, la gola in fiamme non era paragonabile alle fiamme che sentiva dentro. Il suo voltò mutò espressione, ma lui cercò di mantenere il suo solito sguardo.
“Ieri, a Diagon Alley. In compagnia di Ginny Weasley”. Malfoy sorrise piano. Non era cambiato nulla. Sempre alle calcagne della giovane Weasley.  E forse con loro sicuramente c’erano anche Potter e Lenticchia. Quanti ricordi affiorarono nella sua mente. Quanti litigi e quanti scontri c’erano stati con quei quattro. E quanto amore c’era stato con lei. Quanto dolore.
“Credo che dovresti andare da lei….”. Zabini non perdeva tempo. Non voleva che l’amico perdesse tempo li, in chiacchiere. Sapeva come la partenza di Hermione lo aveva fatto soffrire e sapeva che nonostante fossero passati quattro anni, lui continuava a pensare a lei, e sperare nel suo ritorno, e adesso che quel suo desiderio si era esaudito , non poteva rimanere imballato li, a temporeggiare sul dafarsi.
“Io credo di no…” Ed ecco emergere l ‘orgoglio di Malfoy. Zabini sbuffò.
“Draco sono passati quattro anni, non credo che se vi incontrate…”
“Sono passati quattro anni e non abbiamo nulla da dirci. Punto. Ora se ti dispiace vado in ufficio, ho qualche lavoretto arretrato”. Buttò giù l’ultimo sorso di Wisky e senza dire altro uscì dal quel baretto. Zabini scosse piano la testa. Doveva aspettarsela una reazione del genere. Lui aveva avuto la possibilità di andare da lei molte volte , di riportarla indietro , eppure non lo aveva fatto. Aveva preferito trascorrere tutto quel tempo lontano dall’amore della sua vita. Aveva gettato tutto per puro orgoglio e anche adesso, a distanza di anni, continuava a mettere in primis cose poco importanti e lasciare ciò che davvero aveva bisogno.
 
 
 
 
 
 
 
 
“Questo colore ti dona”. Hermione accostò un velo color Glicine al volto dell’amica, sorridendo al forte contrasto tra i capelli e il velo.
“No Herm, Viola no”. Si scostò divertita. Le due amiche avevano deciso di dedicare un’intera settimana a loro due, che non si vedevano da ben quattro anni. Hermione era ritornata in Inghilterra, non sapendo se rimanerci o ritornare in Germania , dove aveva creato una nuova vita. Gli ultimi mesi passati a Durmestrang le avevano permesso di crescere molto, e di imparare molto . Era un’auror affermatissimo, soprattutto in Germania, dove dirigeva un intera squadra, nonostante la sua giovane età. Ginny invece, lavorava al San Mungo, era un curatore molto ingamba. E la storia con Harry, proseguiva più che bene, erano pronti ad un passo importante: Il matrimonio. Ed Hermione aveva approfittato di quell’evento per far visita all’amica, che non voleva sprecare un solo minuto. Si sarebbe goduta l’amica fino in fondo.
“Non è viola, è glicine” La corresse Hermione sorridendo.
“Oh mi scusi” Esclamò Ginny sarcastica. Le due amiche furono improvvisamente interrotte da un piccolo *bip* proveniente dalla bacchetta ben custodita nella tasca interna del Trench di Ginny. Era una chiamata d’emergenza, doveva smaterializzarsi all’ospedale.
“Oh Hermione, scusa ma devo scappare. Ci vediamo alla tana stasera alle otto. Rimani per cena vero?”
“Certo… Vai non perdere tempo, hanno bisogno di te”. Le due amiche si baciarono affettuosamente sulle guance e in un attimo Ginny sparì , lasciando Hermione , che ancora stringeva quel velo tanto delicato tra le mani. Non volle rimanere lì troppo allungo, e in un attimo si mischiò tra i vari maghi che si aggiravano per le stradine di Diagon Alley. Essere lì la rendeva più che felice, era stata lontana per troppo tempo, per troppo tempo era stata lontana dalla sua adorata Londra, dalla sua adorata Diagon Alley e dai suoi adorati amici. Non appena era giunta alla tana, l’accoglienza era stata più che calorosa, e il tempo non aveva cambiato nulla. Forse i capelli di Ginny erano cresciuti un po’ di più, forse la signora e il signor Weasley avevano qualche ruga in più a coprire il viso, forse il nuovo Look di Ron, diventato ormai un imprenditore più che affermato, ma per il resto nulla era cambiato. Nulla era sconosciuto ai suoi occhi. Tutto era esattamente come lo aveva lasciato quattro anni prima.
Camminava piano per le stradine strette e affollate, ammirava le vetrine dei negozzietti ,  e ricordò quando aveva camminato per la prima volta quelle strade, e come era stato imbarazzante quando i genitori, non abituati a tutto quello, fotografavano all’impazzata ogni minima cosa. Ricordò quando al secondo anno, con i Weasley erano andati alla ricerca di Harry , perso per Nocturn Alley. Sorrise. Quanti bei ricordi . Acquistò una mela caramellata , e come una bambina in un parco giochi, la mangiò con gusto , mentre ammirava ogni cosa che si presentasse avanti ai suoi occhi.
Poi improvvisamente, come se il tempo si fosse riavvolto, intravide tra la folla Lui. Stava camminando a passo lento, era perso tra i pensieri e forse non aveva notato la sua presenza. Ma si sbagliò. Entrambi erano fermi in mezzo alla stradina. Lei ancora con la mela tra le mani, e lui fermo , con le mani nelle tasche.
Hermione si rivede quattro anni prima, nei corridoi ad Hogwarts, quando quel giorno  aveva incontrato per caso Malfoy, e come sempre per caso, era nato qualcosa tra di loro. Riportò alla mente quelle giornate trascorse tra lo studio, i sorrisi, i segreti e momenti d’amore. Quando la notte fuggivano fuori per rifugiarsi nella loro stanza ad ammirare le stelle. E poi come tutto era andato in frantumi, solo per le sue debolezze da Uomo. Guardò quel Malfoy, sempre bello come lo ricordava, eppure con qualcosa di diverso negli occhi. Non sapeva se corrergli incontro, abbracciarlo, o schaffeggiarlo, come aveva fatto l’ultima volta.
 Malfoy guardava con attenzione la giovane donna che si presentava dinanzi a lui. Hermione era sempre bella, era come ricordava che fosse. Anche se aveva cambiato qualcosa, forse i capelli, o forse qualcos’altro, ma a lui non importava. Importava solo che lei era li, ferma a guardarlo, ad avvolgerlo con il suo sguardo. Aveva deciso di andare a Diagon Alley all’insaputa di Zabini, con la speranza di Incontrarla. Non aveva voluto dare soddisfazione all’amico, ma non appena aveva saputo , aveva desiderato che il suo passaggio li non sarebbe stato invano.
Si guardarono ancora per un po’. Poi lui, senza mosse false, si avvicinò piano e le sorrise.
“Ciao”. Solo quello gli venne da dirle, anche se in mente aveva altro. Aveva voglia di dirle altre cose. Aveva voglia di dirle ciò che pensava in quel momento. Ma solo “ ciao” gli uscì dalle labbra.
“Ciao”. Rispose lei, ricambiando quel sorriso che aveva amato, e che aveva sperato di incontrare di nuovo.
“Quando sei tornata?”. Aveva la voce bassa, e lo sguardo era opaco. C’era disagio tra i due.
“Qualche …qualche giorno fa….”. Continuava a stringere la mela , e continuava a sentire un gran disagio. Aveva paura che Malfoy notasse quel disagio, notasse quanto il suo cuore batteva e quanto aveva voglia di abbracciarlo forte.
“ Dove stavi andando?”. Che domanda sciocca, Malfoy sorrise  più a se stesso che ad Hermione. Si sentiva un vero stupido. Aveva desiderato tanto quell’incontro, e adesso, l’unica cosa che gli veniva da dire, era una domanda stupida, e per di più , che poteva prevedere una risposta sgarbata e deludente.
“  Stavo passeggiando…. Ho un po’ di tempon libero”. Hermione sorrise divertita. Voleva sapere dove fosse diretta. Cosa che la rallegrò. Malfoy si passò una mano tra i capelli, lasciati sempre ribelli.  Aveva intenzione di invitarla da qualche parte, aveva voglia di parlare con lei. Solo parlare, voleva solo sentire qualcosa su di lei, voleva conoscere i quattro anni passati via, lontano da lui.
“Ti va di…..”. Non terminò la frase, non sapeva se fosse stato l’ideale.
“Si!” Hermione non gli fece terminare la frase, ma accettò senza indugi. Accettò quell’invito , e non se ne pentì.
 
 
 
 
 
 
“No, Potter si sposa!”. Era quasi pomeriggio , e Malfoy ed Hermione sedevano comodamente fuori alla gelateria Fortebraccio. Avevano finito da un pezzo i gelati ordinati, ma nonostante ciò sedevano ancora lì. Come se nulla fosse accaduto tra di loro, come se stesse per ricominciare qualcosa, o come se stessero per riprendere qualcosa che non era mai finito veramente.
“Si davvero. E Ron è sempre in viaggio per affari…Incrdeibile”. Hermione stava raccontando cose che a Malfoy importava poco, ma che , pur di sentire la sua voce e guardare il suo sorriso, ascoltava con gusto.
“ E tu sei ritornata per prendere parte al matrimonio”. I due si guardarono. Forse lui sperava la confutazione di quella sua insinuazione, ma non fu così.
“Si, partirò dopo il matrimonio. Ritornerò in Germania. La mia squadra mi aspetta”. Distolse lo sguardo da Hermione e guardò le sue scarpe. Si sentiva in colpa , non avendone motivo. Ma si sentì come se stesse compiendo qualcosa di sbagliato. Draco la osservò per un po’. Forse quell’incontro doveva solo servire a mettere in chiaro la relazione tra di loro, forse serviva solo per far capire ad entrambi che dimenticare sarebbe stata la cosa migliore. O forse… per far capire ad entrambi che il loro destino era quello di stare insieme. Malfoy non sapeva cosa fare. Non sapeva se fermarla. Se chiederle di rimanere con lui, cosa che non aveva fatto quattro anni prima.
“E …Vicktor?”. Quella era l’unica domanda che gli ronzava per la testa, era l’unica cosa che gli poteva interessare. Dopo la partenza tra i due cosa era nato? Tutto quel tempo trascorso insieme cosa aveva provocato?. Hermione arrossì, iniziò a tormentarsi le mani. Alzò lo sguardo verso di lui.
“ Vicktor è sposato…. Abbiamo deciso che rimanere amici era la miglior cosa”. Draco sorrise soddisfatto, non voleva nascondere il suo compiacimento a quella notizia.
“Cosa ti ridi?”. Hermione ricambiò quel sorriso.
“Rimani sempre la Vergine di Ghiaccio, questo titolo non te lo toglierà nessuno”. Malfoy riacquistò quel viso beffardo e il suo tono era lo stesso che utilizzava ad Hogwarts per far cadere tra le braccia le povere studentesse. In fondo non era cambiato molto, e questo sollevò molto Hermione.
“E tu sei sempre il solito bamboccio viziato” Disse lei divertita.
Parlarono della loro vita , parlarono di quanto fosse bello il loro lavoro. Notarono i differenti tipi di organizzazione, i differenti metodi. Litigarono su quale fosse il migliore o non. E solo quando fu buio, decisero che era meglio andare via.
“ Spero di rivederti in giro” Hermione raggiunse il muro che portava al retro del paiolo magico. Doveva recarsi alla tana, e per farlo doveva ritornare a Londra. Draco avrebbe dovuto fare la stessa strada, ma preferì recarsi prima al Ministero. Quel giorno aveva saltato il lavoro, cosa che sarebbe passata inosservata, ma comunque aveva bisogno di alcuni documenti rimasti in ufficio.
“lo spero anche io” Rispose lui. Rimasero in piedi li, uno di fronte all’altro, incerti su cosa fare, incerti di andar via. Poi Malfoy decise di dar voce ai suoi pensieri.
“Mi sei mancata Hermione. Mi manchi ogni giorno. Mi sei mancata in tutti questi quattro anni, e non riesco a non pensare come sarebbe andata se io mi fossi comportato da vero uomo. Penso ad ogni attimo vissuto insieme. E penso a quanto Ti amo. Voglio stare con te. Voglio amarti ogni giorno. E voglio che tu rimani qui.”. Hermione ascoltò quelle parole , guardò quegli occhi che continuavano a guardarla . Guardava quel ragazzo che per quattro anni era rimasto nel suo cuore e nella sua mente. Guardò le mani, che stringevano le sue, e guardò quelle labbra, morbidi e calde. Aveva bisogno di lui. Aveva un disperato bisogno di quell’amore. Del suo amore. Le sue parole erano sincere, le sue parole erano vere, e lo leggeva dai suoi occhi.
Hermione sorrise con le lacrime agli occhi. Piangeva, ma non era dolore. Forse o quasi sicuramente era amore. Draco non aspettò che lei parlasse, non aspettò che lei potesse esprimere ciò che provava , perché lo sapeva. Sapeva che le parole che lui aveva pronunciato, rispecchiavano anche quello che lei sentiva. Avvicinò il suo viso a quello della sua adorata ex Grifondoro.
“Siamo destinati a stare insieme Hermione. “. Quel sussurrò fu dolce, tanto dolce che Hermione si allungò verso di lui e lo baciò.
Era tornato tutto al suo posto. Tutto era ritornato perfettamente dove doveva essere. Loro due al centro di tutto. Loro due , insieme, no divisi, come lo erano stati per tutto quel tempo, che aveva cercato di dividerli, ma fallendo miserabilmente. Il tempo che aveva diviso solo i due corpi ma non i due cuori, che in quell’istante battevano all’unisono.  
Ho postato questo ultimo capitolo della mia fanfiction. Ci ho messo un bel pò... Comunque spero che vi abbia appassionato, o almeno vi sia stata gradevole. Ho intenzione di scrivere altre fanfiction, e quindi vi invito a seguirmi. I vostri consigli e commenti mi sono stati molto utili. Ringrazio tutti colore che hanno letto questa storia, che hanno seguito passo per passo ogni capitolo, e ringrazio tutti coloro che la leggeranno in futuro. Questo è il frutto delle mie notti insonne. Grazie ancora!! Baci a tutti!!
  
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