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Autore: Lushia    24/02/2012    5 recensioni
Sawada Tsunayoshi è il grande, amato e stimato (e anche odiato) decimo boss dei Vongola. Lui e i suoi guardiani, grandiosi e irragiungibili agli occhi di persone che li ammirano e li amano, sono impegnati con affari interni e problemi di varia natura tipici di un potente clan mafioso.
E tralasciando le vicende in Italia la nostra attenzione va in Giappone dove si sta formando un'altra famiglia, la famiglia Vongola di undicesima generazione, capitanata dalla psicopatica figlia di Vongola Decimo, che si appresta a voler lottare a tutti i costi per realizzare i loro sogni.
Ma come andrà a finire la loro storia? Potrà essere ricca di emozionanti avventure o non riusciranno nel loro intento?
Seguiamoli assieme nel loro viaggio!
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 1 - Eh?! Questo è il mio guardiano del fulmine?!

cover


- Buon giorno a tutti! -


Il saluto echeggiò nell'aula della Namimori Middle School: una ragazzina dai capelli castani si era intrufolata nella classe, ignorando il professore che aveva iniziato ad urlarle dietro.

- SAWADA! Hai idea di che ore sono?! - ringhiò l'uomo, continuando a fissarla in modo minaccioso.
- Oh cristo, iniziano le lamentele mattutine. - la giovane sbuffò.
- Si arriva a quest'ora? La lezione è iniziata già da dieci minuti buoni. - indicò l'orologio da polso con l'indice destro.
- ...uhm... beh, prof, vede, sono arrivata in ritardo perchè... - parve pensarci su per qualche istante - un unicorno mi ha chiesto di aiutarlo a scappare da un laboratorio alieno che lo teneva prigioniero. - disse, incrociando le braccia e annuendo a sé stessa con sguardo deciso.

E rise.
Non c'era nulla di meglio che ridere e sorridere di mattina presto.

Gran parte della classe accompagnò la sua risata, ma non perchè la storia fosse divertente. Sawada Nozomi era proprio quel tipo di ragazza che amava inventarsi storielle e fare freddure; era particolare e con un inusuale modo di ragionare, spesso persa nel suo mondo e canticchiando a bassa voce.
A primo impatto era difficile da capire, sembrava una teppistella per via delle ferite e dei cerotti. Non sapevano mai se dovessero ridere o aver paura di lei. Era... strana.

Nonostante la scuola fosse iniziata già da un paio di mesi, la ragazzina era già conosciuta a scuola, ma la sua reputazione era tutt'altro che buona. Le persone avevano opinioni contrastanti, generalmente però preferivano tenersi alla larga.
Perciò, mentre lei si dirigeva verso il suo banco, i compagni ridevano. Ridevano di lei.
Sapeva esattamente quali erano i loro pensieri, così come sapeva che le sue battute tristi erano irritanti. Ma le faceva comunque, perchè si divertiva così.
Anche se ammetteva fosse triste che le persone ridessero solo della sua stravaganza, non era una buona ragione. Avrebbero dovuto ridere perchè era divertente.

Si sentì nuovamente adirata.

Che noia la scuola. Tutti così seri... ”

Si era davvero svegliata di buon umore, ma degli stupidi ragazzacci l'avevano costretta a combattere, finendo con qualche graffio e in ritardo per la lezione, perciò il suo umore era mutato in peggio. La battaglia non fu chissà che, ovviamente ne era uscita vittoriosa, quei ragazzi erano inesperti e abbastanza impacciati, ma le faceva rabbia sapere che esistessero ancora tali esempi di idioti.

Perciò cercava sempre di far sorridere le persone.

Una vicina di banco dai lunghi capelli scuri la stava fissando con uno sguardo confuso, la brunetta sorrise e si avvicinò lievemente, sussurrando.

- Sai che un mio amico aveva un cane che ringhiava? Un giorno lo portò fuori al balcone e adesso ringhiera... -

Era davvero difficile non ridere a quella sciocchezza, la mora dovette soffocare la risata con la mano, ma Nozomi amava osservare la gente in preda a quelle sensazioni miste a metà tra il ridere o il piangere. Erano le uniche reazioni che poteva ottenere dai suoi compagni di classe, per ora.

Ma le andava bene, aveva solo bisogno dei loro sorrisi. Non erano cattive persone, anzi, erano davvero gentili e simpatici, semplicemente lei non riusciva a trovare il suo posto nel gruppo.
E non le importava più di tanto.

La voce del professore era davvero noiosa, dopo un po' di tempo la ragazzina si ritrovò a scribacchiare sul suo quaderno la figura di un uomo, come faceva solitamente. Non era per niente brava a disegnare, ma quel profilo era inconfondibile: si trattava dell'uomo che lei amava di più.
Un uomo che poteva vedere soltanto nei suoi strambi sogni, sin dalla sua nascita: Vongola Primo, Giotto.
Lo adorava, quando pensava a lui sembrava proprio una ragazza innamorata. Era il suo punto debole.
Lui era anche il motivo per cui voleva diventare più forte, imparando ciò che non poteva trovare in nessun altro luogo: la leggendaria Shinuki no Honoo; Fiamma dell'ultima volontà.
Tecnicamente c'era qualcuno che avrebbe potuto insegnargliela, ma questa persona fingeva sempre di non saperne niente, dopotutto si trattava di un padre orgoglioso e protettivo, non poteva affidarsi a lui.
Alla fine non c'era altro modo se non tentare di venirne a capo con le sue sole forze, studiando il Primo tramite i suoi sogni. Era sempre così incredibile, con quella fiamma arancione e fiammeggiante che si ergeva con orgoglio sulla sua fronte. Così affascinante...

... Aaaah a che diavolo sto pensando???” era davvero confusa, si grattò la testa nervosamente “Ma per favore, è un mio antenato! … Beh, insomma, io sono la sua... uhm... quante generazioni ci sono...”

Iniziò a contare sulle dita: Ieyasu, Giotto era il primo, i suoi discendenti erano Yoshimune, Yoshinobu, Ietsuna, Iemitsu e Tsunayoshi, padre di Nozomi. Era la sesta discendente, entrambi non avevano poi chissà che legami di sangue, non avrebbero di certo potuto avere problemi genetici. Dopotutto, nel passato i cugini si potevano anche sposare tra loro.

Annuì, soddisfatta. Giusto, non c'era nulla di incestuoso.

Davvero?

Il suo sorriso si trasformò in uno sguardo terrorizzato.

"...STO DAVVERO PENSANDO ALL'INCESTO??"

Iniziò a sbattere rapidamente la fronte sul banco, sotto gli sguardi confusi dei suoi compagni di classe.

- ...Ehm, Sawada. Stai bene? - chiese l'insegnante, incredulo.
- ...Non penso di star bene. E' possibile che io sia davvero pazza!! - l'aveva realmente detto, con un'espressione di disgusto sul suo volto.
- Questo era già palese a tutti. - I suoi compagni di classe ricominciarono a ridere.
- Mah... visto che ci siamo, perchè non vieni a risolvere questo problema? - le indicò la lavagna, e la brunetta si avvicinò silenziosa e con uno sguardo cupo. Lesse le bianche scritte e, dopo aver preso il gessetto, risolse il problema dopo pochi secondi.

Non era nulla di nuovo, nonostante la sua stravaganza almeno aveva dei voti quantomeno ottimi.
Amava imparare nuove cose, sin da piccola aveva sempre divorato libri su libri, aveva inoltre imparato i programmi dei successivi anni scolastici.
Questo era il motivo principale per cui la sua vita sociale, da piccola, era pressoché inesistente.

Ritornò al suo banco con l'espressione depressa, sospirando.

Ahhh... Arashi s'incazzerà di nuovo...” farfugliò, in attesa della pausa pranzo. Ultimamente i suoi sentimenti “particolari” stavano arrecando abbastanza problemi ai suoi amici, e non se lo poteva perdonare. Tuttavia si sentiva impotente, dopotutto era ormai in “quell'età”.

Si stiracchiò, seccata, quando suonò la campanella e quasi non cadde dalla sedia per lo spavento.
Si alzò e si lanciò oltre la porta dell'aula, gioiosa di poter finalmente mettere qualcosa sotto i denti. Sfortunatamente, appena messo il piede oltre la porta si scontrò con una ragazza dai lunghi capelli rossi, per poi cadere all'indietro a causa dell'urto.

- MA CHE CAZZO SUCCED- l'espressione della rossa era contratta in una smorfia rabbiosa, ma svanì dal suo volto appena incrociò lo sguardo della bruna, lasciando posto ad un sorriso a trentadue denti. - UH, NOZOOOOOO~ - si lanciò addosso all'amica, abbracciandola, mentre la povera ragazzina rimase disorientata per qualche istante ancora.

- … Uh? Ah, Arashi! -

- Ehi, svegliati, stupida! Eri annoiata, eh? Non succede nulla di che, ultimamente. La scuola non fa per noi, dobbiamo conquistare il mondo. - alzò lo sguardo al soffitto con aria sognante.
- U-uhm... beh... in realtà oggi ho fatto una figura di merda... -
- ...Oh? E perchè? Hai detto qualche cazzata? -
- Ho detto di essere pazza! … voglio dire, davvero penso di essere pazza, insomma, stavo pensando di nuovo a Primo-sama e-
- DI NUOVO??? - il suo sguardo era la cosa più spaventosa del mondo, tanto che Nozomi si ritrovò a tremare. - PERCHE' I MIEI SFORZI SONO TOTALMENTE INUTILI CON UN'IDIOTA COME TE??? -
- M-mi dispiace... -
La rossa sospirò, alzandosi e aiutando la brunetta a fare altrettanto.
- Lasciamo perdere. Ho fame. -

- Oh, andiamo a chiamare Haname e Kaito! -

Le due amiche saltellarono canticchiando per i corridoi, attirando l'attenzione dei presenti e dei membri del comitato disciplinare, che le fulminarono con lo sguardo.

- Ehi, ma quelle non sono Sawada-san e Fukada-san? Si riconoscono ovunque, sono fuori di testa... - una voce scivolò per il corridoio, arrivando all'attenzione delle due.
Era una ragazza a parlare, una delle tante.
- Ma non è contro le regole? Saltellare così in giro, intendo... perchè il comitato non fa nulla? -
- Ho sentito che Sawada-san ha pestato Kazuno-senpai... - disse una voce maschile - Se la prendeva sempre con le ragazzine più piccole, che depravato... -
- Eh?! Ora che ci penso, quella lì ha anche picchiato altri ragazzi più grandi, tutti teppisti del quartiere est.- una terza voce maschile si unì al coro di pettegolezzi - Non a caso dicono che studia arti marziali da quando aveva cinque anni... -
- Cinque?? E' una professionista? -
- Boh, però è strana, non sembra affatto una ragazza! -

Le due ragazzine, che sapevano ben farsi notare, sapevano anche restare in ascolto delle voci poichè era così che spesso e volentieri scoprivano notizie e gossip interessanti, come persone problematiche o richieste di aiuto.
Non che si divertissero a fare le super eroine ma a loro non andavano a genio i torti subiti da innocenti, per cui avevano preso la decisione di aiutare chi ne aveva bisogno senza mettersi troppo in vista. Perciò Nozomi si ritrovava, spesso e volentieri, immischiata in combattimenti e simili. Quest'ultima non si reputava la più forte rispetto agli altri, molte volte rincasava con ferite di una certa gravità, ma molti soggetti non erano chissà quanto esperti e la ragazza poteva contare su anni di lezioni di difesa. La colpa era maggiormente del suo forte senso di giustizia, la ragazza lo attribuiva al fatto di essere una Vongola, come Primo e suo padre.

Il problema si poneva quando le loro gesta venivano scambiate per simboli di superiorità o per divertimento nell'azzuffarsi. Perciò molte persone ridevano al comportamento “poco femminile” di Nozomi, rispetto al fascino di Arashi e all'eleganza di Haname.

Anche se lei non gli dava peso, quelle voci erano comunque irritanti.

- Quella lì ha la grazia di un elefante! -
- Non ha proprio femminilità, anche quando si siede lo fa in modo così mascolino... -

A volte Arashi doveva trascinare via la “ragazza mascolina” prima che quest'ultima iniziasse ad aggredire ragazzi innocenti.
Anche se la rossa sarebbe stata la prima a voler picchiare tutti.

- Sedersi in modo mascolino, eh? So anche sedermi con tutta la grazia femminile di questo mondo, se proprio vogliono saperlo. Se non lo faccio è perchè altrimenti potrei sembrare una debole e frivola fanciulla. -

Nozomi e Arashi stavano addentando il cibo dal loro bento, accanto a loro una ragazzina più grande con due lunghe treccine nere scambiava alcuni alimenti del suo pranzo con un ragazzino biondo dagli intensi occhi azzurri.

- E tu non vuoi proprio essere catalogata come frivola fanciulla, no? - la ragazzina dai capelli corvini le sorrise proprio quando Arashi quasi si stava per strozzare.
Fortunatamente ingoiò con rapidità, sopravvivendo.
- Chi, Sawada Nozomi? Frivola fanciulla? Non è che hai sbagliato persona, Haname? - chiese, volgendosi all'amica.
- Ahahah, il nostro boss sembra più un camionista! - esclamò il biondo, ridacchiando, mentre si appoggiava con la schiena alla grata di ferro che circondava il terrazzo.
- Però le yandere vanno molto di moda, potresti far finta di essere una dolce e tenera ragazzina per poi spaventare tutti con la tua forza. - spiegò Haname, congiungendo le mani e ringraziando per il cibo.
- Di certo non sei moe. - affermò la rossa, osservandola.
- NON VOGLIO ESSERE MOE. - la bruna parve offendersi.
- Un punto a tuo favore, ODIO le moe. - spiegò Arashi, alzando le spalle.

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- Ma cos'è questo, un raduno per decidere il carattere del boss? - il biondo parve spaesato.
- Nozomi, cambiando argomento, come va con Kimitaka-san? -

Quando la mora pose la sua domanda i ragazzi si fecero più seri e attenti alla discussione. Incredibilmente erano anche in grado di fare discussioni impegnative.

- Quel tizio sembra affidabile, è sicuro di sé e ha un sogno da realizzare. - spiegò Arashi, richiudendo la scatola del suo bento.
- Un sogno, eh? - Haname sembrava persa nei suoi pensieri.
- Chiunque abbia un sogno può unirsi alla famiglia! Amo le persone che hanno sogni! - affermò Nozomi, sicura, addentando l'ultimo boccone del suo pranzo.
- Nozomi, ferma- non puoi tradirmi con chiunque abbia un sogno, è ingiusto! - disse la rossa, asciugandosi lacrime amare.
- Dopo il guardiano della nuvola e i suoi noiosi monologhi sulla musica classica, penso che Kimitaka Shinji sia più tranquillo, no? - il ragazzino si grattò il capo.
- Oh, Cloud- E' strano, ma sembra interessante! -
- Oddio Kaito non ricordatemi quel fanatico. Lo supporto solo perchè mi piace come suona e amo la musica. - la rossa scosse il capo, cercando di non pensarci.
- Qui tutti un po' amiamo la musica. - Haname sorrise dolcemente, aggiustandosi le treccine.
- Ehi ehi, non perdiamoci in queste discussioni alpacose! Stavamo parlando del guardiano della nebbia, giusto? Quello che sembra un prestigiatore fallito. - Kaito incrociò le braccia fissando i presenti.
- E ricomincia con questi alpaca... - Arashi si portò le mani sul viso.
- Ma non è un prestigiatore fallito! Se la cava, come illusionista ci sta. - la brunetta parve disorientata dall'affermazione del biondo e tentò di scusare il suo nuovo guardiano.
- Devi ancora raccontarci come l'hai beccato! - esclamò Haname, rivolgendosi alla brunetta.
- Ehm Ehm... -
- Guarda, scommetto quello che vuoi che la cosa ha a che fare con Primo. - la rossa l'osservò con sguardo severo.
- Ehm... -
- Toh, sono così brava ad indovinare che dovrei tentare alla lotteria. -
- Ad ogni modo, Kaito ricorda che stiamo mettendo in piedi questa famiglia con le nostre sole forze... suvvia, non essere severo con i membri! - disse Haname.
- Oh, era solo una battuta, non preoccuparti! - il biondo ridacchiò.
- Non è questo il punto. Dobbiamo essere forti, eppure abbiamo tra noi solo ragazzini... a parte Cloud, mi pare sia tipo un diciottenne. - spiegò Arashi, seria.
- Nei miei sogni, Giotto-sama diceva che la determinazione è importante. Anche io voglio riuscire presto a utilizzare il potere di un Vongola... - rivelò la brunetta, perdendosi nei meandri dei suoi pensieri.

Devo diventare forte.”

- Eccola che riparte con Primo. - la tempesta sospirò.
- Se tuo padre ti sentisse parlare così... - disse il biondo.
- Beh, dai, Decimo non sa nemmeno dei sogni di Nozomi, è plausibile che non sappia le conoscenze di sua figlia riguardo Vongola e guardiani. - come al solito, Haname illustrò bene la situazione in cui si trovavano.
- Ma non penso proprio, mio padre non è stupido. Non dimentichiamoci che ha il super intuito dei Vongola. - rispose Nozomi, decisa.
- E allora perchè non ti ha fermata? Sai quanto ci tiene a tenerti fuori dalla mafia e robe simili. - chiese Kaito, curioso.
- Mah, starà fingendo di non guardare. -

In realtà la brunetta era sicura che suo padre già sapeva tutto riguardo la sua strana e inspiegabile abilità di sognare solo la Prima Famiglia, dopotutto da piccola lei parlava spesso di faccende dei Vongola, anche se lui fingeva di non sapere di cosa la figlia stesse parlando.
Purtroppo però, una volta cresciuta, non si era mai confrontata direttamente con lui.
Solo i suoi amici sapevano perfettamente come stavano le cose, non ne aveva parlato con nessun altro.

- Ha sempre fatto finta di nulla. Tipico di lui, finchè è felice che stia lontana dalla mafia, ignorando i miei desideri... è questo che mi ha fatto più male. Ma sono sicura che appena vedrà gli sforzi che sto facendo, lo accetterà! -
- Anche secondo me andrà così. Anche Arina non sembrava molto felice del tuo comportamento, però ci ha comunque spiegato la faccenda dei guardiani. - spiegò Arashi.
- Arina ha il potere del fulmine ma non vuole unirsi alla mia “famiglia”. E pensare che ci manca proprio un guardiano del fulmine... - la bruna sospirò, depressa. - Sospetto che non voglia esserlo perchè papa le ha chiesto di farmi da “tutrice”, e sapete com'è... Leale e affidabile... - chinò il capo, afflitta.

- Non essere depressa! Arina fa solo quello che le è stato ordinato. - disse la rossa.
- Beh, non succederebbe nulla se, per una volta, non ascoltasse mio padre... -
- Riusciremo a convincerla, vedrai! - la tempesta tentò di darle un po' di ottimismo.

La campanella della scuola iniziò nuovamente a suonare, segnando la fine della pausa pranzo e l'inizio delle lezioni pomeridiane.

- Adesso, l'unica cosa che dobbiamo aspettare è di rivederci questo pomeriggio, fuori scuola. - affermò Haname, alzandosi e pulendosi la gonna della divisa.

- ...Posso saltare le lezioni del pomeriggio? - Nozomi guardò i presenti con sguardo languido e implorante. Nonostante Arashi volesse acconsentire fu costretta a chinare il capo e ad unirsi al coro di “NO!” dei tre guardiani presenti.

- … fanculo. -

Quel pomeriggio erano così stanchi che non avevano proprio voglia di aprir bocca e il ritorno fu silenzioso. Quando il quartetto mise piede nella villa Sawada si ritrovarono di fronte ad una splendida ventenne dai lunghi capelli color biondo cenere, che si trovava seduta in soggiorno.
Arina Luccini accolse i giovani con un sorriso che mise in risalto il neo sotto il labbro inferiore e suoi limpidi occhi verde scuro. Quella era la donna a cui Decimo chiese di tener d'occhi la figlia una volta trasferitesi in Giappone, facendole da “tutrice”. Era molto intelligente e acculturata, cresciuta alla Magione dei Vongola assieme a Nozomi, la quale conosce sin dalla nascita.
Seduto accanto a lei c'era un ragazzo più alto, che le somigliava in una maniera impressionante: occhi verdi e capelli biondo cenere, lunghi ma legati sul capo in una lunga coda da cavallo.
Il giovane indossava una maglia blu notte con una giacchetta verde militare, aveva un pantalone del medesimo colore decorato da tasche enormi e il braccio destro fasciato da bende. Stava bevendo una tazza di tè ma aveva alzato il capo non appena erano entrati i ragazzi.

- Ma... cosa succede qui? - chiese la bruna, perplessa, lasciando scorrere il suo sguardo dall'uno all'altra.

- Oh, bentornati ragazzi, Undicesima! - il sorriso di Arina era smagliante - Finalmente posso presentarti mio fratello gemello Luca. Uhm, sbaglio o ti serviva un guardiano del fulmine? -


   
 
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