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Autore: TooLateForU    24/02/2012    17 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appoggiai il telefono sulla spalla, mentre con le mani frugavo dentro al mio armadio.
“Jude, perché ci sono cose anni ’70 nel mio armadio? PERCHE’?” chiesi, esasperata. Era un’ora che cercavo la perfetta mise per la festa nell’attico di Eleonor Gilbert, e non trovavo niente.
A parte un orrendo scialle leopardato. Orrore degli orrori.
“Oh, se vuoi ti presto un vestito! Ne sto guardando uno in questo momento che ti starebbe da Dio.” Rispose Jude, dall’altro lato della cornetta.
Mi fermai, interessata. “Quanto da Dio, esattamente?”
“Molto da Dio. Secondo te al ragazzo-con-gli-occhi-verdi piacciono le bionde?”
Ruotai gli occhi al cielo, lanciandomi a peso morto sul mio letto, che scricchiolò in modo inquietante.
“Non lo so, Jude. Allora, com’è questo vestito?” chiesi, riportando la conversazione su qualcosa di sensato. Ovvero il mio futuro vestito.
Lei restò in silenzio, e mi sembrava di sentire le rotelline del suo cervellino muoversi freneticamente, persa nei sogni insieme a ragazzo-con-gli-occhi-verdi.
“Jude!” la richiamai.
“Eh?”
“Il vestito!”
“Ah, si..E’ blu elettrico, e c’è una cerniera che corre per tutta la schiena. Molto provocante. E soprattutto Chanel.” Puntualizzò.
Vedete, i genitori di Jude le vogliono bene perciò le comprano cose del genere. I miei genitori è già tanto se mi danno i soldi per il bowling.
“Ehi, sta chiamando Carol. Metti la conversazione a tre.” Mi disse, ed entrambe prememmo il tasto sul telefono per includerla nella conversazione.
“Aloha sexy panterone, che si dice?” esordì Carol, facendomi scoppiare a ridere.
Carol Sylvester aveva frequentato con me e Jude le medie, poi i genitori avevano voluto mandarla in un liceo ‘di prestigio’ fuori città, quindi ci eravamo divise.
Però continuavo a sentirci, e a vederci. Eravamo il trio delle meraviglie. Peggio di quelle di Occhi di Gatto.
“Liz dice che nel suo armadio ci sono cose anni ’70.” Rispose Jude.
“Roba d’antiquariato tipo lampade, intendi?”
“No, roba come scialli leopardati.” Replicai inorridita.
“Ossignore, che cosa spaventevole!” esclamò Carol “Sentite un po’, c’è per caso qualche festa a cui mi possa imbucare?” continuò poi, mentre in sottofondo si sentiva l’abbaiare del suo alano impazzito.
“Noi ci stavamo preparando per la festa di una nostra compagna, ma ci sarà tutta la nostra scuola..” la informò Jude, un po’ reticente.
“Oh my Josh, e non mi chiamate? Mi preparo e ci vediamo sotto casa di Liz!”
“Vai così Carol, spaccheremo i tavoli stasera!” esclamai entusiasta.
“Forse non è una buona idea, voglio dire Eleonor potrebbe..” iniziò mia nonna, ovvero Jude.
“Jude, ti prego, Eleonor sarà ubriaca prima delle otto. Non corriamo nessun pericolo. Ci vediamo con Carol sotto casa mia alle sette e mezza, ma tu devi essere qua prima a portarmi il vestito. Ai revoir.” Le salutai, prima di attaccare.
Vestito: fatto.
Amiche: prese.
Mancava solo il permesso dei miei.
 
 
Entrai in salone, dove trovai mia madre sdraiata su un tappetino rosa a fare gli addominali.
Aiuto.
“Mamma, sai che vedo i tuoi glutei molto più rassodati?” le dissi, fingendomi sinceramente stupita.
Lei non si fermò, e mi lanciò un’occhiata sospettosa “Non ti darò altre venti sterline, Liz.”
Ruotai gli occhi al cielo, infastidita. Perché i miei credono sempre che voglia chiedere dei soldi?
“Stasera c’è una festa, posso andare?”
Finalmente si fermò, e mi degno di un minimo d’attenzione. Si asciugò del presunto sudore sulla faccia con una asciugamano, come se fosse una vera sportiva, e si alzò. “Chi ci sarà a questa festa?” iniziò, sempre con la solita faccia accigliata e sospettosa.
“Solo ragazze della mia età.” Mentii, con molta nonchalance.
Slegò dalla coda alta i lunghi capelli biondi, che ovviamente la sottoscritta sfigata non aveva ereditato, e si avvicinò al frigo. Io la seguii saltellando. “Gireranno alcolici? Ci sono i genitori della ragazza?”
“Solo dell’innocente punch.” Sì, come no. “E i genitori torneranno prima delle undici.” Tanto per dire, i genitori di Eleonor erano in vacanza a Los Angeles, e probabilmente ora surfavano sulle onde cristalline di Malibù.. 
Diede un morso alla sua mela, prima di guardarmi dritta nelle palle degli occhi.
“Elizabeth, mi raccomando..” lasciò la frase in sospeso, come al solito. Mi raccomando cosa?
“E’ un sì questo?” mi assicurai, con un sorriso.
“Ti voglio a casa a mezzanotte.” Pose la solita condizione, e stavo per assicurarle che sicuramente sarei stata a casa a mezzanotte quando Charlie la Piattola fece il suo ingresso.
“Mamma mamma mamma, mi si è rotta la spazzola!” piagnucolò, mostrando la spazzola di Barbie senza più il manico a mamma.
“Che affare!” esclamai, e lei mi lanciò uno sguardo assassino.
Ma non mi importava, ora avevo il permesso di andare a quella magnifique festa. Menomale che mia madre ancora non sapeva della detenzione che avrei dovuto scontare lunedì e martedì prossimo.
 
Strette nei nostri stretti vestiti ce ne stavamo strette una all’altra ad aspettare che Carol arrivasse e ci salvasse dal rischio dell’ipotermia.
“Jude, che ore sono?” chiesi, lanciandole uno sguardo veloce. Lei fece tintinnare tutti i bracciali che aveva, alzando il polso e controllando l’ora.
“Le otto meno un quarto.”
Sbuffai, come al solito Carol era in ritardo. Dannata rossa ritardataria.
“Che hai fatto al polso?” chiese d’un tratto Jude, fissando il mio braccio. Abbassai lo sguardo, e notai che c’erano ancora i segni di quel violento di un terrorista.
“Malik mi ha strattonato per un polso l’altro ieri, sai non riesce a reprimere i suoi istinti violenti..”
“Ma porca miseria, Liz! Dovevi dirlo al preside!” esclamò preoccupata, prendendomi il braccio ed osservandolo meglio. Mi infastidii, e sciolsi la sua presa.
“Eravamo appena usciti dal preside, che ci aveva assegnato una detenzione.” spiegai, bonariamente.
Jude strabuzzò gli occhi azzurri, marcati con un eye-liner viola. “Sei in detenzione con lui, lunedì?”
“E anche martedì.”
“Se ti tocca di nuovo lo prendo a sprangate sui denti.” minacciò, gonfiando le guance. Mi venne da sorridere, e provai l’impulso di abbracciarla.
Così mi arpionai a lei come una cozza, stringendola in un abbraccio da orso ubriaco.
In quel momento sentimmo il rumore assordante di una tromba davanti a noi, e girandoci vedemmo Carol e la sua chioma fiammeggiante con una sorta di vuvuzela azzurra in mano.
“Hola bele amighe, vamos a la fiesta!” esclamò, in uno spagnolo tutto suo. Poi si avvicinò a noi, ci prese a braccetto e cominciammo a camminare così.
“Dai dai, intrecciamo tutte le gambe!” proposi, e misi la mia gamba destra dietro alla sinistra di Carol, che mise la sua destra dietro la sinistra di Jude.
Provammo a camminare, finendo quasi per ammazzarci. Scoppiammo a ridere tutte e tre, e qualche passante ci guardò male.
“Sembriamo tre ubriache!” ci fece notare Jude.
“Secondo me Carol lo è.”
“Zitta Liz, o ti stacco la testa a morsi.” Mi minacciò, facendo la linguaccia.
“Allora, dov’è questa festa?” chiese poi, guardandosi intorno. “A due isolati da qui, bella rossa. Ti se rifatta la tinta oggi?” le domandai, osservando i suoi capelli.
Ovviamente Carol non era una rossa naturale. Sfido chiunque a nascere con capelli rosso sangue.
“Shh!” mi intimò, mettendosi un dito sulle labbra “Nessuno deve sapere che sono una finta rossa.”
“Eccoci, eccoci!” squittì Jude, indicando l’edificio elegante che avevamo davanti. Era immacolato, neanche una scritta con una bomboletta. Che cosa deprimente.
“Caspita, che riccona!” urlò Carol, soffiando poi nella vuvuzela che emise un suono terribile, stile barrito di elefante.
“Cazzo Carol, ci spacchi i timpani!” mi lamentai, coprendomi le orecchie con le mani. Lei sorrise incurante, prima di avvicinarsi al citofono e cominciare a premere tutti i tasti.
“Idiota, non tutti! Lei si chiama Gilbert!” Jude le diede una spinta, per spostarla e premere il tasto giusto, nel frattempo tutti i condomini facevano dal citofono ‘Pronto? Chi è? Pronto?!’
Io e Carol ridacchiammo, mentre finalmente il cancello si apriva. “Muovetevi!” ci intimò Jude, cominciando a correre dentro il giardino privato.
Noi la seguimmo a ruota fino a dentro l’edificio, cantammo ‘we are the champions’ per le scale, finchè non ci accorgemmo che l’attico doveva essere all’ultimo piano.
“Perché..non..abbiamo..preso..le scale?” chiesi, senza fiato, mentre arrancavo sull’ultima rampa.
“Dai dai, siamo arrivati!” esclamò Jude, eccitata. Ci trovammo davanti una porta semi-aperta, e dentro oltre la musica assordante si potevano scorgere un fiume di persone ballare.
Entrammo anche noi, e Jude mi diede il gomito “Ti ho portato o no ad una festa mitica?” chiese, retorica.
Dio benedica Jude e le sue idee.
 
Eravamo alla festa da più di un’ora, e avevamo perso Carol da altrettanto tempo. Mi era sembrata lei quella che ballava con una tequila in mano sul divano, prima, ma non potevo esserne certa.
Quell’appartamento era enorme. Roba di minimo quattrocento metri quadri. Che a detta di tutti sono tanti.
Io giravo qua e la, ballando un po’ con Jude e con uno o due ragazzi. E non ‘uno o due ragazzi’ qualsiasi, dei senior. Ultimo anno, capite? Io, sedicenne sfigata che ballava con dei senior.
Quando si dice che il make-up fa miracoli. Considerato che mi ero conciata come una battona..
Non avevo toccato alcool per tutta la sera. Primo, perché non sapevo riconoscere cosa era alcolico e cosa no, secondo perché avevo paura di ubriacarmi con un solo sorso. E se mi fossi ubriacata e avessi cominciato a raccontare la storia della mia vita ad uno sconosciuto? Terrificante.
In quel momento, però, vidi una birra semi-piena sul tavolo. Ero sicura che fosse birra perché sull’etichetta c’era scritto ‘beer’. La afferrai improvvisamente, e tracannai un sorso in un moto di trasgressività pura. Oh.
Il sapore dolciastro mi arrivò in gola, facendomi storcere il naso. No ma che schifo. Bleah. Perché alla gente piace questa roba?
Abbandonai la bottiglia sul tavolo di cristallo, e decisi che mi sarei sciacquata la bocca con l’acqua del lavandino, in bagno. Superai una folla che si era accalcata fuori dalla cucina, e mi avviai per uno dei tanti corridoi della casa.
Bagno, bagno, bagno..Dove diavolo era? Aprii una porta, ma mi trovai davanti una camera da letto. Continuai così per tutto il corridoio, finchè non scorsi una porta con la scritta azzurra di ‘Bagno’.
Ave Maria, ce l’ho fatta. Spalancai la porta con uno sbuffo, ma sarebbe stato meglio non farlo.
Mi trovai davanti Zayn Malik che limonava appassionatamente con una tipa seduta sul lavandino, e nel frattempo faceva scorrere la mano sotto il vestito di questa.
E c’erano delle mutande di pizzo nella vasca. O signore.
La moretta si accorse di me, e si staccò velocemente dalla bocca di Malik.
“Ma che cazzo..” cominciò lui, prima di girarsi irritato verso di me. Assottigliò gli occhi, mettendomi a fuoco, poi sulle sue labbra si distese un sorriso beffardo.
“Ma chi si vede! Vuoi unirti a noi, tesoro?” mi domandò, malizioso.
Dio santo, era disgustoso. “Piuttosto mi sparo, Malik.” Replicai, prima di girare i tacchi e chiudere con un colpo secco la porta.
Che maleducato.
Volgare.
Disgustoso.
L’unico senior al mondo che mi disgustava.
E se fosse stato brutto sarebbe stato pure più facile.

 

In questo capitolo è introdotto un personaggio che amo: Carol AHAHA.
Detto questo, adesso vi stupirò con un gioco che mi ha insegnato la mia fighissima compagna di banco. Allora, praticamente prendete due parole a caso e dovete trovare il modo di arrivare dalla prima alla seconda con altre parole.
Esempio: io so arrivare da Niall a brocca AHAHA.
Niall mangiare cibo acqua brocca AHAHAHAH.
E' bellissimo!
Oppure quello della mia compagna di banco: Zayn Jane (è il nome di sua madre e dice che fanno rima AHAH) madre nonna!
Provate, è fantastico ahxvzfsfs
Ai revoir!

   
 
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