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Autore: Tarlo Viola    24/02/2012    1 recensioni
L'avventura di un giovane guerriero in un mondo pre-Shibusen, vecchie glorie e arrivi inediti?
Questa è una delle preziose memorie dei Signori della Guerra!
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Terrore-


Che fugace apparizione…
Era lì, nel sogno, davanti a me. Era una persona, probabilmente ferita, poiché era fasciata da capo a piedi da un numero infinito di bende; altre informazioni non posso dare poiché, lo sconosciuto, mi si era presentato solo per un istante, nella mia stanza, davanti al mio letto. Avevo letto da qualche parte di episodi simili, credo si chiamino pandafecc, o giù di lì. Se la vogliamo mettere sul piano scientifico, quell’entità si è mostrata poiché, nell’atto di svegliarmi di soprassalto, avevo mischiato in quel secondo realtà con dormiveglia. Una spiegazione razionale che mi avrebbe tranquillizzato, e così è stato, finché un altro interrogativo non mi invase la già contorta mente: cosa mi aveva provocato quella reazione.
Mi ero perso… Mi aprivo gli occhi con le dita, mentre ogni altro muscolo del corpo aveva praticamente cessato ogni sua funzione. Disteso sul letto, in coma, mi ero bloccato mentre cercavo di aprirmi ancor di più gli occhi, con l’assurdo obbiettivo di veder attraverso il soffitto e raggiungere il cielo.
Non riuscivo, non riuscivo a reagire, in nessun modo. Ogni mio dubbio, incertezza, ogni sorta di domanda che mi ero posto fin dal mio primo natale, spariti. Cosa ancor più inconcepibile, però, era il capire ciò in cui sbagliavo, perdere tutto ciò per cui avevo vissuto, voleva dire perdere ciò che mi formava, e cosa diamine otterrei perdendo me stesso? Il Terrore, il terrore di abbandonare la mia anima, il terrore che qualcuno la possa prendere; tutto, e ribadisco in questo momento, tutto, mi si aprii davanti, per poi dimenticarla, quell’esperienza, proprio come un qualsiasi sogno.
Troppi pensieri mi affliggevano, e troppi nuovi arrivi di tali dimensioni. Mi ero recato al bagno, a vomitare, la mia salute si era evidentemente spossata; tuttavia non avevo la benché minima intenzione di rimanere in camera, lì, in quel luogo, dove il demone sarebbe potuto tornare. Avevo paura.
 
-Stai bene?- Mi chiese il professore. A quella domanda qualche compagno si voltò a guardarmi, chissà il perché, tanto, da quell’espressione annoiata, si riusciva benissimo a capire che non erano in alcun modo preoccupati per me. Più probabilmente stavano sperando che il discorso si dilungasse, così, tanto per perdere un po’ di tempo su quella monotona spiegazione in classe.
-Nono sto benissimo- Aaahh alla fine ci ero caduto pure io, ho nascosto il mio essere sotto un falso sorriso, ero arrivato addirittura ad uscire di casa in modo furtivo per non mostrarmi ai parenti. Erano indubbiamente segni di qualcosa, qualcosa che, al contrario del risveglio, mi rimarrà impressa per sempre.
 
 
-Cosa intende fare Mabaa-Sama?- Chiese titubante la segretaria della regina.
-Interverrò personalmente, la perdita di altre streghe potrebbe causare serie ripercussioni sull’esito delle nostra guerra- Questo era l’ordine della maga suprema, colei che fu forgiata da mille battaglie, colei che da sola poteva tener testa al Dio della Morte in persona.
Gli occhi della Matriarca iniziarono a brillare, i cerchi mistici presenti nelle sue pupille si ingigantirono, fino ad occupare l’intero volto. Stava per usare una delle sue tanto temute magie dimensionali, per la precisione quella del teletrasporto, anche se di un tipo diverso dal comune usato.
La rotta era stata segnata, Irlanda, il luogo dove sarebbe avvenuto lo scontro tra lei e il misterioso aggressore; ed ecco; il corpo della Suprema si stava sgretolando in tanti minuscoli tasselli del suo essere, pronti per intraprendere il viaggio nel tunnel che esternamente ingloba l’immenso universo.
 
 
Era solito, per lui, andare in perlustrazione del paese che stava proteggendo. Terrore, il Signore della guerra affine a questo terribile sentimento stava levitando in cielo, come un rapace in cerca della sua preda, o, nel suo caso, di qualche possibile minaccia.
Di lui si riusciva ad intravedere ben poco, coperto da un grande cappotto verde scuro, simile ad una foglia in via di morire, tutto ciò che stava sotto all’indumento era nascosto da un numero incontabile di bende bianche, da cui traspariva solo qualche lembo di pelle dalle giunture; anche il viso era di questa opinione, mascherato, riusciva a percepire l’ambiente circostante unicamente da un grande occhio sinistro, e da qualche ciuffo di capelli che, per motivi di crescita, scappava dall’involucro medico.
Normale routine per lui, con gli anni aveva memorizzato un buon sentiero aereo per riuscire a controllare tutto il territorio, e caso volle che quel giorno si fermò proprio sopra la mia scuola.
Il suo sguardo tranquillo si era sostituito ad uno sorprendentemente incredulo. Non perse tempo, le bende che penzolavano dal suo abito si disposero subito a rete, quasi sembravan sparire da quella zona, e riuscendo nell’inaspettata impresa di catturare un qualche invisibile pesce. La trappola si mosse ad elevata velocità verso l’indietro, spinta dall’agitata anziana catturata; e sì, quella che aveva per le mani era proprio Mabaa-Sama, uscita dalla sicura protezione dell’anima per qualche motivo a lui sconosciuto, cosa poco rilevante. Era riuscito ad agguantare il nemico numero uno del mondo, sarebbe riuscito ad abbatterla? Sarebbe stato meglio chiamare rinforzi, ma nella situazione in cui era avrebbe perso un’irripetibile occasione… no, doveva affrontarla ora.
-Ho ben altro a cui pensare, quindi ora lasciami- Il tono imperioso di lei fu seguita da un rapido passaggio di energia su tutta sé, debole, ma sufficiente a rompere le fasce.
Riuscita a liberarsi, la strega impiegò poco tempo a riformulare le parole magiche del suo precedente incantesimo di passaggio, lasciando a bocca asciutta il monocolo e raggiungendo il suo obbiettivo… però questo non accadde. Terrore aveva già disposto le sue bende in un’altra formazione, ispiratrice di un violino, che, nel momento preciso del termine dei vocaboli detti, mise un suono possente, in grado di penetrare nella frequenza di chi gli stava davanti, e a dirottarne i comandi. Una tecnica particolare, che in futuro verrà chiamata “Meditazione dell’anima”.
Il campo da gioco era pronto, il potente protettore del pianeta aveva rimodellato il teletrasporto, trasformandolo nell’Indipendent Cube, magia della durata di circa un’ora, in grado di separare una piccola porzione di terreno dal resto dello spazio-tempo; e a quel punto, era tempo di battaglia!
 
 
 
 
Avevo promesso un combattimento, ma questo capitolo mi è venuto più lungo del previsto, quindi sarà per la prossima^^ sorry.
MMM< impressioni? Io mi autocriticherei a morte in qualunque caso quindi non conto XD
 
Ed ecco come me lo immagino Terror =D
 
  
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