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Autore: ZAITU    28/09/2006    3 recensioni
EPILOGO .Ecco a voi il seguito della one-shot POVERO DIAVOLO.
"Ad un primo sguardo il suo volto avrebbe potuto destare curiosità: metà del viso che un tempo aveva sfoggiato una bellezza abbagliante, era coperto da una maschera d’argento, ferma per sempre in un’espressione di assoluta indifferenza, l’altra, sotto la facciata rigida e la linea dura e forte dei lineamenti, non nascondeva una profonda stanchezza.
L’effetto era quello di un volto spaccato in due. Metà bocca, metà naso, un solo occhio color del cielo d’autunno. Qualsiasi espressione mostrasse, metà di quel viso rimaneva fredda ed immobile lasciando all’altra parte l’ingrato compito di continuare a manifestarsi nella sua scomoda umanità."
Sono passati anni dal loro ultimo incontro e Draco ed Hermione sono cambiati più di quanto avessero mai potuto immaginare.
Genere: Dark, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Behind The Crimson Door

Prima di lasciarvi alla lettura di quello che è il mio chap preferito, ringrazio Senara che ha commentato  Povero Diavolo e DeepDerk L’UNICA che ha commentato l’ultimo chap…mi sento un piccolo e solitario puntino nell’universo…Dove siete?

 

Vampire Heart

 

“Let me weep you this poem as Heaven's gates close
Paint you my soul, scarred and alone
Waiting for your kiss to take me back home

Hold me
Like you held on to life
When all fears came alive and entombed me
Love me
Like you love the sun
Scorching the blood in my vampire heart”

 

-vampire heart, HIM-

 

Hermione, o per meglio dire il suo fantasma, vagava per i tetri corridoi di Malfoy Manor, senza produrre il minimo rumore.

Non si capacitava di quello che Draco era stato in grado di fare, di quello che lei stessa gli aveva permesso di fare.

Tutte quelle persone innocenti, tutta quella distruzione…avrebbe vomitato anche l’anima per il disgusto, se solo avesse potuto farlo.

C’era sangue dappertutto, ovunque, anche negli occhi, nella bocca...il suo sapore di ferro, la sua consistenza vischiosa...era quasi riuscita ad avvertirla.

Lo sapeva, sapeva benissimo che Draco Malfoy era un folle assassino, ma tra il vederlo con i propri occhi ed il saperlo solo per sentito dire c’era una bella differenza.

E lei non aveva potuto fare niente.

Solo urlare quando lo aveva visto torturare quel ragazzo.

“non un ragazzo qualunque…purtroppo”

Ma quello lo aveva capito solo dopo, quando tutto ormai era finito, quando del fuoco non era rimasto che fumo e del sangue solo macchie da lavare via.

Quando Draco aveva fatto portare via il corpo inerme di quel giovane, lei lo aveva dolorosamente riconosciuto.

“il destino continua a divertirsi con me”

Hermione ,giunta di fronte ad un’imponente porta di ebano posta in cima ad un’angusta scala a chiocciola, si bloccò incerta.

Non poteva bussare, perciò non le rimaneva che entrare ,qualunque fosse l’umore di Draco.

Senza pensarci oltre trapassò la porta chiusa, serrata, forse anche contro di lei.

Si guardò un attimo intorno, non entrava spesso nelle stanze di Draco.

A dispetto della perenne oscurità che dominava il castello, la stanza principale era gradevolmente illuminata dal fuoco scoppiettante di un bel camino, e alcune candele languivano in ognuno degli angoli della stanza.

L’odore pungente del caprifoglio impregnava ogni tenda, ogni coperta.

Ma la sua attenzione fu subito attratta verso il letto.

Draco vi era seduto sopra, ricurvo come un vecchio, i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani a sostenere il volto.

Era senza cappuccio e mantello, perciò i lunghi capelli vagavano sparsi sulle sue spalle e sul suo viso.

C’era una un’angoscia palpabile nella posizione scomposta che Draco aveva assunto, lì nella segretezza delle sue stanze, dove nessuno poteva vederlo.

Aveva la solitaria malinconia di un grosso orso bianco destinato a vagare sui ghiacci in eterno.

Non si era accorto di lei.

Hermione distolse rabbiosamente gli occhi da quella fastidiosa visione.

Non sarebbe bastato quello ad impietosirla, non dopo quello che aveva visto la notte prima.

Continuò ad esaminare con indifferenza la stanza.

Pregiate tende di raso nero erano tirate ad ogni finestra, dalle quali si poteva ancora intravedere il sole che si consumava sulle montagne.

Era un gran bella stanza, non c’era che dire.

I mobili sobri ma eleganti erano tutti rigorosamente d’ebano, i candelabri d’oro, le coperte di seta.

Draco Malfoy si era costruito una splendida prigione.

Dorata e confortevole, ma pur sempre una fredda prigione, dove si era rinchiuso di sua spontanea volontà.

Gettando via la chiave.

- che cosa ci fai qui?- la voce dell’uomo le giunse bassa e roca e lei si girò lentamente ,senza il minimo segno di timore.

- devo parlarti-  gli rispose senza tanti giri di parole mentre alzava fieramente il mento, gli occhi fissi e fermi.

“c’è qualcosa che non va”.

Draco Malfoy si era alzato in piedi e aveva afferrato con una mano diafana una colonnina del letto a baldacchino, come se tentasse di sostenersi.

-e di cosa? Del perché mi hai fermato mentre stavo torturando un nemico, mettendoti a fare una scenata di moralità?…O forse vuoi dirmi come mai sei scomparsa nel bel mezzo della battaglia?…qualunque cosa sia, in questo momento non mi interessa. – concluse l’uomo con voce impastata ,come se parlare gli costasse fatica, e spostandosi i capelli dalla fronte stranamente sudata.

- avevo…avevo visto Harry e Ron fra gli auror…per questo mi sono ritirata, non potevo…- balbettò il fantasma, colta in un punto sin troppo doloroso.

- ma certo! Come potrei mai competere con il grande e puro Harry Potter ed il dolce e tenero Ronald Weasley, io, che sono perverso e malvagio? Avrei dovuto arrivarci da solo!- rintronò Draco gesticolando sgraziatamente, e movendosi a scatti come un burattino.

L’unico occhio visibile era lucido e arrossato, ma la ragazza sembrò non farci caso.

-comunque volevo solo dirti che sparirò per qualche giorno, non cercarmi sarebbe inutile- gli spiegò senza riuscire a guardarlo in faccia ed ignorando le critiche velenose.

-ah…ma questa non è una novità Hermione. Tu vai e vieni secondo il tuo comodo, non hai mai chiesto il mio permesso- finì sibilando, e preso un calice dal tavolo ne trangugiò il contenuto in una sola sorsata.

Finito di bere sbatté violentemente il bicchiere sul legno pregiato, ammaccandolo leggermente.

- puoi andare ora- le disse ghignando malignamente, mentre poggiava i palmi sul tavolo.

- Draco…ma tu sei…ubriaco?- si meravigliò infine Hermione, interpretando correttamente quel suo strano atteggiamento.

- una a zero per la saputella mezzosangue!…Qui ci vuole un brindisi!- detto questo Draco si raddrizzò vacillando e a stento riuscì a riempire due calici.

- che sbadato… tu non puoi bere!- la rimproverò con aria fintamente dispiaciuta, e così dicendo gettò perfidamente a terra uno dei calici.

Quanto patetica tristezza si celava dietro quel comportamento disgustosamente farsesco!

Hermione fissò come in trance il vino, sin troppo simile al sangue, che ora impregnava il costoso tappeto.

Non capiva, non riusciva proprio a capire dove Draco volesse arrivare.

Era sconcertata da quella situazione.

- alla nostra!- tuonò l’uomo e , dopo aver alzato teatralmente il calice, lo vuotò in un soffio.

- ma Draco…- cercò di accennare la ragazza, alzando vanamente le mani per fermarlo.

- nessun ma, Hermione. Non voglio sentire prediche, soprattutto da te! Ora vattene, la tua presenza m’infastidisce- lo scherzo era finito.

La voce di Draco era salita di un ottava, e i suoi occhi spenti urlavano che non avrebbe tollerato una protesta.

Ma ognuno ha il suo temperamento.

E quello di Hermione Granger non era certo mite e remissivo.

- la mia presenza t’infastidisce?!- si infervorò la ragazza facendo qualche passo verso di lui.

- solo perché ho cercato di fermarti mentre facevi un massacro, ora sono diventata un elemento di disturbo?! Scusami se proprio non sono riuscita ad accettare allegramente che tu e i tuoi lacchè uccideste tutta quella gente!- gli urlò a pochi centimetri dal viso.

- per gli uomini non è una cosa innaturale uccidere i propri simili…è molto più innaturale vivere senza uno scopo- la corresse Draco, ritrovando per un istante la sua solita gelida calma .

La ragazza si ritrasse nauseata.

- mi stai dicendo che fai  tutto questo per uno scopo? È quale sarebbe?- gli domandò dubbiosa.

Silenzio.

Draco la fissò per un attimo con occhi quasi supplichevoli, come quelli di un animale messo in gabbia.

- Io ho perso il mio scopo, Hermione. L’ ho perso…- le spiegò distogliendo gli occhi da lei- ora va- sussurrò mentre le voltava le spalle.

- ultimamente mi cacci via con un po’ troppa facilità- continuò Hermione inamovibile.

C’era un limite con Draco Malfoy che non doveva essere superato, ma lei spesso non riusciva a percepirlo.

L’uomo si voltò fulmineamente avvicinandosi a lei con un paio di lunghi passi malfermi, e alzò brutalmente una mano in aria come se volesse colpirla.

Hermione non si mosse.

Rimasero immobili così per qualche istante, lui che la sovrastava con la sua minacciosa altezza, e lei che aspettava solo la sua prossima mossa.

Come una stilettata nel cuore, Hermione cominciò a ridere aspramente. Una risata graffiante come il vetro che stride sulla pietra.

- vuoi…colpirmi,Draco? Dimentichi che sono un fantasma…non puoi farmi del male- disse, levando anch’essa una mano esile e leggera e poggiandola vicino a quella dell’uomo.

Draco cercò di stringerla ma si ritrovò solo con un pugno d’aria.

- dannazione!- urlò scattando indietro.

La mente annebbiata, i sensi fastidiosamente ovattati.

Anestetizzato.

Ecco come si sentiva Draco Malfoy in quel momento

- razza di sciocca, perché non capisci?!- lo vide barcollare pericolosamente mentre si appoggiava con i gomiti sul nero tavolo.

Il viso arrossato, i biondi capelli scompigliati, la pelle leggermente imperlata di sudore, Draco Malfoy sembrava in tutto e per tutto un demone innalzatosi dagli inferi per consumarla con la sua rabbia.

“Un demone stupendo” si ritrovò a pensare Hermione.

La scura camicia semiaperta sul petto risaltava come una rosa nera sulla neve appena caduta e gli occhi argentei erano piacevolmente offuscati dal troppo alcool.

Selvaggio. Aveva il fascino letale di una pantera che, finalmente liberata da sbarre e catene, si accinge ad attaccare.

Era bello, a modo suo. E lo sarebbe stato ancora di più se quel qualcosa che lo tormentava  non lo avesse consumato giorno dopo giorno.

-perché non riesci a capire?- più che una domanda, sembrava un’ invocazione d’aiuto – in alcuni momenti vorrei soltanto toccarti, strapparti i vestiti di dosso e farti mia…ma non posso perché sei soltanto un fantasma…vederti mi acceca prima di una passione inspiegabile poi di una rabbia incontenibile… e allora potrei distruggere il mondo intero e non m’importerebbe…- il fantasma lo fissava sgomento ,non riuscendo a percepire fino in fondo il senso di quelle parole che le sembravano così strane pronunciate da lui.

Sapeva che quelle frasi, quei gesti erano soltanto il risultato dell’ ebbrezza …però…poteva sperare in un però?

Hermione gli si avvicinò con cautela, temendo una reazione violenta.

Voleva disperatamente assaporare quel momento di insperata e forse illusoria sincerità che , lo sapeva, non si sarebbe mai ripetuto.

-ho avuto tutto in questa mia maledettissima vita… per quale motivo allora niente mi sembra abbastanza? Perché tu, mezzosangue, devi essere l’unica cosa riuscita male?- continuò quasi non rendendosi conto che lei era lì ad ascoltare i suoi vagheggiamenti.

Hermione avrebbe anche potuto urlare, quando d’improvviso gli occhi di Draco, spaventosamente simili a quelli di un bambino, la fissarono vacui, cercando delle risposte a delle domande che, se fosse stato lucido, non si sarebbe mai sognato di rivolgerle.

Risposte che infondo neanche lei poteva dargli.

- che…che stai dicendo Draco?- non era vero, non poteva crederci.

“ insultami, dimmi di andarmene, ma ti prego smettila….”

-che sto dicendo!?- la aggredì l’uomo – sto dicendo che qui – e si batté una mano sul petto – non ci sono soltanto odio e magia oscura, o almeno ci sarebbero stati se tu dieci anni fa non ti fossi presentata da me, in questo stato!- le urlò contro, spossato e sfinito.

La verità d’altronde costa fatica, non è mai la strada più semplice e non sempre è quella più giusta.

E quella verità lo era meno di tutte.

Soltanto un sogno destinato a svanire in una notte senza luna, lasciandoti l’amaro in bocca, solo il tempo perché la mente torni lucida e questa si dissolve in polvere.

Una polvere che rimane in ogni angolo, per quanto tu ti ostini a pulirla via.

Ed Hermione Granger, l’unica verità a cui Draco avrebbe saputo dare un nome, c’era sempre.

Era lei l’unico motivo che gli impediva di impazzire.

Ed Hermione lo sapeva benissimo, per questo era rimasta con lui malgrado tutto.Proprio lei ,che infondo non faceva più parte di quel mondo, era l’unico filo che lo legava ancora ad esso.

E forse, non era un bene.

-mi dispiace…- riuscì a sussurrare a stento.

Ma l’uomo non l’aveva sentita ed ora giaceva scompostamente sul letto, gli occhi semichiusi persi fuori dal mondo, fuori da sé stesso.

- sei così …dannatamente… bella…- sussurrò mentre si sollevava a fatica sui gomiti e percorreva la figura della ragazza con occhi così perforanti che lei avrebbe anche potuto arrossire.

“Dio solo sa quanto vorrei toccarti anche io…” lo pensò, ma la fredda e razionale Hermione Granger non fu capace di dirlo.

Per una volta Draco Malfoy, seppure annebbiato e confuso, era stato più sincero di lei.

-va Hermione…per favore- riuscì a mugolare infine Draco, con voce roca.

Fu così che Hermione scomparve, in silenzio, nell’unico modo che conosceva.

Lasciò Draco Lucius Malfoy solo e libero, di una libertà che forse non voleva, una libertà che a volte soltanto qualche bicchiere di vino in più riesce a donare.

Quando nel giro di un istante Hermione Granger riapparve fuori dalla porta d’ebano, pianse.

Pianse anche se le sue lacrime non erano altro che gocce invisibili e sospiri senza vita, anche se nessuna goccia cristallina sarebbe mai caduta dai suoi occhi e avrebbe bagnato la pietra sotto i suoi piedi.

Pianse per quello che era successo la notte prima, per Draco, per lei, perché forse quelle parole avrebbe preferito non sentirle, o forse avrebbe soltanto voluto che lui gliele dicesse con la mente lucida e non sotto l’effetto del troppo vino.

Pianse anche se sapeva che era inutile farlo. Anzi ,pianse proprio per questo.

Perché le sue lacrime non sarebbero mai riuscite a spezzare l’orrendo incantesimo di cui una terribile strega li aveva fatti vittime, come succedeva nelle favole.

Pianse perché quella non era una favola, e come tale non ci sarebbe mai stato un lieto fine.

 

…“Venga tu dal cielo o dall’Inferno, cosa importa?”…

 

-Boudelaire-

 

 

Due giorni.

Erano più di due giorni che se ne  stava rinchiuso nei sotterranei di quel maledetto castello, senza la minima idea su cosa ne avrebbero fatto di lui.

Quando David si era risvegliato ammaccato e dolorante in quell’angusta cella, si era meravigliato di non essere morto, ma pensandoci bene si era reso conto che un solo cruciatus non bastava a far fuori una persona.

Questa conclusione non lo aveva di certo confortato, soprattutto perché niente impediva a Draco Malfoy di scendere lì e farlo fuori una volta per tutte.

Tuttavia non si era ancora presentato nessuno, a parte il vecchio elfo domestico che gli portava acqua e cibo due volte al giorno.

Si sentiva un vero schifo.

Lì sotto si gelava ,c’era un terribile odore di muffa e di putrefazione e per di più il braccio ferito, che gli era stato malamente fasciato, gli doleva terribilmente.

Se solo però fosse stato a conoscenza del consueto trattamento riservato ai prigionieri, si sarebbe subito accorto di essere un privilegiato; gli veniva portato regolarmente del cibo, in quella cella c’era un letto e qualcosa di molto simile ad un tavolo ed una sedia.

Tutti particolari che David aveva bellamente ignorato.

Era in gabbia e poco gli importava se questa era fornita di optional inconsueti per gli standard delle celle di quel castello.

“ma bravo David, hai voluto fare l’eroe ed ecco come sei finito…”

All’inizio non ci aveva proprio pensato.

Si era detto che un occasione del genere, dopo mesi che non aspettava altro, non gli sarebbe più capitata.

Aveva agito d’istinto e confondendosi con gli altri, si era smaterializzato.

“ed ho fatto una grossa cazzata”.

Inequivocabilmente.

Certo, non aveva alcun dubbio che Harry, l’ordine, il ministero e gli auror si sarebbero mobilitati per andare a riprenderlo, ma ogni ora che passava questa sua speranza si indeboliva sempre di più.

L’attesa più il non sapere cosa gli sarebbe accaduto, lo stavano uccidendo.

Ci aveva provato a liberarsi, eccome!, ma ovviamente la bacchetta gli era stata tolta e l’unico modo per aprire quella stupida cella era quello usato in qualsiasi normalissima prigione.

La chiave. Una semplice ed insignificante chiave.

Per un attimo il suo pensiero volò ai suoi amici.

Bran, Sharon ,Andrew…Aislinn.

Se ci fossero stati loro avrebbero sicuramente inventato qualche stratagemma infallibile.

Le idee assurde ma quanto mai efficace erano ad esclusivo appannaggio di Sharon ed Andrew.

Lui, da solo, non sapeva proprio cosa fare.

“ chissà come mai Aislinn era tornata così sconvolta dopo l’uscita con Bran?”

Era un pensiero sciocco, se ne rendeva conto.

Ma in quel momento pensare alla pazzia di Draco Malfoy, alla possibilità che Harry fosse stato ferito gravemente o a qualsiasi altra cosa spiacevole che quella guerra aveva portato con sé, non gli era di nessun’aiuto.

Non lo era neanche pensare ad Aislinn con Brandon, in effetti.

“mi sa che sto delirando”

Si portò stancamente una mano alla fronte sudata, per scoprirla più che tiepida sotto le dita.

“fantastico…davvero fantastico” fu il commento lapidario che evitò di pronunciare ad alta voce mentre afferrava una coperta dal letto e se la avvolgeva intorno alle spalle.

E fu anche lo stesso identico commento che gli affiorò alle labbra quando pochi istanti dopo, intravide attraverso le sbarre la figura di Draco Malfoy che lo scrutava con l’indifferenza che si dedica ad un cassonetto per la strada.

-fantastico…-

 

 

continua…

 

C-O-M-M-E-N-T-A-T-E!!!

  
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