Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Alessia NightOwl    23/02/2012    17 recensioni
"Non dire mai no all'amore fino a quando non sarai certa che non possa più farti battere il cuore."
Questa è una semplicissima storia, è la storia di una donna e i suoi problemi nella vita reale.
Riuscirà ad affrontare le nuove avventure che gli si presenteranno davanti, oppure deciderà di mollare tutto, ancora una volta?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonasera a tutti. Eccomi qui con il nuovo capitolo.
Prima di tutto vorrei annunciarvi una piccola novità; da oggi anche questa storia avrà un banner
 di presentazione e per questo ringrazio con tutto il cuore la mia piccola Afu, sempre presente e disponibile con me.

Banner

Che ne dite? E' davvero splendido, a me piace moltissimo.
Ora veniamo al nuovo capitolo, come capirete dal titolo è come se fosse la seconda parte del capitolo 8.
Ringrazio tutti voi per le bellissime recensioni e per la voglia che mi date per andare avanti.
Grazie di cuore a tutti. Buona lettura.



Capitolo 9. (Letter from the Past)

Ero sul divano da sola, Mark era dovuto andarsene un’ora prima perché doveva fare il turno notturno a lavorare.
“Scusami, ti prego. Sai che vorrei rimanere qui con te tutta la sera e tutta la notte, vero? Però voglio che ti ricordi di una cosa, per qualsiasi cosa, chiamami o mandami un messaggio, io per te ci sarò sempre.” Così mi aveva detto prima di andarsene, mi diede un bacio dolce ed uscì da casa mia. Ripensare a quei comportamenti faceva stampare sul mio viso un sorriso da ebete, ero veramente felice perché sentivo come se fossimo una normalissima coppia e invece in realtà ancora non lo eravamo. Era successo tutto in modo naturale, senza forzature, lui mi era stato accanto in uno dei momenti forse più difficili e io non glielo avevo dovuto chiedere. 

Il pacco mandato da mio padre era ancora lì, imponente appoggiato sul tavolo, con sopra quella lettera che ancora dovevo finire di leggere, mi sentivo una bambina, ma avevo bisogno che qualcuno fosse accanto a me per continuare e l’unica persona oltre a Mark era la mia Claire.
La stavo aspettando, quando avrebbe finito il turno alla tavola calda sarebbe venuta da me, si sarebbe fatta una bella doccia e avremmo mangiato una pizza e poi chissà… Forse avrei continuato a leggere e avrei aperto il pacco o forse no. Forse avremmo semplicemente parlato delle mie ore passate con Mark.
Il mio cervello stava viaggiando troppo velocemente, così mi alzai dal divano e andai sul balcone. Sicuramente l’aria fredda e pungente della sera mi avrebbe fatto riprendere.  

“Ehi, signorina.” Sentii quando misi piede fuori. Era Clay, che aveva appena parcheggiato la macchina. Guardai l’orologio, erano le 6. Aveva finito prima di lavorare e questo non poteva che farmi piacere.
Rientrai per aprirle la porta e quando me la vidi di fronte l’abbracciai così forte che pensai avrei potuto soffocarla.
“Non ne hai avuto ancora abbastanza di abbracci?” Disse guardandomi e sorridendo. Sapeva che avevo passato la giornata con Mark e le avevo accennato del pacco di mio padre, ma non sapeva niente di più.
“Oh, sai che io vivrei di abbracci, dunque adesso sbrigati a farti la doccia che così ti racconto tutto.” La curiosità della mia amica guizzò nei suoi occhi, così saltellando come una bambina andò al piano di sopra per lavarsi, quando fu in cima alle scale si girò verso di me. “Vedi di ricordarti ogni minimo dettaglio di qualsiasi cosa, io DEVO sapere.”
“Vaiiiiii, che potrei dimenticarmi tutto in un secondo” Le urlai da sotto. 

Intanto che l’aspettavo mi misi a preparare il tavolo per la cena, spostai il pacco come se contenesse materiale radioattivo, stando attenta a non avvicinarmi più del dovuto, senza smuoverlo troppo, lo appoggiai sul divano; fissai la lettera ripiegata a metà e mi venne un brivido.
Ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che quell’uomo mi avesse scritto, dopo tutti quegli anni di completa assenza cosa si aspettava da me? Cosa voleva?
Un moto di rabbia  smosse la mia voglia di buttare quel foglio di carta nel camino scoppiettante.
“Non fare niente di insensato Elly, potresti pentirtene, non voglio che ti butti nel fuoco per recuperare carta bruciata.” La voce di Claire era ironica, ma anche sicura di sé, dietro le mie spalle.
Mi girai, gli occhi erano ancora un po’ gonfi per i pianti delle ore prima e feci scivolare le braccia lungo i miei fianchi, come in segno di arresa.
“Questa lettera è per te e devi leggerla fino in fondo. Il dolore che ti ha fatto passare tuo padre non credo potrà essere superato da qualcosa di peggiore, dunque devi farti coraggio e leggere tutto, fino in fondo. Tanto sai che io sarò qui e se ce ne sarà bisogno andrò da tuo padre a riempirlo di bastonate.” Clay si avvicinò e mi prese le mani.
“Dov’è andata a finire quella ragazza forte e coraggiosa che si è trasferita anni fa in un paesino sconosciuto? Dov’è finita quella persona che è andata avanti da sola, con una figlia senza chiedere aiuto a nessuno?”
“No, ho chiesto aiuto a te in questi anni. Clay lo sai anche tu che non sono mai stata forte, sono riuscita ad andare avanti perché c’eri tu e basta.” Le lacrime stavano risalendo prepotenti verso i miei occhi, ma non volevo piangere. Non era il momento ancora, avrei avuto tempo più tardi per disperarmi fra le braccia della mia amica.
“Beh, se sei andata avanti perché c’ero io, potrai farlo benissimo anche adesso, perché io sono qui con te.”  Mi abbracciò forte e sospirò fra i miei capelli. “Quante persone dovranno continuare a farti soffrire ancora?” Era più un suo pensiero detto ad alta voce ecco perché non risposi, mi limitai a stringerla forte. 

Finalmente le pizze arrivarono, andai ad aprire al giovane ragazzo e lo pagai. Per nostra fortuna le pizze erano ancora fumanti nonostante le temperature sotto zero al di fuori.
Quando ci sedemmo a tavola l’argomento principale diventò Mark. Quando Clay diceva che voleva sapere tutto, intendeva proprio tutto. Le raccontai del suo improvviso arrivo, di come io ero stata seducente nei suoi confronti; anche se raccontandolo ora mi veniva da ridere e speravo che anche lui non avesse provato le stesse sensazioni mie di ora. Le dissi del postino che arrivò e del mio svenimento. Di come Mark era stato vicino a me, della sua chiacchierata con Sophie. Dei baci, delle coccole e degli abbracci.
“Aaaaaaaaaaah lo sapevo che vi sareste baciatiiiiiii.” Era felice come una bambina.
“Siete fatti per stare insieme, l’ho detto fin dal primo momento io. Cavolo dovrei aprire un negozio e fare la cartomante, ci azzecco sempre. Dai com’è stato baciarlo e sentirti fra le sue braccia? Racconta a questa povera ragazza in astinenza da coccole e baci.”
Mi faceva ridere, Clay era sempre stata una persona frizzante e piena di energia, ma sapevo bene quanto anche lei si sentisse sola e speravo che trovasse qualcuno che le facesse battere il cuore come batteva il mio in questi giorni.
“Non so spiegarti com’è stato. Posso solo dirti che mi sembrava di andare a fuoco stando in paradiso. Mi fa provare emozioni che non ho mai provato in vita mia, mi fa sentire a mio agio in qualsiasi situazione. Riesce a starmi vicino anche se mi conosce poco, mi capisce e si comporta di conseguenza. Il mio cuore ha rischiato di fermarsi un paio di volte, ma poi è stato tutto davvero così naturale, ho spento il cervello e mi sono detta ‘Succeda quel che succeda’ e così è stato. Non mi sono fatta problemi o paranoie ed è stato bellissimo. Spero potremo ripetere presto.” Ripensando a quei momenti ripresi a sognare, da quanto una persona non mi faceva stare così bene?
“Aaaaah Eloise Walsh, lo sapevo che ti saresti lasciata andare. Era ora. Finalmente hai trovato l’uomo della tua vita, vedi di non fartelo scappare altrimenti ti uccido e poi te lo rubo io.” Prese una birra e se la scolò in un sorso e poi si accese una sigaretta.


“Clay, da quando hai ripreso a fumare?? Hai per caso una scorta segreta e non me lo hai detto?”
Avevamo deciso di smettere di fumare un mese prima, insieme. Volevamo farlo per noi e per le nostre figlie, ma come tutti sapranno è un vizio duro da lasciar andare.
“Passamene una dai.” Come facevamo mesi prima, spegnemmo le luci, aprimmo le finestre e ci mettemmo a fumare di fronte alla finestra, con una coperta sulle spalle; guardando il mondo offuscato dalle nostre sbuffate di fumo.
“Elly, sono felice per te. Credimi. Ma quando penso a me vedo tutto grigio. Ormai in questo paesino conosco tutti e non c’è un uomo che mi interessi, sono tutti scialbi; l’unico interessante te lo sei accalappiato tu e sei stata grande.” Misi un braccio intorno alle spalle della mia amica.
“Clay, sarai di nuovo felice anche tu. E’ impossibile che una persona splendida come te rimanga sola in questo mondo. Vedrai che incontrerai un bel lupo di mare che ti farà perdere la testa e dopo saremo sistemate tutte e due per il resto della vita.”
Sembravano i discorsi che facevamo da adolescenti, quando ancora credevamo nell’amore per tutta la vita, quando ancora credevamo che bastava l’amore per fare andare tutto bene. Ora eravamo cresciute e sapevamo che non era così, ma nessuno ci toglieva la possibilità di sognare e essere ancora bambine ogni tanto.
Appoggiò la testa sulla mia spalla e continuammo a guardare il mare illuminato dalle luci del porto e dalla luna che si rifletteva; una nave in lontananza viaggiava calma e silenziosa, probabilmente la mattina dopo ce la saremmo ritrovata a pochi passi; domani infatti sarebbero iniziati i mercatini tipici del luogo e come ogni anno attiravano un sacco di turisti. 

“Da domani ci sarà da sgobbare cara amica mia. Non voglio immaginare che turni dovremo fare.” Sospirammo tutte e due. Quello era sempre il periodo più brutto perché la nostra piccola isola si riempiva di persone e il passaggio dalla tavola calda era quasi d’obbligo. 

Ci stavamo congelando, così chiudemmo la finestra e riaccendemmo le luci. Guardai il pacco e la lettera e decisi di farla finita con quella storia. Andai sul divano e ripresi la lettera fra le mani, Clay si sedette di fianco a me osservando il fuoco.
“…Ma mi mancavi terribilmente. Non pretendo di rimettere tutto a posto con queste poche righe, ma mi piacerebbe poter imparare a conoscerti, piano piano, non ho fretta. Sono passati tanti anni e ai tuoi occhi sarò ancora la bestia che maltrattava tua madre e che si disinteressava a te, ma posso prometterti che sono cambiato.
Mi sono rifatto una famiglia, ora ho una moglie e due figli che sono tuoi fratelli. Gli ho parlato di te e vorrebbero tanto conoscerti, come vorrebbe conoscerti mia moglie. Ripeto, non ho fretta, ma se avessi voglia di rispondere a questa lettera o chiamarmi ti lascio il mio indirizzo e il numero di telefono. Voglio provare a rimediare al danno che ho fatto e spero me ne darai la possibilità.
Nella scatola troverai alcune foto, almeno potrai capire chi sono ora e se avrai voglia potrai vedere la famiglia che mi sono messo su. C’è anche un piccolo regalo che spero accetterai perché fatto col cuore e non per costringerti a vedermi  di nuovo come padre.
Ti mando un bacio sperando tu stia bene e che anche la piccola Sophie sia in grande forma.”
 
Non una lacrima stava scendendo sulle mie guance, ma un moto di rabbia si fece strada dentro di me.
Strinsi la lettera fra le mani e la buttai per terra. “Come si permette quest’uomo di intrufolarsi nella mia vita. Chi si crede di essere? Pensa di poter aggiustare tutto mandandomi lettere e foto della sua nuova famiglia felice? Pensa che potrò accettarlo come padre o anche solo come uomo? Per me è una bestia che ha distrutto la vita di mia madre e che ha ridotto a brandelli la mia infanzia. Non voglio lettere, non voglio foto e tanto meno regali. Deve sparire, deve essere un’ombra com’è stato per tutti questi anni. Non lo voglio, non mi interessa. Non mi serve un padre a 25 anni. Che continui a stare con la sua bella famigliola, qui nessuno ha bisogno di lui.” Stavo camminando nervosamente per il salotto, con Clay che dal divano seguiva ogni mio movimento, stava lì a guardarmi aspettando che la mia rabbia calasse.
“Dio quanto è stupido. Cosa pensa di ottenere? E poi quella stronza di Julie non poteva starsene zitta e tenere il mio indirizzo per lei? Chi le ha dato il diritto di dare queste informazioni, mi fidavo di lei; l’unica persona rimasta di cui mi fidavo e lei cosa fa? Si è fatta abbindolare da un padre che non è mai stato mio. Ma cosa le è saltato in mente? Adesso la chiamo e gliene dico quattro.” Ecco il momento in cui Clay intervenne. Si alzò e mi diede uno schiaffo.
Rimasi immobile di fronte a lei. Il viso infuocato. “Clay ti ci metti anche tu adesso? Cosa cazzo fai?”
“Adesso basta. Falla finita, non sei una bambina Elly.” Urlò contro il mio viso  facendomi sentire realmente una bambina.
“Siediti e calmati, tu non farai niente adesso. Starai qui sul divano immobile fino a quando non ti sarai calmata e sai bene che posso tenerti testa in fatto di forza dunque non provare a fare niente, altrimenti ti lego al divano.” Mi prese per le spalle e con forza mi fece sedere.
“Ma Clay, cosa stai dicendo non dirmi che credi a quello che ha scritto….”
“Ti ho detto basta. Quando sarai calma potremo ragionare su tutto quello che vuoi, ma adesso non serve a niente parlare con te.” 

Così dicendo mi lasciò sola e andò a preparare qualcosa in cucina, non mi girai a guardare cosa stava combinando, ripresi in mano la lettera e la guardai e riguardai; volevo stracciarla in mille pezzettini, ma non lo feci.
Clay aveva ragione, dovevo calmarmi, così presi una sigaretta e mi sdraiai sul divano con i pensieri che correvano a perdifiato nella mia mente.
Probabilmente passarono ore prima che Clay tornò di fianco a me, decisi di aprire il pacco.
“Sicura di essere pronta?” Mi chiese stringendo una mia mano, la guardai negli occhi. Ero pronta. 

La prima cosa che mi balzò agli occhi furono le decine di foto che aveva messo nella scatola, ma non erano solo della sua attuale famiglia. C’erano delle foto mie di quando ero piccola e di mia madre e dietro ad ogni foto c’era scritto la data e il momento in cui furono scattate.
Guardai le foto dei suoi figli, erano bellissimi. Due ragazzi ormai adolescenti e la moglie era una donna minuta e molto dolce. Mi chiesi se sapessero realmente cosa aveva fatto a me e mia madre.
Poi trovai una foglietto bianco, pensai ad un’altra lettera, ma quando lo aprii mi si fermo il fiato in gola.
Era un assegno. Un assegno da 30.000 euro.
Mi girai a guardare Clay e credo proprio che avesse il mio stesso sguardo di sorpresa.
“Mmm questo proprio non lo capisco.” Disse continuando ad osservare quel foglio. Non avevamo mai visto tutti quei soldi insieme e ci sembrava così assurdo.
“Pensa forse di potermi comprare con i soldi?” Di nuovo la rabbia salì dentro di me, ma la fermai prima che uscisse in urli e bestemmie.
“Beh qualsiasi cosa pensa Herbert, ormai questi soldi sono tuoi, sta a te decidere se usarli o no. Solo tu puoi decidere cosa fare.” Tutte e due continuavamo a fissare quell’assegno.
Poi notai che nella scatola c’era un altro piccolo foglietto. 

“Questi soldi sono sempre stati tuoi. Da quando eri piccola li mettevo da parte per te, volevo poter arrivare ad una buona cifra per poterteli dare, in realtà l’assegno è solo un acconto. C’è ancora un conto bancario aperto a tuo nome, ma visto che eri piccola lo gestivo io. Adesso se tu volessi quei soldi dovresti venire qui  a Londra e firmare in banca. Non so se lo farai, ma ti dico solo che non voglio niente in cambio e che non è uno scherzo. Non sono stato un padre, ma a quei tempi l’unica cosa che conoscessi realmente erano i soldi e così ho pensato a te in questi termini. Ti mando un lista dei movimenti del tuo conto bancario, così potrai capire che non ti sto prendendo in giro.”
Presi l’altro foglio e notai che il conto era stato aperto quando io ancora ero piccolissima e poi guardai quanti soldi c’erano ancora oltre ai 30.000 che erano fra le mie mani. 

“Ok cara Elly, sei diventata ricca in meno di 5 minuti.” Disse Clay sorridendo.
Non sapevo come reagire, cosa pensare o cosa fare. Avevo bisogno di tempo per riordinare le idee. Volevo parlare con mia madre, sapeva di questo conto? Sapeva queste cose di Herbert?
Avrei voluto chiamarla subito, ma pensai che probabilmente le avrei rovinato le vacanze. Quando avrebbe riportato indietro Sophie si sarebbe fermata un po’ da noi prima di ripartire, quello sarebbe stato il momento perfetto.
Feci un mezzo sorriso pensando a cosa avrei voluto fare con quei soldi, ma ancora non sapevo se accettarli o meno. Non sapevo niente e dovevo assolutamente farci una dormita sopra. Quel giorno era stato devastante per me e il mio cervello era arrivato al limite, non sopportava più pensieri contorti. 

Salutai Clay che mi abbracciò come solo lei sapeva fare, dandomi sicurezza e tanto appoggio. Lei era Claire, c’era sempre stata per me e con me ci sarebbe stata anche d’ora in avanti con o senza soldi.
Mi diressi a letto lasciando foto assegno e lettere sul divano, dovevo staccarmi da quei momenti e non potevo di certo portarmi tutta quella roba in camera. 

Quando mi misi a letto decisi di mandare un sms a Mark.
“La giornata per me è finita, finalmente. Ho finito di leggere la lettera e ho aperto il pacco. Vorrei tanto averti qui con me per spiegarti cosa è successo questa sera. Io domattina dovrò andare a lavorare e ancora non so quante ore dovrò fare. Spero comunque di poterti vedere o sentire. Buon lavoro ‘Dottor Stranamore’, mi manchi.”
Mandai il messaggio, non speravo mi rispondesse subito, stava lavorando… Passarono pochi secondi e ricevetti la risposta. Aprii il messaggio con tanta foga che se avessi potuto mi ci sarei buttata dentro.
“Elly, non vedevo l’ora di ricevere un tuo segno di vita. Sono felice che tu sia riuscita a completare quello che avevamo iniziato. Sono sicuro che in quella lettera e pacco non ci sia niente di così insormontabile. Anch’io spero di poterti vedere domani, così se vorrai mi racconterai tutto. Ti mando un bacio anche se vorrei poter essere lì per dartelo di persona. Buonanotte angioletto.”
Mi addormentai con il cellulare appoggiato sul petto, avrei sicuramente sognato il mio Mark.

   
 
Leggi le 17 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Alessia NightOwl